Cobat: Il processo di riciclaggio delle batterie al piombo esauste
Utilizzo del piombo secondario
Il piombo ottenuto dal processo di riciclaggio ha gli stessi utilizzi del piombo ottenuto da minerale in quanto ha le stesse caratteristiche fisico-chimiche e grado di raffinazione.
Il mercato è internazionale e le quotazioni sono determinate al London Metal Exchange.
Il consumo nazionale di piombo si attesta intorno alle 250.000 ton. di cui 200.000 ton. prodotte in Italia.
Di queste oltre 90.000 ton/anno sono di piombo ottenuto dal riciclaggio delle batterie esauste.
Gli utilizzi si articolano come segue:
– produzione di accumulatori nuovi (60%);
– rivestimento cavi di trasporto energia (18%);
– industria chimica e industria delle ceramiche (15%);
– lastre e tubi per l’edilizia, pallini da caccia, apparecchiature radiologiche (17%).
Cobat: il bilancio ambientale del riciclaggio
Non più di 11 milioni di batterie recuperate ogni anno, un rilevabile contributo alla bilancia dei pagamenti, una sensibile diminuzione del fabbisogno energetico, e con la qualità e il basso costo per la comunità del servizio reso, il Consorzio Obbligatorio Batterie al piombo esauste e rifiuti piombosi si distingue nel mondo tra gli enti più attivi sul fronte della salvaguardia ambientale strettamente coniugata con lo sviluppo economico.
Anche quest’anno il Cobat è l’unico Consorzio del settore in Europa a realizzare il Rapporto Ambientale, uno studio che, oltre ad aver ampliato e migliorato l’analisi di tutte le fasi di raccolta e riciclaggio, si arricchisce della descrizione di quanto avviene nel settore delle batterie al piombo esauste nel resto d’Europa.
Le attente analisi e le ricerche sul potenziale di pericolosità dei componenti della batteria (in particolare piombo ed acido solforico) condotte consentono oggi di avere una visione più cosciente delle concrete potenzialità del Cobat nelle attività di monitoraggio del ciclo della batteria al piombo acido e di salvaguardia della salute e dell’ambiente.
Pertanto, oltre al costante obiettivo di pervenire alla raccolta totale delle batterie esauste che, è bene ricordare, costituiscono la principale fonte potenziale di contaminazione da piombo in Italia, la missione che il Consorzio intende adempiere è quella di rappresentare un modello di riferimento, a livello europeo, per tutte le istituzioni della stessa natura giuridica che si occupino dell’organizzazione, della raccolta e dello smaltimento di particolari categorie di rifiuti.
I dati della raccolta
Nel 1999 la raccolta delle batterie esauste al piombo si è attestata su 166.800 tonnellate (2.800 tonnellate in più rispetto all’anno precedente), pari a circa 13 milioni di pezzi.
Dal 1992 (anno d’inizio della piena attività del Cobat) l’incremento del tasso di raccolta è stato di oltre 22 punti, essendo passato dal 72,6% all’attuale 95%, per un totale di 1,5 milioni di tonnellate di batterie recuperate fino a giugno 2001, pari circa 120 milioni di pezzi (figura 1).
Dall’analisi dei dati per aree geografiche, appare chiaro che questo incremento lo si deve essenzialmente alle regioni del nord, dove solo nel 1999 la raccolta è stata di 85.
628 tonnellate contro le 82.762 tonnellate del 1998.
Leggermente superiore il dato relativo all’Italia centrale (da 33.915 a 34.035 tonnellate), mentre la raccolta effettuata nell’Italia meridionale mantiene risultati in linea con gli anni passati.
La stessa analisi fatta su una valutazione pro-capite fa saltare in testa alla classifica l’Emilia Romagna con 4,01 kg raccolti, seguita da Veneto, Marche, Lombardia, Campania e Friuli Venezia Giulia (tutte regioni con valori superiori ai 3 kg annui per abitante).
Il sistema di riciclaggio e l’impatto ambientale
Sono sei gli impianti di riciclaggio cui vengono destinate le batterie raccolte, di cui due certificati ISO 14001.
Complessivamente, nel corso del 1999, sono state avviate a riciclaggio 217.248 tonnellate di batterie ed altri rifiuti piombosi, e sono state ricavate 107.520 tonnellate di piombo e leghe di piombo secondario che hanno contribuito per il 39% circa al fabbisogno italiano e per l’88% alla realizzazione di nuove batterie.
Entrando nel vivo dei “costi” sostenuti dall’ambiente a seguito dell’attività di riciclaggio delle batterie, questi sono rappresentati da consumi energetici e idrici, dalle emissioni atmosferiche e sonore oltre che dai rifiuti prodotti.
I consumi di metano di energia elettrica sono stati pari a circa 19.050 tep (tonnellate equivalenti di petrolio), un valore che evidenzia una crescita del risparmio energetico di circa il 7% rispetto all’anno precedente.
Il bilancio idrico mostra, invece, valori in crescita con un aumento del 7% rispetto al 1998 e un indice di consumo idrico pari a 1,08 lire per kg di batteria lavorata.
Per quanto riguarda le emissioni atmosferiche, c’è una sostanziale stabilità di valori, in particolare il contributo del monossido di carbonio (0,52 tonnellate su base annua, corrispondenti a 0,003 grammi per ogni chilogrammo di batteria) risulta estremamente basso, grazie a processi di combustione in ambiente di ossigeno.
Infine, le emissioni sonore si sono mantenute costantemente al di sotto dei limiti previsti dalla normativa, sia nelle ore diurne che in quelle notturne.
Le spese che sono state sostenute nel 1999 dagli impianti di riciclaggio per l’ambiente e la sicurezza ammontano a 24 miliardi di lire, ovvero il 60% in più di quanto era stato investito nel 98.
Nell’ambito di questa spesa, le maggiori risorse sono state destinate ai miglioramenti ambientali e agli adempimenti per lo smaltimento dei rifiuti di lavorazione, con investimenti di oltre 11 miliardi per ciascuna di queste due voci.
I servizi per la comunità
Solo il 5% delle batterie esauste sfugge all’attività del COBAT, costituito prevalentemente dal mancato recupero delle batterie esauste di auto, barche e mezzi agricoli.
Abbandonare le batterie nell’ambiente o gettarle nei cassonetti è un gesto che provoca danni irreversibili all’ambiente, e alla salute, considerato un reato sanzionabile con multe dalle 200 mila lire ad oltre un milione.
È importante ricordare che dopo l’abbandono dalla batteria possono fuoriuscire acido solforico e ossido di piombo, entrambi altamente tossici.
Per ovviare a questo problema, il COBAT ha istituito un numero verde, l’800.869.120, al quale è possibile rivolgersi per conoscere le corrette modalità di gestione, raccolta e riciclo delle batterie esauste.
Cosa succede nel resto dell’Europa
In Europa l’Italia occupa una posizione all’avanguardia, con percentuali di raccolta in linea con le nazioni scandinave di grande tradizione ambientalista.
Anche il costo dell’intero ciclo lavorativo ed il conseguente onere per la comunità sotto forma di sovrapprezzo (mediamente 1600 lire) è il più basso di tutta l’Europa: tali risultati emergono dall’analisi comparativa con le undici nazioni europee contenute nel Rapporto Ambientale.