Edizione N° 44 del 22 gennaio 2009

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Energie e Ambiente

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Edizione N° 44 del 22 gennaio 2009


notizie
Imprese italiane sempre più attente all’ambiente
21/01/2009 Il 33% delle imprese italiane adotta politiche “verdi” all’interno dei propri processi produttivi; il 20% delle aziende ha intenzione di promuovere attività ecocompatibili, mentre solo il 6% delle imprese italiane non ha intenzione di adottare alcuna politica verde. Sono questi alcuni dei dati che emergono dallo studio condotto dalla società di recruiting Robert Half Finance & Accounting sui dipendenti di aziende di tutte le dimensioni.

Un terzo delle aziende italiane, quindi, ha già implementato attività volte al rispetto dell’ambiente. Un valore per ora sotto la media mondiale (42%), ma destinato a crescere. È infatti sopra la media il numero delle aziende che, a detta degli intervistati, finance e HR manager, stanno definendo delle politiche ambientali da implementare a breve (20% in Italia contro 17% media mondiale).

Quali sono le attività attuate per il rispetto dell’ambiente dalle aziende del nostro paese? Primo fra tutti un maggior rispetto per i consumi energetici che coinvolge ben il 66% delle imprese italiane, principalmente attraverso l’uso di lampadine a basso consumo e una maggiore sensibilizzazione dei dipendenti. Un valore addirittura superiore alla media nazionale (64%). Seguono i programmi di riciclaggio inclusi nei processi produttivi per il 56% delle aziende e l’utilizzo di carta riciclata per il 54%.

Analizzando ancora le modalità usate per la salvaguardia dell’ambiente, un quinto circa delle aziende ha un piano di conservazione e risparmio dell’acqua.

Tra le modalità più originali e innovative si rilevano invece l’incentivazione all’uso dei mezzi pubblici attraverso il rimborso del costo dei biglietti utilizzati per raggiungere l’ufficio, attuato dal 22% delle imprese e la digitalizzazione dei documenti, con conseguente risparmio nell’uso di carta, per il 12%.

Sono ancora poche invece le imprese che optano per la compensazione delle emissioni di CO2 generate nell’ambiente come conseguenza delle proprie attività. Solo il 7% delle aziende, infatti, sostiene piani di rimboschimento o altre iniziative analoghe.

Infine, mentre il 15% delle aziende dichiara di considerare le politiche ambientali all’interno di un più ampio programma di Corporate Social Responsibility, nessuna di quelle considerate dallo studio ha scelto la strada della certificazione Iso 14001, per dichiarare l’impegno concreto nel minimizzare l’impatto ambientale dei propri processi, prodotti e servizi.

Energia verde: un mercato stimato per oltre 428 milioni di euro
21/01/2009 Lo studio “Propensione all’acquisto e disponibilità di spesa: quanto vale oggi il mercato dell’energia verde?” condotto dalla società di consulenza internazionale Arthur D. Little in collaborazione con Gse, Gestore Servizi Elettrici, ha preso in esame il contesto relativo alla certificazione del consumo di energia elettrica, attuale e previsto, da parte di un campione di 900 rappresentanti di tre segmenti di mercato: industria (di processo, Gdo, agroalimentare), pubblica amministrazione (centrale e locale, istruzione e sanità, edifici pubblici e impianti sportivi), utenti domestici.

L’obiettivo dell’indagine è stato di fornire un’analisi del potenziale di mercato legato al consumo di energia elettrica prodotta da fonti energetiche rinnovabili e alla certificazione della produzione, nonché di individuare le possibili evoluzioni e dinamiche del mercato, indirizzando gli utenti nel complesso quadro di riferimento dell’energia verde.

In dettaglio, l’utenza industriale rappresenta nel bacino di analisi il 62,4% dei consumi attuali di energia verde, con un incremento potenziale di ricavo reinvestibile pari a oltre 327 milioni di euro (76,5% del totale del mercato stimato). Si tratta del segmento più interessato e disponibile a investire in energia verde. In quest’ambito la Gdo presenta il contributo massimo anche in termini di penetrazione attesa del mercato (91%), seguito dall’agroalimentare (84%) e dall’industria di processo (48%).

