Solar Energy Report, il fotovoltaico oltre gli incentivi
L’Energy & Strategy Group del Politecnico di Milano ha presentato la quinta edizione del Solar Energy Report. Come già accaduto nel corso del 2011, le dinamiche competitive sempre più agguerrite legate anche alla riduzione delle tariffe incentivanti nei principali mercati del mondo come l’Italia e la Germania hanno reso necessaria una ulteriore contrazione dei prezzi da parte dei produttori. In particolare, la riduzione complessiva del prezzo in €/W registrata nel corso del 2012 per quanto riguarda la tecnologia policristallina è stata pari al 26%; per la tecnologia mono-cristallina del 20%; per i moduli in silicio amorfo del 45%; per i moduli al tellururo di cadmio del 16%; per gli inverter del 21%.
Fino al 2011 i Paesi europei hanno avuto un ruolo di primo piano nel mercato mondiale del fotovoltaico. Nel corso del 2012 sembra invece essersi consolidata una nuova fase di sviluppo del mercato, in cui si registra una forte crescita dei Paesi Extra UE che, molto probabilmente, rappresenteranno il primo mercato mondiale del fotovoltaico a partire dal 2013.
Il mercato globale del fotovoltaico ha registrato nell’ultimo anno una crescita del 20% della potenza complessivamente entrata in esercizio con l’installazione di 33,7 GW (16,8 dei quali in Europa), per un totale di 101 GW di potenza complessiva cumulata. La Germania conferma la sua leadership di mercato, con un volume complessivo di nuove installazioni ancora una volta superiore ai 7 GW. Al secondo posto la con 3,5 GW. Rallenta il mercato italiano (dove sono stati installati 3,4 GW di nuova potenza in 141.833 nuovi impianti; rispetto al 2011 -39% sulla potenza installata e – 73 % sulla potenza entrata in esercizio) a causa della riduzione delle tariffe e delle modifiche relative alle modalità di accesso all’incentivazione seguite all’introduzione del Quarto e Quinto Conto Energia.
Per quanto riguarda il 2013, l’installato a livello globale dovrebbe attestarsi tra i 33 e i 35 GW, con una crescita compresa tra il 3 e il 9% sul 2012. La Cina che potrebbe arrivare a installare circa 10 GW, divenendo dunque il primo mercato mondiale. Il secondo posto nello scenario globale dovrebbe essere occupato dagli USA, con stime che parlano di oltre 4 GW di nuove installazioni per il prossimo anno. Il mercato Europeo dovrebbe contare per circa il 35% delle nuove installazioni nel 2013 grazie, ancora una volta, soprattutto alla Germania (che potrebbe attestarsi tra i 3 e i 4 GW).L’Italia si stima possa generare un livello di installato tra gli 1,5 e i 2,2 GW, decisamente inferiore rispetto al 2012.
Effetti delle modifiche del sistema incentivante
Uno degli effetti principali determinati dalle revisioni del sistema incentivante è stato la contrazione della taglia media degli impianti realizzati in Italia passata da 54 a 24 kW tra il 2011 e il 2012, con una riduzione della taglia media di tutti i segmenti, ad eccezione di quello superiore a 1 MW, per il quale si registra una sostanziale stabilità. Nel 2012, sembra cominciato il ritorno del fotovoltaico italiano verso la ‘generazione distribuita’ con il segmento delle centrali che, per la prima volta negli ultimi 4 anni, rappresenta una quota inferiore al 10% della nuova potenza entrata in esercizio. Tra il 2011 e il 2012 cresce invece di oltre il 50% il peso degli impianti residenziali e di 12 punti percentuali quello del segmento commerciale. Il Quinto Conto Energia si esaurirà sicuramente al più tardi nel corso del secondo semestre 2013.
L’Energy&Strategy Group ha provato a ipotizzare gli scenari di evoluzione del fotovoltaico italiano nei prossimi anni. Per il 2013 è possibile delineare due scenari, uno ‘Conservativo’ e uno ‘Ottimistico’, ad ognuno dei quali corrispondono diversi livelli di nuove installazioni rispettivamente di 1.500 MW e 2.200 MW in funzione della possibile evoluzione normativa nel breve/medio termine, assumendo ad esempio la presenza di misure di ‘accompagnamento’ come le detrazioni fiscali.
