Batterie: cosa cambia nel 2024
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Dalla rivista:
Automazione Oggi
Cosa cambia rispetto al passato, sia per i consumatori, sia per i produttori, con l’entrata in vigore del nuovo Regolamento UE sulle batterie?
Il 2023 appena terminato è stato un anno davvero importante per il comparto batterie, in quanto è stato approvato da parte dell’Unione Europea il nuovo pacchetto normativo che regola tutto ciò che riguarda batterie e accumulatori, e che introduce una nuova serie di prescrizioni che andranno a impattare sull’intero ciclo di vita di questi prodotti.
Agosto 2023: tutto cambia
L’estate 2023 ha una data precisa da ricordare, quella del 18 agosto, giorno in cui è entrato in vigore il nuovo Regolamento sulle Pile UE 2023/1542. Questo pacchetto rappresenta la prima normativa a livello europeo a prendere in considerazione l’intero ciclo di vita delle batterie, compresi quindi gli aspetti di approvvigionamento, la produzione e le modalità di utilizzo, introducendo, in particolar modo, una regolamentazione stringente sulle pratiche di riciclo. Il Regolamento tratta in misura approfondita, e attualizzata rispetto agli odierni obiettivi ambientali, aspetti come la sicurezza del prodotto, l’informazione attraverso la raccolta di dati precisi e il concetto di sostenibilità delle batterie, rispetto sia alla produzione, sia alla rigenerazione. Le norme del Regolamento si applicano a tutte le categorie di batteria, vale a dire batterie primarie e ricaricabili destinate a ogni tipologia di alimentazione, batterie per illuminazione o avviamento destinate ai mezzi di trasporto, sia dotati di motori endotermici, sia EV, nonché batterie per usi industriali. Identifica quindi la ‘batteria’ indipendentemente da forma, volume e massa, contemplando anche altri parametri, come gli aspetti progettuali e, naturalmente, la chimica e la composizione dei materiali. Lo scopo del nuovo Regolamento è quello di allineare tutto ciò che è identificabile con la parola ‘batteria’ con gli obiettivi di circolarità del Green Deal europeo, oltre a promuovere e contribuire alla sostenibilità durante tutto il ciclo di vita di ogni singolo prodotto. Non a caso, tra le disposizioni del Regolamento è prevista anche una dichiarazione dell’impronta di carbonio generata durante la fabbricazione delle batterie, in particolare quelle per EV e quelle industriali ricaricabili, nonché le batterie destinate ai mezzi di trasporto. Non solo: il Regolamento UE 2023/1542 stabilisce parametri stringenti per quanto riguarda la quantità di rifiuti raccolti (e frazionati in base alla tipologia e all’utilizzo delle batterie) e, sempre in tema di riciclo e rigenerazione, anche il quantitativo di materie recuperate dai processi. A partire dal 2024, dunque, dovrà essere estratta dai prodotti esausti in misura graduale, ma crescente, una certa quantità di materie prime come litio, rame, piombo, cobalto e nickel. Per dare un’idea degli obiettivi di raccolta delle batterie portatili esauste, la quantità dovrà raggiungere il 45% del venduto già nell’anno appena terminato, fino ad arrivare a oltre il 70% entro la fine del 2030; per le batterie dei veicoli (non EV) viene concesso un lasso di tempo più esteso, stabilendo di recuperarne il 50% entro fine 2028, per arrivare a fine 2031 a oltre il 60%.
Una ‘carta d’identità’ per le batterie più potenti
Il nuovo Regolamento richiede che vengano riportate una serie di informazioni volte a identificare meglio la tipologia di batteria destinata agli EV, ai mezzi di trasporto e ai pacchi destinati a uso industriale. Ciascuna batteria dovrà essere munita di un ‘passaporto’ contenente tali dati, in modo da consentire il tracciamento di ogni singolo prodotto lungo il suo intero ciclo di vita. Nota particolare è che il Regolamento prevede la registrazione digitale di tutte le batterie con capacità superiore ai 2 kWh, immesse sul mercato a partire dal 18 febbraio 2027. È estesa invece a ogni tipologia di batteria l’apposizione di un’etichetta ove siano riportati i dati riguardanti il fabbricante, il luogo e la data di produzione, nonché tutte le sostanze contenute e classificate come pericolose.
