Che aria tira a Pechino? Lo dice l’Iia-Cnr

Pubblicato il 29 luglio 2008

“Sarà un periodo di lavoro intenso per garantire agli atleti e all’organizzazione dei Giochi informazioni costanti sulla situazione dell’aria a Pechino”, commenta Allegrini. “Questo consentirà di gestire il calendario di gare e allenamenti nel modo migliore e di valutare tempestivamente contromisure adeguate, se si rendessero necessarie”.

La collaborazione tra l’Istituto del Cnr, le autorità municipali di Pechino e gli omologhi istituti scientifici cinesi va avanti ormai da tempo. “Abbiamo conquistato la fiducia dei nostri partner cinesi”, aggiunge il direttore dell’Iia-Cnr, “nel corso di sette anni di lavoro comune, che hanno consentito di sviluppare progetti importanti, tra cui quelli finalizzati a una migliore comprensione dei fenomeni di inquinamento atmosferico nell’area urbana della Capitale”.

Durante la cerimonia di consegna del certificato di ‘esperto’ Zhao Fengtong – uno dei nove vicesindaci della città, con delega ad ambiente, scienza, tecnologia ed educazione – ha messo in rilievo gli sforzi compiuti dalla municipalità per garantire una buona qualità dell’aria, non solo nel periodo delle Olimpiadi ma anche dopo la loro conclusione, ringraziando gli esperti italiani e il nostro ministero dell’Ambiente per il sostegno scientifico e formativo fornito.

“Da parte nostra”, sottolinea Allegrini, “oltre al supporto tecnologico, c’è stata ad esempio la messa in opera di stazioni fisse e mobili per il controllo del livello di inquinamento, e un lavoro costante di formazione del personale cinese, realizzato sia con lezioni di tipo tradizionale in Italia e in Cina, sia con ‘study tours’ e incontri presso amministrazioni e istituzioni italiane (Comune di Roma, di Milano, Regione e Arpa Lombardia tra le altre)”.

Pechino sorge su una pianura circondata da montagne e vicino al mare nella parte orientale. Inoltre, le emissioni della città e delle province limitrofe si mescolano, creando una situazione caratterizzata da agenti di inquinanti primari e secondari, derivanti dal trasporto e dalle attività industriali.

La situazione delle polveri sottili è molto complessa, perché deriva da fonti differenti. “Stime recenti mostrano che il traffico veicolare contribuisce per il 25% nell’area urbana di Pechino. Più o meno il 35% va imputato alle industrie, mentre il restante 35% è associato a polveri naturali (sabbia e tempeste di sabbia, attività edilizie e ritorno in sospensione della polvere)”. – spiega Allegroni – “Gli attuali livelli di polveri sottili sono nell’ordine di 150 microgrammi per metro cubo, con una previsione di concentrazione stabile per i prossimi cinque sei anni. Si presume che nel corso di pochi ani queste concentrazioni saranno stabili o persino molto elevate, nonostante il notevole sviluppo socio-economico in corso. Questi livelli sono dovuti da un lato all’aumento delle sorgenti di emissioni e dall’altro al miglior controllo sulle fonti mobili o fisse”.



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