Il sistema incentivante del fotovoltaico ha visto anche nel corso del 2012, una nuova revisione, attraverso l’approvazione del Decreto Interministeriale 5 luglio 2012 e l’entrata in vigore definitiva del Quinto Conto Energia. Il livello limite del Quarto Conto energia, fissato dal Decreto stesso a 6 mld€, è stato raggiunto il 12 luglio 2012 e il 27 agosto 2012 è entrato in vigore del Quinto Conto Energia. Rispetto al precedente Quarto Conto Energia, il Quinto Conto Energia ha introdotto ulteriori modifiche al sistema di incentivazione italiano per il fotovoltaico: un’ulteriore riduzione delle tariffe incentivanti, che è andata a colpire in misura maggiore soprattutto le grandi taglie; la definizione della taglia soglia per l’iscrizione al Registro Impianti fissata a 12 kW; la definizione di un tetto massimo di spesa pari a 6,7 mld€ di ‘costo indicativo cumulato annuo’ per l’incentivazione complessiva al fotovoltaico; la suddivisione della tariffa incentivante in due parti, un premio sull’energia prodotta e auto-consumata in sito e una tariffa onnicomprensiva per la quota parte di energia che invece viene immessa in rete; l’introduzione dell’incompatibilità tra gli incentivi e i regimi di valorizzazione dedicati dello “Scambio sul Posto” e del “Ritiro Dedicato”; la definizione di tre contingenti “dedicati” – con un corrispettivo pari a 50 mln€ ciascuno – alle tecnologie innovative, agli impianti che sfruttano la tecnologia a concentrazione, e agli impianti realizzati dagli enti della Pubblica Amministrazione.
Secondo le stime dell’Energy & Strategy Group il limite dei 6,7mld € potrebbe essere raggiunto già alla fine di giugno 2013, con una conseguente chiusura del sistema incentivante entro la fine di luglio 2013, trascorsi i 30 giorni stabiliti dal Decreto 5 luglio 2012. L’effetto del Secondo Registro potrebbe però anticipare il raggiungimento del limite di spesa a giugno o, addirittura, a maggio 2013.
Effetti della Delibera dell’Autorità 84/2012/R/eel
Il 2012 è stato inoltre l’anno in cui le disposizioni introdotte con la Delibera dell’Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas 84/2012/R/eel hanno trovato applicazione concreta sia relativamente alle nuove installazioni, sia in merito alle installazioni esistenti, con impatti importanti per l’intera filiera del fotovoltaico nazionale. Tale Delibera, infatti, fissa i requisiti in termini di campi di funzionamento e dispositivi di interfaccia con la rete in Bassa e Media Tensione che gli impianti avrebbero dovuto presentare a partire da aprile 2012. L’ulteriore disposizione contenuta nell’articolo 11 del Decreto 5 luglio 2012 ha contribuito poi a rafforzare l’importanza del tema, prevedendo la possibilità della sospensione dell’erogazione degli incentivi per quei titolari che, entro il 31 marzo 2013, non abbiano provveduto ad adeguare il proprio impianto alle disposizioni contenute nell’Allegato A70 di Terna.
Gli adeguamenti previsti dalla Delibera 84/12 per gli impianti in bassa tensione, da un lato, hanno messo sotto pressione il segmento dei produttori di inverter, che si sono visti costretti a procedere con attività di aggiornamento delle proprie macchine nel breve slot temporale di tre mesi (tra aprile e giugno 2012) richiamando i prodotti presenti a magazzino e presso i relativi distributori e, dall’altro, hanno sostanzialmente contribuito a generare un vero e proprio fenomeno di ‘shortage’ sul mercato di prodotti conformi alle nuove norme.
Revisione del meccanismo dello Scambio sul Posto
Uno dei cambiamenti normativi più importanti registratisi nel 2012 per il fotovoltaico è stato quello della revisione del meccanismo dello Scambio sul Posto, valido per gli impianti di potenza fino a 200 kW. Fino a dicembre 2012 all’utente dello scambio erano riconosciute due componenti, la ‘Quota Energia’e la ‘Quota Servizi’. A partire dal Gennaio 2013 si è soprattutto modificata la valorizzazione della “Quota Energia” ora calcolata introducendo il Prezzo Unico Nazionale in luogo del “prezzo in bolletta” per la determinazione del valore dell’energia prelevata, oltre che dall’introduzione di un limite superiore nel valore della “Quota Servizi” per le taglie di impianto superiore ai 20kW.
