Edizione N° 24 del 13 marzo 2007

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Energie e Ambiente

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Edizione N° 24 del 13 marzo 2007


prodotti
Esinger: l’alluminio ha un “gemello” in plastica
14/03/2007 Allo stato attuale è l’unico materiale plastico non caricato che può vantare le stesse caratteristiche meccaniche di una lega di alluminio. È il Tecamax SRP (Self Reinforcing Polymer), materiale che Ensinger ha trasformato a partire dal Parmax, il granulo prodotto dalla Mississippi Polymer Technologies, oggi parte del Gruppo Solvay, ribattezzato Primospire.

Dal punto di vista chimico, si tratta di un polimero basato su una struttura sostituita di polifenilene all’interno del quale ogni anello fenilico possiede un sostituente che può essere originato da un vasto spettro di gruppi organici; la catena molecolare che ne deriva è in grado di garantire una straordinaria rigidezza e la possibilità di operare con tolleranze ristrettissime. Per questo motivo il Tecamax Srp è oggi uno dei materiali d’avanguardia per i settori tecnologicamente più evoluti, dall’aerospaziale al satellitare, dall’automobilistico (Formula 1) al medicale.

Nello specifico, il polimero realizzato da Ensinger si presta a essere impiegato in quelle applicazioni nelle quali è richiesta una forte riduzione di peso pur senza compromettere le doti di stabilità dimensionale, resistenza alla compressione e precisione. Fra le realizzazioni principali vi sono cuscinetti, flange, tubazioni, sedi di valvole, guarnizioni ad alta pressione o protesi esterne per il settore medicale. Inoltre, questo nuovo prodotto ha ottime caratteristiche di resistenza alle basse temperature (fino a –270 °C), non degassa nel vuoto e non è infiammabile (rientra in classe V0). Per questo motivo il suo impiego è consigliato anche in alcuni settori dell’elettronica e in particolare nella realizzazione di socket per il testing dei microchip.

notizie
Controllo dell’inquinamento: mercato in fortissima crescita
14/03/2007 Nuove normative per far fronte all’emergenza ambiente, l’elevato prezzo del gas e l’urgenza di tecnologie avanzate per la produzione di carbone pulito stanno giocando un ruolo determinante nel dare slancio a questo mercato. Tutto questo mentre il futuro del carbone nella produzione energetica rimane ancora una sfida in alcuni mercati.

Frost & Sullivan rivela che il mercato delle strumentazioni per il controllo dell’inquinamento atmosferico dell’Europa Occidentale ha registrato entrate pari a 970 milioni di euro nel 2005. Secondo le previsioni questa cifra dovrebbe raggiungere i 1.165 miliardi di euro nel 2012.

Le tecnologie relative all’ambiente non migliorano la performance e costituiscono quindi un costo capitale che non porta alcun beneficio economico. Non esistono infatti incentivi per l’installazione di questo tipo di tecnologie in centrali elettriche o di servizi elettrici, tecnologie che vengono quindi adottate solo se imposte da leggi nazionali o, come nel caso dell’Europa, da autorità governative sovranazionali come l’Unione Europea. La direttiva sui grandi impianti di combustione obbliga gli impianti a implementare le tecnologie necessarie oppure, in alternativa, ad affrontare la sanzione definitiva che rappresenta la chiusura permanente dell’impianto.

Fra le maggiori fonti di carburante, il carbone è di gran lunga il più inquinante in termini di emissioni, poiché rilascia elevati livelli di polvere, anidride carbonica, anidride solforosa e ossido d’azoto. Tecnologie come i filtri di tessuto, i precipitatori elettrostatici, la desolforizzazione delle condotte dei gas e una riduzione selettiva catalittica (SCR, Selective Catalytic Reduction), contribuiscono tuttavia alla riduzione di queste emissioni.

Il gas non emette anidride solforosa o polvere e produce livelli di anidride carbonica e ossido d’azoto nettamente inferiori. Il che significa che solo la tecnologia SCR è applicabile per i gas, e che si tratta, comunque sia, di una fra le molte possibilità a disposizione. Indipendentemente dalle pressanti preoccupazioni ambientali, il carburante nucleare rimane estraneo alle questioni legate alle emissioni; è per lo più neutrale al carbonio e non rilascia zolfo o azoto.

“Il valore monetario del mercato dell’inquinamento atmosferico per le centrali elettriche in Europa è strettamente legato al dibattito esistente fra il gas, il carbone, il nucleare e le rinnovabili – spiega l’analista di Frost & Sullivan -. Se vengono costruiti impianti a gas o nucleari su larga scala, ciò restringerà nettamente il mercato delle tecnologie ambientali, poiché nessuno di questi carburanti emette lo stesso tipo e livello di emissioni di carbone”.

Per promuovere lo sviluppo del mercato, i produttori di strumentazioni per il controllo dell’inquinamento atmosferico devono sostenere la generazione di prodotti alimentati a carbone il più possibile.

