Edizione N° 26 del 15 maggio 2007

Tutte le newsletter

Energie e Ambiente

Iscriviti alla newsletter


Edizione N° 26 del 15 maggio 2007


notizie
Dow Corning ha nominato Eriko Sakurai direttore esecutivo delle attività mondiali
18/04/2007 La nuova nomina di Eriko Sakurai per Dow Coming Expertise-Based Industry Group, che comprende i marchi di lubrificanti Molykote, marchi Dow Corning di sigillanti per la manutenzione industriale e marchi Dow Corning e Silastic di prodotti per la formazione di muffe.

Sakurai sarà responsabile per tutti gli aspetti riguardanti le relazioni con la clientela, la vendita, il supporto tecnico, il marketing, l’amministrazione di canale, la linea di prodotto e lo sviluppo delle tecnologie. Precedentemente, è stata impiegata come direttore marketing industriale mondiale per il settore Life Sciences di Dow Corning. Sakurai prende il posto di Brian Chermside, che è stato nominato Ceo di Dow Corning e direttore esecutivo delle vendite e dei servizi customer e marketing.

Sakurai è arrivata nella corporation di Dow corning nel 1987 presso la divisione commerciale Personal, Household e Automotive Car. Ha seguito una varietà di attività, commerci nell’area asiatica e posizioni commerciali nell’Inghilterra centrale, in Michigan e in Giappone per le divisioni Specialty Chemicals e Core Products.

Ha sviluppato una solida conoscenza sulla catena del valore dei sigillanti e ha dimostrato abilità nelle relazioni di canale amministrativo durante il suo ruolo nelle attività di costruzione dell’area asiatica.

Chermside è approdato in Dow Corning nel 1985 e ha coperto una vasta gamma di posizioni, incluso la dirigenza dell’attività Electrical e Communications, la direzione della linea prodotto per liquidi ed intermediari metilici ed è stato direttore generale della divisione commerciale Personal, Household e Automotive Care in Life Sciences. È diventato direttore commerciale mondiale di Life Sciences nel 1999. Sarà ricollocato nell’Inghilterra centrale, a Michigan, da Seneffe, in Belgio, nell’agosto del 2007.

DuPont riporta utili in crescita e riconferma le previsioni per l’anno in corso
09/05/2007 L’utile netto del primo trimestre del 2006 era stato di 817 milioni di dollari (Usa), o 0,88 dollari (Usa) per azione e includeva un onere netto di 0,05 dollari (Usa) per azione dovuto a voci significative. L’aumento dell’utile del primo trimestre riflette un 6% di crescita nei ricavi guidato da superiori vendite di sementi, aumentate entrate dei farmaceutici, guadagni sui costi fissi della produttività e un impatto favorevole del cambio.

Il ricavo netto consolidato è cresciuto di 451 milioni di dollari (Usa), o 6%, a 7,8 miliardi di dollari (Usa) nel primo trimestre, riflettendo un 2% di prezzi locali superiori, un 2% di aumento nei volumi e un 2% di benefici derivati dal cambio.

DuPont riafferma quindi le sue previsioni per tutto l’anno 2007 di 3,15 dollari (Usa) di utili per azione, escluso un ricarico per azione di 0,06 dollari (Usa) per voci significative. La società si aspetta una modesta crescita nei volumi al di fuori degli Stati Uniti e rilevanti mercati agricoli delle sementi, che supereranno l’inferiore richiesta dei mercati immobiliare e automobilistico americano. Le previsioni della società per il restante 2007 prevedono che i costi dell’energia e delle materie prime continueranno a essere quasi uguali a quelli del 2006.

“Siamo allineati alle previsioni. Siamo ben posizionati nei mercati globali dell’industria e dell’agricoltura e abbiamo una linea stimolante di nuovi prodotti che i nostri clienti apprezzano”, dichiara Charles O. Holliday Jr., presidente e Ceo di DuPont. “Rimaniamo profondamente focalizzati sull’aumento degli utili derivanti dalla nostra innovazione per incrementare la produttività nei costi e nel capitale”.

notizie
Dow Corning ha nominato Eriko Sakurai direttore esecutivo delle attività mondiali
18/04/2007 La nuova nomina di Eriko Sakurai per Dow Coming Expertise-Based Industry Group, che comprende i marchi di lubrificanti Molykote, marchi Dow Corning di sigillanti per la manutenzione industriale e marchi Dow Corning e Silastic di prodotti per la formazione di muffe.

Sakurai sarà responsabile per tutti gli aspetti riguardanti le relazioni con la clientela, la vendita, il supporto tecnico, il marketing, l’amministrazione di canale, la linea di prodotto e lo sviluppo delle tecnologie. Precedentemente, è stata impiegata come direttore marketing industriale mondiale per il settore Life Sciences di Dow Corning. Sakurai prende il posto di Brian Chermside, che è stato nominato Ceo di Dow Corning e direttore esecutivo delle vendite e dei servizi customer e marketing.

