Edizione N° 29 del 11 settembre 2007

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Energie e Ambiente

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Edizione N° 29 del 11 settembre 2007


notizie
Bayer MaterialScience completa l’acquisizione della taiwanese Ure-Tech
26/07/2007 L’integrazione con Ure-Tech incrementa sostanzialmente il posizionamento dei TPU Bayer MaterialScience sul mercato asiatico-pacifico, espandendo significativamente in questa regione la quota di mercato dell’azienda nelle resine in TPU. Con l’aggiunta degli stabilimenti per la produzione di TPU di Ure-Tech nella regione asiatico-pacifica, Bayer MaterialScience avrà otto sedi operative nel mondo per la produzione di resine e pellicole in TPU. Quattro di esse si trovano nella regione asiatico-pacifica, a Taiwan, in Cina, in Giappone e in India, e le altre si trovano in Europa e in Nord America.

Nel 2006 il mercato globale totale delle resine e delle pellicole in TPU è stato stimato in 1,3 miliardi circa di euro. Nell’Asia Pacifica si ipotizza un tasso di crescita annuo del mercato dei TPU del 10% circa.

Nel 2006, circa 200 impiegati della Ure-Tech Group hanno prodotto vendite per circa 63 milioni di dollari USA. L’anno scorso, le vendite della Business Unit Poliuretani Termoplastici di Bayer MaterialScience sono state di 205 milioni di euro, con circa 450 impiegati. Entrambe le parti hanno concordato di non rendere pubblico il prezzo d’acquisto.

Rutronik “Think green”, l’impegno ecologico si estende nella catena della distribuzione
18/09/2007 Con il motto “Think green” il Broadliner da inizio alla sua campagna ecologica per la sensibilizzazione all’interfaccia fra i produttori dei componenti e dei terminali/applicativi. Nella catena della distribuzione esistono spunti sostanziali per un comportamento ecologico da
parte dei partner di distribuzione. L’impegno integrativo di Rutronik per l’ecologia si estende a quattro colonne portanti della difesa dell’ambiente: consulenza ecologica nella scelta dei prodotti e nella progettazione, gestione della qualità e dell’ecologia, riciclaggio e riutilizzo.

Grazie a un ampia gamma di prodotti nel settore dei semiconduttori e degli elementi costruttivi passivi ed elettromeccanici, Rutronik è in grado di fornire ai clienti dei kit ad alto risparmio energetico reciprocamente coordinati con bassa dissipazione di potenza. “Un gran numero di clienti possiede già dei limiti di energia da rispettare. Naturalmente, il rendimento deve essere il più possibile alto e, di conseguenza il consumo di corrente molto basso, cosa particolarmente importante nel campo degli apparecchi ad accumulatore e a batteria. Altri, per motivi di gestione termica, devono usare componenti a risparmio energetico”, spiega Peter Klöpfer, product sales manager dei semiconduttori di potenza.

Un’ulteriore colonna dell’impegno ecologico di Rutronik è rappresentato dai sistemi certificati di gestione della qualità e dell’ambiente. Mentre i sistemi di gestione qualità (QMS) sono oggi d’obbligo, la gestione ambientale (UMS) secondo ISO 14001 (1) è facoltativa e assolutamente non standard ancora presso numerose aziende. Rutronik considera la gestione ambientale parte integrante della sua politica aziendale strategica nel campo della difesa ambientale. L’UMS riveste un ruolo importante soprattutto nei campi dello smaltimento qualificato dei rifiuti, della loro riduzione e nel severo controllo del consumo di risorse (corrente, acqua, olio combustibile). Va comunque accennata anche la riduzione delle emissioni grazie a un numero minore di partner di trasporto, a una programmazione efficiente delle corse di consegna dei camion e la concentrazione di percorrenze all’interno dell’intero servizio esterno. UMS ha inoltre anche effetti diretti sulla qualità: Rutronik, infatti, già prima dell’entrata in vigore della direttiva RoHS ha inserito una chiara separazione degli articoli mediante un nuovo codice in grado di permettere ai clienti un disbrigo regolare degli ordini. Parallelamente sono stati organizzati per i clienti di tutta Europa 15 seminari RoHS con oltre 900 partecipanti, quando questa tematica era ancora sconosciuta ai più.

Nello smaltimento dei rifiuti, presso Rutronik i seguenti aspetti rivestono un ruolo di primo piano: informazione sostanziale e su larga scala in tutti i centri logistici da parte di incaricati aziendali per l’ecologia (BfiU), una grande offerta di possibilità di smaltimento per la separazione di differenti tipi di rifiuti per il loro trattamento (AZV) come anche una scelta ottimale delle aziende di riciclaggio. In tale ambito e su richiesta del cliente, Rutronik si prende carico della resa dei materiali di imballaggio in plastica. I materiali plastici vengono suddivisi in quattro frazioni e consegnati alle aziende di riciclaggio a servizio della Rutronik.

Il riutilizzo dei prodotti è gestito presso Rutronik come sistema di scambio con contenitori di confezionamento. La gestione avviene mediante un conto recipienti e viene inventariato annualmente da parte del cliente.

Fondamentalmente si cerca di unificare la struttura dei vuoti di stabilimento del cliente e di evitare qualsiasi riconfezionamento che non sia necessario. Il ciclo si svolge nel seguente modo: la merce del produttore viene consegnata confezionata in cartoni. Tale merce viene parzialmente caricata dal reparto di ingresso merce di Rutronik in recipienti di magazzino specifici della Rutronik e preparati all’immagazzinaggio. Una parte della merce rimane nel cartone originale. Se il cliente ordina lotti e quantità originali e se il processo non richiede il disimballaggio, allora l’imballaggio del produttore non viene aperto e viene spedito invariato al cliente. “Una standardizzazione dei recipienti non esiste, essi sono sviluppati in collaborazione con il cliente secondo i suoi fabbisogni”, spiega Harald Gölz, direttore della gestione Warehouse.