“Più contribuiscono a convincere i governi che le centrali gas e nucleari non sono la soluzione adatta, meglio sarà la situazione in futuro – spiega Robinson -. Il carbone ha sicuramente i suoi meriti e le emissioni che rilascia possono essere gestite servendosi della tecnologia; i produttori devono fare in modo che i responsabili delle decisioni e l’opinione pubblica ne siano consapevoli”.

Chiunque fosse interessato a un opuscolo elettronico che possa fornire ai produttori, agli utenti finali e agli altri partecipanti del processo industriale una panoramica secondo l’ultima analisi del Mercato delle Strumentazioni di Controllo dell’inquinamento Atmosferico nelle Centrali Elettriche dell’Europa Occidentale, può inviare una email a Chiara Carella, della Corporate Communications al seguente indirizzo chiara.carella @frost.com contenente le seguenti informazioni: il vostro nome, il nome della vostra società, la ragione sociale, il numero di telefono, il numero di fax, il vostro indirizzo email; indicate inoltre come siete venuti a conoscenza dell’opuscolo. Dopo aver inviato queste informazioni, riceverete il prospetto informativo via mail.

Ambiente Italia: energia e mobilità scontentano le aspettative
14/03/2007 Come di consueto, anche quest’anno Ambiente Italia è diviso in due sezioni: nella prima sono approfonditi i temi connessi a infrastrutture e conflitti locali, la seconda contiene un quadro aggiornato con 100 indicatori sulla situazione ambientale dell’Italia. La diagnosi sulla salute del “belpaese” non è entusiasmante, in particolare proprio nei due campi più legati alle infrastrutture: energia e mobilità. Con un andamento in controtendenza rispetto ai trend dei maggiori Paesi europei, l’Italia vede calare il contributo delle rinnovabili ai consumi energetici complessivi: nel 2005 le fonti rinnovabili hanno pesato il 6% in meno sul mix energetico, per effetto soprattutto della riduzione della produttività degli impianti idroelettrici. Nel settore elettrico, l’incidenza delle rinnovabili nell’ultimo quinquennio è stata del 17,6%, un punto in meno della media dei precedenti cinque anni. Le fonti fossili coprono l’88% dei consumi energetici, alla faccia del Protocollo di Kyoto e della necessità di potenziare l’energia pulita. Siamo in ritardo anche nello sviluppo dell’energia eolica, che pure rimane la fonte pulita più diffusa in Italia: 6 MW eolici ogni 1000 abitanti, contro i 20 della Spagna, i 52 della Germania, i 73 della Danimarca. Praticamente statico il livello d’efficienza delle centrali termoelettriche, che passa dal 40,1% del 2000 al 40,2% del 2004, 8 punti percentuali in meno rispetto alla media europea. Direttamente collegato a questi numeri è il nostro drammatico ritardo nella lotta ai mutamenti climatici: le emissioni di gas serra sono cresciute del 12,1% rispetto ai livelli del 1990, mentre in Europa c’è stata nello stesso periodo una contrazione di circa mezzo punto percentuale:
Altro fronte caldo è quello della mobilità. L’Italia è il Paese europeo dove le persone si spostano di più a motore (mediamente ogni abitante fa 15.000 chilometri l’anno, +31% rispetto alla media europea e addirittura +60% rispetto alla Germania). E nel trasporto terrestre l’automobile copre circa l’82% della domanda. Abbiamo anche altri record negativi: ci sono 60 macchine ogni 100 abitanti, 10 in più rispetto agli altri Paesi europei, e si vendono appena 24 biciclette ogni 1000 abitanti, metà della media europea.
Tornando ai numeri di Ambiente Italia 2007, la fotografia che restituiscono è di un Paese fermo in tutti gli indicatori che misurano la capacità di innovare: spendiamo per ricerca e sviluppo meno della metà della Germania e un quarto della Svezia, e la bilancia dei pagamenti tecnologici mostra incassi irrisori, un forte deficit e un basso volume d’acquisti e di scambi (le esportazioni italiane di alta tecnologia rappresentano infatti il 7,1% del totale dell’export, contro il 18% della media dell’Unione europea a 25). E però, a dimostrazione che la dimensione locale non è affatto sinonimo di immobilismo, di declino, proprio dal territorio vengono i segnali più incoraggianti, di un promettente dinamismo di quella che si può chiamare l’economia della qualità: la percentuale di superficie agricola coltivata a biologico è doppia rispetto alla media europea, crescono le certificazioni ambientali (l’Italia è il quarto Paese al mondo per numero di siti certificati ISO 14001, alle spalle di Giappone, Cina e Spagna e seconda solo a Germania e Spagna per la Emas, la certificazione Ue), l’estensione delle aree protette sfiora ormai l’11%, i visitatori di musei e siti archeologici d’interesse nazionale hanno superato i 30 milioni con un aumento del 30% rispetto ai primi anni Novanta. Ammonta poi a circa 5 milioni di ettari (il 16,5% del territorio nazionale, in parte sovrapponibile con parchi e aree protette) il patrimonio di Rete Natura 2000, l’insieme delle zone di conservazione speciale definite ai sensi della direttiva europea Habitat e individuate con i siti di interesse comunitario (Sic) e le Zone di protezione speciale (Zps). Resta invece grave, gravissima, la situazione dell’abusivismo edilizio, rilanciato alla grande dall’ultimo condono del governo Berlusconi: nel 2005 sono state più di 30.000 le nuove costruzioni illegali, quasi il 109% in più del 2000.

