Edizione N° 20 del 15 novembre 2006

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Edizione N° 20 del 15 novembre 2006


notizie
Federchimica partecipa al lancio della piattaforma tecnologica italiana IT-Suschem
27/10/2006 La chimica sostenibile rappresenta una sfida di innovazione e di sviluppo per aumentare la competitività dell’industria europea, coniugando le esigenze di rispetto per l’ambiente e la salute umana e di attenzione a un uso razionale delle risorse.

Dal biodiesel alle plastiche avanzate, dai nanosensori applicati ad abiti intelligenti per monitorare pressione e temperatura corporea a sistemi su misura per la somministrazione di farmaci e nutrienti, dai materiali fotoattivi per la rimozione di inquinanti nelle aree urbane ai processi a basso impatto ambientale che minimizzano la formazione di scarti e di sostanze inquinanti: l’universo chimica può fornire soluzioni tecnologiche ai bisogni della società e l’Italia ha intenzione di partecipare a questa partita.

Creata sulla spinta della piattaforma tecnologica EU-SusChem, che riunisce tutti gli attori del settore chimico a livello europeo, la piattaforma italiana nasce dall’alleanza strategica tra industrie, ricerca pubblica e società. Federchimica, Enea, CNR, la Società Chimica Italiana, l’Università di Bologna sono solo alcuni dei promotori di questa nuova realtà italiana, che ha raccolto il supporto di oltre 80 tra aziende, istituzioni, enti di ricerca, consorzi, università, associazioni, banche e fondazioni.

La piattaforma italiana si propone di favorire l’integrazione delle iniziative regionali e nazionali con quelle europee, promuovendo l’allineamento fra il VII programma quadro e i programmi nazionali di ricerca, la partecipazione delle PMI e la formazione. Sempre più fondamentale, nel futuro, sarà la sinergia tra programmi di ricerca a livello nazionale ed europeo per realizzare una chimica sostenibile che sia competitiva a livello mondiale.

A Bologna interverranno oltre trecentocinquanta delegati del mondo della ricerca pubblica e industriale. Il lancio di IT–SusChem sarà l’occasione per presentare le versioni preliminari del vision document e della agenda di ricerca nazionali.

Dopo il lancio della piattaforma, verrà avviata una consultazione nazionale per raccogliere feed-back e integrazioni per la versione finale dei documenti, prevista per gennaio 2007.

Energie rinnovabili: corretta rotta con nuovo decreto legislativo
31/10/2006 “Scongiurato pericolo per le rinnovabili. Il decreto legislativo sulla cogenerazione approvato dal Consiglio dei Ministri è senza dubbio positivo. Si tratta di un atto che corregge la rotta, sanando una grave distorsione voluta dal precedente governo, grazie alla quale si premiavano come energie rinnovabili, alla pari del solare per intenderci, il recupero del calore e il suo invio al teleriscaldamento a prescindere dal tipo di combustibile”. Lo ha dichiarato il Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare Alfonso Pecoraro Scanio.

“Paradossalmente – ha aggiunto il Ministro – si poteva premiare al pari delle vere rinnovabili anche il calore prodotto dalla combustione di carbone. Se non fossimo intervenuti, quindi, in poco tempo il mercato dei ‘certificati verdi’ sarebbe stato invaso da un numero così elevato di finti certificati da non rendere più vantaggioso il ricorso alle rinnovabili”.

Patrick Jozon nuovo direttore generale di Air Liquide Italia
08/11/2006 Il Consiglio di Amministrazione di Air Liquide Italia, società leader nel settore della produzione di gas industriali e medicinali, ha nominato Patrick Jozon, direttore generale di Air Liquide Italia. Succede a Olivier Imbault che mantiene il suo ruolo di amministratore delegato di Air Liquide Italia e assume a livello mondiale la carica di vice president, World Energy Conversion Market di Air Liquide.

Patrick Jozon è entrato a far parte del Gruppo Air Liquide nel 1980, ricoprendo varie posizioni nel settore dell’elettronica, prima in Canada e successivamente in Francia. È stato presidente e CEO della filiale Air Liquide in Canada e da settembre 2005 ricopriva la carica di direttore Air Liquide Electronics Europe.

Olivier Imbault, è entrato a far parte del Gruppo nel 1981. Nel 1986 ha raggiunto Air Liquide Italia dove ha ricoperto responsabilità crescenti di carattere “industriale”, per poi assumere la Direzione Generale nel 1999 e nel 2004 il ruolo di amministratore delegato e di vice president Mediterranean & African Areas. Olivier Imbault manterrà il suo ruolo di amministratore delegato di Air Liquide Italia e continuerà a esercitare le sue responsabilità istituzionali presso Federchimica e Confindustria come presidente di Assogastecnici e presidente del Comitato Energia di Federchimica.

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Federchimica partecipa al lancio della piattaforma tecnologica italiana IT-Suschem
27/10/2006 La chimica sostenibile rappresenta una sfida di innovazione e di sviluppo per aumentare la competitività dell’industria europea, coniugando le esigenze di rispetto per l’ambiente e la salute umana e di attenzione a un uso razionale delle risorse.

