Edizione N° 47 del 7 aprile 2009

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Edizione N° 47 del 7 aprile 2009


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Importanza del suolo e cambiamenti climatici
20/03/2009 Il suolo contiene circa il doppio del carbonio presente in atmosfera e tre volte quello trattenuto dalla vegetazione. I suoli europei sono un’enorme riserva di carbonio, visto che ne contengono circa 75 miliardi di tonnellate che, se gestiti male, possono avere gravi conseguenze. Il rapporto, una sintesi dei migliori dati disponibili sulle connessioni tra suolo e cambiamenti climatici, sottolinea la necessità di sequestrare il carbonio nei suoli. La tecnica è competitiva in termini di costi ed è già disponibile, non richiede tecnologie nuove o sperimentali e presenta un potenziale di mitigazione comparabile a quello di qualsiasi altro settore economico. In linea con la strategia tematica per la protezione del suolo (si veda IP/06/1241) e per ottenere un maggior sequestro di carbonio nel suolo occorre invertire l’attuale andamento di degrado del suolo e migliorare le pratiche di gestione.

Si stima che i suoli europei contengano da 73 a 79 miliardi di tonnellate di carbonio; di questi, quasi il 50% è sequestrato nelle torbiere di Svezia, Finlandia, Regno Unito e Irlanda. Il suolo riveste un’importanza capitale per la lotta ai cambiamenti climatici: basti pensare che una perdita minima pari allo 0,1% di carbonio emesso in atmosfera dai suoli europei equivale alle emissioni di carbonio prodotte da 100 milioni di auto in più sulle nostre strade – cioè un aumento pari a circa la metà del parco auto esistente. Viceversa, tenuto conto degli attuali prezzi del carbonio, un aumento della stessa percentuale minima del carbonio contenuto nei suoli sarebbe valutabile in 200 milioni di euro.

L’utilizzo del terreno incide sulle riserve di carbonio del suolo. La maggior parte dei suoli in Europa accumula carbonio: i suoli delle aree adibite a pascoli e foreste rappresentano dei pozzi di assorbimento perché sequestrano fino a 100 milioni di tonnellate di carbonio l’anno, mentre i suoli dei terreni seminativi sono degli emettitori netti, nel senso che rilasciano in atmosfera tra 10 e 40 milioni di tonnellate di carbonio l’anno. Ciò avviene quando i pascoli, i terreni destinati a foreste gestite o gli ecosistemi originari sono convertiti in seminativi; il processo di rilascio si inverte lentamente quando i seminativi sono nuovamente riconvertiti e tornano alla situazione di partenza.

Con l’aumentare della popolazione mondiale aumenteranno anche le superfici di pascoli e foreste che saranno convertite in seminativi e i suoli che adesso assorbono il carbonio diventeranno emettitori netti. Per impedire le perdite di carbonio del suolo a livello mondiale sarebbe necessario arrestare queste conversioni dei terreni, ma una strategia di questo tipo rischia di essere in conflitto con il crescente fabbisogno di cibo del pianeta.

Il rapporto evidenzia l’importanza di tutelare i suoli ad alto contenuto di carbonio. Quelle che un tempo erano torbiere che si estendevano su una superficie di circa 310 000 km2 (corrispondente a metà della Francia) sono ora diventate terreni agricoli o silvicoli, aree urbane o sono state erose. Più della metà delle rimanenti aree è in via di prosciugamento e ciò potrebbe comportare il rilascio di oltre 30 milioni di tonnellate di carbonio l’anno (cioè le emissioni di 40 milioni di automobili in più) calcolando solo le attività agricole. La soluzione più realistica per mantenere e migliorare le riserve di carbonio dei suoli, per lo più concentrate nell’Europa settentrionale, è proteggerli.

Le pratiche di gestione del suolo hanno un notevole impatto sulle riserve del carbonio. Il rapporto descrive come sia possibile migliorarle per ridurre al minimo le perdite di carbonio, a livello di colture e di residui di colture agricole, e come garantire la protezione dei suoli contro l’acqua e le precipitazioni grazie a una copertura vegetativa permanente, a tecniche di aratura meno invasive e a un minor impiego di macchine. Tutte queste pratiche potrebbero aiutare a sequestrare tra 50 e 100 milioni di tonnellate di carbonio l’anno nei suoli europei.