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Bayer MaterialScience completa l’acquisizione della taiwanese Ure-Tech
26/07/2007 L’integrazione con Ure-Tech incrementa sostanzialmente il posizionamento dei TPU Bayer MaterialScience sul mercato asiatico-pacifico, espandendo significativamente in questa regione la quota di mercato dell’azienda nelle resine in TPU. Con l’aggiunta degli stabilimenti per la produzione di TPU di Ure-Tech nella regione asiatico-pacifica, Bayer MaterialScience avrà otto sedi operative nel mondo per la produzione di resine e pellicole in TPU. Quattro di esse si trovano nella regione asiatico-pacifica, a Taiwan, in Cina, in Giappone e in India, e le altre si trovano in Europa e in Nord America.

Nel 2006 il mercato globale totale delle resine e delle pellicole in TPU è stato stimato in 1,3 miliardi circa di euro. Nell’Asia Pacifica si ipotizza un tasso di crescita annuo del mercato dei TPU del 10% circa.

Nel 2006, circa 200 impiegati della Ure-Tech Group hanno prodotto vendite per circa 63 milioni di dollari USA. L’anno scorso, le vendite della Business Unit Poliuretani Termoplastici di Bayer MaterialScience sono state di 205 milioni di euro, con circa 450 impiegati. Entrambe le parti hanno concordato di non rendere pubblico il prezzo d’acquisto.

Rutronik “Think green”, l’impegno ecologico si estende nella catena della distribuzione
18/09/2007 Con il motto “Think green” il Broadliner da inizio alla sua campagna ecologica per la sensibilizzazione all’interfaccia fra i produttori dei componenti e dei terminali/applicativi. Nella catena della distribuzione esistono spunti sostanziali per un comportamento ecologico da
parte dei partner di distribuzione. L’impegno integrativo di Rutronik per l’ecologia si estende a quattro colonne portanti della difesa dell’ambiente: consulenza ecologica nella scelta dei prodotti e nella progettazione, gestione della qualità e dell’ecologia, riciclaggio e riutilizzo.

Grazie a un ampia gamma di prodotti nel settore dei semiconduttori e degli elementi costruttivi passivi ed elettromeccanici, Rutronik è in grado di fornire ai clienti dei kit ad alto risparmio energetico reciprocamente coordinati con bassa dissipazione di potenza. “Un gran numero di clienti possiede già dei limiti di energia da rispettare. Naturalmente, il rendimento deve essere il più possibile alto e, di conseguenza il consumo di corrente molto basso, cosa particolarmente importante nel campo degli apparecchi ad accumulatore e a batteria. Altri, per motivi di gestione termica, devono usare componenti a risparmio energetico”, spiega Peter Klöpfer, product sales manager dei semiconduttori di potenza.

Un’ulteriore colonna dell’impegno ecologico di Rutronik è rappresentato dai sistemi certificati di gestione della qualità e dell’ambiente. Mentre i sistemi di gestione qualità (QMS) sono oggi d’obbligo, la gestione ambientale (UMS) secondo ISO 14001 (1) è facoltativa e assolutamente non standard ancora presso numerose aziende. Rutronik considera la gestione ambientale parte integrante della sua politica aziendale strategica nel campo della difesa ambientale. L’UMS riveste un ruolo importante soprattutto nei campi dello smaltimento qualificato dei rifiuti, della loro riduzione e nel severo controllo del consumo di risorse (corrente, acqua, olio combustibile). Va comunque accennata anche la riduzione delle emissioni grazie a un numero minore di partner di trasporto, a una programmazione efficiente delle corse di consegna dei camion e la concentrazione di percorrenze all’interno dell’intero servizio esterno. UMS ha inoltre anche effetti diretti sulla qualità: Rutronik, infatti, già prima dell’entrata in vigore della direttiva RoHS ha inserito una chiara separazione degli articoli mediante un nuovo codice in grado di permettere ai clienti un disbrigo regolare degli ordini. Parallelamente sono stati organizzati per i clienti di tutta Europa 15 seminari RoHS con oltre 900 partecipanti, quando questa tematica era ancora sconosciuta ai più.

Nello smaltimento dei rifiuti, presso Rutronik i seguenti aspetti rivestono un ruolo di primo piano: informazione sostanziale e su larga scala in tutti i centri logistici da parte di incaricati aziendali per l’ecologia (BfiU), una grande offerta di possibilità di smaltimento per la separazione di differenti tipi di rifiuti per il loro trattamento (AZV) come anche una scelta ottimale delle aziende di riciclaggio. In tale ambito e su richiesta del cliente, Rutronik si prende carico della resa dei materiali di imballaggio in plastica. I materiali plastici vengono suddivisi in quattro frazioni e consegnati alle aziende di riciclaggio a servizio della Rutronik.

Il riutilizzo dei prodotti è gestito presso Rutronik come sistema di scambio con contenitori di confezionamento. La gestione avviene mediante un conto recipienti e viene inventariato annualmente da parte del cliente.

Fondamentalmente si cerca di unificare la struttura dei vuoti di stabilimento del cliente e di evitare qualsiasi riconfezionamento che non sia necessario. Il ciclo si svolge nel seguente modo: la merce del produttore viene consegnata confezionata in cartoni. Tale merce viene parzialmente caricata dal reparto di ingresso merce di Rutronik in recipienti di magazzino specifici della Rutronik e preparati all’immagazzinaggio. Una parte della merce rimane nel cartone originale. Se il cliente ordina lotti e quantità originali e se il processo non richiede il disimballaggio, allora l’imballaggio del produttore non viene aperto e viene spedito invariato al cliente. “Una standardizzazione dei recipienti non esiste, essi sono sviluppati in collaborazione con il cliente secondo i suoi fabbisogni”, spiega Harald Gölz, direttore della gestione Warehouse.