“Ambiente Italia 2007. La gestione dei conflitti ambientali” – Edizioni Ambiente, 256 pagine, 18 euro. Il rapporto sarà in libreria il 6 marzo e anche acquistabile al Bazar di Legambiente

Opportunità economiche e gestione dell’inquinamento
14/03/2007 I fattori chiave per gestire con successo una nuova risorsa” e promosso dal consolato Generale Britannico di Milano con la collaborazione di Eco-Way, società italiana che offre consulenza globale nel settore del climate ch’ange, ha voluto essere un confronto sulle tematiche inerenti il mercato delle emissioni. Si è parlato delle opportunità economiche per le aziende e dei vantaggi connessi alle attività di gestione delle emissioni, alle attività finanziarie di compravendita delle quote di CO2 e agli investimenti nei progetti di riduzione delle emissioni nei Paesi in via di sviluppo.

Il mercato delle emissioni infatti si sta rivelando uno strumento chiave nella riduzione dei gas responsabili dell’effetto serra. Avviato il 1° gennaio 2005, il sistema europeo Ets (Emission Trading System) riguarda già 11.000 tra centrali e aziende. Nel primo anno di attuazione, ha totalizzato scambi per 7,2 miliardi di euro. Peter Carter, console generale del consolato britannico ha affernato: “Il Governo britannico sta lavorando per fare sì che il regno Unito svolga per intero la sua parte per limitare tali rischi. Abbiamo già superato il nostro obiettivo per Kyoto con una riduzione del 12,5% dei gas serra entro il 2010”. Guido Busato, presidente di Eco-Way, ha dichiarato: Trasformare i rischi in opportunità, oltre a essere il titolo di questo seminario, è un modo di intendere il mercato delle emissioni”.

Libro bianco dell’energia: dieci mosse per il rilancio dell’Italia
14/03/2007 Attivare al più presto gli impianti utilizzando le più evolute tecnologie disponibili tramite iter autorizzativi efficienti ed efficaci per la realizzazione di infrastrutture; investire in R&S, promuovendo la diffusione di una corretta cultura dell’energia; favorire la creazione di una partnership tra clienti e fornitori. Questo, in sintesi, il messaggio riportato nel Libro bianco voluto dall’Associazione Energia – Anie, con il supporto di Anima, e realizzato da un Comitato comprendente i maggiori esperti del settore di Abb, Auma, Siemens, con il contributo di Ansaldo Energia e la collaborazione scientifica del Cespri (Università Bocconi).

A livello energetico, l’Italia dipende attualmente per oltre l’80% dall’importazione di gas dall’estero. L’alta vulnerabilità del nostro Paese, per quanto riguarda gli approvvigionamenti, è in aumento per la forte dipendenza dal gas – quasi il 50% delle centrali elettriche è alimentato con questo combustibile – le cui riserve nel Nord del continente sono in continuo calo.

L’industria termoelettromeccanica conta oggi in Italia, includendo anche l’indotto, 4.500 imprese e 78.000 addetti. Il fatturato aggregato nel 2006 ha superato gli 8 miliardi di euro e posiziona l’industria italiana al terzo posto in Europa, preceduta da Germania e Francia. La produzione industriale registra un calo significativo (-25% la contrazione dei volumi prodotti dal 2000 al 2005) e dal fronte occupazionale vengono segnali ancor meno incoraggianti: negli ultimi dieci anni il comparto ha perso il 18% degli addetti.

Le performance aziendali evidenziano negli ultimi anni livelli di redditività del business sofferenti; i maggiori oneri derivanti da un sensibile incremento dei prezzi delle materie prime non sono stati adeguatamente compensati con più elevati ricavi. Le realtà industriali del comparto sono pertanto poste di fronte ad inevitabili scelte di riposizionamento competitivo. Dal quadro delineato emerge come sia necessario pianificare interventi nel breve periodo per supportare lo sviluppo del settore energia con particolare focus sul comparto elettrico, concentrandosi su adeguate e coerenti direttive.

