Debutta Spring, il cluster per lo sviluppo della bioindustria italiana
Spring, il cluster promosso dal Miur è finalizzato a rilanciare la chimica italiana sotto il segno della sostenibilità e a stimolare la ricerca e gli investimenti in nuove tecnologie
Si chiama Spring – Sustainable Processes and Resources for Innovation and National Growth – il cluster Tecnologico Nazionale della Chimica Verde, presentato ufficialmente ieri presso la sede di Federchimica.
Spring è uno degli otto cluster Tecnologici nazionali promossi dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca per identificare le realtà – aggregazioni organizzate di imprese, università, istituzioni pubbliche e private di ricerca e soggetti attivi nel campo dell’innovazione – in grado di promuovere una crescita economica sostenibile in linea con le priorità dettate dal Programma Quadro per la Ricerca Europea Horizon 2020.
Obiettivo di Spring è promuovere la Bioeconomia con riferimento alla Chimica da biomasse, stimolando la collaborazione tra imprese ed enti di ricerca e sensibilizzando le Istituzioni, affinché sia inserita in adeguate politiche di sostegno. Il cluster si impegna a promuovere azioni di ricerca, di trasferimento tecnologico, di divulgazione e di formazione, che diano impulso alla Bioeconomia e alla trasformazione dei processi e dei prodotti industriali convenzionali in prodotti e processi efficienti nell’uso delle risorse e dell’energia.
La chimica da biomasse, basata su materie prime rinnovabili di origine biologica, è un settore italiano di eccellenza, con una leadership a livello mondiale conseguita grazie ai forti investimenti in ricerca e sviluppo. Un’attività che consente, tra l’altro, il recupero di aree industriali preesistenti, in una prospettiva di sostenibilità.
Costituito come Associazione senza scopo di lucro, fondato da Biochemtex, Novamont, Versalis – imprese chimiche italiane leader nello sviluppo di tecnologie e prodotti da fonti rinnovabili – e da Federchimica, Spring oggi raccoglie oltre cento entità che hanno espresso il loro interesse per operare con il cluster lungo tutta la filiera italiana della chimica ‘verde’: dall’agricoltura alla ricerca a favore della chimica da fonti rinnovabili e biotecnologie industriali, alla realizzazione di materiali e bioprodotti, all’industria di trasformazione e infine alla fase di smaltimento.
“Bioeconomia per l’Italia significa rimettere le radici nei territori, nel rispetto della biodiversità, creando ponti tra l’industria, le istituzioni, l’accademia, il mondo agricolo, le collettività, l’ambiente – ha commentato Catia Bastioli, Presidente Spring e Amministratore delegato di Novamont.
“Il cluster – ha proseguito – rappresenta un’occasione imperdibile per costruire tali ponti, attraverso progetti olistici che guardano allo sviluppo di settori ad alto contenuto innovativo in grado di competere a livello globale grazie alle filiere corte, all’uso efficiente delle risorse locali e all’integrazione di tecnologie”.
Daniele Ferrari, Amministratore delegato di Versalis, ha dichiarato: “Versalis è impegnata nel cluster per la Chimica Verde sin dal principio, con la definizione di progetti strategici in grado di valorizzare le eccellenze nazionali nella ricerca e nell’innovazione, in sinergia con tutti i partner coinvolti. Il cluster darà un importante stimolo ad un percorso virtuoso per il rilancio della competitività dell’industria chimica nazionale.”
“Biochemtex con il lancio della prima bioraffineria avanzata al mondo in grado di produrre bioetanolo dai residui agricoli ha definito un nuovo paradigma della Chimica Verde che vede nella valorizzazione delle risorse locali, nell’uso delle biotecnologie avanzate e nella cooperazione con le migliori eccellenze scientifiche i suoi punti di forza. Gli stessi sui quali si basa il cluster della Chimica Verde con i suoi partner – è il commento di Guido Ghisolfi, Presidente Biochemtex Mossi Ghisolfi Group -. È per queste ragioni che guardiamo con ottimismo a questa iniziativa in grado di dare un contributo determinante per il rilancio dell’industria chimica italiana” .
Cesare Puccioni, Presidente di Federchimica, ha osservato che: “la Chimica da Biomasse, anche definita ‘chimica verde’, è un bell’esempio per far capire a tutti che il nostro settore offre soluzioni possibili per una sostenibilità che tenga conto, oltre che degli aspetti ambientali, anche delle implicazioni economiche e sociali. Ci aspettiamo che le Istituzioni ne comprendano pienamente il ruolo e vorranno adottare politiche di sostegno adeguate per un settore in cui l’Italia è all’avanguardia, che apre vasti orizzonti sul fronte tecnologico e di sviluppo industriale”.
Spring rappresenta grandi attori industriali, PMI, università, e tutte le principali organizzazioni di ricerca pubbliche italiane operanti nel settore della trasformazione e della raccolta della biomassa: il Consiglio per la Ricerca e la Sperimentazione in Agricoltura (CRA), il Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) e l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile (Enea). Ad esso si riferiscono inoltre numerosi soggetti attivi nel campo del trasferimento tecnologico e della comunicazione ambientale – poli regionali di innovazione, parchi tecnologici, consorzi, associazioni di categoria e territoriali, agenzie di sviluppo, fondazioni, per la diffusione delle attività del cluster. Inoltre è sostenuto da otto regioni italiane (Basilicata, Emilia Romagna, Lombardia, Piemonte, Puglia, Sardegna, Umbria, Veneto).
Antonella Rampichini
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