Con cinque milioni di euro attesi nei primi 3 anni dalla Commissione Europea e altri 15 investiti in proprio, l’Università di Milano-Bicocca è core partner della Knowledge Innovation Community (KIC) raccolta nel consorzio europeo (RawMatTERS – RawMaterials – Tackling Raw Materials Sustainably) che svilupperà le materie prime del futuro. Il consorzio riunisce più di 100 partner da 20 Paesi europei. In Italia, il team coordinato da Enea, vede oltre a Milano-Bicocca solo un altro ateneo core partner: l’Università di Padova.
Il bando è promosso dallo European Institute of Innovation and Technology (EIT) e il consorzio comincerà a funzionare da gennaio 2016 per una durata di sette anni, fino al 2022. Tramite il bando KIC RawMaterials, EIT promuove azioni comunitarie di innovazione e formazione nel campo delle materie prime critiche non energetiche e non alimentari. Le attività saranno organizzate nell’ambito di cinque pilastri tematici: estrazione sostenibile, riciclo, sostituzione, infrastrutture e cooperazione internazionali.
In particolare, il consorzio KIC RawMatTERS si propone di dare una spinta alla competitività, alla crescita e all’attrattività del settore delle materie prime in Europa attraverso l’innovazione e la promozione dell’imprenditorialità. L’Università di Milano-Bicocca si focalizzerà su due ambiti: la formazione specifica di professionisti nell’ambito delle materie prime, attraverso la creazione di master e dottorati di ricerca industriali e l’implementazione della ricerca applicata all’industrializzazione, con la creazione di brevetti e la messa a disposizione di fondi per la creazione di start-up fortemente collegate al territorio, in particolare tramite la collaborazione con piccole, medie e grandi imprese in Lombardia.
Tra i principali ambiti di ricerca applicata sui quali investirà l’Università di Milano-Bicocca ci sono:
– la sostituzione e il riciclo della gomma naturale nella realizzazione di pneumatici, in collaborazione con Pirelli & C.
– la sostituzione del platino in celle a combustibile;
– il riciclo di materie prime, il trattamento di siti contaminati e lo sviluppo di processi industriali a basso impatto ambientale. Particolare attenzione sarà rivolta al riutilizzo di scarti di lignocellulosa per ottenere materiali innovativi, ecologici e quindi biodegradabili;
– lo sviluppo di processi industriali compatibili con l’ambiente;
– la sostituzione di elementi critici in materiali per applicazioni ottiche e in dispositivi microelettronici: per esempio gallio, indio e terre rare nel settore dell’illuminazione, in sensori, celle fotovoltaiche e conduttori trasparenti.
Oltre all’ambito strettamente scientifico, l’Università di Milano-Bicocca realizzerà uno studio sull’andamento economico-finanziario del settore estrattivo italiano delle materie prime non energetiche per identificare le problematiche produttive e di approvvigionamento dei minerali critici e di processi autorizzativi efficienti nel rispetto della sostenibilità ambientale. Sarà coinvolta anche nell’individuazione di metodologie per la pubblicazione e la diffusione di dati sull’utilizzo e il riciclo di materie prime in diversi ambiti industriali italiani.
In campo antropologico e sociale, invece, l’attenzione sarà rivolta a tematiche che riguardano le strategie di comunicazione con la popolazione e i risvolti sociali e culturali delle attività minerarie, della produzione della gomma e della filiera del legno, delle strategie di utilizzo, di recupero e riciclo di materie prime critiche sul territorio italiano. Queste attività sono presenti da alcuni anni all’interno dell’Ateneo e si sono potute sviluppare anche grazie al sostegno di fondazioni e enti territoriali.
“L’obiettivo della nostra partecipazione sarà duplice – spiega Cristina Messa, rettore dell’Università di Milano-Bicocca – collaborare con l’industria per fare ricerca su una nuova generazione di materiali che nel tempo sostituiscano gli attuali ritenuti critici; contribuire a creare un nuovo approccio nella gestione delle materie prime”.
“Vogliamo creare dei ricercatori-imprenditori con una sensibilità ambientale e una coscienza del risparmio, per implementare e rafforzare la collaborazione a due vie tra il sistema universitario e quello industriale, alimentando un circolo virtuoso” dice Anna Vedda, docente del Dipartimento di Scienza dei Materiali.