La pubblica amministrazione rappresenta nel bacino di analisi il 2,2% dei consumi attuali di energia verde e il 3,4% dell’incremento potenziale di ricavo reinvestibile pari a oltre 14 milioni di euro. Un consistente contributo è dato dal segmento educativo, che presenta una penetrazione attesa del mercato del 71%, superato di poco dal settore degli edifici pubblici (75%). Decisamente più bassa la percentuale di penetrazione degli impianti pubblici, che è solo del 10%.

Le interviste e i workshop effettuati sull’utenza domestica hanno evidenziato invece come questa categoria risulti particolarmente sensibile alla trasparenza sulla destinazione dei fondi raccolti, manifestando particolare interesse agli operatori in tal senso più affidabili. In quest’ambito, che rappresenta il 35,4% del bacino di analisi e il 20,1% dell’incremento potenziale di ricavo investibile, l’incremento di ricavo indirizzabile a investimenti per lo sviluppo sostenibile ammonta a più di 86 milioni di euro.

Progetto per scoprire celle solari più efficienti e meno costose
21/01/2009 Un progetto davvero rivoluzionario quello di Ibm che utilizzerà la potenza dei computer inattivi, fornita volontariamente, per creare grandi riserve di nuova energia pulita.

Le fonti energetiche pulite, come quella solare, potrebbero fornire gran parte dell’energia mondiale e contribuire a eliminare la nostra dipendenza dai combustibili fossili, causa del riscaldamento globale, se fossero più efficienti e potessero essere sviluppate a un costo inferiore, tale da consentirne una più diffusa disponibilità.

Le celle attuali, basate su silicio, hanno un’efficienza di appena il 20 percento e costano circa 3 dollari per watt di elettricità generata. Una forma più nuova di celle a energia solare, attualmente in fase di sviluppo, si basa sulla plastica anziché sul silicio e si annuncia molto promettente perché è flessibile, leggera e – aspetto più significativo – molto meno costosa da produrre.

Ibm avvierà la fase pilota del World Community Grid su un nuovo cloud interno Ibm, una rete di servizi e software, quando il cloud non viene utilizzato a pieno regime per fornire più potenza di calcolo alla rete. In futuro, Ibm prevede di estendere questa funzionalità ai clienti dei servizi di cloud computing Ibm, se lo desiderano, per consentire loro di partecipare a questa ricerca umanitaria.

I tassi di crescita dell’energia solare superano di gran lunga le stime di Iea
21/01/2009 Van der Leun, membro del consiglio di amministrazione di Econcern, ha affermato che nell’arco di pochi anni la crescita dell’energia solare avrà la meglio sugli ostacoli della rete e le questioni legislative.

Sulla base delle analisi di mercato e della lunga esperienza sul campo di Econcern, van der Leun prevede che l’energia solare di nuova installazione supererà le altre fonti di energia entro al massimo una decina d’anni. In termini di volume, dalla fine degli anni Novanta, l’energia solare ha registrato tassi di crescita annuale compresi tra il 40 e il 50%; nel frattempo, grazie agli sviluppi dell’innovazione tecnologica e a una maggiore capacità produttiva, il prezzo degli impianti è diminuito secondo una media del 7-10% l’anno.

Le previsioni di Econcern si basano sull’esperienza diretta maturata dal Gruppo lungo l’intera supply chain del mercato dell’energia solare: dall’approvvigionamento dei materiali e dei componenti di base, fino alla produzione, pianificazione e installazione di parchi fotovoltaici. Soltanto quest’anno Econcern ha installato 35 MW e si aspetta di installare altri 75 MW nel 2009.

Van der Leun ha chiuso il proprio intervento invitando l’industria e i governi di ogni paese ad adattare la propria rete elettrica alle opportunità del solare: “Se non saranno prese misure straordinarie né in termini di accesso alla rete né di regolamentazione, la crescita del settore dell’energia solare dovrà essere frenata già nel 2009. Urge quindi un piano d’azione: la complessità della burocrazia e l’attuale inefficienza dei collegamenti fisici della rete rappresentano già ora un’impasse. Sciogliere questi nodi è ora più che mai fondamentale: la crescita dell’energia solare è più rapida di quanto molti si aspettano”.

