Acciaio e sostenibilità ambientale
Tra le novità presentate nel corso della Rimini la 19a edizione di Ecomondo, le tecniche per la riduzione di stagno nei contenitori in acciaio e gli interventi tecnologici delle acciaierie del Consorzio Ramet per minimizzare le emissioni dei propri impianti. Innovazione e sviluppo tecnologico, è stato ribadito nel corso di un apposito convegno dal titolo “Imballaggi in acciaio e materia prima: ambiente e sicurezza”, promosso dal Consorzio Ricrea, possono migliorare ulteriormente le già eccellenti caratteristiche di sostenibilità ambientale degli imballaggi in acciaio, riciclabili per sempre e all’infinito e con un tasso di recupero del 74,3% sull’immesso al consumo tra i migliori in Europa.
Al convegno hanno preso parte: Federico Fusari, direttore del Consorzio Ricrea (per i: saluti introduttivi); Maria Luisa Venuta (Università del Sacro Cuore di Brescia) che ha parlato di “Acciaio ed economia circolare”; Alessandro Corsini, AD del Consorzio Ramet che ha focalizzato il suo intervento proprio sul Consorzio: “Case history di 23 aziende metallurgiche che si uniscono spontaneamente al fine di giungere ad una auto riduzione delle emissioni”; Angela Montanari, responsabile dipartimento Imballaggi presso Ssica che ha discusso di come “migliorare la sostenibilità della scatola mediante la riduzione del peso di stagno e l’impiego di saldatura senza riprotezione”.
Tra i relatori anche Andrea Meneghini, consulente ambientale Ecamricert con l’intervento “Definizione di rifiuto, materie recuperate e sottoprodotti secondo il Dlgs. 152/2006 e s.m.i., con particolare riferimento ai rottami ferrosi”); Turno Pedrelli – ricercatore Ssica “Imballaggio metallico: prove di migrazione per l’idoneità al contatto alimentare secondo le normative vigenti”.
L’eco-sostenibilità, è stato sottolineato, è un obiettivo dinamico che si sposta in avanti ogni volta che progredisce il know-how tecnologico e scientifico: grazie all’innovazione delle imprese del settore oggi le prestazioni ambientali dei contenitori metallici possono essere ulteriormente migliorate attraverso l’impiego di bande stagnate con un minore peso di stagno, fino al 65%. Stando ai risultati Lca (Life Cycle Assessment, in italiano “valutazione del ciclo di vita”), presentati dalla Ssica, la Stazione Sperimentale per l’Industria delle Conserve Alimentari, la riduzione di stagno ha un grande impatto sul consumo di risorse: riducendo il coating delle scatole internamente grezze di passata di pomodoro da 500 g di 2,8 g/m2 si ottiene una riduzione di impatto del 19%, mentre riducendo il coating delle scatole internamente verniciate da 11,2 a 2,8 g/m2, la riduzione di impatto è del 61%. Tutto questo senza ridurre la shelf-life dei prodotti. In una logica di economia circolare, in cui l’innovazione è al centro di tutta la catena di valore, è importante non solo l’impegno delle aziende produttrici di imballaggi ma anche quello delle acciaierie, in cui i rifiuti raccolti rinascono a nuova vita.
Un esempio virtuoso è rappresentato dalle 24 aziende protagoniste della metallurgia e della siderurgia bresciana del Consorzio Ramet, che hanno intrapreso volontariamente e in anticipo rispetto alle normative un programma di interventi con l’obiettivo di ridurre le emissioni dei propri impianti a valori di riferimento più bassi rispetto ai valori imposti dalla legge: le polveri del 50% rispetto al valore limite (da 10 a 5 milligrammi per m3) e i microinquinanti organici dell’80% rispetto al valore limite (da 0,5 a 0,1 nanogrammi per m3). Per raggiungere questi obiettivi, le aziende bresciane si sono dotate delle migliori tecnologie disponibili per raggiungere la minimizzazione degli impatti delle loro produzioni sull’ambiente e per monitorare le nuove performance con precisione e continuità. I progressi tecnologici di tutta la filiera contribuiscono quindi a rendere ancora più incisivi dal punto di vista della sostenibilità gli eccellenti risultati della raccolta differenziata. Nel 2014 in Italia sono state avviate al riciclo 335.854 tonnellate di imballaggi in acciaio, sufficienti per realizzare ben 2.239 copie dell’Albero della Vita, icona del Padiglione Italia e simbolo di Expo 2015, ottenendo un risparmio diretto di 638.122 tonnellate di minerali di ferro, di 201.512 tonnellate di carbone e di 601.178 tonnellate di CO2.
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