Sakurai è arrivata nella corporation di Dow corning nel 1987 presso la divisione commerciale Personal, Household e Automotive Car. Ha seguito una varietà di attività, commerci nell’area asiatica e posizioni commerciali nell’Inghilterra centrale, in Michigan e in Giappone per le divisioni Specialty Chemicals e Core Products.

Ha sviluppato una solida conoscenza sulla catena del valore dei sigillanti e ha dimostrato abilità nelle relazioni di canale amministrativo durante il suo ruolo nelle attività di costruzione dell’area asiatica.

Chermside è approdato in Dow Corning nel 1985 e ha coperto una vasta gamma di posizioni, incluso la dirigenza dell’attività Electrical e Communications, la direzione della linea prodotto per liquidi ed intermediari metilici ed è stato direttore generale della divisione commerciale Personal, Household e Automotive Care in Life Sciences. È diventato direttore commerciale mondiale di Life Sciences nel 1999. Sarà ricollocato nell’Inghilterra centrale, a Michigan, da Seneffe, in Belgio, nell’agosto del 2007.

DuPont riporta utili in crescita e riconferma le previsioni per l’anno in corso
09/05/2007 L’utile netto del primo trimestre del 2006 era stato di 817 milioni di dollari (Usa), o 0,88 dollari (Usa) per azione e includeva un onere netto di 0,05 dollari (Usa) per azione dovuto a voci significative. L’aumento dell’utile del primo trimestre riflette un 6% di crescita nei ricavi guidato da superiori vendite di sementi, aumentate entrate dei farmaceutici, guadagni sui costi fissi della produttività e un impatto favorevole del cambio.

Il ricavo netto consolidato è cresciuto di 451 milioni di dollari (Usa), o 6%, a 7,8 miliardi di dollari (Usa) nel primo trimestre, riflettendo un 2% di prezzi locali superiori, un 2% di aumento nei volumi e un 2% di benefici derivati dal cambio.

DuPont riafferma quindi le sue previsioni per tutto l’anno 2007 di 3,15 dollari (Usa) di utili per azione, escluso un ricarico per azione di 0,06 dollari (Usa) per voci significative. La società si aspetta una modesta crescita nei volumi al di fuori degli Stati Uniti e rilevanti mercati agricoli delle sementi, che supereranno l’inferiore richiesta dei mercati immobiliare e automobilistico americano. Le previsioni della società per il restante 2007 prevedono che i costi dell’energia e delle materie prime continueranno a essere quasi uguali a quelli del 2006.

“Siamo allineati alle previsioni. Siamo ben posizionati nei mercati globali dell’industria e dell’agricoltura e abbiamo una linea stimolante di nuovi prodotti che i nostri clienti apprezzano”, dichiara Charles O. Holliday Jr., presidente e Ceo di DuPont. “Rimaniamo profondamente focalizzati sull’aumento degli utili derivanti dalla nostra innovazione per incrementare la produttività nei costi e nel capitale”.

notizie
Il rapporto energia e ambiente 2006 secondo Enea
15/05/2007 Sono già sensibili alcuni effetti dei cambiamenti climatici e, nei prossimi anni, la domanda energetica non potrà essere soddisfatta dalle tecnologie tradizionali senza aumentare fortemente la pressione sull’ambiente e sulla salute dell’uomo. In una prospettiva di crescita sostenibile sarà sempre più decisiva la capacità di un Paese di ricorrere a tecnologie in grado di soddisfare la domanda riducendo al minimo tali pressioni.

Enea, attraverso le esperienze maturate e i risultati conseguiti nell’ambito di progetti di ricerca, analizza i cambiamenti in atto, in particolare nel Mediterraneo e in Italia, mettendo in evidenza gli impatti registrati, le tendenze attuali e gli scenari futuri.

L’analisi dei processi in atto e la valutazione degli effetti economici, consentono di identificare gli interventi necessari per salvaguardare il nostro territorio attraverso politiche e strategie di adattamento. Anche un incremento della temperatura di 2 °C – l’ipotesi più restrittiva indicata dall’UE come soglia entro cui limitare il riscaldamento globale – porterebbe infatti gravi danni al nostro sistema ambientale ed è quindi necessario approfondire tali analisi fino alla valutazione degli interventi da mettere in atto e dei relativi costi.

Per affrontare l’altro aspetto della sfida del clima, cioè la mitigazione delle cause del riscaldamento globale, giocano un ruolo centrale le tecnologie e la loro introduzione nel sistema energetico.

Per una valutazione delle prospettive di evoluzione del sistema energetico nazionale e, in particolare, delle emissioni serra, l’Enea ha realizzato analisi di scenario, in cui l’evoluzione tendenziale del sistema è stata confrontata con quella risultante da scenari di intervento, costruiti per esplorare la realizzabilità e l’efficacia di alcune misure volte a garantire la sicurezza energetica del Paese e la sua competitività economica, nell’ottica della salvaguardia dell’ambiente.