Normativa UE Reach: Intertek offre alle aziende consulenza, formazione e un servizio di preregistrazione
21/01/2009 La normativa UE Reach rappresenta la più importante regolamentazione in questo campo dell’ultimo ventennio e coinvolge produttori, importatori, distributori o utilizzatori di sostanze chimiche nell’ambito delle industrie elettriche ed elettroniche, aerospaziali e automobilistiche, di distribuzione, biologiche e medicali, edili, chimiche, tessili e di giocattoli.

Intertek sta già operando con una vasta tipologia di imprese alle quali offre: servizio di preregistrazione; consulenza strategica, legale e scientifica; formazione su Reach; test completi per Reach e Sostanze ad alta pericolosità (Svhc). La società allinea le soluzioni di ottemperanza per ogni responsabilità Reach agli interessi strategici e commerciali del cliente.

Aiuta le aziende a raccogliere e ordinare i dati richiesti, crea il pacchetto di informazioni sulle sostanze necessario alla preregistrazione ed è in condizione di presentare al Reach la documentazione per conto delle aziende stesse.

I laboratori Intertek forniscono inoltre servizi di test completi per Reach e Sostanze ad alta pericolosità (Svhc).

Eni passa al refrigerante DuPont Isceon
21/01/2009 Sono circa 15.000 le tonnellate di R-22 utilizzate in Italia, una gran parte delle quali impiegata in impianti di condizionamento dell’aria di edifici commerciali e residenziali. A poco più di un anno dalla scadenza, si è reso necessario prendere provvedimenti immediati per evitare carenza delle forniture, inattività degli impianti di refrigerazione, perdita di prodotti e, nel peggiore dei casi, sanzioni amministrative. Eni, impresa italiana integrata nell’energia, è una delle prime tra le maggiori società in Italia ad agire in materia, avviando la conversione degli esistenti impianti di condizionamento dell’aria usati nelle sale di controllo al refrigerante DuPont Isceon MO29 non lesivo per l’ozono.

Isceon MO29 è uno dei tre prodotti di DuPont utilizzabili per sostituire l’R-22, sviluppati specificatamente per l’uso in applicazioni a temperature medio-basse e per gli impianti di aria condizionata. Tutti e tre i prodotti offrono l’importante vantaggio di essere compatibili con i lubrificanti MO (olii minierali) e AB (alchilbenzenici) impiegati negli impianti esistenti, pertanto non è richiesto il cambio di olio con il più costoso Poe (esteri di poliolo). Questo comporta un risparmio di costi su materiali, tempo e manodopera. Il consumo energetico può inoltre ridursi in media fino al 12%, come precedentemente dimostrato da numerose conversioni effettuate in Inghilterra e negli Usa. In applicazioni come quelle usate nella distribuzione alimentare, dove la refrigerazione può rappresentare il 40-60% del consumo di energia, questo può comportare significativi risparmi sui costi.

Pile e batterie: stop alla dispersione nell’ambiente
21/01/2009 Con l’inizio dell’anno anche in Italia viene fatto un nuovo fondamentale passo avanti per la tutela ambientale: l’obbligo di raccogliere le batterie viene esteso a tutte le tipologie di pile e accumulatori oltre a quelle al piombo (batterie/auto).

Il Decreto Legislativo 20 novembre 2008, n. 188, che recepisce la direttiva europea 2006/66/CE sulla produzione e il riciclo di pile e accumulatori e che abroga la direttiva 91/157/Cee specificando il carico della raccolta, trattamento e riciclo, prevede, infatti, la raccolta differenziata sull’intero territorio nazionale di: pile, usa e getta o ricaricabili, alkaline, a stilo o a bottone utilizzate per giocattoli, orologi, calcolatrici, torce, piccoli apparecchi elettrici e così via; accumulatori o batterie, a ioni di litio, nichel-cadmio, nichel metalidrato e via dicendo, impiegate per alimentare apparati dagli apparecchi dell’elettronica di consumo agli elettroutensili da lavoro.

Pile e batterie consentono il funzionamento di tutti gli strumenti elettrici ed elettronici che pervadono la nostra quotidianità: telefonini, pc portatili, macchine fotografiche, lettori portatili di musica, navigatori, telecomandi, così come trapani, avvitatori, apparecchi professionali, spazzolini per i denti, rasoi, sono solo alcuni esempi di apparecchi con “energia senza filo”.