Dieci i suggerimenti che emergono dal Libro bianco, da attuare immediatamente per ottenere dei risultati tangibili in un’ottica di medio-lungo periodo. La finalità del Libro bianco è favorire la definizione di una politica energetica che sostenga le sfide che il mercato offrirà nei prossimi anni, favorendo una convergenza dei decisori internazionali. Le direttive dovranno accogliere una nuova linea di politica energetica europea e supportare esclusivamente azioni aventi un’efficace attuazione e un elevato impatto sul sistema energetico. Soltanto in questo modo l’Italia potrà perseguire lo sviluppo del sistema economico nazionale e proporsi in un ruolo strategico a livello continentale come hub sia per il gas, sia per la trasmissione di energia elettrica.

Premiate le aziende verdi che rappresentano l’eccellenza italiana nello sviluppo sostenibile
14/03/2007 Sono stati consegnati a Roma, durante la cerimonia di premiazione tenutasi al Tempio di Adriano, i riconoscimenti alle aziende vincitrici della seconda edizione del Premio Impresa Ambiente, promosso da Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, Ministero dello Sviluppo Economico, Unioncamere, Camere di Commercio di Roma e Milano, e nato per promuovere le organizzazioni che hanno contribuito allo Sviluppo Sostenibile.

Le vincitrici sono imprese attente alle tematiche ambientali, che hanno attuato un cambiamento dei propri modelli di sviluppo e dei rapporti economico-sociali; un rinnovamento che mira alla qualità della vita ‘garantendo i bisogni del presente senza compromettere le opportunità delle generazioni future’.

Il Premio Impresa Ambiente, a cadenza annuale, è suddiviso in quattro Categorie: Gestione, Prodotto, Processo/Tecnologia, Cooperazione Internazionale e consente alle aziende vincitrici di partecipare alla successiva edizione dell’European Business Awards for the Environment, promosso dalla Commissione Europea (DG Ambiente) nel 1987.

Le premiate di quest’anno, insieme a quelle della prossima edizione, sono dunque le imprese che nel 2008 con i loro progetti rappresenteranno l’Italia a Bruxelles, dove già nel 2006 un’azienda torinese, la Sotral, ha portato l’eccellenza italiana sul podio più alto del premio europeo, diventando testimone di una rinnovata cultura che si fa strada nel nostro Paese, coniugando crescita economica e attenzione all’ambiente.

Vincitrice della Categoria Migliore Gestione è Promologistica, azienda di trasporto della provincia di Rovigo, premiata per il progetto “La via dell’acqua” che prevede il trasferimento delle merci su chiatte della rete di canali locali, con notevoli ricadute positive sul proprio contesto sociale: dal minor consumo di CO2 alla decongestione del traffico, con la relativa diminuzione dell’inquinamento complessivo.

Si è aggiudicata il premio nella categoria Miglior Prodotto l’azienda di Bologna Lesepidado con “Ink-no-Ink”: inchiostro a basso impatto ambientale, prodotto con coloranti alimentari, per un totale recupero delle carte stampate, un più facile smaltimento delle cartucce e un miglioramento nella depurabilità delle acque industriali degli impianti di recupero.

Nella sezione “migliore innovazione di processo/tecnologia” vincitrice è l’azienda Euroeco di Roma con Sistema Graùna: una tecnologia innovativa nel campo della depurazione delle acque urbane e industriali. Basato sulla teoria dei cosiddetti pozzi profondi, questo nuovo sistema consente di aumentare senza costi aggiuntivi la superficie di contatto tra ossigeno (o aria) e particelle da ossidare, con una riduzione di circa il 30% della energia necessaria alla completa ossidazione dei reflui e una riduzione sino al 70% dei fanghi.

Nessun premio, né menzione, è stato invece assegnato per la categoria cooperazione internazionale, riservata a realtà private e pubbliche che abbiano sviluppato cooperazioni internazionali con partner di Paesi in via di sviluppo o con un’economia in transizione, per trasferire scienza o tecnologia, perfezionare prodotti o erogazione di servizi, sviluppare le comunità, migliorare le condizioni di lavoro.

192.000 tonnellate di batterie al piombo esauste avviate a riciclo nel 2006 dal Cobat
14/03/2007 Nel 2006 i Raccoglitori Incaricati Cobat hanno raccolto e avviato al riciclo 191.743 tonnellate di batterie al piombo esauste, pari a oltre 15,8 milioni di singole batterie, da cui sono state recuperate circa 107.300 tonnellate di piombo, 9.000 tonnellate di plastiche nobili (polipropilene) e neutralizzati oltre 31 milioni di litri di acido solforico. Con il piombo recuperato nell’anno passato sono stati risparmiati oltre 110 milioni di euro sulle importazioni di questo metallo.

