Il riscaldamento globale sta distruggendo l’Artico, l’allarme degli scienziati in Groenlandia
Gli scienziati sostengono che le temperature nell’Artico aumenteranno di due punti nei prossimi 100 anni, e che stiamo già assistendo agli effetti di questi cambiamenti sull’ecosistema locale. Se non facciamo tutto ciò che è in nostro potere per contenere gli effetti del cambiamento climatico, il resto del mondo seguirà la stessa strada. Dalle gelide terre di Disko Island, al largo delle coste della Groenlandia occidentale, un team di scienziati guidato dal Professor Morten Rasch – del Dipartimento di Geoscienze e Gestione delle Risorse Naturali dell’Università di Copenhagen – suona l’allarme: nei prossimi 100 anni, le temperature locali aumenteranno di almeno 5°C, 10°C nel peggiore dei casi. Perché è così importante? Perché l’Artico è il primo luogo a subire gli effetti dei cambiamenti climatici. E perché noi dovremmo prestare attenzione? Perché questi dati sono riportati da una fonte molto credibile: gli scienziati dell’Università di Copenhagen, che stanno analizzando con precisione gli effetti dei cambiamenti climatici sull’ecosistema locale.
L’alterazione del clima ha innescato delle conseguenze che amplificano ulteriormente l’impatto di temperature più calde sull’ambiente circostante. Ad esempio, l’aumento delle temperature fa scomparire il ghiaccio marino, che ci lascia senza una delle principali risorse in grado di assorbire il calore. Una minore quantità di ghiaccio marino comporta quindi una maggiore quantità di calore rilasciato nell’atmosfera. È un circolo vizioso, che è difficile ma di fondamentale importanza fermare.
“Stiamo assistendo ad un aumento del 50% delle precipitazioni, ad un aumento dell’umidità della neve e alla graduale scomparsa del ghiaccio marino”, ha spiegato il Professor Morten Rasch, che sta guidando l’importante ricerca in corso su Disko Island. “Nell’Artico l’aumento delle temperature è più imponente che in qualsiasi altro luogo della Terra. Il ghiaccio marino assorbe il 90% del calore che riceve dal sole, mentre il resto viene riflesso e disperso nell’ambiente circostante. Se il ghiaccio si riduce, la capacità di assorbimento diminuisce all’80% e il calore disperso diventa il 20%”.
I cambiamenti climatici si riflettono anche negli adeguamenti della fauna locale. Sappiamo tutti molto bene che il numero di specie in via di estinzione aumenta di anno in anno. Ad esempio, il numero di gamberetti che popolano le acque locali è sceso drasticamente, mentre la popolazione di merluzzo bianco è notevolmente aumentata. Ma, per quanto preoccupanti possano sembrare questi cambiamenti, possono anche rappresentare un’opportunità per le persone che abitano queste terre ghiacciate: “La scomparsa del ghiaccio marino aumenta la quantità di luce sulla superficie dell’acqua”, ha aggiunto il Professor Morten Rasch. “Questo, a sua volta, genera un aumento del plancton, un alimento fondamentale per i pesci. Più pesce significa più risorse per le popolazioni locali”.
La ricerca condotta dal Professor Rasch e dal suo team può fortunatamente contare sul supporto di Ariston. Grazie a The Ariston Comfort Challenge, la prima campagna internazionale del Gruppo in Groenlandia, il team di scienziati è stato dotato di una casa modulare innovativa e sostenibile (Ariston Comfort Zone), riscaldata dalla caldaia ad alta efficienza Alteas One NET, che consente al gruppo di scienziati di proseguire le analisi ben oltre i miti mesi estivi. Tutto ciò era impossibile fino ad ora, ma darà risultati rivoluzionari, poiché al momento si ha poca conoscenza su ciò che succede all’ecosistema artico durante i gelidi inverni artici. The Ariston Comfort Challenge mette in risalto la necessità di sostenere la preservazione del nostro habitat e di raggiungere livelli più alti di sostenibilità – un valore che è sempre stato al centro della missione di Ariston Thermo Group e che lo ha spinto ad impegnarsi per ridurre il proprio impatto ambientale.
Dal calore della Ariston Comfort Zone, il Professor Morten Rasch e il suo team sono in prima linea nella battaglia per proteggere il nostro ambiente, ma anche noi possiamo contribuire con il nostro aiuto, a partire dalla nostra vita quotidiana. Scegliendo soluzioni altamente efficienti e rinnovabili, tenendo conto del nostro impatto ambientale e dell’impatto generale che stiamo lasciando sulla Terra. Perché non c’è un Pianeta B, e ogni azione conta.
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