La raccolta delle batterie al piombo esauste in Italia nel 2004

Pubblicato il 5 aprile 2005

L’anno scorso, per il secondo anno consecutivo, la raccolta delle batterie al piombo esauste ha superato la soglia delle 190mila tonnellate, corrispondenti a oltre16 milioni di singoli pezzi. Sono questi i risultati dal Cobat, il Consorzio istituito, per legge, per assicurare la raccolta e il riciclo delle batterie al piombo esauste, come quelle delle automobili, secondo processi eco-compatibili ed eco-sostenibili garantiti dalle recenti certificazioni per la qualità dei servizi offerti (UNI EN ISO 9001:2000) e del Sistema di Gestione Ambientale (UNI EN ISO 14001).

Grazie al riciclo delle batterie al piombo esauste non solo si tutela l’ambiente e la salute collettiva, dalla dispersione di sostanze tossiche e nocive, ma si contribuisce alla bilancia dei pagamenti del nostro Paese. Nel 2004, grazie all’attività del Cobat, sono stati smaltiti oltre 31 milioni di acido solforico, recuperate 9mila tonnellate di plastica e 107mila tonnellate di piombo, garantendo, per l’economia nazionale, un risparmio sull’importazione di tale metallo pari a 76 milioni di euro.

L’anno scorso, secondo stime del Cobat, la raccolta delle batterie esauste, in Italia, ha raggiunto una percentuale ormai prossima al 100% rispetto all’immesso al consumo.

Da un punto di vista assoluto è la Lombardia, con più di 33mila tonnellate, la regione in cui si raccolgono le maggiori quantità di batterie esauste, seguita subito dopo dal Veneto (più di 20mila t), dal Piemonte e dall’Emilia Romagna con più di 19mila t. Al centro è il Lazio la regione con la maggiore raccolta (quasi 16mila t.), mentre al sud è la Campania (circa 15mila t). Davvero buona, infine la raccolta nella regione Sicilia (quasi 13mila t).

Dal punto di vista della raccolta pro-capite la regione più virtuosa si dimostra essere l’Emilia Romagna con quasi 5 kg raccolti per abitante. Inoltre, in molte regioni si evidenziano risultati superiori alla media nazionale, che si attesta a 3,36 kg/abitante, in particolare Friuli Venezia Giulia, Piemonte e Marche (4 kg/abitante).