La quantità totale delle batterie esauste raccolte in Italia nel 2006 sarà però definitivamente nota al termine del mese di giugno, quando, come previsto dalla legge sulla liberalizzazione del mercato delle batterie esauste (L. 39/02), le imprese non incaricate dal Consorzio, che effettuano attività di raccolta di batterie esauste o di rifiuti piombosi, trasmetteranno al Consorzio copia del MUD, contenente tutte le informazioni relative alla propria attività di raccolta ed avvio al recupero di batterie al piombo.

Già oggi è però possibile affermare che con il consuntivo finale di giugno, per la 2a volta consecutiva, in Italia la raccolta totale supererà quota 200 mila tonnellate. Il Consorzio, infatti, stima che le altre imprese private operanti nel nostro Paese abbiano contribuito quest’anno alla raccolta per circa 12.000 tonnellate.

Circa 300 partecipanti al convegno Stati generali degli imballaggi di Legno – Futuro, riciclo, qualità
14/03/2007 Un successo al di là delle aspettative. L’incontro, che si è svolto a Verona, a febbraio, e promosso da Rilegno, il Consorzio Nazionale che coordina e promuove la raccolta, il recupero e il riciclo dei rifiuti in legno, in collaborazione con Assoimballaggi, l’Associazione Nazionale Industrie Imballaggi di Legno, Pallet, Sughero e Servizi Logistici di Federlegno – Arredo, ha chiamato a raccolta tutti i produttori di imballaggi in legno (cassette ortofrutticole, pallet, imballaggi industriali) e coloro che si occupano di logistica in senso lato.

Come ribadito durante il convegno, il legno si conferma un materiale fondamentale per la produzione di imballaggi: nel 2005 il settore degli imballaggi in legno ha registrato un fatturato di 1.640 milioni di euro, in crescita rispetto agli anni precedenti (erano 1.616 milioni nel 2004 e 1.600 milioni nel 2003), un numero di addetti che sfiora le 11.000 unità e circa 2.000 aziende attive nel settore. La produzione si è attestata nel 2005 intorno alle 2.787.000 tonnellate, suddivise tra pallet (1.850.000 t) imballaggi industriali (483.000 t), cassette ortofrutticole (207.000 t), materiali per imballaggio (187.000 t), altro (60.000 t). E oltre il 60% di questo quantitativo è poi avviato al recupero, per un totale di 1.687.000 t (dati 2005).

Dai dati ancora provvisori per il 2006, il sistema di raccolta messo in piedi da Rilegno si conferma efficiente e funzionale: circa 1.615.000 tonnellate di rifiuti legnosi avviati al recupero direttamente dal Consorzio, di cui circa 830.000 rifiuti da imballaggio.

Neutroni per il trattamento dei rifiuti nucleari
14/03/2007 Gli attinidi minori (Neptunio, Americio e Curio) sono i principali responsabili della radiotossicità delle scorie nucleari. La loro trasmutazione in elementi stabili, o perlomeno a emivita breve, può essere ottenuta, in linea di principio, nei reattori sottocritici alimentati da acceleratori di particelle (Ads, Accelerator Driver Systems) che sono equipaggiati con una sorgente interna di neutroni prodotta da un fascio di protoni mediante reazione di spallazione.

Lo sviluppo di queste sorgenti a elevata potenza, detti bersagli di spallazione, provvisti di refrigerazione a metallo liquido pesante, nello specifico lega piombo-bismuto di composizione eutettica (Lbe), e in grado di produrre il necessario flusso neutronico è stato identificato come uno degli esperimenti chiave per lo sviluppo degli Ads.

Pertanto, nel 2000, nove Istituti di ricerca e Agenzie governative tra Europa (Cea, Cnrs, Enea, Fzk, Psi, Sck-Cen), Giappone (Jaea), Corea (Kaeri) e Stati Uniti d’America (Usdoe) hanno iniziato a collaborare congiuntamente alla realizzazione di un bersaglio di spallazione da 1 MW, il quale è, successivamente, stato costruito, autorizzato all’esercizio e impiegato nel sistema di spallazione neutronica Sinq al Psi. Tale sistema è alimentato da un ciclotrone in grado di fornire un fascio protonico di 575 MeV, con una corrente che raggiunge gli 1,4 mA.

L’esperimento Megapie aveva lo scopo di dimostrare la fattibilità, la possibilità di autorizzarne l’esercizio in base alla legislazione vigente e la capacità di operare sul lungo periodo in condizioni rappresentative di funzionamento per un bersaglio di spalla che permetta, poi, di ottenere neutroni ad alta energia necessari per fissionare gli attinidi minori. L’Italia, che ha partecipato tramite l’Enea a questo esperimento supportandolo con una quota di circa l’8% del valore totale, è risultato il terzo paese per forniture tecnologiche dopo la Svizzera e la Francia.

Il successo di Megapie e i risultati che si otterranno in seguito alle analisi che saranno effettuate sui materiali esposti a irraggiamento forniranno preziose informazioni nel settore dei reattori sottocritici.