Andamento del mercato italiano nel 2012
Nel 2012 si è assistito, da un lato, al progressivo consolidamento del settore fotovoltaico per quanto riguarda le fasi a monte – dominate dal fenomeno di oversupply sia relativamente alla produzione di silicio che relativamente alla produzione di celle e moduli - e , dall’altro, allo sviluppo dell’internazionalizzazione, alla diversificazione dei modelli di business e all’affermarsi di fenomeni di integrazione verticale per quanto riguarda le fasi a valle. L’Energy&Strategy Group ha stimato un volume d’affari complessivo per il 2012 più che dimezzato rispetto a quello registratosi nel 2011 (- 58%) a 6,23 mld €.
Il segmento che più ha risentito di questa contrazione è senza dubbio quello dalle centrali, sia in termini di nuova potenza installata, che di prezzi chiavi in mano (-35%). Il mercato residenziale (fino ai 20 kW) e quello dei grandi impianti (tra 200 e 1.000 kW) rimangono quasi appaiati al comando per quota di mercato, ma hanno registrato due andamenti molto diversi del volume d’affari: nel primo caso, infatti, si registra una contrazione del 16% rispetto al 2011, mentre, nel secondo, la contrazione è stata decisamente maggiore (-63%), ascrivibile in larga misura all’effetto combinato della contrazione delle installazioni (-40%) e dei prezzi (-30%).Il terzo mercato per importanza relativa è quello degli impianti industriali che, con un volume d’affari complessivo pari a 1,78 mld€, ha fatto segnare una contrazione pari al 37%. Nel complesso rimane in Italia il 43% del volume d’affari (che sale al 46% se si considerano anche imprese estere con sede produttiva in Italia).
L’acquisizione dei grandi impianti
Nel mercato italiano del fotovoltaico si iniziano a registrare interessanti fenomeni di acquisizione di grandi impianti già realizzati e connessi in rete. Il crescente interesse per l’acquisizione di impianti di questo tipo, piuttosto che per lo sviluppo di impianti green field, è principalmente riconducibile all’aumento del rischio industriale connesso allo sviluppo degli impianti, oltre che all’ovvio effetto del taglio delle tariffe, che rende difficile ottenere livelli di rendimento degli investimenti paragonabili a quelli dei precedenti sistemi di incentivazione. Nel 2012, le transazioni sul mercato secondario degli impianti fotovoltaici in Italia hanno riguardato circa 267 MW di impianti già connessi e operativi per un volume d’affari complessivo pari a 811 mln€.
Le misure antidumping
Nel 2012, anche in Europa, si sono avviate procedure per valutare l’eventuale adozione di misure antidumping e antisubsidies nei confronti dei produttori cinesi così come già fatto negli USA. Le prossime scadenze dell’investigazione della Commissione Europea prevedono: l’eventuale definizione di misure antidumping provvisorie che potranno essere applicate già a partire da giugno 2013; l’eventuale introduzione di misure antisubsidies provvisorie entro il mese di agosto 2013; l’eventuale introduzione di misure antidumping e antisubsidies definitive entro dicembre 2013. Tali misure potrebbero avere anche effetto retroattivo sulle importazioni registrate a partire da marzo 2013. Il primo passo per comprendere le ragioni e l’opportunità dello sviluppo di misure di protezione non può che essere l’analisi del contesto di riferimento europeo ed italiano, ossia la valutazione dei prezzi e costi di produzione dei principali operatori sul mercato. È evidente come i produttori europei (e in particolar modo italiani) scontino un importante gap rispetto ai player cinesi, con il prezzo dei moduli (sia mono che poli-cristallini) che, nel corso del 2012, si è mantenuto tra il 20 e il 40% inferiore rispetto alla stessa tipologia di moduli offerti da produttori europei.
