Accordo Ecopneus con ministero dell’Ambiente
Per calcolare e migliorare l'impatto sul clima dei materiali prodotti dal riciclo e recupero di pneumatici fuori uso
Il ministro dell’Ambiente Corrado Clini e il direttore generale di Ecopneus, Giovanni Corbetta, hanno firmato l’accordo volontario di carbon footprint per la definizione di un sistema specifico di misurazione, riduzione e neutralizzazione dell’impronta di carbonio di manufatti realizzati con gomma derivante dal riciclo e dal recupero degli Pneumatici Fuori Uso (PFU). L’Accordo siglato con Ecopneus si inserisce tra le iniziative di eccellenza della collaborazione pubblico-privato promosse dal ministero dell’Ambiente nell’ambito del programma sulla valutazione dell’impronta ambientale, ovvero, la quantità totale di gas serra emessi per la realizzazione di un prodotto o di un servizio, alla quale partecipano un centinaio di aziende Italiane di diversi settori industriali.
Ecopneus è la prima società consortile ad aderire all’iniziativa, tra tutte le realtà italiane impegnate nel riciclo delle filiere di rifiuti. L’accordo, della durata di 12 mesi, ha come obiettivo primario, la definizione di una metodologia di calcolo dell’impronta di carbonio applicabile all’intero settore relativo alla produzione di manufatti realizzati con gomma derivante da recupero di PFU e prevede l’individuazione di una serie prodotti realizzati con materiale derivante da recupero e riciclo di PFU oggetto dell’analisi dell’impronta di carbonio, l’analisi dell’impronta di carbonio nelle diverse fasi del ciclo di vita dei prodotti individuati e l’individuazione delle possibili misure da attuare per ridurre le emissioni nel ciclo di vita dei prodotti individuati e neutralizzarle. Sono circa 350.000 le tonnellate di pneumatici che ogni anno arrivano a fine vita nel nostro Paese. Ecopneus, società senza scopo di lucro nata per il rintracciamento, la raccolta, il trattamento e il recupero finale degli Pneumatici Fuori Uso (PFU) in Italia, ne gestisce quasi l’80%.
Le applicazioni dei materiali derivanti dai processi di lavorazione degli PFU, spaziano in campi diversi: superfici per attività sportive (campi da calcio, piste da atletica, campi da pallacanestro e pallavolo, pavimentazioni in ambito degli sport equestri); asfalti stradali con bitume modificato per la realizzazione di strade che durano di più, resistenti alle intemperie, meno rumorose, più drenanti in caso di pioggia; cordoli, spartitraffico, rallentatori e delimitatori di corsie nelle nostre città cui si aggiungono rivestimenti di protezione per fioriere, rotatorie e aiuole spartitraffico; materiali isolanti impiegati in edilizia per l’isolamento termico ed acustico di pareti, solai e pavimenti.
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