Gli obiettivi principali degli interventi riguardano:
– un massiccio ricorso all’efficienza energetica negli usi finali, con un diffuso impiego di tecnologie a basso consumo nel civile, nell’industria e nei trasporti;
– un’incisiva promozione delle fonti rinnovabili per la produzione di energia elettrica e per gli usi termici nel settore civile e per il ricorso a biocarburanti nel settore dei trasporti;
– nel lungo periodo (dopo il 2020) la diversificazione del mix di combustibili per la generazione termoelettrica, anche mediante un maggiore ricorso al carbone, reso ambientalmente sostenibile con l’impiego delle tecnologie per il sequestro e il confinamento della CO2.

Gli scenari che si sono aperti con le decisioni dell’UE del 9 marzo scorso indicano una prospettiva nella quale gli investimenti nella ricerca energetica dovranno essere sempre più consistenti. Occorre muoversi in questa direzione anche nel nostro Paese. In questa prospettiva la sfida dei cambiamenti climatici e dell’energia può divenire infatti una opportunità di sviluppo per il sistema industriale.

Una opportunità in cui giocherà un ruolo determinante la capacità di assumere decisioni importanti per orientare in questa direzione gli investimenti pubblici e privati.

Ecomondo e Rimini Fiera: nuovi orizzonti a Mosca per le aziende italiane
15/05/2007 Tutto è pronto per la seconda edizione di Ecomondo Mosca, workshop promosso da Rimini Fiera e CMP & Partners LLP, in collaborazione con D&E, Diritto & Economia in Russia e nella CSI, con il Patrocinio del Ministero dell’Ambiente e Tutela del Territorio e del Mare ed il contributo della Regione Emilia Romagna.

L’iniziativa si svolgerà dal 22 al 24 maggio 2007 a Mosca, presso l’Hotel Radisson sas Slavyanskaya, e garantirà a circa trenta aziende italiane che operano nel settore dell’ambiente, un dialogo diretto con 120 tra le principali imprese e istituzioni russe, con specifico riferimento alla filiera completa di tre macro-segmenti: aria, acqua e smaltimento rifiuti.

Alla cerimonia inaugurale sarà presente, come rappresentante ufficiale del Ministro dell’Ambiente e Tutela del Territorio e del Mare – Onorevole Alfonso Pecoraio Scanio – il suo Consigliere, Anna Sanchi. Numerose le autorità che interverranno, a testimonianza dell’importanza che l’iniziativa di Rimini Fiera ha assunto nella regione russa: Duccio Campagnoli assessore alle attività produttive dell’Emilia Romagna, Lorenzo Cagnoni presidente di Rimini Fiera, Andrea Agostinone amministratore delegato CMP & Partners, Roberto Pelo direttore Ice Mosca, Vittorio Claudio Surdo Ambasciatore d’Italia nella Federazione Russa, Mikahil C. Zalikanov Deputato della Duma e Presidente del Consiglio Superiore per l’Ecologia, Leonid A. Bochin Ministro dell’Ecologia del Governo di Mosca, Yuri Petrovic Ministro delle risorse naturali e ambiente della Federazione Russa.

La prima giornata vedrà lo svolgersi di un seminario dedicato alla prospettiva di inserimento delle tecnologie italiane in Russia e in particolare a Mosca; gli interlocutori scientifici saranno rappresentati dal prof. Valery Petrosyan, della Università Lomonosov di Mosca e dal prof. Luciano Morselli, dell’Università di Bologna – sede di Rimini e coordinatore scientifico di Ecomondo. Al seminario interverrà, fra gli altri, anche Giancarlo Longhi, direttore generale di Conai, oltre al direttore generale di Rimini Fiera Piero Venturelli. Prevista anche la partecipazione di istituti di credito, sia italiani sia russi e le testimonianze di imprese italiane che hanno avviato progetti grazie al precedente workshop Ecomondo, nel 2006.

In particolare, sarà firmata una carta di intenti sottoscritta dal presidente del Corso di laurea in Tecnologie Chimiche per l’Ambiente e per la Gestione dei Rifiuti – Facoltà di Chimica Industriale e responsabile scientifico del Laboratorio a Rete Regionale LITCAR, prof. Luciano Morselli, dal preside della Faculty of Ecological Engineering of the Moscow State University of Environmental Engineering, prof. Dimitri Baranov e dal presidente del Polo Scientifico Didattico di Rimini dell’Università di Bologna, prof. Gianfranco Capodaglio. Con l’avallo della Regione Emilia Romagna sarà definito un programma di scambi tra ricercatori italiani del Centro Aster e ricercatori della Università Lomonosov, finalizzato a progetti di applicazione presso aziende locali.