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Foresta, legno, energia: una filiera sostenibile, economica e che rispetta l’ambiente
20/09/2007 Un posto di rilievo sarrà dato alla tecnologia legata all’utilizzazione delle risorse forestali e alla loro successiva trasformazione in calore da cui dipende la reale sostenibilità (ambientale, economica e sociale) della filiera FOResta- Legno- ENERgia.

A Forlener sarà presente un’area dimostrativa dinamica all’interno della quale saranno presentate le macchine e le attrezzature utilizzate non solo nella raccolta e movimentazione del legno, ma anche nella sua combustione.

All’interno di quest’area saranno messi in funzione oltre 100 macchinari e per far si che i visitatori possano apprezzarne al meglio le funzionalità e le potenzialità sono state organizzate delle visite guidate condotte dai tecnici del Cnr Ivalsa.

Inoltre, grazie ai convegni organizzati in occasione della fiera, non mancheranno i momenti di confronto in cui saanno esaminate le potenzialità legate al ritorno al legno come fonte di approvvigionamento energetico.

Il legno ha rappresentato nei secoli la principale risorsa di energia termica e soltanto con l’avvento della società moderna è stato per larga parte soppiantato da fonti fossili non rinnovabili (quindi destinate a esaurirsi).

Nonostante a livello globale, specialmente nei paesi in via sviluppo, la legna grezza costituisce una fonte primaria d’energia di grande rilevanza (7% del bilancio energetico complessivo per la Food and Agriculture Organization, 3% secondo l’International Energy Agency) nei Paesi occidentali la legna contribuisce solo per il 2% alla richiesta complessiva d’energia (secondo dati della FAO).

Il massiccio utilizzo di combustibili fossili per l’approvvigionamento energetico, però, ha portato a una situazione di costante inquinamento e di crescente instabilità climatica. Per far fronte a questa situazione la politica in ambito Comunitario e Nazionale si sta concentrando su una parziale sostituzione delle fonti fossili con fonti rinnovabili e non inquinanti (come l’ambizioso obiettivo dell’UE di produrre il 20% di energia da fonti rinnovabili entro il 2020).

Il legno è così tornato a essere una delle fonti energetiche rinnovabili d’interesse, addirittura diventando “di moda”. Purtroppo, però, come al solito non mancano le polemiche. A livello mondiale si discute molto sulla questione del suo utilizzo come fonte di energia. A livello globale, si teme, infatti che questo, possa portare a un eccessivo sfruttamento delle foreste e a un loro conseguente depauperamento.

Se nei Paesi in via di sviluppo quanto detto può essere vero, per quanto concerne l’Italia, ma anche l’Europa siamo di fronte a una situazione totalmente opposta. In Italia e in Europa, infatti, le risorse forestali sono in continua espansione. Si pensi che, secondo dati della FAO, in tutta Europa le foreste aumentano di circa 1 milione di ettari ogni anno e in Italia la superficie boschiva è raddoppiata negli ultimi 50 anni, arrivando a coprire il 34,7% del territorio nazionale (dati del Corpo Forestale dello Stato).

Al contrario di ciò che comunemente si pensa, una crescita così rapida della superficie forestale non è completamente un fattore positivo da un punto di vista ambientale. Questo perchè un aumento della superficie boschiva potrebbe portare sia a una diminuzione della biodiversità complessiva (per la perdita del mosaico paesaggistico ricco di una grande varietà di micro-habitat), sia all’aumento del pericolo di incendio. La soluzione sarebbe quella di fare gestione attiva e non abbandonare i boschi al loro destino!

Utilizzando il legno come fonte di energia si potrebbe modificare questa situazione e la gestione dei boschi oltre che utile diventerebbe anche economicamente vantaggiosa.

Per fare questo però andrebbero create delle filiere che, a partire dalla foresta, trasformino il legno in energia. Delle filiere che, se ben pianificate, potrebbero risultare sostenibili a livello ambientale, economico, e sociale. Delle filiere pianificate in base alle reali risorse umane e ambientali del territorio.

La sostenibilità del legno come fonte di energia viene infatti a crollare nel preciso momento in cui lo si va a reperire in un altro Stato o addirittura in un altro continente, come sta accadendo.

Altrettanto importante è che il legno sia bruciato dentro caldaie che, utilizzando le più moderne tecnologie, abbattano il più possibile l’inquinamento in termini di fumi e polveri sottili.

SolFocus acquista Inspira e spinge l’innovazione nel campo dei puntatori solari.
20/09/2007 SolFocus, azienda che produce sistemi di concentratori fotovoltaici (CPV), ha acquisito Inspira SL, azienda privata produttrice di sun tracker (puntatori solari) con base a Madrid, in Spagna. Inspira continuerà a operare come filiale di SolFocus e continuerà a commercializzare prodotti con il suo marchio. Con una gestione più estesa della supply chain e la possibilità di accedere a strutture produttive a costi più contenuti, SolFocus consentirà ad Inspira di ridurre i costi dei puntatori solari.