Complessivamente si stima che ogni anno siano immesse sul mercato italiano circa 40.000 tonnellate di pile e accumulatori non piombosi, i quali, una volta esaurita definitivamente la propria carica, se dispersi nell’ambiente, diventano rifiuti potenzialmente inquinanti e pericolosi per la nostra salute.

A differenza delle batterie al piombo, utilizzate per i veicoli, che perlopiù sono sostituite dagli elettrauto, le pile e i piccoli accumulatori, proprio per via delle loro ridotte dimensioni e del fatto che raramente è necessario ricorrere ai centri di assistenza per la loro sostituzione, sono facilmente gettati nelle nostre pattumiere per poi finire in modo indifferenziato nelle già straboccanti discariche.

Il Centro di Coordinamento Pile ed Accumulatori (Cdcpa) si pone lo scopo di raccoglierne il maggior numero per evitare un danno per l’ambiente e uno spreco di metalli che possono essere riciclati mantenendo inalterate le proprie caratteristiche.

Accordo di collaborazione nei biocombustibili
22/01/2009 Per la scoperta e l’ottimizzazione di tali enzimi finalizzati alla conversione di biomasse in biocombustibili, saranno utilizzati sia metodi evolutivi diretti sia di screening delle diversità.

“Riteniamo che la nostra strategia basata su enzimi ottimizzati abbia delle ottime potenzialità per la creazione di biocombustibili della prossima generazione’’, ha osservato al riguardo Ian Jepson, responsabile della divisione R&S presso Syngenta. “La collaborazione con Protéus ci consente di accelerarne lo sviluppo offrendo tecnologie che complementano le nostre conoscenze basilari nell’espressione degli impianti”.

“Attraverso la fiducia di un’azienda industriale leader nel suo settore, la competenza e le tecnologie di Protéus sono ancora una volta riconosciute. Mi fa molto piacere lavorare con Syngenta allo sviluppo di nuovi processi biotecnologici che potranno apportare benefici alle generazioni future” ha affermato in merito Gilles Ravot, Ceo di Protéus.

Econcern: maxi progetto solare in Italia
22/01/2009 Attraverso questo maxi progetto, il Gruppo si accinge a sfruttare l’enorme potenziale di crescita del mercato solare italiano: una volta completato, infatti, il progetto Trullo contribuirà a incrementare del 15% la capacità energetica da fonte solare fino a oggi installata in Italia, corrispondente a 280 MW.

Dal punto di vista della gestione finanziaria, Econcern manterrà il 51% delle azioni nella holding del progetto. Il restante 49% è stato acquisito da Ampere Equity Fund, uno dei primi investitori in progetti di energia rinnovabile. Per l’Italia il Gruppo punta ad accrescere il proprio portfolio di asset solari fino ad almeno 50 MW e sta per questo esaminando altri potenziali progetti.

Lo sviluppo di asset nel settore dell’energia solare è un’area di business cruciale per Econcern: in Europa, e soltanto nel 2008, il Gruppo ha installato una capacità totale di 35 MW, a cui prevede di aggiungere altri 75 MW nel corso del 2009.

In provincia di Milano la prima installazione di tegole solari fotovoltaiche
22/01/2009 Solarcentury ha realizzato la prima installazione di tegole solari fotovoltaiche C21e a Ornago, in provincia di Milano.

Grazie alle tariffe previste dal Conto Energia per i sistemi architettonicamente integrati, l’installazione realizzata a Ornago permetterà al committente di ottenere un beneficio economico annuale di circa 9.500 euro (0,49 euro per kWh prodotto dal sistema da 3 kW e 0,46 euro per ogni kW prodotto da quello da 6 kW).

Le tegole installate, che coprono una superficie di circa 100 m2, si contraddistinguono per l’elevato rendimento (pari al 16% di efficienza per tegola) e per la grande rapidità di installazione, portata a termine in soli tre giorni.

Convegno ed esposizione specialistica per il trattamento avanzato dei rifiuti.
22/01/2009 Il trend è indirizzato verso tecniche di separazione delle componenti dei rifiuti che permettono parallelamente una rivalorizzazione di esse. A queste realtà appartengono impianti di trattamento meccanico-biologico dei rifiuti Tmb e impianti di separazione controllati da sensori.