Dopo i primi appuntamenti seminariali, Ecomondo Mosca entrerà nel vivo degli appuntamenti mirati one to one e delle trattative commerciali. Le trenta imprese italiane incontreranno 120 imprese selezionate da un gruppo iniziale di 540, per un giro d’affari di un miliardo di euro. I principali settori coinvolti riguardano soprattutto le soluzioni e sistemi avanzati nel trattamento dei rifiuti, le bonifiche dei suoli (vanno affrontate le ricadute dell’intensa attività delle aziende chimiche, petrolifere e farmaceutiche), l’eliminazione dei rifiuti solidi, la depurazione e il trattamento delle acque. Infine La giornata di giovedì 24 maggio sarà dedicata alla visita di siti di aziende moscovite. In particolare, Ekotekhprom per il trattamentro di rifiuti urbani e Mosvodokanal per il trattamento di acque potabili e acque reflue.

“Questa nuova missione in Russia delle imprese italiane, organizzata da Rimini Fiera – spiega il presidente della spa riminese, Lorenzo Cagnoni – consolida il cammino avviato oltre due anni fa e rappresenta una modalità di intervento efficace e moderna”.

Il “meccanismo di sviluppo pulito – clean development mechanism” del protocollo di Kyoto
15/05/2007 Il Ministero dell’Ambiente della Tutela del Territorio e del Mare e i Ministri dell’Ambiente dei Paesi e i Balcani hanno avviato dal 2004 un programma di cooperazione per la realizzazione di progetti comuni nell’ambito del “meccanismo di sviluppo pulito” del Protocollo di Kyoto (Clean Development Mechanism – CDM).

I paesi balcanici (Albania, Bosnia Erzegovina, Macedonia, Montenegro e Serbia) sono gli unici Paesi europei che, nell’ambito del Protocollo di Kyoto, non hanno obblighi di riduzione delle emissioni di anidride carbonica e degli altri gas a effetto serra (CO2 e GHG); possono partecipare al CDM, attraverso il quale i progetti realizzati in questi Paesi, che ottengono riduzioni delle emissioni di CO2 e degli altri GHG, generano “crediti di emissione” che possono essere acquistati dai paesi della UE, dal Canada e dal Giappone per rispettare gli impegni assunti con il Protocollo di Kyoto.

I progetti riguardano prevalentemente l’impiego di tecnologie efficienti per la riduzione dei consumi energetici nel settore industriale, per la generazione di elettricità con fonti rinnovabili, per l’aumento delle superfici forestali al fine di aumentare l’assorbimento di carbonio.

Si stima che gli investimenti necessari per generare i crediti di emissione in questi Paesi potrebbero essere inferiori di oltre il 50%-60% rispetto a quelli necessari per produrre in Italia e negli altri Paesi europei lo stessa quantità di crediti: questo può rendere particolarmente attraenti gli investimenti in questi Paesi, perché gli investitori possono avere il doppio dividendo dei risultati dei progetti sia attraverso il progetto in sé (per esempio vendita di elettricità), sia attraverso la vendita dei crediti.

In collaborazione con i Ministeri dei Paesi balcanici è stato individuato un primo gruppo di 65 progetti, che hanno un potenziale di generazione di crediti di emissione: in base agli accordi bilaterali sottoscritti con le Autorità Nazionali Competenti di questi Paesi, lo sviluppo dei progetti, e la relativa acquisizione dei crediti, sono destinati prioritariamente alle imprese italiane.

Al fine di informare le imprese italiane sulle opportunità offerte dal “portafoglio dei progetti CDM” nei Balcani, su richiesta di questi Paesi, il Ministero e ICE – nell’ambito di un progetto comune finalizzato alla promozione degli investimenti all’estero in tecnologie “pulite” – hanno organizzato una giornata informativa a Milano il prossimo 17 maggio.

Trattamento acque reflue: allo studio sostanze chimiche… ecologiche
15/05/2007

Frost & Sullivan ritiene che il mercato europeo dei prodotti chimici per il trattamento delle acque reflue abbia registrato entrate pari a 1,1 miliardi di euro nel 2006. Una cifra questa che sarebbe destinata a raggiungere gli 1,5 miliardi di euro nel 2012.

“L’aumento del numero di Stati membri, la sicurezza e la legislazione ambientale giocano un ruolo fondamentale nell’assicurare una domanda stabile di prodotti chimici utilizzati per il trattamento delle acque all’interno delle industrie -spiega l’analista di Frost & Sullivan, Mahesh Kumar S, che ha curato la ricerca -. Le industrie europee avranno sempre maggiori responsabilità quando si tratterà di assicurare conformità agli standard legislativi previsti, dando così un nuovo slancio al potenziale di crescita del mercato”.