Alfa Laval acquisisce Helpman BV, la multinazionale svedese continua a crescere
14/03/2007 “L’acquisizione della Helpman è in linea con le strategie di rafforzamento della posizione di Alfa Laval nel mercato europeo degli scambiatori di calore, mercato che stimiamo in oltre 4 miliardi di SEK (approssimativamente oltre 430 milioni di Euro)”, ha dichiarato Lars Renström, presidente e Ceo del Gruppo Alfa Laval. “Con un portfolio prodotti ampliato, in particolare nel settore delle applicazioni industriali, unitamente alla forte presenza locale della nostra società (anche in Europa Centrale ed Orientale), prevedo sempre maggiori opportunità di crescita.”

“Alfa Laval” ha commentato a sua volta Lambert Bouwmeester, A.D. di Helpman, “grazie alla sua presenza e alla sua importante rete di vendita a livello mondiale darà slancio alle vendite di Helpman”.

Nuovo stabilimento produttivo in Polonia per Itt Corporation
14/03/2007 Itt Corporation, fornitore di pompe per acqua e sistemi di pompaggio sul mercato globale, già presente in Polonia tramite l’affiliata Lowara Vogel Polka Sp.zo.o, ha annunciato la prossima realizzazione di uno stabilimento produttivo nella Zona economica speciale di Walbrzych, nel comune di Strzelin. “Il nuovo stabilimento migliorerà il livello dei nostri servizi ai clienti nel settore del mercato idrico in Polonia e servirà come piattaforma per la fornitura delle nostre pompe e impianti ai vicini mercati dell’Europa orientale e occidentale e ai nostri clienti in tutto il mondo”, sostiene Gretchen McClain, presidente del settore acqua per uso residenziale e commerciale di Itt, sottolineando la grande importanza strategica di questo investimento.

Lo stabilimento si svilupperà inizialmente su una superficie coperta di 8.000 m2, con 100 dipendenti entro la fine del 2007. Produrrà una gamma di prodotti sempre più ampia a marchio Lowara per il settore residenziale e commerciale del Building Services, oltre che per il settore agricolo e quello dell’irrigazione. Le prime consegne sono previste per l’ultimo trimestre del 2007.

Caprari: verdi da sempre, ora certificati
14/03/2007 Questo impegno ha portato alla certificazione ambientale Iso 14001:2004 che l’azienda ha ottenuto da Dnv (Det Norske Veritas), ente internazionale leader nella certificazione. L’obiettivo fondamentale del Gruppo Caprari, infatti, è tutelare l’ambiente per le generazioni future, impegnandosi a prevenire gli impatti ambientali più significativi, derivanti dalla propria attività e dall’utilizzo dei propri prodotti.

L’impegno dell’azienda per la tutela dell’ambiente è orientato soprattutto all’ottimizzazione dei consumi delle risorse naturali ed energetiche, all’utilizzo delle sostanze a impatto ambientale ridotto, al controllo dell’inquinamento atmosferico, del suolo e del sottosuolo e alla corretta gestione dei rifiuti.

In particolare la certificazione del sistema di gestione ambientale di Caprari riguarda i processi aziendali di progettazione, produzione, collaudo e assistenza post-vendita di: pompe ed elettropompe centrifughe per pozzi profondi, di superficie, per drenaggio ed acque reflue; elettropompe per uso in atmosfere potenzialmente esplosive.

Transizioni asiatiche per lo sviluppo di Air Liquide
14/03/2007 Air Liquide ha comprato: 50% di Soxal (filiale a Singapore), di cui già possiede il 50%; 50% di Eig (filiale in Tailandia) di cui già possiede il 50%; 50% di Vig (filiale nel Vietnam) di cui già possiede il 50%; 25% di Brunox (filiale nel sultanato del Brunei) di cui già possiede il 25%. Il capitale restante è tenuto da un partner locale, QAF Investment. La cifra d’affari complessiva di queste quattro aziende è pari a circa 230 milioni di euro.

Contemporaneamente, Air Liquide venderà a Linde la sua quota, pari al 16,6%, del Gruppo Malaysian Oxygen, una joint-venture in Malesia di cui Linde detiene già il 28,4%. Inoltre, venderà il 50% della holding Hong Kong Oxygen, con sede a Hong Kong, con un partner cinese nella regione di Canton. Su tali basi, Linde riceverà circa 275 milioni di euro. Queste transazioni sono soggette all’approvazione dell’autorità antitrust.

Air Liquide, presente a Singapore dal 1917 attraverso Far East Oxygen, attività integrata in Soxal (Singapore Oxygen Air Liquide) nel 1975, ha fatto significativi investimenti in tale regione, considerandola un mercato chiave attraverso cui capitalizzare uno sviluppo dinamico nell’Asia sud-orientale. Soxal, fornitore incontrastato nel mercato di Singapore, con i suoi 600 collaboratori riconosciuti per la loro elevata esperienza, munisce gas e servizi ai numerosi impianti industriali di semiconduttori e alle aziende petrolchimiche sull’isola di Jurong, una piattaforma internazionale di raffinazione in continua espansione. Soxal coniuga buoni risultati economici a forti prospettive di sviluppo futuro.