La suddivisione basata su sensori è impiegabile, anche sotto l’aspetto commerciale-economico, in impianti di trattamento per mescolanze di rifiuti non separati/residui della raccolta differenziata, grazie al grande sviluppo avvenuto nella tecnica della separazione e al notevole aumento dei prezzi delle materie prime derivate da materiali già impiegati.

Il tema del terzo convegno internazionale ed esposizione Tmb, che si terrà ad Hannover (Germania) dal 12 al 14/15 maggio 2009, riguarda questi impianti e sistemi di selezione. Il patrono dell’evento è il ministro tedesco dell’ambiente Sigmar Gabriel. Durante i tre giorni del convegno ed esposizione, esperti provenienti da più di 15 nazioni presenteranno esperienze pratiche e gli sviluppi più recenti: primo giorno: temi generali, strategie; secondo giorno: temi tecnici su trattamenti dei rifiuti meccanici-biologici; terzo giorno: temi tecnici sulla rielaborazione di carburante sostitutivo, materiali di qualità, analitica.

Tutti gli interventi potranno essere seguiti in tedesco, inglese, spagnolo e italiano, in quanto il convegno dispone di traduzione simultanea continua. Il convegno precedente dell’anno 2007 è risultato un avvenimento internazionale di spicco assumendo un ruolo guida in questo settore e con la partecipazione di rappresentanti provenienti da ben 37 nazioni.

Accordo per lo sviluppo di immagini olografiche true color di alta qualità
23/01/2009 L’obiettivo è quello di sviluppare ulteriormente la commercializzazione su vasta scala di immagini olografiche true color di alta qualità. Per raggiungere questo obiettivo, Bayer MaterialScience fornisce fotopolimeri sensibili al colore e facili da trattare, ideali per la riproduzione in massa degli ologrammi master true color prodotti da Ultimate Holographic Reproductions.

Gli ologrammi full-color possono essere impiegati in un ampia gamma di applicazioni, come nell’industria pubblicitaria, nei settori confezionamento e tempo libero, nel design di prodotto e nella produzione di un’intera gamma di prodotti stampati di alta qualità. Sebbene nel passato siano stati molti i tentativi di produrre immagini olografiche adatte a un impiego diffuso sul mercato, solitamente questi sono falliti a causa della mancanza di materiali idonei per la produzione di massa. La qualità d’immagine e la fedeltà cromatica di tali ologrammi sono stati inferiori alle aspettative per il fatto che il processo di produzione completo non era ancora stato sviluppato completamente.

Come parte di questo accordo, UHR prevede di adattare la propria tecnologia di riproduzione per l’impiego dei fotopolimeri Bayer MaterialScience. Bayer MaterialScience punta a produrre fotopolimeri da impiegare in una vasta gamma di applicazioni olografiche e ad offrire ai produttori di ologrammi un’alternativa attrattiva alle esistenti classi di materiali difficili da trattare. Entrambe le aziende sono convinte che lavorando insieme potranno espandere la domanda di immagini olografiche true color di alta qualità.

I nuovi fotopolimeri in lastra che Bayer MaterialScience prevede di mettere in commercio nel 2010 hanno numerosi vantaggi rispetto agli altri materiali olografici. Ad esempio sono facili da trattare e resistenti alle condizioni ambientali. Esse possono essere esposte anche in luce laser a uno o più colori.

Quando l’aldeide glicolica ha cominciato a “crescere” e perché?
23/01/2009 I due atomi di carbonio portano, rispettivamente, un gruppo aldeidico e un gruppo alcolico, cioè i caratteri che si trovano in tutti i carboidrati. L’aldeide glicolica si può considerare quindi il carboidrato più semplice. Si tratta di una scoperta eccezionale che potrebbe riaprire l’interesse dei chimici; sono loro che possono immaginare condizioni sperimentali che diano luogo alle pietre fondamentali della vita, come fece Miller con le sue ricerche di sintesi degli amminoacidi nelle condizioni chimiche primitive della Terra (lo si è ricordato nella rivista Chimica News del giugno 2004).

