Acqua: La nuova politica europea

Pubblicato il 10 maggio 2004

Il 5 maggio 1968 quando il Consiglio d’Europa emanò la Carta europea dell’acqua, nella quale si annuncia che essa è un bene prezioso ed indispensabile, che è vita, che a livello generale è spesso una risorsa limitata, che non ha frontiere, che alterarne la qualità significa nuocere alla vita dell’uomo e degli animali, la maggior parte della gente non aveva colto il profetico messaggio e, ancor meno, il mondo politico, industriale, economico.
A 36 anni di distanza, in un contesto europeo e mondiale completamente modificato, il problema dell’acqua ritorna e vengono ripresi, seppure con un approccio nuovo ed innovativo, i principi contenuti nella Carta europea dell’acqua. La direttiva europea quadro sull’acqua [1] – approvata nel giugno 2000 dal
Parlamento ed adottata congiuntamente da quest’ultimo e dal Consiglio europeo qualche mese più tardi – stabilisce che tutte le acque devono essere protette e che, entro il 2015, in tutta Europa esse debbano trovarsi in un “buono stato” e con un utilizzo delle risorse idriche sostenibile. Vengono riorganizzate in un testo giuridico unico tutte le norme legislative precedenti e si pongono le basi di una vera politica comunitaria dell’acqua.

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