Recupero apparecchiature elettriche: un accordo a difesa dell’ozono

Pubblicato il 2 febbraio 2005

Un trattamento non appropriato e/o uno smaltimento non corretto dei rifiuti contenenti gas ozonolesivi, come ancora accade nel nostro Paese, comporta la diffusione nell’ambiente di sostanze dannose (clorofuorcarburi e idrofluorocarburi) per la salute e per l’intero ecosistema (buco nell’ozono). La rarefazione della fascia di ozono (che da sola trattiene il 99% della luce ultravioletta) è provocata principalmente da tali sostanze e, come noto, comporta un pericoloso aumento della quantità di radiazioni ultraviolette sulla terra.

A questo proposito, FISE ha stipulato con il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e con il Ministero delle Attività Produttive un Accordo di Programma finalizzato al corretto smaltimento delle sostanze lesive dell’ozono recuperate dal trattamento delle apparecchiature elettriche (frigoriferi, congelatori, condizionatori, surgelatori) fuori uso.

Le aziende rappresentate da FISE si impegnano a: fornire, nel rispetto dei principi del libero mercato, un’adeguata copertura del territorio nazionale; garantire corrette operazioni di recupero dei gas ozonolesivi (clorofuorcarburi e idrofluorcarburi) nel rispetto non solo della normativa, ma anche applicando le norme tecniche volontarie contenute nelle specifiche “Linee guida” elaborate dall’APAT nel 1998; utilizzare personale con adeguata formazione; applicare la certificazione volontaria di gestione ambientale EMAS o ISO; inviare ai Ministeri competenti informazioni e dati sul recupero e smaltimento dei gas ozonolesivi.

Da parte loro, i Ministeri si impegnano a svolgere attività di informazione agli Enti Locali, predisporre un elenco dei centri di trattamento che aderiscono all’Accordo di Programma, promuovere una sistematica verifica delle attività e, infine, sensibilizzare committenti pubblici e privati sul livello dei servizi di trattamento dei rifiuti in questione.