L’analisi è stata inficiata dal fatto che mancassero dati a livello di Ue sul carbonio contenuto nei suoli e sulle tendenze in atto. Nel 2006 la Commissione ha presentato una proposta legislativa a difesa dei suoli europei che ha ottenuto il sostegno del Parlamento europeo, ma attualmente è bloccata in Consiglio per l’opposizione di cinque Stati membri.

Siccità e consumo eccessivo di acqua in Europa
20/03/2009 Viviamo al di sopra delle nostre possibilità per quanto riguarda l’acqua. La soluzione a breve termine al problema della carenza d’acqua è stata di estrarre quantità sempre maggiori di acqua dalle nostre risorse di superficie e sotterranee.

Lo sfruttamento eccessivo non è sostenibile con ripercussioni sulla qualità e sulla quantità dell’acqua rimanente, come pure sugli ecosistemi che da essa dipendono. Dobbiamo diminuire la domanda, ridurre al minimo la quantità di acqua che estraiamo e aumentare l’efficienza del suo uso. Dai campi da golf ai libri, dall’olio di oliva ai vaccini, tutti i beni e i servizi su cui contiamo, come molte delle nostre attività quotidiane, richiedono una risorsa vitale: l’acqua.

La relazione dell’Aea “Risorse idriche in Europa – affrontare il problema della carenza idrica e della siccità” sottolinea che, mentre nel Sud dell’Europa continuano a sussistere i maggiori problemi dovuti a carenza di acqua, lo stress idrico è in aumento anche in alcune regioni del Nord. Inoltre il cambiamento climatico provocherà un aumento della gravità e della frequenza delle siccità in futuro, esacerbando lo stress idrico, soprattutto nei mesi estivi. Senza contare l’utilizzo illegale di acqua, l’Europa estrae annualmente circa 285 km3 di acqua dolce, il che corrisponde a una media di 5.300 m3 pro capite, equivalenti a due piscine olimpioniche.

Affinché a livello gestionale si passi dall’aumento dell’offerta alla riduzione al minimo della domanda, occorre avviare diverse politiche e prassi: in tutti i settori, compresa l’agricoltura, il prezzo dell’acqua deve essere stabilito in base al volume utilizzato; i governi devono attuare piani di gestione della siccità più ampiamente e concentrarsi sulla gestione dei rischi piuttosto che su quella delle crisi; le colture bioenergetiche che richiedono molta acqua dovranno essere evitate in zone caratterizzate da carenza idrica; attraverso una combinazione di selezione di colture e metodi di irrigazione, se sostenuti da programmi di assistenza per gli agricoltori, è possibile migliorare in modo considerevole l’efficienza idrica in agricoltura; i fondi nazionali ed europei, compresa la politica agricola comune dell’Unione europea, possono svolgere un ruolo importante nella promozione dell’uso efficiente e sostenibile delle risorse idriche in agricoltura; le misure di sensibilizzazione della popolazione, quali l’etichettatura ecologica, la certificazione ecologica e i programmi di educazione nelle scuole sono essenziali per conseguire un utilizzo sostenibile dell’acqua; devono essere affrontati i problemi relativi alle perdite nei sistemi di approvvigionamento idrico; in talune parti d’Europa, la perdita d’acqua dovuta a questa causa può superare il 40% della fornitura totale; l’estrazione illegale di acqua, spesso per uso agricolo, è diffusa in determinate aree d’Europa; per affrontare la questione deve essere attuato un monitoraggio adeguato e deve essere introdotto un sistema di multe o sanzioni; le autorità devono creare incentivi per un maggiore utilizzo di forniture alternative di acqua, quali le acque reflue trattate, le acque grigie e le acque piovane “raccolte”, al fine di contribuire alla riduzione dello stress idrico.

In Europa, le acque di superficie, quali laghi e fiumi, forniscono l’81% del totale delle acque dolci estratte e rappresentano la fonte idrica principale per l’industria, l’energia e l’agricoltura. Invece, l’approvvigionamento idrico pubblico dipende principalmente dalle acque sotterranee perché generalmente sono di migliore qualità. Quasi tutta l’acqua utilizzata nella produzione di energia è restituita a un corpo idrico, cosa che non avviene per la maggior parte di quella estratta per l’agricoltura. La desalinazione è ormai un’alternativa sempre più frequente alle fonti convenzionali di acqua, specialmente nelle regioni europee che soffrono di stress idrico. Tuttavia, nel valutare l’impatto globale della desalinazione sull’ambiente occorre tenere conto del suo elevato fabbisogno energetico e del risultante accumulo di “brine” (fluido salino scarto del trattamento).