Inspira ha sviluppato i controller più stabili e precisi che si trovano sul mercato. Si tratta di dispositivi che orientano i pannelli fotovoltaici – sia a elementi piatti che concentrati – verso il sole. Non solo il tracking è elemento fondamentale nei sistemi CPV, ma il tracking dei pannelli piatti è riconosciuto anche come tecnologia in grado di aumentare drasticamente la produzione di energia, fino al 40% in più. Con la crescente diffusione dell’energia solare al mercato industriale e delle applicazioni estese, l’importanza di puntatori affidabili e a basso costo – disponibili in grandi volumi – è fondamentale. Poiché il mercato solare si basa sui puntatori per massimizzare la produzione di energia, è fondamentale assicurarsi che questo settore in rapida espansione disponga di una struttura industriale adeguata per diventare una fonte generale per produrre energia elettrica nel mondo più affidabile possibile.

Franco Traverso di Helios interviene al convegno sull’innovazione dell’industria fotovoltaica italiana
20/09/2007 Nel corso del convegno “L’innovazione per l’industria fotovoltaica italiana” svoltosi presso la Fiera di Milano lo scorso 4 settembre, hanno parlato della situazione italiana autorevoli esponenti del settore in qualità di relatori. Tra gli altri la parola è stata data ad Helios Technology, storica e principale azienda italiana produttrice di celle, moduli e componenti fotovoltaici. Attraverso l’intervento del suo amministratore delegato, Franco Traverso, sono state delineate le principali tappe di sviluppo, che da tempo hanno fatto di Helios il fiore all’occhiello del fotovoltaico nazionale, nonché le nuove prospettive per un futuro sempre all’insegna dell’innovazone.

La nascita dell’azienda nel 1981, agli albori del fotovoltaico in Italia, è il primo grande passo subito seguito da importanti conferme sul mercato nazionale con i primi sistemi, sia di piccole che di grandi dimensioni, per l’utilizzo dell’energia solare per la produzione di elettricità. E così l’azienda prosegue, anno dopo anno, lungo la strada dell’innovazione: nel 1990 viene introdotta la produzione di lingotti e wafer di silicio mono-cristallino, nel 1994-1995 sono effettuati i trasferimenti di tecnologie in India, Svezia, Sudafrica e poi nel 2002 anche in Cina, nel 2000 l’installazione a Brindisi della più grande applicazione fotovoltaica di illuminazione stradale con ben 2.500 lampioni solari, nel 2003-2004 gli investimenti continuano con l’automazione della linea produttiva cui consegue l’incremento della capacità produttiva da 3 a 10 MW. Nel 2005 e 2006 l’ingresso nel Gruppo Kerself quotato nel segmento Expandi della Borsa Italiana e la conferma da parte del mercato con un fatturato di 32,5 milioni di euro. Infine la nuovissima linea produttiva per celle in silicio mono e multi-cristallino che porterà già a fine 2007 la capacità produttiva aziendale a 30 MW annui, con possibilità di incremento sino a 34 MW.
Il tutto costellato da numerosi brevetti tecnologici che fanno di Helios un’azienda da sempre proiettata nel futuro.

Nel corso del Convegno il quadro della situazione dell’industria fotovoltaica in Italia è stato completato dagli interventi di autorevoli esponenti di Gifi, Assosolare, Enel e di altre aziende italiane oltre che degli organizzatori, Kyoto Club ed ETA Energie Rinnovabili.

DuPont all’insegna della sostenibilità inaugura una nuova linea di coestrusione e presenzia a K 2007
20/09/2007 Secondo Nandan Rao, technology director presso DuPont Performance Materials, DuPont sta ora esplorando il campo della raffinazione di altri materiali cellulosici, quali gli steli e le foglie del mais, in zuccheri da elaborare in composti chimici a valore aggiunto come Bio-PDO.

L’impegno di DuPont nei confronti di un piano sostenibile è riflesso anche nella sua partecipazione alla manifestazione K 2007 a Düsseldorf (Germania), che si terrà dal 24 al 31 ottobre 2007. Tra i punti salienti della presentazione dell’azienda si troveranno i più recenti sviluppi nel campo di produzione di polimeri da fonti rinnovabili e di sostituzione dei metalli per promuovere il risparmio energetico e la riduzione delle emissioni. In primo piano anche i nuovi prodotti ad alte prestazioni per una vasta gamma di settori – automobilistico, medico-sanitario, del packaging, elettrico, chimico, sportivo e del tempo libero – in applicazioni commerciali a livello mondiale. Inoltre sarranno forniti maggiori dettagli sulle potenzialità della linea recentemente inaugurata di coestrusione con possibilità di corrugazione presso l’European Technical Center di DuPont a Ginevra. DuPont è visitabile al padiglione 6, stand D27.

La linea monoblocco di Ginevra, che può essere adattata secondo le necessità, consente la produzione di manufatti multistrato, lisci o corrugati che trovano largo impiego nel settore automobilistico ed industriale in genere. L’investimento strategico effettuato da DuPont è dimostrazione dell’impegno a lungo termine nell’applicare le proprie conoscenze su materiali e tecnologie al settore crescente dell’ estrusione.

A Climamed 2007 Siram presenta il caso Amiata Energia
20/09/2007 In occasione della quarta edizione del congresso internazionale Climamed organizzato da AICARR (Associazione Italiana Condizionamento Aria, Riscaldamento e Refrigerazione) Giovanni Rivolta, direttore generale Siram, ha presentato il progetto Amiata Energia Spa.

Si tratta di un progetto di teleriscaldamento per lo sfruttamento del calore residuo prodotto dalla Centrale Geotermica di Bagnore di proprietà di Enel Green Power che attualmente viene smaltito in atmosfera tramite torri di evaporazione. Il calore sotto forma di vapore a bassa pressione, viene trasformato in acqua calda a 90° grazie alla nuova centrale di scambio termico costruita da Amiata Energia SpA (di cui Siram è socio) e quindi distribuito attraverso una rete di condotte nel territorio dei comuni di Santa Fiora e limitrofi in provincia di Grosseto. La realizzazione consente di ottimizzare l’energia prodotta da una fonte naturale, la geotermia, contribuendo a ridurre le emissioni inquinanti e i gas dannosi per l’effetto serra. Il Comune di Santa Fiora si è affidato a Amiata Energia allo scopo di migliorare la qualità della vita dei suoi concittadini, perseguendo una via eco-sostenibile sia nel presente sia per gli anni a venire.