Un aumento della consapevolezza in materia di tutela ambientale, la preservazione delle sorgenti di acqua dolce e un aumento del riutilizzo e del riciclaggio dell’acqua all’interno dei processi industriali sta avendo come risultato ulteriori trattamenti da parte delle industrie. Bisogna, inoltre, dire che il trattamento delle acque con l’utilizzo di prodotti chimici continua a essere molto conveniente in termini di costi. Questo porrebbe in secondo piano soluzioni alternative che sono senz’altro più costose, a vantaggio, quindi, dei produttori di sostanze chimiche.

Dall’altro lato, però, la concorrenza e la commoditizzazione dei prodotti chimici per il trattamento delle acque stanno comunque riducendo i margini di profitto. Infatti, una crescita industriale lenta in Europa sta incoraggiando l’ingresso nel mercato di produttori di media qualità ed economici che provengono da altre regioni, il che contribuisce a intensificare la competizione. Le industrie stanno, inoltre, analizzando nuovi metodi per minimizzare l’utilizzo dei prodotti chimici nella maggior parte dei processi servendosi di tecnologie alternative.

“Le industrie consolidate rivolte agli utenti finali e un aumento della competitività fra i produttori di sostanze chimiche ha avuto come risultato la commoditizzazione, spingendo i margini di profitto a livelli insostenibili – spiega l’analista di Frost & Sullivan, Kumar -. La tendenza del mercato si sta spostando verso la fornitura di servizi alla clientela migliorati, al fine di assicurare la differenziazione e di mantenere i margini di profitto”.

A questo punto, è necessario che i produttori di sostanze chimiche facciano esperienza nella fornitura di servizi agli utenti finali, producano sostanze rispettose dell’ambiente e allarghino il loro portafoglio di prodotti per assicurare una sostenibilità a lungo termine. Una comprensione globale della legislazione e della fornitura dei prodotti idonei agli utenti finali consentirebbe ai partecipanti del mercato di migliorare la loro posizione nel mercato.

Per ricevere un depliant virtuale, con indicazioni sui produttori, gli utenti finali e altri partecipanti al mondo dell’industria, con una presentazione delle più recenti analisi delle Opportunità nel Mercato dei Prodotti Chimici per il Trattamento delle Acque Reflue - Revisione Strategica, è possibile inviare una e-mail a Chiara Carella, Corporate Communications, all’indirizzo chiara.carella@frost.com, inserendo le seguenti informazioni: nome e cognome, nome dell’azienda, titolo, numero di telefono, indirizzo e-mail, città, stato, nazione.

Registrazione Emas per il Parco Nazionale del Gargano
15/05/2007 L’Ente Parco Nazionale del Gargano ha ottenuto l’importante riconoscimento della Registrazione ambientale comunitaria Emas. L’iscrizione nel registro Emas da parte del Comitato italiano per l’Ecolabel e l’Ecoaudit è l’atto finale del progetto, co-finanziato dal Programma Life della Commissione Europea, nato nel 2003 con l’obiettivo di promuovere un modello innovativo di pianificazione e valorizzazione del territorio del Parco attraverso l’introduzione di un Sistema di Gestione Ambientale e la Registrazione Emas.

Un risultato di grande rilievo per l’intero sistema di aree protette della Puglia, raggiunto grazie all’esperienza e alla credibilità di tutti i partner coinvolti: Legambiente, responsabile del progetto, lo stesso Ente Parco nazionale del Gargano, la società di consulenza Carsa Comunicazione Integrata e DNV (Det Norske Veritas), l’organismo di certificazione internazionale che ha convalidato la Dichiarazione Ambientale – elemento cruciale nel percorso Emas – nella quale sono definiti gli impegni assunti e gli obiettivi di miglioramento delle performance ambientali.

Per il buon esito del progetto si è rivelata fondamentale anche la capacità di ottenere la collaborazione degli operatori economici del territorio così come delle istituzioni locali e nazionali, tra cui Arpa Puglia, la Direzione per la protezione della natura del Ministro dell’Ambiente e l’Assessorato all’Ambiente della Regione Puglia, oltre alla Direzione Generale Ambiente della Commissione Europea.

La Registrazione Emas consentirà al Parco di controllare e gestire il proprio sistema interno in modo tale da ridurre l’impatto dei processi gestionali sulle risorse ambientali e contenere gli sprechi, contribuendo al miglioramento continuo della qualità dell’ambiente. Il successo dell’iniziativa è tanto più significativo se si considerano le difficoltà di partenza: il Parco, con la sua complessa e ricca biodiversità, comprende ambienti diversificati tra loro e inseriti in un contesto territoriale multiforme che spazia dalle aree forestali ai bacini lacustri, ai centri storici ricchi di patrimoni architettonici e fortemente antropizzati, alle coste, alle isole minori ed agli insediamenti industriali nelle immediate vicinanze.

L’aspetto più innovativo del progetto è proprio l’applicazione, in una realtà complessa come un Parco nazionale, di un approccio e di un metodo che consentono di passare dalla pura conservazione del patrimonio naturalistico allo sviluppo equilibrato e sostenibile del territorio, dal rispetto delle leggi all’utilizzo di strumenti di gestione ambientale.