Hydrica 2009: il dibattito sull’oro blu è alla fiera di Padova, dal 23 al 25 giugno 2009
03/04/2009 Hydrica, dal 23 al 25 giugno 2009 alla Fiera di Padova, dedica spazio a questa esigenza, presentando le tecnologie, le idee ed i progetti per la tutela e la conservazione dell’ambiente, e mette al centro dell’attenzione il dibattito su quella che oggi rappresenta una delle sfide più importanti per il nostro futuro.

Un salone come Hydrica diventa per tutti gli organismi coinvolti, un momento ideale di confronto e discussione su temi attuali come quello della tutela della risorsa idrica che, oggi più che mai, non è solo una questione ambientale, ma anche elemento essenziale per lo sviluppo economico del nostro Paese. Tema attualissimo, di questi ultimi giorni, è la presentazione della prima relazione della Commissione Europea su come “Affrontare il problema della carenza idrica e della siccità nell’Unione Europea” (COM 2008-875 def): il documento nell’evidenziare i progressi compiuti dai vari Paesi comunitari, sottolinea come ancora molto resti da fare per migliorare la gestione della domanda idrica su più ampia scala in Europa ed evitare la cattiva gestione delle risorse idriche, in particolare nelle zone caratterizzate da carenza d’acqua.

Hydrica 2009 ha coinvolto anche la Mission Economique di Ubifrance in Italia, che porterà in mostra Pmi francesi e organizzerà la «Journée franco-italienne des technologies de l’eau et de l’assainissement». L’obiettivo della giornata è duplice, da un lato, essa intende rappresentare l’occasione per un confronto sulla gestione delle risorse idriche in Italia e in Francia mettendo in luce come le due tradizionali scuole di pensiero sulla gestione dell’acqua stiano affermandosi in questi due paesi separatamente.

Dall’altro, l’iniziativa rientra nel più ampio obiettivo di favorire l’interscambio commerciale tra l’Italia e la Francia attraverso l’incontro tra i maggiori gestori italiani di reti idriche e gli operatori privati del mercato francese che sono riusciti a sviluppare, nel settore del trattamento e della depurazione delle acque reflue, un bagaglio considerevole di tecniche e conoscenze.

Questo solo un anticipo dei temi trattati dai soggetti coinvolti nella Direttiva Quadro, nei tre giorni di manifestazione. Si farà il punto della situazione sullo stato di applicazione in Italia della Direttiva Quadro 2000/60/CE con una preliminare valutazione delle misure che si dovranno adottare per il raggiungimento del «buono stato ecologico» entro il 2015. Saranno dibattute e approfondite le azioni da intraprendere e i meccanismi di garanzia da attivare per il rilancio degli investimenti nel settore, così come il tema dell’innovazione tecnologica, presentando, in particolare, le più avanzate esperienze di ricerca nel trattamento dei reflui e nel risanamento delle acque. Particolare attenzione sarà data alla tematica della riduzione e riutilizzo dei fanghi, che rappresentano a oggi una delle voci maggiormente incidenti sui costi di gestione dei depuratori e per questa ragione si stanno producendo notevoli sforzi di ricerca applicata e di applicazioni reali per la riduzione della produzione e per il proficuo riutilizzo.

Siemens acquisisce il 28% delle quote azionarie di Archimede Solar Energy
04/04/2009 Archimede Solar Energy (ASE) è l’unico produttore al mondo di tubi ricevitori solari a sali fusi per le centrali del solare termodinamico, la tecnologia sviluppata e brevettata nei laboratori Enea della Casaccia Roma e di Portici. Siemens opera nel mercato nelle turbine a vapore per centrali solari a concentrazione. Combinando queste due tecnologie sarà possibile aumentare l’efficienza degli impianti riducendo al contempo i costi di produzione.

