Italia sotto accusa per violazione della normativa ambientale europea
A causa del mancato rispetto delle di tali direttive, la Commissione europea ha deciso di deferire l’Italia alla Corte di giustizia delle Comunità Europee.
L’Italia è stata oggetto di azioni legali intraprese dalla Commissione europea per diverse violazioni:
costruzione della terza linea di un megainceneritore a Brescia. Per questo progetto non è stata effettuata nessuna valutazione dell’impatto ambientale e non è stata rispettata la direttiva che stabilisce valori massimi delle emissioni per gli impianti di incenerimento dei rifiuti.
assenza di impianti per il trattamento delle acque reflue in un agglomerato di comuni della provincia di Varese. Questo ha provocato l’inquinamento del fiume Olona le cui acque vanno a riversarsi nell’Adriatico.
tre decisioni riguardano la legislazione comunitaria sulla conservazione della natura. La direttiva “Habitat” tutela una serie di animali e piante minacciate di estinzione e impone la valutazione di piani e progetti potenzialmente dannosi. Tuttavia l’Italia non ha rispettato tali disposizioni concedendo l’autorizzazione di costruzione malgrado l’esito negativo delle valutazioni.
mancato rispetto dei requisiti della direttiva Seveso che mira a prevenire gli incidenti rilevanti connessi con determinate sostanze pericolose e limitarne le conseguenze per la salute umana e per l’ambiente.
il Paese non ha rispettato un regolamento dell’UE che limita l’uso di sostanze che riducono lo strato di ozono.
non è avvenuta l’attuazione delle norme della direttiva sulla prevenzione e riduzione integrate dell’inquinamento (direttiva IPPC).
normativa concernente le acque. Come altri paesi anche l’Italia non ha recepito nel proprio ordinamento la direttiva quadro sulle acque che mira a proteggere e rafforzare lo stato delle risorse idriche e a promuoverne un uso sostenibile.
mancato recepimento della direttiva sullo scambio di quote di emissione dei gas a effetto serra; il termine ultimo era il 31 dicembre 2003.