Il Regolamento 761/2001, meglio conosciuto come Emas, è uno schema volontario applicabile, a livello UE, a tutte quelle organizzazioni – pubbliche o private – che intendano valutare, monitorare e migliorare le proprie prestazioni ambientali. Rispetto alla ISO 14001, il Regolamento pone una forte attenzione agli aspetti di comunicazione verso l’esterno, che si concretizzano principalmente con la diffusione della Dichiarazione Ambientale, convalidata da un Verificatore Accreditato a livello nazionale (per l’Italia l’accreditamento viene rilasciato dall’APAT – Agenzia per la protezione dell’ambiente e per i servizi tecnici).

Esplode il mercato delle energie rinnovabili in Cina
15/05/2007 La legge sulle energie rinnovabili, entrata in vigore il 1° gennaio 2006, è un passo decisivo in questa direzione e richiede agli operatori delle reti elettriche di acquistare risorse da produttori certificati di energie rinnovabili. Inoltre, è gà stata attuata una serie di politiche di agevolazione, dagli incentivi fiscali alle sovvenzioni, allo scopo di stimolare gli investimenti.

Una nuova analisi condotta da Frost & Sullivan sui mercati cinesi delle energie rinnovabili rivela che il mercato ha registrato entrate pari a 6,9 miliardi di dollari nel 2006. Secondo le previsioni, questa cifra dovrebbe raggiungere i 17,9 miliardi di dollari nel 2013.

“La legge cinese sulle energie rinnovabili è di estrema importanza e potrebbe dare un forte impulso alla crescita dei mercati cinesi delle energie rinnovabili, riprendendo e consolidando l’obiettivo del governo di incrementare la capacità di energie rinnovabili della Cina fino a raggiungere il 16% entro il 2020, il che costituirebbe un aumento dell’8,5% rispetto al 2006 – sottolinea Linda Yan, analista della ricerca di Frost & Sullivan -. Questa legge getta, inoltre, le basi per uno sviluppo su larga scala dell’energia rinnovabile in Cina, in particolare per gli impianti di produzione elettrica a livello commerciale”.

Fra i segmenti di mercato, quello del fotovoltaico solare potrebbe diventare una delle fonti di energia rinnovabile a crescita più rapida in Cina fino al 2013, e la sua crescita potrebbe superare persino quella dell’energia eolica. L’industria dell’energia da biomassa ha un grande potenziale in termini di introiti, non solo per il fatto che i sussidi governativi sono sufficienti, ma anche grazie all’adeguata disponibilità di riserve di carburanti da utilizzare come materia prima. Anche l’energia idrica sta attraversando un nuovo periodo positivo, ma trattandosi di una tecnologia già collaudata, gli sviluppi saranno più lenti se confrontati con gli altri segmenti di mercato.

Analizzando le sfide, il settore eolico e quello da biomassa in Cina non sono così sviluppati come lo sono, invece, in Occidente, il che implica una minore esperienza nelle installazioni, nella manutenzione e nella fornitura a strutture che si servono di energie rinnovabili. Ciò significa, inoltre, che vi sono solamente pochi investitori dotati delle conoscenze necessarie per lo sviluppo dei prodotti, la creazione di business plan, la progettazione di pacchetti di finanziamento e così via.

“La carenza di tecnologie indipendenti potrebbe rivelarsi un fattore limitante per la crescita dei mercati cinesi delle energie rinnovabili – conclude l’analista di Frost & Sullivan -. Le componenti chiave o le strumentazioni a elevata tecnologia coinvolte nel processo sono di importazione e la dipendenza da strumentazioni importate limita il numero di transazioni e il numero di aziende in grado di competere nel mercato”.

Nel complesso, le forniture energetiche derivate da fonti energetiche rinnovabili stanno attraversando una fase di espansione in Cina. Non sostituiranno comunque sia le tecnologie di generazione elettrica convenzionali a breve termine a causa degli elevati costi. Potrebbero, però, assumere una maggiore importanza nel contesto delle forniture energetiche in Cina a lungo termine.

Per ottenere un opuscolo elettronico inviare una e-mail a Chiara Carella, Corporate Communications, all’indirizzo chiara.carella@frost.com.

L’Enel investe nel nucleare sovietico e Greenpeace protesta
16/05/2007 Gli attivisti italiani hanno distribuito di fronte alle sedi delle banche nelle principali città italiane degli ironici fac-simile della pubblicità dell’Enel in cui si Greenpeace dichiara che anziché investire sull’innovazione, si investe in una centrale di tecnologia sovietica addirittura precedente al disastro di Cernobyl. In Europa Greenpeace ha protestato anche di fronte alle ambasciate italiane in Slovacchia, Repubblica Ceca, Polonia, Ungheria e Bulgaria. Il governo italiano è infatti l’azionista di riferimento di Enel, con una quota complessiva pari a circa il 30%.

