Biotecnologie: imprese competitive che creano valore e occupazione

Pubblicato il 19 novembre 2003

“Proviene dal settore delle biotecnologie un segnale positivo per l’economia italiana” così Sergio Dompé, Presidente di Assobiotec, descrive la situazione del settore in Italia, illustrata in occasione del Convegno dal titolo “Le biotecnologie italiane: situazione e case-studies” organizzato da Assobiotec presso il San Raffaele di Milano.

Le Pmi del settore biotech possono essere uno strumento per il rilancio dell’economia, poiché è un segmento ad altissimo potenziale di crescita, capace di creare conoscenza e innovazione e di apportare così un reale contributo al sistema-Paese.

Negli ultimi tre anni è stato rilevato un incremento del 41% del numero delle imprese dedicate e in queste il numero degli addetti è più che raddoppiato nello stesso periodo. Il giro d’affari complessivo delle biotecnologie nel nostro Paese ha toccato nel 2002 i 1100 milioni di euro, di cui oltre il 15% è stato investito in Ricerca & Sviluppo.

Confrontando poi la realtà italiana con quella di altri Paese europei, dove il settore è molto più maturo ed il numero delle aziende ben più elevato, si constata una particolare validità delle nostre imprese non solo sotto il profilo dell’equilibrio finanziario ma, cosa che più conta, sulle potenzialità in termini di prodotti in sviluppo.

Quando infatti si osserva la classifica europea per nazioni dei medicinali in fase avanzata di sviluppo, si vede l’Italia risalire dall’undicesimo posto al sesto.

“Questo dato deve costituire un ulteriore stimolo per il nostro Paese. L’Europa ha già compreso l’importanza delle biotecnologie”precisa Dompé: “Chiediamo dunque alle Istituzioni del nostro Paese una maggiore attenzione nei confronti del settore, comprendendone le potenzialità in termini di competitività generale e garantendo un contesto idoneo al suo sviluppo”.