Nel Rapporto si è provato a stimare l’impatto che eventuali misure antidumping potrebbero avere sul mercato italiano. In particolare, assumendo come riferimento lo scenario Conservativo per il mercato italiano 2013 nel quale si assume una potenza installata nel corso del 2013 in Italia pari a 1.500 MW, di cui 500 MW ascrivibili ad impianti incentivati e iscritti al Registro, ma non ancora in esercizio, la nuova potenza installata tra Marzo e Dicembre 2013 potrebbe attestarsi attorno a circa 1.400 MW, considerando i 157 MW entrati in esercizio tra Gennaio e Febbraio 2013. Partendo da questo dato e con opportune ipotesi discusse in dettaglio nel Rapporto è possibile calcolare un esborso totale pari a circa 90 mln € che distributori e importatori dovrebbero sostenere per effetto retroattivo delle misure antidumping e antisubsidies eventualmente confermate a Dicembre 2013.
Le interviste effettuate su un campione significativo di imprese della filiera, evidenziano una differenza anche significativa nei punti di vista degli operatori sulle misure antidumping e antisubsidies in funzione del loro ruolo nella filiera. Se, da un lato, è opinione piuttosto condivisa che esista un fenomeno di vendita “sottocosto” da parte dei produttori cinesi grazie alle facilitazioni di accesso al credito e al supporto di cui queste godono a livello governativo, dall’altro, numerosi operatori, soprattutto nella parte a valle della filiera, si dichiarano contrari all’introduzione di misure antidumping e antisubsidies. Inoltre, è opportuno sottolineare che la quasi totalità del campione ritenga comunque che le misure antidumping o antisubsidies non avranno l’effetto desiderato di fornire un reale supporto alla filiera nazionale.
La grid parity
L’Energy &Strategy Group ha provato a valutare la convenienza economica assoluta delgli investimenti nel fotovoltaico in assenza di incentivazione (grid parità) in quattro segmenti tipici in cui il mercato del fotovoltaico può essere suddiviso: quello residenziale, quello industriale, quello dei grandi impianti e quello delle centrali solari, facendo riferimento ad esempi concreti di impianti “tipo”, rappresentativi dei singoli segmenti. In diversi casi, soprattutto nel Sud e Centro Italia, già oggi, è possibile effettuare investimenti con tassi di ritorno adeguati con gli attuali livelli di costo chiavi in mano degli impianti, o con riduzioni di costo raggiungibili nel 2013.
Le attività di O&M
Nel corso del 2012 due fenomeni importanti hanno contribuito a determinare un significativo cambiamento nelle dinamiche di business legate alle attività di O&M (Operation&Mainteinance) degli impianti fotovoltaici in Italia: la contrazione del mercato dei grandi impianti e delle centrali, rispettivamente in calo del 40 e dell’87% rispetto al 2011; il raggiungimento, da parte di uno stock considerevole, corrispondente a circa 1,6 GW di impianti installati nel corso del 2009 e 2010, della scadenza dei 2 anni di contratto di assistenza normalmente sottoscritto con il soggetto che ha curato lo sviluppo e l’installazione dell’impianto.
La scelta di offrire servizi di O&M appare fortemente legata alla ricerca di attività in grado di assicurare un adeguato livello di marginalità, che non è più garantito dalle tradizionali attività di installazione. Anche il business dell’ Operation&Mainteinance ha tuttavia assistito negli ultimi tre anni a una riduzione dei prezzi praticati dai principali operatori compresa tra il 29 e il 40%, a seconda delle taglie degli impianti: in questo caso l’O&M ha mantenuto per così dire un “cambio fisso” con il costo complessivo degli impianti chiavi in mano che nel frattempo si è ovviamente contratto. La ricerca di un nuovo mercato di sbocco da parte degli operatori si accompagna quindi anche a una sostanziale revisione dell’offerta che, a partire dal tradizionale modello O&M, si sta spostando sempre più verso l’O&M&I (Operation&Mainteinance&Improvement) con l’obiettivo di offrire servizi a maggior valore aggiunto per il cliente finale che consentano una maggiore marginalità per i fornitori.
Considerando l’età media del parco impianti italiano è possibile anche stimare il mercato potenziale per i servizi di O&M. Il 2013 rappresenterà, infatti, l’anno in cui lo stock più ampio di impianti entrati in esercizio nel 2010 e 2011 raggiungerà il termine del periodo di FAC- Final Acceptance Certificate. Appare ragionevole ipotizzare che oltre 5 GW di potenza potranno essere oggetto di nuove contrattazioni per le attività di O&M nel corso del solo 2013. A questi si aggiungeranno quasi 2GW nel 2014.
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