“L’ingresso nel capitale di Archimede Solar Energy rappresenta un passo importante nella nostra strategia di sviluppo,“ ha detto René Umlauft, CEO mondiale della divisione Renewable Energy di Siemens a margine dell’incontro avvenuto oggi presso l’Enea. “Nei prossimi anni l’interesse per questa nuova promettente tecnologia è destinato a rafforzarsi”. Entro il 2015, il mercato delle centrali solari termodinamiche farà segnare – secondo stime Siemens – una crescita a due cifre anno su anno per un valore complessivo di oltre 10 miliardi di euro.

“Prima della fine di questo anno si darà inizio alla costruzione di uno stabilimento per la produzione di tubi solari che entrerà in funzione nel 2010” affermano Gianluigi e Federica Angelantoni, rispettivamente presidente e Ceo di Archimede Solar Energy.

Le centrali solari termodinamiche lavorano con lo stesso principio delle centrali convenzionali con la differenza che il calore per la generazione del vapore non è prodotta dai combustibili fossili ma dall’energia solare. Il solare termodinamico è una tecnologia basata sulla concentrazione, attraverso specchi parabolici, dell’energia solare e sul conseguente riscaldamento di un fluido la cui energia termica è accumulabile e in grado di produrre vapore, attivare le turbine e generare elettricità.

Tale processo, basato sull’intuizione del premio Nobel per la fisica Carlo Rubbia, sfrutta come fluido termovettore non un olio, ma una miscela di sali fusi che elimina quasi totalmente i rischi ambientali e raggiunge temperature di 550 °C superiori a qualsiasi altro fluido utilizzato in questo settore.

Confrontato con gli impianti che ricorrono all’abituale olio minerale l’efficienza delle centrali solari termodinamiche è decisamente più alta. Il sale fuso ha, infatti, costi contenuti e permette di aumentare la capacità di stoccaggio sopperendo alle discontinuità di irraggiamento solare. In tal modo l’impianto può erogare potenza elettrica anche di notte. Archimede Solar Energy è la sola società al mondo a usare sale fuso come fluido termovettore.

GEH: progetti di sviluppo per le maggiori aziende indiane del settore nucleare
04/04/2009 GE Hitachi Nuclear Energy (GEH) ha annunciato la firma di due accordi con Nuclear Power Corporation of India (NPCIL) e Bharat Heavy Electricals Limited (BHEL) per la collaborazione alla realizzazione di alcuni reattori nucleari che GEH progetterà per aiutare l’India a raggiungere i propri obiettivi di produzione energetica.

NPCIL e BHEL sono due società pubbliche impegnate a supportare gli sforzi per aumentare la produzione di elettricità dal nucleare della più vasta democrazia del mondo di oltre dieci volte nell’arco dei prossimi due decenni, passando dai 4,1 GW attuali ai 60 GW previsti per il 2032. Secondo gli accordi preliminari, GEH inizierà a pianificare con NPCIL e BHEL le risorse necessarie alla costruzione di centrali nucleari dotate di più unità ABWR (Advanced Boiling Water Reactor). Il sistema ABWR, con i suoi 1.350 MW di energia prodotta, è l’unico reattore di terza generazione sperimentato a livello commerciale: le prime due unità di quattro sono infatti entrate in servizio nel 1996 e nel 1997, e altri quattro esemplari sono attualmente in corso di produzione.

I memoranda d’intesa (MOU) sono stati firmati dopo la partecipazione di alcuni esponenti di GEH a una recente missione commerciale statunitense finalizzata a esplorare le potenziali opportunità di partnership con aziende indiane su futuri progetti per la costruzione di centrali nucleari.

I nuovi accordi gettano le basi della cooperazione tra GEH e le due società indiane, mentre ulteriori passi sono intrapresi dai governi indiano e statunitense per implementare l’accordo relativo alla collaborazione sul nucleare a scopi civili firmato nell’ottobre 2008. Queste iniziative, inclusa l’adozione di una norma sulla responsabilità civile e altre clausole regolamentari, continuano a progredire. Lo scorso mese, a Vienna, l’India e l’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (AIEA) hanno firmato un accordo per consentire le ispezioni nucleari: si tratta di un momento importante, e segno di ulteriori passi avanti verso la piena implementazione dell’accordo tra India e Stati Uniti.

