Italia campione dell’Europa calcistica: ora pensiamo all’ambiente

1 morte su 8 è legata all’inquinamento atmosferico, ma il problema è anche economico: il calcio può fare la differenza nella lotta al cambiamento climatico

Pubblicato il 13 luglio 2021

“L’Italia ha dimostrato di poter essere guida dell’Europa calcistica e altrettanto dovrebbe fare nel campo della transizione energetica e sostenibile e nella lotta al cambiamento climatico. Lo può fare perché ne ha le conoscenze, le competenze e le tecnologie esecutive” asserisce Niccolò Sovico, CEO, ideatore e co-fondatore di Ener2Crowd.com.

Secondo gli esperti della South Pole Carbon Asset Management, per compensare le emissioni di CO2 di un evento diffuso come gli Europei di Calcio basterebbe piantare 600.000 alberi, 50.000 per ogni Paese che è stato coinvolto nella manifestazione. Ma secondo gli analisti di Ener2Crowd.com il dato è assolutamente errato e corrisponderebbe ad appena un 4% dell’obiettivo reale che si vorrebbe raggiungere.

“Per compensare le 450.000 tonnellate di CO2 da loro stessi calcolati, quei 600.000 alberi ci impiegherebbero 23 anni” sottolinea Giorgio Mottironi, CSO e co-fondatore di Ener2Crowd nonché chief analyst del GreenVestingForum.it, il forum della finanza alternativa verde, che si è fatto anche promotore della partecipazione della società all’Ecofuturo Festival 2021, che si terrà dal 13 al 17 luglio 2021 a Padova.

“I 600.000 alberi rappresentano solo un tentativo di “greenwashing” che si inserisce su quella pericolosa e tendenziosa strada di voler scaricare in modo improprio le responsabilità di comportamenti antropici che oggi andrebbero assolutamente evitati, in particolare dalle istituzioni, se realmente si volesse fare qualcosa per dare un segnale – anche educativo – che possa coinvolgere i singoli e determinarne azioni climaticamente consapevoli” sostiene l’analista capo.

“Quello che si è fatto” prosegue Mottironi “è stato spostare “istantaneamente” della CO2 dalla geosfera all’atmosfera, sostenendo che gli effetti che ne conseguono si possano ritenere compensati da un successivo travaso verso la biosfera che durerà 23 anni. Ed è un rischio enorme perché si affida ancora una vola la responsabilità di un atto compiuto nel presente – e le cui conseguenze a medio e lungo termine sono chiare agli occhi di tutti – a un futuro ipotetico e alle difficoltà che in quel futuro dovranno affrontare le generazioni a venire“.

Secondo le stime di Ener2Crowd, considerando che ogni albero è in grado di assorbire 30kgCO2/anno, la quantità reale di fusti che si dovrebbero realisticamente piantare per compensare subito le “emissioni Uefa” è di 13,5 milioni di alberi, con un costo di almeno 65 milioni di euro.
“L’Italia ha dimostrato di poter essere guida dell’Europa calcistica ed altrettanto dovrebbe fare nel campo della transizione energetica e sostenibile. Lo può fare perché ne ha le conoscenze, le competenze e le tecnologie esecutive” asserisce Sovico.

Secondo le stime della Coldiretti, il PIL italiano avrebbe le potenzialità di crescere ulteriormente dello 0,7%, pari a circa 11 miliardi di euro. Ma nel nostro Paese ogni euro di PIL produce 0,267 chili di CO2 e questo causa un aumento delle emissioni pari a 3 milioni di tonnellate. I costi ambientali e sociali di tale crescita sarebbero enormi: circa 293 milioni di euro.

Per rimediare a tale situazione ci sono due strade, entrambe percorribili, eventualmente anche in mix equilibrato: da un lato la riforestazione e dall’altro l’aumento degli investimenti in iniziative che riducano l’intensità energetica e di carbonio delle nostre attività e dei nostri sistemi produttivi e di consumo.
Nel primo caso si dovrebbero riforestare 3.257 km2 di aree, pari all’1% della superficie del nostro Paese, con un investimento immediato di 470 milioni di euro, che continuerebbe a produrre benefici sostanziali almeno per 20 anni. Nel secondo caso si dovrebbero investire circa 4 miliardi di euro per ottenere un immediato riequilibrio di un quantitativo equivalente all’aumento generato dalla crescita del PIL.

“E in entrambi i casi il football può giocare un suo ruolo, anche importante. Oltre ad adattarsi per ridurre il suo impatto ambientale, con cento milioni di persone che lo giocano in Europa, il calcio ha l’enorme potenziale di potere usare la sua influenza per sostenere l’azione per il clima” conclude il CEO di Ener2Crowd.com.

Fonte  foto Pixabay_jarmoluk



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