Il successo a Santa Fiora dell’energia geotermica distribuita attraverso una rete di teleriscaldamento potrà essere d’esempio per altri comuni della zona che decidano di sfruttare questa fonte di energia alternativa ai combustibili fossili.

La ricerca geotermica per la produzione di energia si sta sviluppando costantemente con due installazioni da 20 MW a Santa Fiora e sette a Piancastagnaio (Siena): la potenza installata complessiva è pari a 75 MW, con una produzione annua di 390,9 GWh. Sono in fase di realizzazione altri impianti per una potenza totale di 100 MW.

L’accordo stipulato tra Enel Green Power e Amiata Energia prevede la fornitura di energia geotermica per un periodo di 25 anni. Il Comune di Santa Fiora, da parte sua, ha concesso il terreno per eseguire i lavori di installazione delle tubazioni della rete di teleriscaldamento.

Diversi i valori aggiunti di questo progetto per la collettività: l’ottimizzazione di energia prodotta da fonti rinnovabili e nessun altro impatto ambientale; la sicurezza degli impianti di produzione e la semplicità della fornitura di calore; nuove opportunità di lavoro a livello locale e un’immagine positiva per il comune di Santa Fiora.

Victrex si impegna nello sviluppo di applicazioni specifiche
21/09/2007 In linea con l’impegno continuo dedicato al soddisfacimento di richieste specifiche del cliente Victrex, il produttore del polimero Victrex Peek, ha aperto il centro presso il proprio sito produttivo che si trova a Thornton Cleveleys, in Gran Bretagna.

Il nuovo centro, del valore di 1,5 milioni di sterline, che occupa una superficie complessiva di 900 mq e rappresenta l’espansione dell’esistente sito produttivo di Victrex, fornirà ai clienti un supporto completo dedicato allo sviluppo applicativo su alcuni comparti industriali specifici, quali l’automobile, l’elettronica e i semiconduttori e il settore petrolifero e del gas. Il centro fornirà inoltre ampie specifiche sui materiali e servizi di test.

Il Vatc rappresenta il secondo maggiore investimento effettuato dalla società in Gran Bretagna nel corso di quest’anno. In maggio, è infatti stato inaugurato un nuovo impianto destinato all’estrusione di film del valore di 5,3 milioni di sterline, sempre nel sito di Thornton Cleveleys, che si qualifica come l’impianto maggiore e più avanzato del mondo per la produzione di film.

Il nuovo Vatc ospita attrezzature di estrusione e compounding per lo sviluppo di nuovi prodotti, macchine avanzatissime di stampaggio a iniezione, nonché la possibilità di supportare i clienti nelle prove on-site, così come una gamma di strumenti dedicati allo stampaggio di campionature e pezzi a titolo di test. Lavorano presso il centro venti esperti specializzati nello sviluppo applicazioni in grado di mettere a punto nuovi compound a base di Victrex Peek finalizzati alla soddisfazione dei requisiti specifici dei clienti. Il Vatc dispone inoltre di alcune attrezzature brevettate e destinate alla produzione e ai test, sviluppate in proprio dalla stessa Victrex che serviranno alla messa a punto e alla commercializzazione della nuova generazione di applicazioni in Victrex Peek.

Il Vatc risulta complementare al centro asiatico dedicato all’innovazione e alla tecnologia che la società ha aperto a Shanghai la scorsa estate. Entrambi lavorano sui settori mercato emergenti. Il centro si focalizza sullo sviluppo dei prodotti e recentemente si è occupato della realizzazione e commercializzazione dei gradi ESD del polimero Victrex Peek.

È online il sito di Cortexa, il consorzio italiano dei produttori del cappotto di qualità
21/09/2007 Nato nel mese di luglio, Cortexa unisce sotto un unico marchio le competenze di aziende operanti nel sistema di isolamento a cappotto (Caparol, Ivas, Materis Paints – con i marchi Settef e Viero -, Röfix, Sto Italia e Waler) con l’obiettivo di rispondere a precise esigenze degli operatori del settore edile, prima tra tutte quella di poter disporre di un sistema di coibentazione controllato e certificato in ogni sua parte. Le aziende di Cortexa vantano oltre 30 anni di esperienza nel settore e milioni di metri quadrati di facciate di edifici isolati in Italia e nel mondo.

Il sito, che si rivolge non solo agli operatori del settore edile, ma a tutti coloro che desiderano aggiornarsi sul tema della coibentazione termica degli immobili, informa l’utente in modo chiaro, semplice e immediato.

Dall’home page, dalla grafica molto piacevole e di semplice fruizione, si può accedere alle diverse sezioni dedicate. Nelle Normative si trova un utile strumento d’informazione che introduce al mondo degli accordi internazionali in materia ambientale (Protocollo di Kyoto) e al tema della certificazione energetica degli edifici

Una sezione a parte è dedicata al Decalogo, nato su iniziativa delle aziende fondatrici per garantire il completo raggiungimento dei vantaggi propri del cappotto termico, il decalogo Cortexa è strutturato in dieci regole tecniche, obbligatorie per far parte del consorzio, relative sia agli standard qualitativi dei materiali impiegati (come i pannelli isolanti, gli intonaci, i rivestimenti di finitura, le pitture per facciate) sia alle tecniche e alle procedure di posa in opera.