L’energia nucleare riveste un ruolo importante nelle relazioni di GEH con l’India. General Electric Company (GE) costruì infatti la prima centrale nucleare indiana, la stazione BWR (Boiling Water Reactor) Tarapur 1 & 2, negli anni Sessanta. Oggi le aziende del gruppo GE sono attive sul mercato indiano in numerosi settori tecnologici, industriali e dei servizi, tanto che GE può essere considerata un partner della crescita di questo Paese. Il giro d’affari totalizzato da GE in India è pari a circa 2,6 miliardi di dollari, e la società occupa in tutto il Paese più di 14.500 persone.

Oltre al reattore ABWR di terza generazione, GEH propone anche il reattore di generazione III+ Economic Simplified Boiling Water Reactor (ESBWR) dal design passivo avanzato che evolve la tecnologia ABWR e di cui è attualmente in corso il processo di certificazione presso la Nuclear Regulatory Commission statunitense.

Rapporto Blossom & Company – Assobiotec “Biotecnologie in Italia 2009”
04/04/2009 Si è svolta a Milano, nell’ambito della manifestazione internazionale Bio-Europe Spring 2009, che si è tenuta dal 16 al 18 marzo presso il Milano Convention Centre di Fieramilanocity, la presentazione del Rapporto Blossom & Company – Assobiotec “Biotecnologie in Italia 2009”, realizzato insieme al CrEsit – Università dell’Insubria di Varese, al Cibie – Center for research in international business and economics dell’Università di Pavia, a Farmindustria, con il supporto dell’Ice. Il Rapporto, giunto alla quinta edizione, fotografa il comparto e ne analizza i trend di sviluppo, oltre che i punti di forza e di debolezza.

Per l’occasione sono intervenuti Stefano Milani – ceo di Blossom & Company, Segio Dompé – presidente di Farmindustria e Roberto Gradnik – presidente di Assobiotec.

260 imprese, di cui oltre il 50% costituite a partire dal 1999; forte predominanza di aziende dedicate alla cura della salute (190, 73% sul totale), oltre che di piccole imprese (190, 73% sul totale); netta prevalenza di aziende start up (147, pari al 57%); 41.000 addetti, di cui oltre 8.500 impegnati in attività di ricerca e sviluppo (+36%); 5,4 miliardi di euro di fatturato (+24% nell’ultimo anno); 1,5 miliardi di investimenti nel settore ricerca e sviluppo (in crescita del 15% nell’ultimo anno); patrimonializzazione in crescita del 33%; Ebit in continuo miglioramento (+84% rispetto all’anno precedente). Questi, in sintesi, i numeri del biotech italiano.

Cresce notevolmente la capacità di innovare, come dimostrano i 209 prodotti in sviluppo preclinico (73) e clinico (136, di cui 26 sono in Fase I, 55 in Fase II, 55 in Fase III), che trovano applicazione terapeutica nelle aree degli antineoplastici e degli immunomodulatori e, in percentuale minore, del sistema nervoso centrale, della dermatologia e del cardiovascolare. Vi sono poi 49 progetti in fase di ricerca precoce (“discovery”), che rappresentano un’interessante promessa per il settore per i prossimi anni e che fanno salire a 258 i prodotti italiani complessivamente in sviluppo.

OneSource di PerkinElmer ottiene un significativo sviluppo
04/04/2009 Consolidando i servizi per laboratori in un solo fornitore, OneSource offre ai clienti notevoli risparmi economici abbinati a miglior qualità dei servizi erogati. Negli ultimi dieci anni si è costantemente sviluppato e ha aumentato del 30% la clientela tra il 2007 ed il 2008.

Offre una scelta esaustiva di servizi che comprendono manutenzione correttiva e preventiva, qualifica e taratura, trasloco di laboratori e dismissione di attrezzature.

Occupandosi dei prodotti di tutti i principali fabbricanti di strumenti e tecnologie, ora gestisce oltre 50.000 attrezzature per laboratori di analisi e biologici in tutta Europa, che vanno dagli apparecchi generici (quali refrigeratori, congelatori, bilance e apparecchiature per la dissoluzione) a strumenti composti multicomponente (quali LC/MS/MS).

Nel 2008 ha ampliato la propria gamma di servizi per la conformità nei laboratori grazie all’acquisizione di LabMetrix Technologies e ora è in grado di offrire una delle soluzioni più complete per la qualifica di strumenti. Combinando un approccio metrologico brevettato ed avanzato con metodi convalidati e competenze nei processi di conformità, assiste ora sempre più laboratori nel raggiungimento degli obiettivi finanziari, operativi e scientifici. Pur rivolgendosi strategicamente alle aziende farmaceutiche e biotecnologiche, è adesso sempre più impiegato nelle industrie di svariati settori, dalla scienza delle colture e della salute degli animali, ai cosmetici, dall’assistenza sanitaria ai prodotti chimici.

