Il grafene Made in Italy di Directa Plus sbarca negli Stati Uniti
La tecnologia Grafysorber di Directa Plus, società italiana che realizza prodotti a base di grafene in Italia, è stata autorizzata dall’EPA, Ente per la Protezione Ambientale degli Stati Uniti, per l’uso in tutti i processi di recupero di idrocarburi.
La notizia arriva in un contesto, quello della crisi energetica e dell’alto prezzo dei combustibili, in cui anche la possibilità di recuperare il petrolio perso nei processi industriali può rappresentare un valore economico e ambientale rilevante.
Il prodotto Grafysorber, che è il primo intermedio di produzione del grafene G+ viene realizzato con soli processi fisici, (altissima temperatura) e senza l’uso di additivi chimici, ha una capacità assorbente selettiva rispetto agli idrocarburi presenti in acqua e ne consente il successivo recupero, non solo nel caso di sversamenti accidentali in mare, ma anche all’interno dei processi industriali.
Dopo anni di sperimentazione Grafysorber è arrivato alla fase di commercializzazione e ci sono i primi risultati su scala industriale in Romania dove Directa Plus collabora su questo aspetto con l’operatore di riferimento nel Paese. Nel corso del 2021 si sono recuperate 7.000 tonnellate di petrolio equivalenti a 124.600 barili, che al prezzo odierno e al cambio corrente valgono quasi 12 milioni di euro.
La decisione dell’EPA, che segue la presentazione di Grafysorber all’EPA stessa e alla California Natural Resource Agency, apre il mercato degli Stati Uniti in cui il consumo annuo di petrolio è pari a 7,2 miliardi di barili. L’utilizzo negli impianti industriali americani potrebbe rappresentare un’opportunità economica per gli operatori del settore petrolifero.
Anche in Italia, dove il consumo annuo di petrolio è 475 milioni di barili, la possibilità di recuperare il petrolio disperso nei processi produttivi rappresenta un’opportunità di risparmio dal punto di vista economico e di tutela per l’ambiente. Si tratta quindi di un asset strategico per il Paese soprattutto in considerazione del fatto che questa tecnologia a differenza del grafene prodotto con altri metodi è sostenibile.
“Il recupero degli idrocarburi rappresenta un’opportunità sia dal punto economico sia ambientale – spiega Giulio Cesareo, fondatore e AD di Directa Plus – e la decisione dell’EPA, oltre ad aprirci un nuovo mercato, rappresenta un riconoscimento della qualità del nostro lavoro e dell’eccellenza italiana nello studio e nello sviluppo di soluzioni basate sulle nanotecnologie e in particolare sul grafene, materiale scoperto solo nel 2004 e sul quale noi ci siamo mossi da subito.”
Le potenzialità del grafene rappresentano un vantaggio competitivo per molte delle aziende che operano nei settori strategici dell’Italia, non solo l’Oil&Gas. Il grafene infatti ha proprietà ignifughe, che rappresentano un vantaggio nella realizzazione di batterie e vernici, ha la capacità di disperdere il calore, caratteristica che trova applicazione nell’abbigliamento sportivo ma anche in quello professionale, si pensi alle divise dei vigili del fuoco o dei piloti dell’aeronautica. Ha inoltre capacità antibatteriche e antivirali che hanno trovato perfino applicazione nelle mascherine commercializzare durante la pandemia.
La soluzione di Grafysorber ha inoltre il vantaggio di non richiedere necessariamente di essere realizzata e trasportata dalla sede di Lomazzo in Italia. Directa Plus ha infatti sviluppato un’unità di produzione mobile che può essere portata vicino al luogo previsto di utilizzo di Grafysorber, così da garantire tutta la quantità di materiale necessaria evitando di trasportare prodotto finito. E anche questa è sostenibilità visto che si sposta una volta l’unità produttiva anziché riempire container di Grafysorber che è un materiale estremamente leggero.
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