I migliori progressi si registrano a Napoli, seguita da Cagliari e Torino; Verona è la città che ne ha di più in assoluto. Tuttavia continua a crescere il numero dei veicoli, anche se in modo non omogeneo: dal 2000 al 2006, Milano registra un calo del 9%, mentre in molte città del Sud cresce il numero di auto, in linea col trend nazionale. Roma è la città con più auto ogni mille abitanti; a Nord il record spetta a Modena e al Sud il valore maggiore è quello di Catania. Nello stesso periodo, nei comuni di provincia il numero di auto pro capite mostra un aumento generalizzato così come, a livello comunale, aumenta il numero di motocicli e quello dei veicoli commerciali leggeri, confermando il trend degli ultimi anni.
Aumenta il numero di auto a basse emissioni, con le Euro 4 che superano il 10% in tutte le città, con il valore più alto a Roma. La quota di veicoli commerciali leggeri più vecchi e inquinanti (pre-Euro) scende al di sotto del 20% in quasi tutte le città del Centro-Nord, mentre al Sud oscilla ancora intorno al 30%.
Sempre di più anche le auto a gasolio, come quelle di grossa cilindrata. Diventa sempre più importante proseguire con il risanamento della qualità dell’aria, per il quale sono stati presentati piani appositi in 11 delle 13 regioni dove ricadono le 24 città; interventi centrati soprattutto sui “trasporti”, visto che nel 2005 i valori limite degli inquinanti sono stati superati in quasi tutte le aree urbane. Infatti, i dati sulle emissioni di PM10 dimostrano che il “trasporto su strada” è il principale fattore di inquinamento in 19 delle 24 città considerate.
Anche per quanto riguarda gli ossidi di azoto, in 18 città la metà o più delle emissioni sono dovute al traffico, con eccezioni a Venezia e Taranto, dove l’industria fa la parte del leone. Stesso discorso per monossido di carbonio e benzene, mentre gli ossidi di zolfo arrivano soprattutto dall’industria, anche se a Napoli, Cagliari e Palermo la gran parte delle emissioni arriva dai porti.
Le emissioni totali di PM10 diminuiscono in tutte le città rispetto al 2000. In particolare, il contributo del settore “trasporti su strada”, pur rimanendo la principale fonte di emissioni nella maggior parte delle città, ha registrato decrementi significativi. Andamento analogo per ossidi di azoto e ossidi di zolfo. Anche le stime delle emissioni 2005 di monossido di carbonio, benzene e ammoniaca derivanti dai trasporti, risultano inferiori a quelle relative all’anno base 2000. Nelle grandi città, tra 2002 e 2006 la produzione di rifiuti è cresciuta del 5,1%, molto meno della media nazionale dell’8,9%. Un minor incremento che sembra dipendere dalla diminuzione della loro popolazione.
La produzione di rifiuti di diversi centri urbani è influenzata dagli afflussi turistici, con 25 milioni di persone che nel 2006 hanno visitato le principali città del Bel Paese. In diminuzione il consumo d’acqua per uso domestico nelle città, anche se rispetto al 2005 è rimasto pressoché invariato. Nelle 24 città analizzate, nel 2006 il consumo pro capite di gas metano per uso domestico e riscaldamento registra in media un aumento percentuale del 6,7% rispetto al 2000.
Per l’anno 2006 la città che riporta il consumo di energia elettrica per uso domestico pro capite più basso è Foggia, mentre le città più energivore risultano Cagliari e Roma. Insufficienti gli adempimenti riguardanti l’inquinamento acustico. La qualità dell’ambiente nelle città dipende anche dal loro affollamento e dallo spazio disponibile per le persone: i dati sull’inquinamento indoor confermano che al Centro-Nord, escluse Milano e Torino, sono a disposizione del singolo cittadino 1,6 stanze e che la presenza di condizionatori nelle case è salita dal 17% del 2003 al 23% del 2006.