Victrex si aggiudica il President Award RoSPA per la terza volta
04/04/2009 Victrex ha vinto il President Award della Royal Society for the Prevention of Accidents (RoSPA), per la terza volta consecutiva.

Lo schema dei premi RoSPA vanta un lungo corso, oltre cinquant’anni, nonché il massimo rispetto nell’ambito dei premi aziendali in Gran Bretagna e, per tutto questo, è uno dei più prestigiosi. Viene riconosciuto solo alle società che mettono in atto dei sistemi completi a livello di tutela della salute e della sicurezza e sono in grado di dimostrare elevati livelli di prestazioni in tal senso per un periodo di oltre dieci anni.

Il premio RoSPA ultimamente si è rivolto alle società sottolineando l’urgenza dei temi legati alla sicurezza anche durante la recessione, mettendo in guardia rispetto al pericolo di sottovalutare l’importanza di un’attività di questo genere, considerandola accessoria anziché essenziale sia a livello sociale che economico.

Il settore auto riconosce i vantaggi ambientali del nuovo refrigerante Hfo
04/04/2009 Il Cooperative Research Program di Sae International, programma di ricerca sponsorizzato dai maggiori produttori automobilistici, inclusi Chrysler, Ford, General Motors, Fiat, Jaguar, Land Rover, Hyundai, Psa, Renault e Toyota, ha recentemente diffuso un resoconto riassumendo i risultati della valutazione nell’industria automobilistica del refrigerante a basso potenziale di riscaldamento globale (Gwp) tetrafluoropropene/idrofluoro-olefine (Hfo) – 1234yf, co-sviluppato da DuPont. La relazione ha convalidato che Hfo-1234yf è sicuro per l’utilizzo negli impianti mobili di climatizzazione e, tra tutte le alternative proposte, presenta notevoli vantaggi ambientali. La conclusione della relazione è che Hfo-1234yf “offre una maggiore capacità di soddisfare le necessità dell’ambiente e dei consumatori”.

A causa dei tempi richiesti per la progettazione di nuove automobili, produttori e fornitori mondiali di automobili hanno lavorato in collaborazione con esperti del settore industriale e laboratori di collaudi indipendenti dal 2007, quando è stato creato il primo Sae International Cooperative Research Program (CRP) per esaminare la sicurezza e le prestazioni di Hfo-1234yf da utilizzare nei sistemi mobili di climatizzazione.

Nanotecnologie a sostegno di innovazione e competitività
04/04/2009 Il convegno Nanotec2009.it ha illustrato per tre giorni le applicazioni delle nanotecnologie nei settori chiave per l’innovazione del Paese, in parte inserite nell’agenda di “Industria 2015”: Governance; Sviluppo sostenibile, Salute e apparecchiature mediche; Ict, elettronica “security”; Made in Italy; Beni Culturali.

Promosso e organizzato da Airi/NanotecIT – Associazione italiana per la ricerca industriale/Centro italiano per le nanotecnologie, Cnr – Consiglio nazionale delle ricerche – e Veneto Nanotech, in collaborazione con l’Istituto per il commercio estero, il convegno ha fatto seguito a Nanotec2008, svoltosi un anno fa a Venezia con notevole successo di partecipanti (quasi 650) e di relatori, italiani e stranieri. Il quarto giorno è stato dedicato alla presentazione di Centri di ricerca, Università, Venture capitalist e Aziende – statunitensi, cinesi, giapponesi, italiane – e ai loro incontri diretti con le imprese nazionali.

Obiettivo del convegno è stato di mettere in evidenza le potenzialità delle nanotecnologie per lo sviluppo di un’innovazione diffusa. Pur essendo ancora nella fase iniziale del loro sviluppo, grazie al loro carattere abilitante esse sono in grado di favorire ad ampio spettro lo sviluppo tecnologico di un largo numero di settori industriali e dei servizi. Molti prodotti e applicazioni collegati alle nanotecnologie sono già disponibili e utilizzati nella vita quotidiana nei più disparati settori: tessuti tecnici, materiali intelligenti, cura della salute e biomedicale, cosmesi, sport, edilizia e risparmio energetico, catalisi per una chimica sostenibile, elettronica, automazione nell’automotive e così via.
Le nanotecnologie possono quindi essere un fattore di crescita economica del Paese, anche favorendo un incremento di competitività di settori industriali tradizionali, oltre che fornendo un importante contributo a settori ad alto contenuto tecnologico.