In Tailandia, EIG (Eastern Industrial Gases) è particolarmente attiva nella provincia di Chonburi, vicino al complesso petrolchimico del Map Ta Phut, a circa 80 km a Sud Est di Bangkok. Le sue unità di produzione forniscono ossigeno e azoto attraverso tubazioni ai principali clienti delle industrie del vetro e della chimica. Tali attività saranno integrate con quelle della consociata Air Liquide Tailandia fondata nel 1991, che produce e commercializza idrogeno e ossido di carbonio al Map Ta Phut per Bayer.

Capitalizzando sul forte sviluppo dell’economia vietnamita, con la sua popolazione di 84 milioni di abitanti, VIG (Vietnam Industrial Gasescopre il mercato nella parte settentrionale del paese, nella regione Hanoi. Si sta sviluppando velocemente sia nel Nord che nel Sud, nella regione intorno alla città di Ho Chi Minh. VIG ha l’obiettivo di sviluppare il mercato dei gas industriali nel Vietnam relativamente ai settori secondari della metallurgia e dell’elettronica.

Soxal, presente nel sultanato del Brunei dal 1974, ha creato Brunox (Brunei Oxygen) nel 1983. La joint-venture con un partner locale ha dato vita ad attività industriali nel mercato del gas che attualmente sono focalizzate sui settori di esplorazione e di produzione di petrolio.

Una volta che tali acquisizioni saranno completate, Air Liquide diventerà interamente proprietaria delle sue consociate in Singapore, Tailandia, Vietnam, Indonesia e nelle Filippine. Grazie a queste filiali nei mercati a elevato sviluppo Air Liquide potrà proseguire il suo sviluppo nell’Asia sud orientale in modo più rapido e integrato.

ABreg distribuisce in esclusiva Jordan Valley in Italia
14/03/2007 ABreg è una giovane società con una esperienza più che ventennale di attività nel settore della chimica analitica, è una struttura dinamica ed altamente qualificata in grado di offrire prodotti e servizi ai più elevati standard di mercato.

Jordan Valley è uno dei principali produttori di spettrometri a raggi X a dispersione di energia a livello mondiale con più di 30 anni di esperienza e la presenza in oltre 40 Paesi. Gli strumenti ED-XRF Jordan Valley trovano applicazione in un ampio spettro di situazioni: dal petrolchimico al farmaceutico, dal minerario alle analisi ambientali, dalle indagini forensi al settore del restauro. I sistemi della serie EX uniscono alle più recenti soluzioni tecniche del settore, un’elevata affidabilità e robustezza con un ottimo rapporto qualità/prezzo.

Cell Therapeutics costituisce Aequus BioPharma, una nuova società spin-off
14/03/2007 L’operazione ha lo scopo di sviluppare la tecnologia Genetic Polymer creata da CTI per agevolare la produzione, lo sviluppo e la commercializzazione di nuovi prodotti biofarmaceutici, comprendenti prodotti biotecnologici “follow-on”, i cosiddetti biosimili.

La tecnologia Genetic Polymer può essere usata con molteplici molecole, eliminando l’esigenza di sviluppare tecnologie individualizzate al fine di estendere l’emivita nel plasma dei singoli biofarmaci.

La tecnologia Genetic Polymer è un processo ricombinante del DNA che lega una sequenza di secrezione a una sequenza proteica biologicamente attiva e a una sequenza di poliamminoacidi, producendo un nuovo gene esclusivo e brevettabile. CTI ritiene che il processo, espresso nei tradizionali sistemi cellulari dei mammiferi, consenta di produrre una proteina biologica con un’emivita prolungata nel plasma, senza bisogno di ulteriori modifiche chimiche successivamente all’espressione proteica, velocizzando potenzialmente il processo di produzione e riducendo i costi unitari.

La Società ritiene che la propria tecnologia ricombinante esclusiva Genetic Polymer possa permettere di creare nuove composizioni e di produrre e vendere prodotti proteinici biotecnologici tipo G-CSF o EPO senza violare alcun brevetto di terzi basato su tecnologie concorrenziali, oltre a consentire un dosaggio più conveniente. CTI ritiene di aver dimostrato a titolo preliminare il principio della tecnologia Genetic Polymer e prevede che Aequus BioPharma genererà ulteriori dati sperimentali atti a convalidare tale tecnologia. I primi prodotti biotecnologici che la società intende sottoporre a studio preclinico comprendono nuovi biosimili G-CSF ed EPO ad azione prolungata.

