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n.11 settembe 2013
EDITORIALE
È
morto Paolo Berbenni (1929-2013), un
protagonista e testimone di molti eventi della storia
della chimica, dell’ambiente e della scienza delle
acque, i temi a cui ha dedicato tutta la vita. Non
riesco a ricordare quando l’ho conosciuto, immagino
nei primi anni sessanta; aveva poco meno della mia
età e mi ha colpito la sua modestia e sapienza, due
cose che raramente stanno insieme. In quel tempo
curava già la rivista
Acqua Industriale
, divenuta poi
Inquinamento
. Era uno specialista di chimica delle
acque ed era coinvolto nelle attività della Fast,
la Federazione delle Associazioni Scientifiche e
Tecniche, antica istituzione milanese rilanciata nel
1950 da Luigi Moranti che ne fece una specie della
baconiana “Casa di Salomone”, in via del Vecchio
Politecnico, come punto di incontro delle molte
associazioni che si occupavano di problemi tecnico-
scientifici. Moranti capì l’importanza del problema
dell’acqua e affidò a Berbenni, allora uno dei pochi
specialisti in questo campo, la costituzione del
Gruppo di Studio sulle Acque che organizzò una serie
di convegni, di importanza storica, che coprirono
tutti gli aspetti delle acque e dell’inquinamento; da
quello sulle acque in Italia del 1963, a quelli sulle
acque sotterranee e superficiali del 1965 e 1966, a
quello ‘Water for tomorrow’ del 1968. Da tali convegni
derivarono i primi piani sull’approvvigionamento
idrico e le leggi sulla difesa contro gli inquinamenti
e l’erosione del suolo. Nel 1970 Berbenni contribuì
all’organizzazione del convegno internazionale
‘L’uomo e l’ambiente, una inchiesta internazionale’, in
occasione della prima ‘Giornata della Terra’.
Il mio ricordo di Berbenni è associato all’ironia; era
l’unica persona con cui si poteva scherzare e ridere
sui vizi, la supponenza e la vacuità di molti nostri
conoscenti. Berbenni ha contribuito all’‘ecologia’
con il suo sorriso, la competenza e la capacità di far
capire che la nuova moda avrebbe potuto migliorare
il mondo, soltanto se avesse sfruttato le conoscenze
e la chimica, quella che sembrava a tanti una
parolaccia. Con la chimica Berbenni ha denunciato
gli inquinamenti dei fiumi e ha suggerito rimedi di
Un saluto
al professor Berbenni
I
l 22 maggio 2013, all’età di 84 anni,
è mancato all’affetto dei suoi cari
e a quello dei numerosi amici,
Paolo Berbenni.
Per chi, come me, ha vissuto
l’esperienza di lavoro nel settore
dell’ambiente in genere e della
protezione delle risorse idriche in
particolare a cavallo degli anni ’70-’80,
quello di Paolo è un nome mitico.
Ciò che colpiva di Lui era la profonda
cultura e la signorilità del carattere.
Professore di Ingegneria Sanitaria
presso il Politecnico di Milano,
ha svolto la sua attività scientifica
nel campo della Chimica, Chimico-
fisica e Analitica sulle Acque,
con particolare riferimento alla bonifica
delle falde sotterranee
e al trattamento delle acque
destinate al consumo umano.
Recentemente aveva rivolto la sua
attenzione anche al settore della
bonifica delle falde sotterranee.
Molto attivo nel trasferimento
delle conoscenze scientifiche alle
Autorità responsabili della gestione
dell’ambiente, ha collaborato
attivamente con numerose Istituzioni
locali (Regione Lombardia in primis)
e con le Amministrazioni centrali
(ricordo la sua presenza ‘storica’
alle attività della Commissione
Internazionale per la protezione
delle acque italo-svizzere).
Con il mio Istituto, l’Irsa,
ha sempre avuto un forte rapporto
di collaborazione: ricordo solo, a titolo
di esempio, la sua partecipazione
ai gruppi di lavoro nelle fasi
di fissazione dei limiti alle acque di
scarico, che hanno costituito l’ossatura
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