ELEMENTI – Tungsteno, viale del Sesto Periodo, 74
La crescente richiesta di tungsteno e la relativamente limitata produzione ha reso interessanti, da un punto di vista economico, le operazioni di riciclo del tungsteno
La luce è il più gran bene dell’umanità; è una cosa così sacra che la candela e il candelabro sono stati associati ai riti religiosi; poi sono state inventate le lampade ad olio (ricordate quell’olio che le vergini stolte del racconto del Vangelo si erano dimenticate di comprare e sono per questo rimaste fuori dalla festa di nozze); poi l’olio vegetale è stato sostituito da quello di balena, e questo dal petrolio e infine è arrivato Edison che ha inventato una lampada in cui la luce era ottenuta dal passaggio di una corrente elettrica attraverso un filamento di carbone; ma anche queste prime lampade elettriche non erano soddisfacenti, e la soluzione definitiva fino ad oggi si è avuta nel 1911 quando fu scoperto che al posto del filamento di carbone si poteva usare con successo un sottile filo di tungsteno, un metallo con altissima temperatura di fusione (oltre 3400 gradi Celsius) e suscettibile di essere trasformato in sottili filamenti, quelli che si trovano nelle lampadine elettriche ad incandescenza.
Il tungsteno fu separato come acido tingstico per la prima volta dal chimico svedese Carl Wilhelm Scheele nel 1781 trattando il minerale wolframite e fu chiamato “pietra pesante” (tung sten, in svedese) per il suo elevato peso specifico, oltre 19 volte superiore a quello dell’acqua. Il tungsteno, chiamato anche wolframio, tanto che il suo simbolo è W, fu ottenuto come metallo dall’acido tungstico nel 1783, dai chimici spagnoli Juan José e Fausto Delhuyar.
Il tungsteno, con peso atomico 184, ha quattro principali isotopi stabili con 108, 109, 110 e 112 neutroni, oltre a 74 protoni. Come metallo duro e pesante è stato usato per la fabbricazione di proiettili penetranti; il Portogallo, principale paese produttore, durante la seconda guerra mondiale era corteggiato dai vari paesi belligeranti che cercarono di procurarsi il metallo con guerre sotterranee fra servizi segreti. Nel film Gilda (1946) con Rita Hayworth, la bisca in cui si svolge l’azione è una copertura per ex-nazisti che cercano di controllare la produzione di tungsteno.
Con il ferro il tungsteno fornisce delle leghe dure; in combinazione con il carbonio, si ottengono materiali ancora più duri del diamante, da usare negli utensile per torni e simili macchine. Il carburo di tungsteno fu inventato nel 1926 dalla società tedesca Krupp che lo chiamò Widia (dal tedesco Wie, come, e Diamant, duro come il diamante).
Il Portogallo, il principale produttore di minerali di tungsteno appena un secolo fa, occupa una posizione trascurabile fra i produttori al cui primo posto oggi si trova, come al solito, la Cina che estrae ogni anno minerali con un contenuto di oltre 50.000 tonnellate di tungsteno, quasi un monopolio rispetto ad una produzione mondiale di circa 61.000 tonnellate. Alla Cina seguono Russia, Canada, Bolivia. Data la crescente richiesta del metallo e la relativamente limitata produzione sono attive le operazioni di riciclo del tungsteno. Il tungsteno è una scusa nel titolo “Zio tungsteno” del libro di Oliver Sacks, per una corsa, in parte autobiografica dell’autore (lo “zio” del titolo era David Landau, inventore e imprenditore), nella chimica e nella sua storia. Merita di essere letto.
Giorgio Nebbia
Contenuti correlati
-
Alluminio, appuntamento a Metef 2025 per un focus su riciclo, sostenibilità ed efficienza energetica
Il settore dell’alluminio si prepara a incontrarsi nuovamente in Italia a Metef, la fiera internazionale di riferimento per la filiera dell’alluminio a BolognaFiere dal 5 al 7 marzo 2025. In un contesto globale dove la sostenibilità ricopre...
-
Ventimiglia si accende di luci green con Signify e City Green Light
Signify e City Green Light sono state scelte dal Comune di Ventimiglia, in provincia di Imperia in Liguria, per illuminare diverse zone della città in precedenza non illuminate con l’obiettivo di potenziare la sicurezza dei cittadini e,...
-
La tecnologia Blockchain a sostegno del riciclo: il caso di Relicyc
Relicyc, azienda improntata alla gestione del pallet a fine utilizzo ed esempio di realtà promotrice dell’economia circolare, è stata tra i primi player del settore a investire nei valori della trasparenza e della sostenibilità aderendo al programma...
-
Pallet in plastica Relicyc per la massima igiene e durata nel settore farmaceutico
Massimo livello di igiene, durata nel tempo, facilità di pulizia, resistenza ad agenti esterni come l’acqua, l’umidità e gli sbalzi di temperatura sono qualità imprescindibili quando si tratta di industria farmaceutica, un settore che – ancor prima...
-
Packaging sostenibile: impianto firmato Angelini per la spagnola BlueSun
Angelini Technologies-Fameccanica, azienda di Angelini Industries, gruppo industriale italiano attivo nei settori salute, tecnologia industriale e largo consumo, ha progettato e commercializzato la sua prima macchina per la produzione automatizzata di confezioni eco-sostenibili, realizzate interamente in cartone...
-
GME Recycling realizza il primo impianto automatizzato di riciclo alluminio in Africa
GME Recycling ha annunciato la realizzazione del primo impianto italiano completamente automatizzato di riciclaggio scarti di alluminio dell’intero continente Africano, in Nigeria. La nuova struttura rappresenta un esempio di eccellenza nel campo della tecnologia, dell’innovazione, della sicurezza,...
-
Riciclo automatizzato delle batterie con Bosch Rexroth
Aumenta a livello globale la presenza, e non solo sulle strade, di veicoli elettrici. In quest’ottica un ruolo di primo piano lo gioca sempre di più il riciclaggio delle batterie giunte a fine vita, e ciò in...
-
Tecnologia Bausano per il recupero di scarti misti a base di PE e alluminio
La recente revisione della policy europea in materia di imballaggi apre a una decisa svolta per un packaging più sostenibile. Secondo la direttiva PPWD (Packaging and Packaging Waste Directive), entro il 2030 tutti gli imballaggi immessi nel...
-
Relicyc, pallet in plastica veramente sostenibili
Prosegue la generalizzata promozione di prodotti definiti sostenibili ma nella realtà non facilmente riciclabili, frutto di una filosofia di pensiero che nel medio termine non paga ma al contrario posticipa, complicandolo, il problema. In una parola, aleggia...
-
Economia circolare, un progetto per il recupero dei tubi in polietilene
Oltre 296 km di nuovi tubi passacavi ottenuti dal riciclo di quasi 119 tonnellate di tubi e beni in polietilene. Questi i risultati del progetto di economia circolare “Da tubo a tubo”, volto al recupero e riutilizzo...