Il convegno, insomma, è stato l’occasione per illustrare le più recenti linee di ricerca, le strutture e le organizzazioni pubbliche e private maggiormente coinvolte, per orientare gli sforzi nel settore, attivare contatti operativi con i protagonisti a livello internazionale e per evidenziare il potenziale contributo delle nanotecnologie per il raggiungimento degli obiettivi a breve termine di Industria 2015.

L’esperto di efficienza energetica, Eberhard Jochem, vince il “Bayer Climate Award”
04/04/2009 Il professore ha dimostrato che la Germania può ridurre le sue emissioni di CO2 di circa il 15% entro il 2020 in modo economicamente proficuo semplicemente migliorando l’efficienza energetica. Questo corrisponderebbe a un decremento assoluto delle emissioni di CO2 di 125 milioni di tonnellate rispetto alla fine del 2007. Una diminuzione ancor più sostanziale dell’80% sarà possibile nei paesi industrializzati entro la fine del secolo, dichiara Jochem. Il presidente del Consiglio Direttivo di Bayer, Werner Wenning, ha presentato il premio al ricercatore climatico il 24 marzo scorso in occasione della cerimonia tenutasi a Berlino davanti a ospiti provenienti dagli ambiti accademico, politico, industriale e sociale.

Il “Bayer Climate Award” è il primo premio internazionale istituito come onoreficenza ai risultati eccezionali ottenuti nella ricerca sul clima. Una giuria indipendente di esperti ha selezionato Jochem tra 11 candidati, nominati dai presidenti delle comunità di ricerca europee. A Jochem è stato conferito un premio di 50.000 euro per la sua recente fondazione a favore della ricerca sul clima. Da questo momento, la Bayer Science & Foundation assegnerà tale premio ogni due anni come parte integrante del “Bayer Climate Program”.

Rinnovato il dibattito sulle città del futuro
07/04/2009 Svoltosi presso la Fiera di Roma fino a venerdì 3 aprile, promosso da Camera di Commercio di Roma e Fiera Roma – sotto l’Alto Patronato della Presidenza della Repubblica, Ecopolis è nato per promuovere una riflessione a tutto tondo sulle tematiche verdi più attuali, attraverso il ‘fil rouge’ della gestione ambientale delle città che, se da un lato rappresentano la maggiore fonte di impatto per l’ambiente, dall’altro possono contenere la soluzione a questi problemi.

Studi autorevoli dimostrano che nel 2030 quasi 5 miliardi di persone vivranno nelle aree urbane, con punte di crescita fino all’80% nei paesi non sviluppati o in via di sviluppo. Secondo i dati dell’United Nations Populations Fund “State of the world population 2007”, in Africa e Asia la popolazione urbana raddoppierà tra il 2000 e il 2030 e la concentrazione di persone in aree così ristrette comporterà un’analoga e parallela concentrazione di risorse, beni, merci, servizi, flussi. In una parola la gran parte dell’economia.

Ecopolis ha voluto essere il luogo in cui interrogarsi sulle modalità attraverso cui governare questi fenomeni, per costruire un futuro adeguato alle aspettative di miglioramento della qualità della vita. Ispirandosi alla Dichiarazione delle Città Verdi (Giornata Mondiale dell’Ambiente – San Francisco 2005), il salone ‘ha fatto il punto’ sullo stato dell’arte esistente in sette settori strategici: energia, rifiuti, mobilità, acqua, natura urbana, urban design, salubrità ambientale. Trasversale è stato poi il tema della governance, imprescindibile se si pensa al ruolo della pianificazione strategica delle grandi aree metropolitane.

