La bioeconomia in Europa e il ruolo dell’Italia
![](https://energia-plus.it/wp-content/uploads/sites/5/2016/08/12580809_l-300x300.jpg)
Lo sviluppo di un’economia che cresca rispettando l’ambiente e riducendo la dipendenza da risorse non rinnovabili, come i combustibili fossili, è un obiettivo prioritario per l’Europa e per l’Italia. Per comprendere quale sia il potenziale economico della bioeconomia, la Direzione Studi e Ricerche Intesa Sanpaolo e Assobiotec hanno condotto uno studio utilizzando le statistiche ufficiali sia sul valore della produzione e dell’occupazione, sia sui flussi di commercio con l’estero, presentando delle stime originali in particolare per quanto riguarda l’individuazione dei prodotti di matrice chimica potenzialmente realizzabili attraverso l’utilizzo di risorse rinnovabili, sulla base delle tecnologie attualmente esistenti.
Secondo le stime effettuate, nel 2013 la bioeconomia in Italia valeva, in termini di produzione, 244 miliardi di euro, pari al 7,9% del valore totale della produzione nazionale. In termini di occupazione si può stimare un numero di occupati rilevante, pari a quasi 1,5 milioni di persone, occupate in particolare nella filiera agro-alimentare. Sulla base delle tecnologie attualmente esistenti, le produzioni chimiche potenzialmente trasformabili in biochimiche sono poco meno del 40%.
Uno sguardo a livello globale evidenzia il peso importante dei prodotti bio-based nel commercio globale: le esportazioni di prodotti afferenti alla bioeconomia, così come da noi classificati, nel 2014 ammontavano a 2.400 miliardi di dollari circa, ovvero il 12,6% del commercio mondiale, una quota in netta espansione rispetto al 9,8% del 2007. I prodotti alimentari, con quasi 1.115 miliardi, pesano per il 46% circa sul totale delle esportazioni di prodotti della bioeconomia. La filiera agro-alimentare nel suo complesso raggiunge i due terzi del totale, seguita dai prodotti della biochimica, che pesano per il 14,5% delle esportazioni.
Lo studio condotto ha consentito di evidenziare il rilevante ruolo dei settori bio-based nel contesto produttivo e occupazionale europeo. L’Europa gioca un ruolo importante in questi settori dal punto di vista del commercio internazionale, insieme a Stati Uniti e Cina, con una quota significativa di scambi interni ai paesi dell’Unione Europea, a testimonianza dell’elevata integrazione nello spazio europeo. Le politiche a favore di questi settori possono, pertanto, presentare rilevanti ricadute anche in termini occupazionali, oltreché rappresentare un contributo significativo verso la costruzione di un sistema economico sostenibile.
Anche in Italia la bioeconomia gioca un ruolo rilevante, con significative prospettive di sviluppo nei prossimi anni, grazie alla presenza di un nucleo di soggetti nella filiera a valle della biochimica (sia nei biocarburanti che nelle altre produzioni).
Nel 2014 la produzione italiana di biocarburanti, unica voce del panorama della biochimica che può essere monitorata sulla base delle statistiche attuali, è stata pari a 483mila tonnellate, equivalenti a 359 milioni di euro. Nonostante un ruolo ancora contenuto del nostro paese nel commercio mondiale di biocarburanti, il tessuto produttivo evidenzia alcuni elementi positivi: una leadership tecnologica e una molteplicità di attori (sia grandi, che piccoli produttori), con impianti diffusi su tutto il territorio e in forte espansione, grazie sia agli avanzamenti tecnologici sia agli investimenti dedicati alla riconversione dei siti petrolchimici tradizionali. Anche nel mondo della chimica da fonti rinnovabili l’Italia può vantare un quadro normativo all’avanguardia ed esperienze positive di crescita della produzione attraverso progetti mirati e integrati nel territorio, con una forte attenzione alle modalità di approvvigionamento delle biomasse necessarie ed ai vantaggi di sistema che questi nuovi prodotti possono portare in termini di nuova occupazione, salvaguardia della biodiversità, e di risoluzione di problemi ambientali.
L’analisi dei flussi di commercio estero relativamente ai beni agricoli e alimentari evidenzia, nel nostro Paese, un livello di produzione pro-capite di biomassa limitato e inferiore a quello registrato negli altri principali paesi europei.