Nella lettera inviata alle nostre istituzioni si sottolinea come l’Italia, che ha chiuso le proprie centrali con un referendum non possa esportare all’estero il rischio atomico.

Le critiche principali al progetto riguardano la scarsa sicurezza ma anche la discutibilità economica. A Mochovce sarebbero realizzati due reattori sovietici VVER-440/213, che erano stati progettati negli anni ‘Settanta.

I reattori sono ben al di sotto degli attuali standard di sicurezza e difficilmente sarebbero autorizzati in gran parte degli stati europei. Per esempio non dispongono di un doppio guscio protettivo in caso di impatto con un aereo. Non solo, per Greenpeace c’è anche un problema di legittimità, perché il progetto era stato autorizzato nel 1986 dall’allora governo comunista senza nessuna valutazione d’impatto ambientale, ne il coinvolgimento dell’opinione pubblica. Ancora oggi il ministero dell’ambiente slovacco si rifiuta di avviare una valutazione d’impatto ambientale.

La partecipazione finanziaria del governo slovacco all’iniziativa sarebbe poi illegale secondo la vigente legislazione europea, in quanto si configurerebbe come aiuti di stato. L’Enel ha iniziato a valutare l’ipotesi di costruire i due reattori dopo aver acquistato nella primavera del 2006 una quota del 66% dell’azienda elettrica slovacca “Slovenske elektrarne“ in seguito alla privatizzazione. Il prossimo mese Enel dovrebbe prendere la decisione finale su Mochovce e Greenpeace ha lanciato una petizione elettronica per chiedere al governo italiano di intervenire.

«Chiediamo a Prodi di abbandonare subito questo progetto. È inaccettabile che il nostro Paese pratichi il doppio standard, esportando il rischio nucleare che noi italiani non ci siamo voluti giustamente assumere» afferma Giuseppe Onufrio, direttore delle Campagne di Greenpeace Italia.

Quinta fase del programma Fujitsu per la salvaguardia dell’ambiente
16/05/2007 Fujitsu Limited ha annunciato a Tokyo la quinta fase del programma “Fujitsu Group Environmental Protection Program”, che traccia le policy aziendali per il periodo compreso tra l’anno fiscale 2007 e l’anno fiscale 2009 in materia di salvaguardia dell’ambiente. L’action plan delinea le linee guida e l’approccio alle attività di salvaguardia dell’ambiente che ciascun impiegato dovrà impegnarsi a intraprendere nelle attività di tutti i giorni, estendendo l’attenzione al rispetto delle leggi ambientali e delle policy di corporate social responsibility all’intera filiera.

Il programma rafforza l’impegno aziendale nell’aumento del valore ambientale dei propri prodotti e servizi, ad esempio espandendo la linea di prodotti definita “Super Green Products” che hanno un impatto ambientale considerevole. Il programma mette in evidenza il surriscaldamento del pianeta come elemento prioritario, stabilendo benchmark per la valutazione delle attività nei propri uffici, così come misure continuative in via di implementazione in ogni reparto produttivo. Infine, Fujitsu sta sviluppando e fornendo al mercato prodotti ad alta efficienza energetica e a basso impatto ambientale, al fine di aiutare i propri clienti nella riduzione delle emissioni di CO2.

Analizzando l’impatto dei futuri trend sociali e del loro impatto sul proprio business e partendo da risultati ottenuti con la precedente fase del programma, Fujitsu ha identificato cinque aree di attenzione prioritaria che costituiranno il focus della fase del programma aziendale per la salvaguardia ambientale:

– Migliorare il valore ambientale dei prodotti e dei servizi, attraverso l’aumento dei “Super Green Products”, l’efficienza ambientale dei prodotti, la riciclabilità dei prodotti a fine vita, l’aumento delle soluzioni a basso impatto ambientale, integrando anche gli aspetti di system integration nelle soluzioni proposte.

– Intraprendere misure contro il riscaldamento globale del pianeta, attraverso la riduzione delle emissioni di CO2 da consumo energetico, la riduzione dell’emissione di altri gas dannosi e la loro sostituzione con sostanze a più basso impatto, la riduzione di CO2 per la distribuzione e il trasporto dei prodotti, espandendo il concetto di “green factory system” e introducendo l’equivalente “green office”, controllando e riducendo la produzione di rifiuti.

– Rinforzare la governance e migliorare i sistemi di gestione ambientale (EMS), ampliando il perimetro di copertura dei sistemi in uso alle principali subsidiary e migliorando le procedure di audit interno

– Migliorare e processi di Risk management e promuovere misure per il green procurement, alzando gli standard dei propri fornitori in termini di rispetto dell’ambiente e coerenza alle policy in corso.