La tre giorni romana è stata dunque un momento di incontro e di confronto destinato a diventare un
punto di riferimento per coloro che quotidianamente si occupano di progettare il futuro delle nostre città, a vari livelli e ognuno con le proprie competenze specifiche. Ogni metropoli sta oggi sperimentando nuovi modi per gestire i beni collettivi e le questioni di pubblico interesse (risparmio idrico, gestione dei rifiuti, salubrità dell’aria e così via), ma solo dalla condivisione delle conoscenze e dallo scambio di esperienze relative può prendere avvio un nuovo corso.

Rilancio energetico del bacino del fiume Sacco e della Valle dei Latini
07/04/2009 L’iniziativa, dopo l’interdizione alle coltivazioni tradizionali lungo il fiume Sacco, ha voluto rilanciare forme alternative di coltivazioni agricole destinate alla produzione di energia pulita, sia elettrica sia termica.

Dopo due anni di crescita in piena terra, il pioppo Srf o a “rotazione rapida” è risultato pronto per il primo ciclo di taglio. La giornata è servita quindi a dimostrare la capacità di crescita della coltura e la meccanizzazione relativa alle diverse fasi della raccolta (taglio, cippatura e carico). Il prodotto ricavato dalla potatura sarà poi utilizzato per la generazione del primo reddito da agroenergia per le aziende coinvolte nella formazione della filiera agroenergetica del distretto della Valle dei Latini. L’appuntamento ha concretizzato un progetto ambizioso, capace di fondere agricoltura, ambiente, energia e sviluppo sostenibile.

Tra i promotori dell’evento hanno figurato l’assessorato all’Agricoltura della Regione Lazio, l’Ufficio commissariale per l’emergenza nel bacino del fiume Sacco e l’Arsial, l’Agenzia regionale per lo sviluppo e l’innovazione dell’agricoltura del Lazio. Questi enti stanno portando avanti, da alcuni anni, nella Valle dei Latini, un progetto di recupero delle aree inquinate.

La fase di inizio è stata sviluppata con la collaborazione della società umbra Atena, un’azienda operante nel settore agroenergetico che vanta un See Award 2009, il premio per le energie sostenibili europee conferito dalla Commissione europea.

Alla giornata hanno partecipato, oltre alle istituzioni, anche i diversi componenti attuali e potenziali della filiera agroenergetica: il produttore (l’imprenditore agricolo), la società logistica (Atena) e il trasformatore energetico rappresentato da Acea.

Dall’Inghilterra 100 milioni per il fotovoltaico “made in Rome”
07/04/2009 Dopo un’approfondita analisi del settore fotovoltaico italiano, il fondo di investimento britannico Ethos Holding ha scelto Convert Italia, azienda romana produttrice di energia dal sole, come partner industriale per la realizzazione di campi fotovoltaici di taglia medio-grande per una potenza complessiva di 20 MW. Le regioni interessate dagli investimenti saranno quelle del centro sud, in particolare il Lazio, dove sarebbero costruiti impianti per circa 10 MW, Puglia e Sicilia.

La joint venture siglata tra il Gruppo d’oltremanica e l’azienda romana punta a coniugare l’eccellenza economico-finanziaria con quella ingegneristica. Ethos Holding prevede infatti di allocare risorse per un importo di circa 100 milioni di euro. Convert Italia, si impegnerà invece nel realizzare i campi fotovoltaici con la formula chiavi in mano curando gli aspetti amministrativi, impiantistici e gestionali.

“L’accordo – spiega Oliviero Armezzani, Direttore Sviluppo Strategico di Convert Italia – rappresenta per noi un importante opportunità per consolidarci in un mercato su cui abbiamo investito molto in termini di ricerca e sviluppo. Inoltre l’interessamento di capitali internazionali – prosegue Armezzani – dimostra che in Italia, grazie anche agli incentivi del Conto Energia, il fotovoltaico può diventare un motore di crescita economica.

L’accordo potrà contare sulle soluzioni tecnologiche ideate e brevettate da Convert Italia come il nuovo inseguitore solare “Ali di Gabbiano” prodotto da Convert Italia nei propri stabilimenti di Pomezia. L’inseguitore fotovoltaico a concentrazione “Ali di Gabbiano” riesce a incrementare l’energia prodotta dalle celle fotovoltaiche di circa il 40% attraverso due soluzioni apparentemente semplici. Da un lato i pannelli seguono il percorso del sole posizionandosi sempre nella migliore condizione di irraggiamento.

Dall’altro una serie di specchi, posizionati ai bordi dei pannelli, concentrano la luce solare