Dalle simulazioni effettuate emerge che per contenere la nostra dipendenza dall’estero in questo campo e valorizzare al meglio la capacità tecnologica che sta esprimendo l’Italia nell’ambito delle industrie bio-based, occorre ripensare all’approccio sulle biomasse, puntando sia a una maggiore produttività, sia ad un recupero delle superfici utilizzate, sia ad un migliore sfruttamento dei residui delle lavorazioni già esistenti, in una logica di filiera e di crescente circolarità dei sistemi produttivi. In quest’ottica sarà importante ragionare anche su politiche che prevedano l’utilizzo di prodotti bio-based in tutti quei contesti in cui è elevato il rischio di dispersione ambientale e dove la biodegradabilità rappresenta dei vantaggi globali di sistema.
Contenuti correlati
-
Economia circolare, un progetto per il recupero dei tubi in polietilene
Oltre 296 km di nuovi tubi passacavi ottenuti dal riciclo di quasi 119 tonnellate di tubi e beni in polietilene. Questi i risultati del progetto di economia circolare “Da tubo a tubo”, volto al recupero e riutilizzo...
-
Riciclo di batterie agli ioni di litio: Seval e Riplastic i primi operatori industriali in Italia
Due impianti sul territorio nazionale, uno in Lombardia e uno in Basilicata, per una capacità di trattamento di quasi 30.000 tonnellate all’anno di batterie agli ioni di litio e un investimento complessivo di circa 30 milioni di euro: questi in...
-
Henkel, fatti non parole per la sostenibilità ambientale e sociale
Prosegue senza sosta l’impegno di Henkel per l’implementazione della strategia globale di sostenibilità. Il Rapporto Sviluppo Sostenibile 2023 documenta i risultati che l’azienda ha raggiunto nel 2023 e i progressi compiuti per la neutralità carbonica, la promozione...
-
Stampa 3D e sostenibilità, le basi per una filiera additive green
La stampa 3D industriale è un alleato concreto e prezioso nella creazione di una filiera sostenibile, per la sua capacità di ridurre il consumo di materie prime e di energia, minimizzare l’impatto ambientale e aumentare le possibilità...
-
La gestione intelligente dei dati supporta l’economia circolare e gli obiettivi Net Zero
La connessione tra emissioni net zero ed economia circolare è supportata dalla ricerca, spiega Darren West, product expert Circular Economy di SAP. Quando si tratta di ridurre i gas serra, ci si concentra soprattutto sul miglioramento dell’efficienza energetica e...
-
Sostenibilità e data center, il contributo dell’economia circolare
Attualmente – secondo uno studio pubblicato su Nature – i data center consumano circa 200 terawattora (TWh) di energia all’anno e si prevede che questo consumo aumenterà di quindici volte entro il 2030, fino a raggiungere l’8%...
-
Gestire, stoccare e trasportare il biometano
Installate in un impianto di produzione di biogas a Vipiteno, le pompe criogeniche di Vanzetti Engineering sono utilizzate per il trasferimento di bioGNL dai serbatoi di stoccaggio ai camion Un impianto di produzione di biogas, inserito in...
-
Non solo ambiente: il riciclo dei rifiuti può anche generare profitto
Il mondo sembra invaso da immondizia. Almeno questa è la percezione che emerge quando si controllano le previsioni riguardanti l’aumento della produzione globale di rifiuti. Secondo la Banca Mondiale, infatti, per il 2050, l’immondizia creata a livello...
-
La decarbonizzazione passa per la produzione di celle a ossidi solidi SOC
L’elettrificazione si configura come scelta primaria nel complesso processo di decarbonizzazione. Tuttavia, la sua applicazione non è sempre tecnicamente fattibile o conveniente dal punto di vista economico. Vi sono infatti settori che richiedono soluzioni alternative all’elettrificazione e...
-
Con i mobile computer di Zebra, Gruppo Autodemolizione Pollini migliora i processi
Con oltre 40 anni di attività nel settore, il Gruppo Autodemolizione Pollini si occupa principalmente del riciclo di veicoli fuori uso, dello smaltimento e della vendita dei componenti di ricambio nei negozi fisici dell’azienda o tramite il...