– Contributi sociali e all’ambiente, attraverso la diffusione di linee guida ai propri impiegati in tutte le nazioni, volte a sensibilizzare la consapevolezza dell’impatto ambientale delle azioni di ciscun individuo.

Acidi di frutta e vegetali: nasce in Italia la nuova generazione di prodotti chimici decapanti
16/05/2007 La nuova generazione di soluzioni utilizza il passaggio di corrente (elettrodecapaggio) a bassa tensione combinata con prodotti chimici del tutto innovativi per quanto riguarda l’impatto ambientale e la salvaguardia della salute dell’operatore durante il suo utilizzo.

“In fase di formulazione è stata ridotta fortemente la presenza di acidi inorganici forti, sostanze altamente corrosive che davano origine a fumi e vapori pericolosi durante le operazioni di elettrodecapaggio. Gli acidi inorganici forti sono stati sostituiti in gran parte da acidi organici presenti in natura all’interno di frutta e verdura in concentrazioni anche elevate” commentano dai Laboratori.

Tali sostanze sono ottenute dalla lavorazione di prodotti naturali (frutta e vegetali) attraverso processi di digestione batterica seguita da operazioni di purificazione. Si tratta di sostanze comunemente utilizzate nell’industria alimentare come acidificanti e quindi del tutto innocue. Un passo avanti significativo e nella giusta direzione da parte della chimica italiana.

DuPont e BP si confrontano sui biocarburanti e sul biobutanolo
16/05/2007 Di fronte ai rappresentanti dell’industria automobilistica presenti alla conferenza annuale della Society of Automotive Engineers (SAE), Frank Gerry, Biofuels program manager di BP, e David Antonm, Biofuels venture manager di DuPont, hanno dichiarato che i biocarburanti forniranno soluzioni sostenibili al settore dei trasporti. I due relatori hanno inoltre illustrato le conoscenze scientifiche alla base del biobutanolo, un biocarburante avanzato sviluppato congiuntamente da DuPont e BP.

Nel 2006 DuPont e BP, facendo leva sulle avanzate competenze biotecnologiche della prima e sull’esperienza tecnologica e commerciale nei carburanti della seconda, hanno annunciato la loro strategia congiunta volta a offrire biocarburanti avanzati in grado di soddisfare la crescente domanda globale di carburanti rinnovabili per i trasporti. Il primo prodotto a essere lanciato sul mercato sarà il biobutanolo.

Gerry ha presentato i risultati dei test, i quali confermano che il biobutanolo è un componente molto indicato per i carburanti. A suo avviso, le caratteristiche essenziali che deve avere il biobutanolo per dare origine a un carburante di qualità sono: elevata densità di energia, volatilità limitata, sufficienti livelli di ottani e bassa percentuale di impurità. Gerry ha illustrato quindi i dati dei primi test disponibili i quali indicano che le miscele di carburanti contenenti biobutanolo a un livello nominale pari al 10% del volume offrono prestazioni analoghe a quelle dei carburanti a base di benzina senza piombo. Inoltre, la densità di energia del biobutanolo si avvicina molto a quella della benzina senza piombo.

RadiciGroup avvia il primo impianto di produzione di tecnopolimeri in Cina: RadiciPlastics Suzhou
16/05/2007 Per RadiciGroup si tratta del primo impianto produttivo nel paese asiatico. Il Gruppo è infatti presente in Cina già dal 2003, anno in cui è stata istituita la società RadiciChem Shanghai, attiva nella commercializzazione di prodotti del Gruppo per i mercati della chimica, della plastica e delle fibre sintetiche.

RadiciPlastics Suzhou si svilupperà su circa 13.000 mq, impiegherà circa 40 dipendenti e produrrà inizialmente compound a base poliammidica (gamma PA6 e PA66 Radilon), a cui in futuro si potranno affiancare anche tecnopolimeri a base poliestere (gamma PBT Raditer), fino a completare l’intera gamma di prodotti realizzata da RadiciGroup per il mercato delle materie plastiche.

Tale produzione va incontro alla grande e crescente richiesta di tecnopolimeri sul mercato cinese. Dal 2003 al 2008 il tasso di crescita del consumo di poliammide in Cina è stato in media del 13%.

A fare da traino a questa enorme domanda è principalmente il mercato applicativo dell’automotive: si calcola che dalle 5.000.000 di auto fabbricate in Cina nel 2005 si arriverà a circa 10 milioni di auto nel 2010.

Oltre all’automotive, anche la crescita del mercato dei componenti elettrico-elettronici darà un sostanzioso contributo alla richiesta di materie plastiche.

Infine, non bisogna dimenticare l’appuntamento delle Olimpiadi di Pechino del 2008 con il conseguente sviluppo di infrastrutture atte a sostenere l’impatto di milioni di turisti e viaggiatori: lo sviluppo del traffico su rotaia risulterà essere un ulteriore fattore di spinta alla domanda di tecnopolimeri nel paese asiatico.