A Roma un traforo tutto bianco e a prova di smog
25/09/2007 In occasione della Notte Bianca è stato ufficialmente inaugurato il traforo Umberto I° che collega via Nazionale con via del Tritone. I lavori di ammodernamento, frutto di un accordo di sponsorizzazione tra il Comune di Roma, Italcementi e C.I.M. (Calci Idrate Marcellina) hanno restituito ai cittadini romani un’opera completamente rinnovata. Il traforo è stato rivestito interamente con Cimax Ecosystem Paint, pittura cementizia bianca prodotta da C.I.M., a base di TX Active, il principio attivo fotocatalitico brevettato da Italcementi in grado di abbattere gli inquinanti organici e inorganici presenti nell’aria.

“Abbiamo fatto numerose applicazioni in molte città d’Italia e gli effetti dell’abbattimento degli inquinanti sono sorprendenti. A Milano, ad esempio, un’applicazione in un tunnel analogo a questo di Roma, ha confermato una riduzione del 22,7% degli agenti inquinanti. E qui a Roma ci aspettiamo valori tra il 30% e il 40% – ha confermato Enrico Borgarello, direttore Ricerca e Sviluppo di Italcementi – TX Active, è un principio attivo ecocompatibile certificato per malte, pitture, intonaci e pavimentazioni e per questo abbiamo diverse richieste da parte di cittadini e amministrazioni pubbliche per l’utilizzo di materiali cementizi da costruzione contenenti TX Active. È infatti un modo nuovo per contribuire alla riduzione degli inquinanti che aggrediscono l’ambiente urbano. Grazie a questo prodotto, nato nei laboratori Italcementi di Bergamo e lanciato qui a Roma dove abbiamo fatto la prima applicazione vera a propria con la Chiesa del Giubileo (Dives in Misericordia), abbiamo contribuito a migliorare la qualità dell’aria in diverse città”.

In base all’accordo con il Comune di Roma le due società (Italcementi e C.I.M. SpA) hanno sponsorizzato l’intervento con un impegno di circa 500 mila euro.

L’efficacia dei prodotti a base di TX Active è ormai ampiamente dimostrata: le applicazioni realizzate in questi anni in ambiente urbano hanno evidenziato – fuori quindi dalle condizioni ottimali dei laboratori – una capacità significativa di riduzione degli inquinanti, oscillante fra il 20 e il 70%, in relazione alle condizioni atmosferiche e all’irraggiamento luminoso che innesca il processo di fotocatalisi. TX Active è stato a lungo testato e quindi certificato da importanti centri di ricerca indipendenti (CNR, ARPA, Centro Ricerche di Ispra).

Al fine di ottimizzare l’azione della pittura fotoattiva è stato installato un impianto di illuminazione specifico, prodotto dalla Disano-Illuminazione, in grado di intensificare con la propria luce il processo della fotocatalisi. Lo smontaggio degli impianti preesistenti, il cablaggio del nuovo impianto, il montaggio degli apparecchi illuminanti, tutti gli allacciamenti e il collaudo sono stati effettuati da Acea.

Consorzio Re.Media consolida le proprie attività anche nella grande distribuzione
25/09/2007 A un anno dall’inizio delle proprie attività, Consorzio Re.Media, uno dei principali consorzi per la gestione dei rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE) domestiche e professionali operanti su tutte le categorie merceologiche, ha ulteriormente consolidato le proprie competenze e servizi anche presso la grande distribuzione, che svolge sul mercato il doppio ruolo di distributore e importatore.

“Lo sviluppo della collaborazione con i gruppi che operano nella GD e nella GDO – dichiare Danilo Bonato, direttore generale di Re.Media – trae origine dalla nostra capacità di gestire RAEE di tutte le tipologie di prodotto, garantendo dimensioni globali e costi competitivi. È con piacere che abbiamo accolto il Gruppo Iper tra i nostri soci, creando così la premessa per costituire all’interno di Re.Media una specifica filiera per le aziende della distribuzione”.

Presenza di pesticidi nelle acque: presentazione del rapporto Apat sul piano nazionale di monitoraggio
25/09/2007 I pesticidi (o prodotti fitosanitari) sono le sostanze utilizzate per la protezione delle piante; essendo concepite per combattere organismi nocivi per le produzioni agricole, sono potenzialmente pericolose anche per l’uomo e gli esseri viventi in generale.

Nel 2005 (ultimo e più rappresentativo anno di indagini) i controlli hanno riguardato 3.574 punti di monitoraggio e 10.570 campioni, per complessive 282.774 misure analitiche. Nelle acque superficiali è stata riscontrata la presenza di residui in 485 punti di monitoraggio (47% del totale), nel 27,9% dei casi con concentrazioni superiori al limite stabilito per le acque potabili.

Nelle acque sotterranee sono risultati contaminati 630 punti di monitoraggio (24,8% del totale), nel 7,7% dei casi con concentrazioni superiori ai limiti di potabilità.

Gli erbicidi sono le sostanze largamente più rinvenute. La presenza, generalmente riscontrata, di miscele di sostanze (fino a dodici composti diversi) e le lacune conoscitive in relazione ai possibili effetti cumulativi impongono particolari cautele.

Per alcune sostanze la contaminazione è molto diffusa, interessa sia le acque superficiali, sia quelle sotterranee di diverse regioni e prefigura la necessità di interventi di mitigazione dell’impatto. Tra queste gli erbicidi triazinici e alcuni loro prodotti di degradazione (metaboliti). Particolarmente critica è, infatti, la contaminazione da terbutilazina diffusa in tutta l’area padano-veneta ed evidenziata anche in alcune regioni del centro-sud: è risultata presente nel 51,5% dei punti di campionamento delle acque superficiali (nel 29,2% dei casi oltre il limite) e nel 16,1% di quelli delle acque sotterranee (2,7% dei casi oltre il limite). Ancora diffusa (a distanza di un ventennio dal divieto) è la presenza di atrazina, residuo di una contaminazione storica imputabile al forte utilizzo fatto in passato e alla persistenza ambientale della sostanza.