Quando sarà operativo il Regolamento?
Il nuovo Regolamento delle batterie si applica a partire dal 18 febbraio 2024, tuttavia la sua attuazione prevede più fasi: la norma UE 2023/1542 andrà ad abrogare la vecchia Direttiva 2006/66/ CE il 18 agosto 2025, è pertanto previsto un periodo di transizione di 18 mesi nei quali gradualmente vi sarà un cambio generazionale fra ‘vecchi’ e ‘nuovi’ prodotti. Ciò per dare un tempo sufficiente al comparto batterie, che include produttori, autorità nazionali e organismi coinvolti, per adeguarsi alle procedure di valutazione della conformità e ai requisiti legali essenziali, o di altro tipo stabiliti dal nuovo Regolamento, evitando così di cogliere tutti impreparati. Questo periodo di transizione è di estrema importanza poiché i prodotti fabbricati prima o durante questo periodo, rispondenti quindi ancora alla Direttiva 2006/66/CE, una volta terminati, non potranno più essere immessi sul mercato.
L’impegno di GP
La filosofia di GP abbraccia già da tempo i principi contenuti nel nuovo Regolamento: i prodotti che si trovano a scaffale sono già in linea con le prossime scadenze del Regolamento UE, il che consente all’azienda di proiettarsi in avanti di molti anni. I risultati dell’impegno di GP sono oggi tangibili, come conferma l’ottenimento della certificazione Nordic Swan EcoLabel su diversi prodotti in vendita. Questa certificazione, con le sue rigide restrizioni e gli altrettanto stringenti controlli sull’intero ciclo di vita dei prodotti a partire dal sito estrattivo dei minerali utilizzati per realizzare le batterie, è di per sé maggiormente restrittiva rispetto sia alla normativa vigente, sia alla nuova regolamentazione. Inoltre, la volontà di GP è quella di proseguire nella sensibilizzazione di consumatori e clienti finali verso una scelta ragionata e consapevole delle batterie e una corretta pratica per favorire il recupero efficace dei prodotti esausti. GP pone particolare attenzione a veicolare al meglio il proprio pensiero, ritenendo per esempio le scuole un luogo fondamentale per ‘piantare’ e far crescere in modo efficace il ‘seme’ di una conoscenza consapevole nella mente dei giovani e delle loro famiglie.
Moltiplicare gli sforzi per creare consapevolezza
Finora si è parlato di Regolamento e di norme alle quali i produttori dovranno adeguarsi; tuttavia, anche l’operato dei consumatori dovrà favorire il nuovo ciclo di vita delle batterie. Riguardo alla quantità di batterie conferite, vi sono stati Paesi europei già nel 2021, come per esempio la Croazia, che hanno superato la soglia del 70%, mentre Lussemburgo e Belgio sono arrivate a oltre il 60% (fonte Eurostat). L’Italia purtroppo si è classificata soltanto 25a. Qual è il problema? Prendiamo per esempio la Francia, 4a classificata con poco meno del 60% di batterie conferite, e che a differenza dei primi tre è un Paese popoloso, con il quale possiamo meglio confrontarci. Probabilmente le motivazioni sono molteplici, a partire, per esempio, dalla ripartizione del territorio nazionale, tra una miriade di consorzi, mentre la Francia ha istituito un solo ente responsabile di tutta raccolta e del corretto recupero dell’esausto. Rispetto al nostro Paese, poi, va anche considerata la presenza in Francia di più efficaci campagne di sensibilizzazione e una migliore risposta da parte dei consumatori. L’Italia ha ancora molto da fare e si potranno raggiungere i risultati attesi soltanto se produttori e istituzioni comunicheranno al meglio il messaggio volto a responsabilizzare e rendere più consapevole la collettività sul corretto conferimento dell’esaurito, e se gli utilizzatori a loro volta lo recepiranno davvero.
GP – www.gpbatteries.it
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