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n.11 settembre 2013
depurazione che sarebbero poi diventati standard.
È difficile ricordare gli scritti di Berbenni
che comprendono numerosi saggi scientifici
sull’analisi delle acque ‘minerali’, delle acque
dei fiumi e dei laghi, sulla messa a punto di
tecniche di analisi e di trattamento delle acque
inquinate, ma anche molti altri campi, dall’energia
ai rifiuti. A me però, piacciono ancora di più gli
scritti, sempre attenti e puntuali, apparsi in tante
riviste, come le centinaia di editoriali pubblicati
come direttore della rivista
Inquinamento
.
Nel 50° anniversario della rivista, Berbenni
raccolse in dieci puntate il percorso della rivista
nel suo mezzo secolo di esistenza, prima di
interrompere le pubblicazioni. Un contributo che
da solo aiuterebbe a comprendere i problemi
ambientali italiani nel corso della seconda metà
del Novecento. Proprio per la sua modestia
e riservatezza Berbenni non ha avuto quei
riconoscimenti accademici che ben avrebbe
meritato. Eppure l’insegnamento era un’altra sua
passione: libero docente in Chimica delle Acque,
ha insegnato per molti anni presso l’Università
di Pavia e più recentemente nel Politecnico
di Milano presso cui si trova un documentato
curriculum ed elenco di molte sue pubblicazioni
(
a
il suo impegno didattico ed educativo andava ben
al di là dell’Università, con conferenze presso
associazioni e gruppi culturali in tutta Italia.
Dei morti si suol dire ‘ci ha lasciato’, ma uno
studioso non ci lascia mai, continua a vivere
nelle riviste, nei libri, fino a quando esisterà lo
schedario di una biblioteca o funzionerà Internet,
fino a quando qualcuno citerà i suoi scritti, magari
in nota a piè di pagina. E così è anche per Paolo
Berbenni.
Sono vicino - penso, insieme ai lettori che l’hanno
conosciuto - alla famiglia e mi auguro che il suo
vastissimo patrimonio di libri e di pubblicazioni
e, soprattutto la raccolta dei suoi scritti, non
vadano dispersi e trovino qualche Fondazione
che li raccolga, li inventari e li renda disponibili al
pubblico. Chi vorrà capire qualcosa sulle acque in
Italia e sulla storia delle lotte per avere un’acqua
più pulita e sicura, vi troverà una miniera di
informazioni e suggerimenti.
Giorgio Nebbia
EDITORIALE
della legge 319/76, nonché la
sua partecipazione
alla Commissione istituita
dall’Irsa per la standardizzazione
dei metodi analitici per le acque.
Ma oltre ai rapporti istituzionali,
Paolo ha sempre dato una
grande importanza ai rapporti
interpersonali.
Ricordo ancora con profonda
commozione alcuni momenti
trascorsi con lui e con il
professor Roberto Marchetti,
altro pioniere della ricerca
ambientale in Italia;
il rigore, la passione e
l’entusiasmo che questi
grandi personaggi mettevano
nell’affrontare le varie questioni
ambientali hanno costituito
per me, all’epoca giovane
ricercatore, un esempio
fondamentale di cui ho avuto la
fortuna di beneficiare per tutta
la vita.
Divulgatore di grande qualità,
ha fondato la rivista
Inquinamento
di cui è stato Direttore fino
alla trasformazione nella rivista
Energia & Ambiente Oggi
;
di quest’ultima è stato
componente del Comitato
tecnico-scientifico, comitato a
cui, proprio su proposta
di Paolo, sono stato chiamato
anch’io a far parte.
La sua attività è stata intensa
e instancabile, caratterizzata
da entusiasmo e profondo
ottimismo, doti che ha saputo
trasferire a chi ha avuto
l’occasione di lavorare con lui.
La sua scomparsa lascia
un grande vuoto in chi ha avuto
il privilegio di conoscerlo
come uomo e come collega.
Romano Pagnotta
organoufficiale
Associazione Ingegneri
ambientee territorio
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Anno 3-Numero 10
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