Rilevante è la contaminazione da metolaclor, largamente riscontrata in tutta l’area padana: è presente nel 33,3% dei punti delle acque superficiali (19% dei casi oltre il limite).

Da segnalare, inoltre, la contaminazione dovuta ad alcuni erbicidi utilizzati nelle risaie: particolarmente significativa quella del bentazone nelle acque sotterranee, con l’11% dei punti di campionamento in cui sono state rilevate concentrazioni superiori ai limiti di potabilità.

Valido nel triennio 2003 – 2005, un accordo Stato – Regioni ha affidato all’Apat il coordinamento del monitoraggio, consentendo di avviare la realizzazione di un sistema organico di controllo e di gestione dell’informazione su questo importante tema. In precedenza, infatti, i controlli, svolti dalle regioni, erano disomogenei, in particolare per quanto riguarda la scelta delle sostanze, spesso limitata a pochi composti non correlati agli usi agricoli. Il piano, riorientando le indagini sulle sostanze effettivamente utilizzate nel territorio e individuando le priorità in relazione ai potenziali rischi ambientali, ha posto le premesse per la razionalizzazione e l’armonizzazione dei programmi regionali di monitoraggio.

Primo studio presentato da APAT e OMS sugli effetti del cambiamento climatico in Italia
25/09/2007 Per ogni grado di aumento della temperatura si calcola una media del 3% di aumento della mortalità; l’inquinamento da ozono – causa importante di patologie respiratorie – cresce con il caldo; si rafforza la possibilità di espansione di malattie come la febbre del Nilo occidentale e Leishmaniosi; aumentano le malattie legate all’acqua. La popolazione è sempre più esposta a inondazioni e frane, con il conseguente carico di disabilità e morti. Queste le principali conclusioni del primo rapporto su Cambiamento Climatico e Salute in Italia, coordinato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) – Programma Speciale Salute e Ambiente della Regione Europea e dall’Agenzia per la protezione dell’ambiente e i servizi tecnici (APAT), presentato a Roma nel corso del secondo workshop preparatorio della Conferenza nazionale sui Cambiamenti climatici 2007. Un’analisi finalizzata alla comprensione dei rischi esistenti e potenziali per l’ambiente e la salute umana in Italia, negli scenari di esposizione dovuti ai cambiamenti climatici. Il rapporto contiene anche un’identificazione delle misure di adattamento e prevenzione che i nuovi scenari richiedono.

“I dati esistenti impongono azioni di governo per prevenire le conseguenze dei cambiamenti climatici”- ha affermato il Ministro dell’Ambiente della Tutela del Territorio e del Mare, Pecoraro Scanio durante il suo intervento- “Il passo successivo, dopo la visione di tali dati, consiste nel rivedere il piano sanitario nazionale o quello sul dissesto idrogeologico. Il tema dell’adattamento è centrale, ma finora sottovalutato. Lavorare sulle strategie di adattamento significa invece prevenire le vittime delle conseguenze climatiche. I piani generali di governo devono tener conto dei diversi ambiti che risentono del cambiamento, applicando il principio di prevenzione. Tutti i lavori preparatori della conferenza nazionale di settembre- continua- servono ad avviare la predisposizione del piano nazionale di adattamento climatico. Con il Ministero della salute proponiamo un tavolo “ambiente e salute” che si occupi delle diverse forme in cui si declinano gli aspetti ambientali che hanno impatto sulla salute dei cittadini. Inoltre – aggiunge – dopo quella italiana, proporrò una conferenza europea sui cambiamenti climatici, trasformando la conferenza nazionale in un appuntamento fisso di ogni 3-4 anni. Sulla sfida delle energie rinnovabili- conclude il Ministro- lancio un appello a tutte le forze politiche affinché si realizzi un accordo bipartisan”.

Convegno sulla chimica e la chimica analitica delle sostanze pericolose prioritarie nelle acque
25/09/2007 La recente adozione della direttiva quadro sull’acqua della Commissione europea (direttiva 2000/60/CE del 23 ottobre 2000), definendo un quadro per una politica unitaria nel campo dell’acqua, richiama e rafforza gli orientamenti comunitari relativi al buono stato degli ecosistemi acquatici.

In applicazione di questo articolo, è stata stabilita una lista di 33 sostanze prioritarie che rappresentano un rischio per l’ambiente acquatico.

La complessità dei problemi ha portato a una diversificazione delle metodologie di controllo che rende necessario lo sviluppo di metodi analitici in grado di raggiungere la soglia di quantificazione comparabile con gli standard di qualità ambientale stabiliti per le sostanze prioritarie.

Il convegno “La Chimica e la Chimica analitica delle sostanze pericolose prioritarie nelle acque” ha lo scopo di presentare queste sostanze – per lo più antropogeniche – e di evidenziare le difficoltà analitiche per il raggiungimento delle soglie di qualità.

Saranno presentati i metodi analitici già codificati con le norme Cen/Iso e i metodi di riferimento nazionali ed internazionali che permettono di assicurare dati confrontabili e di qualità scientifica equivalente.

Saranno sviluppati i metodi di riferimento per le differenti matrici (acqua, sedimenti, ecc) e saranno presentati i risultati di programmi di prove interlaboratorio. Tali prove sono, infatti, essenziali per assicurare la qualità dei laboratori di analisi. Infine, fabbricanti e costruttori di apparecchiature analitiche e di controllo presenteranno le novità della strumentazione nel campo delle acque.