Quando l’aldeide glicolica ha cominciato a “crescere” e perché? E poi chi ha predisposto la vita sulla Terra ha avuto bisogno di creare delle molecole, a cominciare proprio dai carboidrati, otticamente attive e come ha fatto? Sono otticamente attivi gli zuccheri, gli amminoacidi delle proteine, l’amido, la cellulosa e, per quanto possa venire in mente, qualsiasi molecola organica che ha a che fare con la vita. Quando si riesce a riprodurre per sintesi alcune molecole di interesse per la vita si ottengono sempre i due isomeri ottici L e D. Quando è cominciata la formazione di molecole otticamente attive e perché certe famiglie di molecole, come gli amminoacidi, sono otticamente attivi tutti allo stesso modo, nella forma L? Non risulta che in nessuna università italiana vi sia un insegnamento o un gruppo di ricerca di chimica planetaria, un campo che pure è seguito in molti altri Paesi.

Riscaldamento planetario: soluzioni per diminuire la concentrazione dell’anidride carbonica nell’atmosfera
23/01/2009 Si tratta, come è ben noto, non di diminuire la concentrazione della CO2 nell’atmosfera, ma di diminuirne il flusso annuo, perché la concentrazione globale aumenta sempre fino a quando saranno usati combustibili fossili, cioè per sempre (almeno fin dove arriva il nostro sguardo).

L’anidride carbonica, peraltro, torna nell’atmosfera in seguito all’uso energetico della biomassa. Una qualche attenzione viene adesso dedicata al “lavaggio” dell’aria mediante la coltivazione di piante fotosintetiche da seppellire nel terreno. Si calcola che il suolo contenga una quantità di carbonio circa doppio di quella presente come CO2 nell’atmosfera. Il carbonio del suolo, a parte quello fossile del petrolio, carbone e gas naturale, è costituito da materiali vegetali che si stanno lentamente decomponendo e che contengono cellulosa, amido, proteine, grassi. La nuova idea sarebbe di estendere la coltivazione di vegetali dovunque e di seppellire i vegetali nel sottosuolo. La permanenza di tale carbonio nel sottosuolo potrebbe durare secoli. Una tonnellata di biomassa vegetale secca porta via dall’atmosfera circa una tonnellata e mezzo di CO2; una tonnellata di biomassa vegetale tale e quale circa tre quarti di tonnellata. Per realizzare questo progetto bisognerebbe da una parte moltiplicare e incoraggiare la produzione di vegetali di qualsiasi tipo e poi migliorare le conoscenze della biochimica del suolo.

I problemi energetici e dei mutamenti climatici stanno cambiano le unità di misura
23/01/2009 Ogni nostro consumo può essere tradotto in unità carb, una unità direttamente derivata dal consumo di combustibili fossili; qui le cose si fanno più complicate perché l’adozione delle unità carb dipende dal costo energetico di ogni merce o di ogni servizio; anche i servizi richiedono beni materiali e quindi energia. Calcoli non semplici perché talvolta si usa calore, talvolta si usa elettricità e l’elettricità può essere ottenuta bruciando combustibili fossili e, quindi, con emissioni di anidride carbonica, oppure per via idroelettrica senza emissioni di anidride carbonica; nel primo caso il “costo” dell’elettricità è di circa 6 carb per chilowattora.

Le emissioni annue di anidride carbonica in Italia nel 2008 sono state di oltre 500 milioni di tonnellate all’anno, corrispondenti a circa 5.000 miliardi di carb all’anno; questo valore, diviso per la popolazione italiana, corrisponde a poco meno di 100.000 carb all’anno per persona. Stanno circolando, anche nella stampa popolare, delle tabelle che si propongono di indicare quanti carb “costa” l’uso di una lavatrice, di una lampadina, di un’automobile; addirittura fra poco arriveranno in commercio merci o alimenti pubblicizzati come “a basso contenuto di ‘carb’”, o “low-carb”. Ma i numeri corrispondenti vanno letti con attenzione. Insomma sta nascendo la necessità di una nuova cultura sui consumi di energia, sulla valutazione dei “carb”, sulle “impronte ecologiche”, per evitare che l’amore per l’ecologia offra l’occasione per frodi o per pubblicità ingannevoli.