Biotech: gli italiani adottano un atteggiamento più aperto

Pubblicato il 2 luglio 2002

Più moderazione, più consapevolezza, maggiore attenzione ai fatti. E, soprattutto, minore ostilità preconcetta verso gli Ogm in agricoltura. Sono questi i dati che emergono dall’indagine Astra-Demoskopea presentata in occasione dell’Assemblea aperta di Assobiotec, riguardanti la percezione delle agrobiotecnologie da parte degli italiani.

La ricerca, condotta nel mese di marzo 2002, ha confermato che la conoscenza delle biotech applicate all’agroalimentare è assai contenuta: solo il 40% degli adulti ne sa qualcosa, anche pochissimo, “per sentito dire”. Inoltre, sempre tra i soggetti informati, il 70% sa che “aumentano la produttività nell’agricoltura”, il 68% afferma che “garantiscono piante che crescono anche su terreni poveri, dove c’è poca acqua” e che “garantiscono piante resistenti agli infestanti ed agli insetti che le distruggono”.

Gli stessi intervistati percepiscono i problemi connessi alla conoscenza: il 71% di chi sa esprimersi sostiene che “gli Ogm suscitano molte paure irrazionali, come tutte le novità scientifiche”. Di conseguenza, l’86% critica il fatto che essi “non sono oggetto di un’adeguata e seria informazione”; ed il 90% chiede, anche alle imprese produttrici, di saperne di più.

In sostanza, malgrado la diffusa disinformazione, molti benefici degli Ogm in agricoltura sono riconosciuti ed apprezzati da chi non è totalmente all’oscuro della materia, anche se persistono – pur in diminuzione – diverse riserve o critiche, che si dividono in due “aree”: da una parte, la concentrazione nelle mani di poche imprese multinazionali (84% di chi s’esprime) e dall’altra i presunti rischi, sui quali sono state costruite le campagne di disinformazione (generale omologazione dei cibi – 71%; inquinamento genetico – 61%; diminuzione della biodiversità – 59%; diffusione incontrollata nell’ambiente – 58%; causa di allergie – 56%).