Ibm: nuovi traguardi sulle frontiere della nanoteconologia
25/09/2007 Nonostante siano ancora lontani dalla messa in produzione, questi progressi permetteranno agli scienziati in Ibm e in altre aziende di esplorare nuove strutture di base e dispositivi ricavati da componenti ultra minuscoli delle dimensioni di pochi atomi o molecole. Tali dispositivi potrebbero essere utilizzati come futuri chip per computer, unità di memorizzazione dati e sensori.

Il lavoro svolto sarà reso noto domani in due rapporti che saranno pubblicati dalla rivista Science.

Nel primo rapporto gli scienziati Ibm descrivono i progressi significativi nell’esame di una proprietà chiamata anisotropia magnetica nei singoli atomi. Questo parametro fondamentale ha conseguenze tecnologiche importanti perché determina la capacità di un atomo di memorizzare informazioni. Prima di questo risultato nessuno era stato in grado di misurare l’anisotropia magnetica di un singolo atomo.

Un ulteriore lavoro renderà possibile costruire strutture consistenti di piccoli gruppi di atomi, o persino atomi singoli, che potrebbero immagazzinare in modo affidabile informazioni magnetiche. Tale capacità di memorizzazione permetterebbe a quasi 30.000 film di lunghezza standard o all’intero contenuto di YouTube – milioni di video che si stimano essere più di 1.000 trilioni di bit di dati – di stare in un’apparecchiatura delle dimensioni di un iPod. Fattore forse ancora più importante, questa scoperta potrebbe condurre a nuovi tipi di strutture e dispositivi così piccoli che si potrebbero applicare a interi nuovi settori e discipline al di là del calcolo tradizionale.

Nella seconda relazione, i ricercatori Ibm hanno presentato il primo interruttore a molecola singola che può funzionare senza difetti evitando di disgregare la struttura esterna della molecola – un significativo passo in avanti verso elementi computazionali di base su scala molecolare che sono notevolmente più piccoli, più veloci e hanno un minore consumo energetico rispetto agli attuali chip dei computer e unità di memoria.

Oltre a commutare all’interno di una singola molecola, i ricercatori hanno inoltre dimostrato che gli atomi all’interno di una molecola possono essere impiegati per commutare gli atomi in una molecola adiacente, rappresentando un elemento logico rudimentale. Questo è reso possibile in parte perché la struttura molecolare non viene disturbata.

Accordo di distribuzione tra R-Biopharm e R-Biopharm Rhône
25/09/2007 Sia le normative in vigore sia quelle in corso di definizione, lasciano ai produttori la maggior parte della responsabilità di assicurare che i propri prodotti rispettino i limiti raccomandati. Un impegno particolarmente gravoso, per alcuni, a fronte del quale però è data oggi la possibilità di reperire sul mercato numerosi kit analitici di vario tipo, in grado di produrre risultati affidabili, accurati e rapidi a un prezzo accessibile. Il gruppo R-Biopharm offre una gamma di kit analitici per le micotossine idonei per diverse matrici di alimenti e mangimi. Le diverse tipologie di test rendono possibile l’esecuzione delle analisi per aflatossine, ocratossina A, fumonisine, tossine T-2 e HT-2, zearalenone, deossinivalenolo e citrinina anche nei laboratori che non dispongono di attrezzature particolarmente sofisticate.

R-Biopharm ha sviluppato numerosi metodi per l’analisi di svariati tipi di cereali, frutta a guscio e campioni molto complessi, come il caffè e il cacao in polvere. Con l’impiego delle colonne a immunoaffinità Aflaprep o Easi-Extract abbinate ai sistemi HPLC è possibile purificare i campioni complessi e ottenere risultati accurati e sensibili. R-Biopharm ha fatto proprio l’impegno di rispondere alle direttive Ue mettendo a punto metodi analitici idonei quali quello per la rilevazione delle tossine T-2 e HT-2 nell’avena. Esse ricorrono frequentemente in questo cereale, che presenta particolari difficoltà di analisi per la presenza di pigmenti e componenti che interferiscono con i risultati. Poiché si dovranno stabilire a breve i limiti massimi per questa matrice, è particolarmente urgente sviluppare metodi analitici di provata idoneità. RBR è riuscita a soddisfare questa necessità mettendo a punto procedure di estrazione specifiche per le proprie colonne ad immunoaffinità.

Per i laboratori che non avessero accesso ai più moderni apparecchi per HPLC sono disponibili numerosi test di screening che utilizzano stick a flusso laterale o test su card. Aflacard e Ochracard consentono l’analisi dei campioni con procedure rapide e semplici e, contemporaneamente, con la garanzia del rispetto dei requisiti di legge. Gli stick a flusso laterale RidaQuick sono impiegati per la rilevazione del deossinivalenolo, delle aflatossine e delle fumonisine. Di recente R-Biopharm ha annunciato il lancio di una nuova versione di RidaQuick DON (Cod. R5904), che presenta numerosi vantaggi rispetto al test precedente. L’interpretazione dei risultati è più semplice: se il campione è positivo la banda del test è ben visibile, mentre se il test è negativo non appare alcuna banda. La nuova versione è più rapida e sensibile rispetto al formato precedente, e i livelli di screening di 1,25 mg/kg o di 0,5 mg/kg sono in linea con i limiti fissati dalla UE.

È stato stabilito che gli stati membri della UE devono, tramite il coinvolgimento attivo degli operatori delle aziende produttrici di mangimi, incrementare i controlli per la presenza delle micotossine nei cereali e nei loro derivati destinati al consumo umano e all’alimentazione degli animali. Con un’offerta così variegata di test studiati per aiutare le aziende nel monitoraggio dei propri prodotti, l’implementazione della direttive europee non dovrebbe presentare ostacoli.