Water Footprint, volano di sostenibilità per le imprese

Pubblicato il 22 luglio 2013

L’impronta idrica di un singolo, una comunità o di un’azienda è definita come il volume totale di acqua dolce utilizzata per produrre beni e servizi, misurata in termini di volumi d’acqua consumati (evaporati o incorporati in un prodotto) e inquinati per unità di tempo.

Le riflessioni sulla Water Footprint, volano di sostenibilità per le imprese, sono stati al centro del primo di una serie di seminari (ospitato da Legacoop, a Roma, il 17 luglio scorso) di avvicinamento a Città Sostenibile 2013, laboratorio delle eccellenze tecnologiche e dei bio materiali allestito all’interno di Ecomondo, la più importante fiera italiana sulle tematiche ambientali (dal 6 al 9 novembre a Rimini Fiera).

“La water footprint, così come già accaduto per la Carbon Footprint, darà – spiega Ermete Realacci, presidente della Commissione Ambiente Territorio e Lavori Pubblici della Camera – una ulteriore spinta verso la sostenibilità del nostro sistema produttivo e potrà rappresentare una nuova componente strategica per la qualità e la competitività delle imprese italiane, di quella Green Italy che è una sintesi tra la Green Economy e il nuovo made in Italy sempre più orientato all’innovazione e alla sostenibilità”.

In questo senso dovranno muoversi le aziende perché “la Water Footprint– evidenzia Gabriella Chiellino (in foto), Ad di eAmbiente e coordinatore scientifico di Città Sostenibile Ecomondo – è un tema di forte attualità, strumento utile alle aziende sia in termini di vantaggio nei confronti dei competitor, sia come indicatore per conoscere al meglio i propri processi produttivi e le dinamiche interne. La conoscenza di questi importanti dati è utile per intervenire nella dinamica aziendale migliorandone al contempo le performance”. Secondo Chiellino: “l’auspicio è che prevalga l’approccio win-win nell’analisi della Water Footprint, cioè che da questi studi possano trarre vantaggi tutti quanti, dall’azienda al fruitore del servizio o prodotto, in termini di efficienza e risparmio economico. Ricordo che la sostenibilità è sempre più considerata nelle sue tre anime: ambientale, sociale ed economica”.

“Water Footprint può essere un’opportunità economica spiega Vanni Rinaldi, responsabile Legacoop ambiente ed energia nel momento in cui la razionalizzazione della risorsa acqua all’interno del ciclo produttivo realizza dei risparmi economici per l’impresa; è uno strumento indiretto di posizionamento sul mercato per prodotti e servizi realizzati dalle imprese, al pari delle altre best practice ambientali, dato che stando a studi citati nell’ambito del dibattito, i criteri ambientali e di sostenibilità rappresentano il primo motivo per l’acquisto di un prodotto, con largo margine rispetto a motivazioni socialmente importanti come la regolarità contrattuale dei lavoratori ed il lavoro minorile. La water footprint è un meccanismo normativo e procedurale che le aziende dovranno a breve conoscere e introdurre, in particolar modo qualora intendano lavorare con la PA, per l’introduzione dei Criteri Ambientali Minimi nei bandi di gara”.

SCHEDA WATER FOOTPRINT

Le tre fasi del Water Footprint Assessment:

A) quantificazione e localizzazione dell’impronta idrica di un prodotto o di un processo nel periodo di riferimento;
B) valutazione della sostenibilità ambientale, sociale ed economica dell’impronta idrica;
C) individuazione delle strategie di riduzione della stessa.

Il colori della Water Footprint

– Acqua blu: si riferisce al prelievo di acque superficiali e sotterranee destinate ad un utilizzo per scopi agricoli, domestici e industriali. È la quantità di acqua dolce che non torna a valle del processo produttivo nel medesimo punto in cui è stata prelevata o vi torna, ma in tempi diversi;
– Acqua verde: è il volume di acqua piovana che non contribuisce al ruscellamento superficiale e si riferisce principalmente all’acqua evapo-traspirata per un utilizzo agricolo;
– Acqua grigia: rappresenta il volume di acqua inquinata, quantificata come il volume di acqua necessario per diluire gli inquinanti al punto che la qualità delle acque torni sopra gli standard di qualità.

NOTA
L’utilizzo delle tre componenti di acqua virtuale incide in modo diverso sul ciclo idrogeologico. Ad esempio, il consumo di acqua verde esercita un impatto meno invasivo sugli equilibri ambientali rispetto al consumo di acqua blu. La water footprint offre quindi una migliore e più ampia prospettiva su come il consumatore o produttore influisce sull’utilizzo di acqua dolce. Essa è una misura volumetrica del consumo e dell’inquinamento dell’acqua. Non misura quindi la gravità dell’impatto a livello locale, ma fornisce un’indicazione sulla sostenibilità spazio-temporale dalla risorsa acqua utilizzata per fini antropici.