Qualificazione prestazionale della strumentazione on-line dedicata al monitoraggio della qualità dell’acqua…
Attività normativa e di certificazione in ambito nazionale Unichim Gruppo di Lavoro “Monitoraggio in continuo”
Il GdL “Monitoraggio in continuo” della Commissione Tecnica “Acque per il Consumo Umano e Potabilizzazione”, è nato nel 1995 a seguito dell’esigenza manifestata, sia da parte dei costruttori/fornitori che da parte dagli utenti finali, di avere a disposizione una norma/linea guida che trattasse la problematica della strumentazione analitica utilizzata nel monitoraggio in continuo della qualità delle acque. Attualmente (2002), alle attività del GdL, coordinate da Cesi, partecipano una decina di esperti appartenenti a Enti/Aziende nazionali sia pubbliche che private (Anpa, Enea, Centri di Ricerca, SpA, Fornitori strumentazione, ecc.). Obiettivo a breve termine di tale GdL è quello di definire le modalità di recepimento della suddetta norma ISO, come norma nazionale UNI ISO; mentre, su un più lungo periodo, creare le premesse di realizzare uno Schema di Certificazione prestazionale della strumentazione on-line dedicata al monitoraggio della qualità delle acque. Nel 1997, il GdL ha pubblicato un Manuale Unichim [14] in cui, oltre a informazioni dettagliate relative alla progettazione, alla realizzazione e alla gestione di una rete di monitoraggio costituita da cabine attrezzate con strumentazione on-line, sono fornite utili indicazioni sulla normativa vigente in materia di protezione delle acque dall’inquinamento, sugli approcci al monitoraggio ambientale, sulla classificazione e sulle caratteristiche dei principali analizzatori; inoltre, ampio spazio è dedicato anche agli aspetti di verifica delle prestazioni della strumentazione utilizzata. L’attuale attività è invece rivolta a colmare una lacuna tecnico/normativa rappresentata dalla mancanza di una norma/linea guida che consenta la valutazione e la documentazione delle prestazioni della strumentazione on-line (sensori/analizzatori), dedicata sia al monitoraggio della qualità delle acque sia al controllo delle caratteristiche dei fluidi di processo, secondo criteri (procedure e limiti di accettazione) comunemente accettati e indipendenti dalle tecniche analitiche utilizzate e dai parametri analizzati.
La disponibilità, infatti, di un comune riferimento normativo, di applicabilità generale (“orizzontale”), che consenta la qualificazione di questa particolare tipologia di strumentazione analitica, attraverso la valutazione sperimentale di determinate caratteristiche prestazionali e secondo criteri di accettazione basati sul soddisfacimento di requisiti prestazionali predefiniti (limiti di accettazione), è indispensabile per poter effettuare un’oggettiva valutazione delle effettive prestazioni della strumentazione analitica. Tale disponibilità, offre il conseguimento (documentato) di risposte prestazionali sia nella verifica della veridicità delle specifiche fornite dal costruttore, in fase di scelta di acquisto di uno strumento, sia nella verifica e nella conferma periodica dell’idoneità all’uso a cui è destinato lo strumento una volta acquisito e installato in campo o sull’impianto. Un ulteriore importante beneficio derivante dall’adozione di un tale approccio operativo (qualificazione prestazionale), è rappresentato dalla garanzia di fornire dati di qualità, in termini di affidabilità, credibilità e confrontabilità. Nel caso poi si debbano soddisfare determinati requisiti imposti dalla legge (ad esempio: rispetto dei limiti di scarico), si ha la possibilità di dimostrare alle autorità di controllo preposte, attraverso idonea documentazione che attesta la conformità a determinati requisiti prestazionali, che i dati forniti sono ottenuti con strumentazione qualificata. Questa assicurazione oggettiva sulla validità dei dati forniti (oggi raccomandata e domani, molto probabilmente, imposta), si dovrebbe tradurre in una minore pressione ispettiva esercitata dall’autorità di controllo, in virtù del rafforzamento del suo rapporto di fiducia nei confronti del laboratorio che ha prodotto i dati.
Considerazioni conclusive
L’applicazione di un ben definito e documentato processo di qualificazione consente di poter dimostrare, per esempio alle preposte autorità di controllo o a un cliente, che il sistema analitico (costituito da un metodo, da uno strumento e da un software) utilizzato, è idoneo per l’uso a cui è stato destinato e fornisce quindi dati di qualità. La dimostrazione consiste nella verifica documentata (dichiarazione o attestazione/certificazione) della conformità a determinati requisiti prestazionali, concordati tra le parti o richiesti in regolamenti o in norme/linee guida. Tale verifica, nel caso di uno strumento analitico, si basa sui risultati di prove di valutazione di determinate caratteristiche prestazionali definite in un protocollo, possibilmente normato, in cui sono riportate le procedure sperimentali da applicare. Le risorse di un laboratorio risulteranno utilizzate in modo più efficiente e produttivo grazie all’applicazione di un approccio metodologico ottimizzato (protocollo) per la validazione del sistema analitico selezionato.