Inertizzazione cemento amianto
14/03/2007 La sperimentazione, autorizzata con atto della Provincia di Reggio Emilia, è finalizzata alla verifica della effettiva inertizzazione del cemento amianto e delle ricadute dell’impianto stesso sulle principali matrici ambientali. Se l’iniziativa si concluderà positivamente si potrà realizzare un impianto per il trattamento su scala industriale del cemento amianto.

La sperimentazione prevede cicli di trattamento limitati nelle quantità sotto controllo sia di laboratori privati sia dei tecnici di Arpa e Ausl che provvedono a effettuare campionamenti più volte al giorno analizzando diversi parametri tesi a determinare l’effettiva inertizzazione del materiale, nonché eventuali ricadute sull’ambiente circostante attraverso l’installazione di centraline in diversi punti dell’area coinvolta.

L’avvio al recupero dell’amianto, una vera e propria emergenza ambientale per dimensione del problema in termini di quantità da smaltire, è stato giudicato una priorità per la Regione che ha apprezzato gli obiettivi e le metodologie del progetto. È inoltre di questi giorni la polemica sui giornali austriaci circa l’ingente flusso di amianto proveniente dall’Italia e destinato alle loro discariche, problema a cui va associato l’impatto ambientale del traffico su strada per il trasporto.

DuPont realizza gli investimenti volti ad accelerare lo sviluppo di nuove sementi
14/03/2007 DuPont ha annunciato di aver avviato l’atteso piano di reinvestimento da 100 milioni di dollari (USA) teso ad accelerare i tempi di introduzione sul mercato di nuovi prodotti sementieri. Il piano prevede oltre 400 nuove posizioni lavorative, principalmente nella divisione ricerca e sviluppo di Pioneer Hi-Bred International, società interamente controllata da DuPont.

L’investimento rappresenta il più importante incremento annuo per la ricerca effettuato nel corso degli 81 anni di storia di Pioneer, una unità di business della piattaforma DuPont Agriculture & Nutrition. Obiettivo della piattaforma è potenziare il sostegno alla ricerca sulle sementi e sulle biotecnologie e promuovere lo sviluppo di nuovi prodotti di DuPont Crop Protection e ingredienti alimentari salutari con marchio Solae.

Inoltre, il piano di reinvestimento annunciato da DuPont a dicembre 2006 per lo sviluppo della genetica vegetale, delle biotecnologie e di altre opportunità di crescita sostenuta, prevede un aumento delle risorse per i progetti R&D in 67 dei 92 centri di ricerca Pioneer sparsi in tutto il mondo. Le nuove posizioni lavorative saranno ricoperte in parte da dipendenti trasferiti da altre divisioni di DuPont e in parte assumendo nuovo personale esterno.

In vista di questo lancio senza precedenti di nuovi prodotti e tecnologie, DuPont intende potenziare l’organico cosi da fornire alla propria clientela una migliore assistenza dal punto di vista agronomico e commerciale, traendo vantaggio dalla nuova linea di prodotti.

Oltre allo sviluppo di nuovi eventi, questo investimento nella ricerca potenzierà la capacità di DuPont di migliorare la propria genetica attraverso migliori tecniche di breeding molecolare. Per il 2007, Pioneer ha in programma l’introduzione di 86 nuovi ibridi di mais nel Nord America, di cui 17 provengono da nuove famiglie genetiche e 16 sono triple stack, ossia contenenti ciascuno tre diversi eventi transgenici assemblati insieme. Pioneer ha altresì lanciato 20 nuove varietà di semi di soia per le semine 2007 in Nord America.

Emerson ha ricevuto il premio Frost & Sullivan Technology Leadership Award 2006
14/03/2007 La tecnologia di misura basata sull’effetto Coriolis costituisce la soluzione ideale per un vasto numero di applicazioni su gas e liquidi, offre altresì elevata accuratezza di misura in una ampia gamma di ambienti operativi. Mentre altre tecnologie di misura possono richiedere strumenti addizionali per la misura di pressione e temperatura, un solo misuratore Coriolis misura direttamente massa e densità garantendo efficienza ed affidabilità del processo.

Dall’introduzione, nel 1977, del primo strumento pratico per la misura ad effetto Coriolis, Emerson ha ulteriormente sviluppato questa tecnologia e installato più di 500.000 strumenti Micro Motion Coriolis in una vasta gamma di applicazioni in tutto il mondo, quali la misura fiscale del gas naturale liquefatto, del gas naturale compresso e altre applicazioni oil & gas.

Ogni anno Frost & Sullivan consegna questo premio ad un’azienda che abbia introdotto una tecnologia innovativa dal grande impatto sul mercato o che abbia il potenziale per interessare positivamente diversi settori di mercato. La tecnologia sviluppata dall’azienda deve portare contributi significativi in termini di adozione della tecnologia, dei cambiamenti che questa porta ed il miglioramento della competitività aziendale raggiungibile grazie alla sua adozione.