Dal biodiesel alle plastiche avanzate, dai nanosensori applicati ad abiti intelligenti per monitorare pressione e temperatura corporea a sistemi su misura per la somministrazione di farmaci e nutrienti, dai materiali fotoattivi per la rimozione di inquinanti nelle aree urbane ai processi a basso impatto ambientale che minimizzano la formazione di scarti e di sostanze inquinanti: l’universo chimica può fornire soluzioni tecnologiche ai bisogni della società e l’Italia ha intenzione di partecipare a questa partita.

Creata sulla spinta della piattaforma tecnologica EU-SusChem, che riunisce tutti gli attori del settore chimico a livello europeo, la piattaforma italiana nasce dall’alleanza strategica tra industrie, ricerca pubblica e società. Federchimica, Enea, CNR, la Società Chimica Italiana, l’Università di Bologna sono solo alcuni dei promotori di questa nuova realtà italiana, che ha raccolto il supporto di oltre 80 tra aziende, istituzioni, enti di ricerca, consorzi, università, associazioni, banche e fondazioni.

La piattaforma italiana si propone di favorire l’integrazione delle iniziative regionali e nazionali con quelle europee, promuovendo l’allineamento fra il VII programma quadro e i programmi nazionali di ricerca, la partecipazione delle PMI e la formazione. Sempre più fondamentale, nel futuro, sarà la sinergia tra programmi di ricerca a livello nazionale ed europeo per realizzare una chimica sostenibile che sia competitiva a livello mondiale.

A Bologna interverranno oltre trecentocinquanta delegati del mondo della ricerca pubblica e industriale. Il lancio di IT–SusChem sarà l’occasione per presentare le versioni preliminari del vision document e della agenda di ricerca nazionali.

Dopo il lancio della piattaforma, verrà avviata una consultazione nazionale per raccogliere feed-back e integrazioni per la versione finale dei documenti, prevista per gennaio 2007.

Energie rinnovabili: corretta rotta con nuovo decreto legislativo
31/10/2006 “Scongiurato pericolo per le rinnovabili. Il decreto legislativo sulla cogenerazione approvato dal Consiglio dei Ministri è senza dubbio positivo. Si tratta di un atto che corregge la rotta, sanando una grave distorsione voluta dal precedente governo, grazie alla quale si premiavano come energie rinnovabili, alla pari del solare per intenderci, il recupero del calore e il suo invio al teleriscaldamento a prescindere dal tipo di combustibile”. Lo ha dichiarato il Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare Alfonso Pecoraro Scanio.

“Paradossalmente – ha aggiunto il Ministro – si poteva premiare al pari delle vere rinnovabili anche il calore prodotto dalla combustione di carbone. Se non fossimo intervenuti, quindi, in poco tempo il mercato dei ‘certificati verdi’ sarebbe stato invaso da un numero così elevato di finti certificati da non rendere più vantaggioso il ricorso alle rinnovabili”.

Patrick Jozon nuovo direttore generale di Air Liquide Italia
08/11/2006 Il Consiglio di Amministrazione di Air Liquide Italia, società leader nel settore della produzione di gas industriali e medicinali, ha nominato Patrick Jozon, direttore generale di Air Liquide Italia. Succede a Olivier Imbault che mantiene il suo ruolo di amministratore delegato di Air Liquide Italia e assume a livello mondiale la carica di vice president, World Energy Conversion Market di Air Liquide.

Patrick Jozon è entrato a far parte del Gruppo Air Liquide nel 1980, ricoprendo varie posizioni nel settore dell’elettronica, prima in Canada e successivamente in Francia. È stato presidente e CEO della filiale Air Liquide in Canada e da settembre 2005 ricopriva la carica di direttore Air Liquide Electronics Europe.

Olivier Imbault, è entrato a far parte del Gruppo nel 1981. Nel 1986 ha raggiunto Air Liquide Italia dove ha ricoperto responsabilità crescenti di carattere “industriale”, per poi assumere la Direzione Generale nel 1999 e nel 2004 il ruolo di amministratore delegato e di vice president Mediterranean & African Areas. Olivier Imbault manterrà il suo ruolo di amministratore delegato di Air Liquide Italia e continuerà a esercitare le sue responsabilità istituzionali presso Federchimica e Confindustria come presidente di Assogastecnici e presidente del Comitato Energia di Federchimica.

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Indagine Enea-Federambiente sul recupero energetico da rifiuti urbani in Italia
15/11/2006 L’indagine ha messo in evidenza che il mercato del recupero energetico a livello nazionale è in costante progresso, in linea con quanto accade a livello europeo. Oltre all’aumento dei quantitativi di rifiuti trattati si riscontra un più marcato incremento del recupero energetico, in particolare per l’energia elettrica e anche il recupero dei residui di trattamento è in fase di sviluppo. Le emissioni gassose, alla luce degli sviluppi normativi e dell’evoluzione tecnologica, si sono notevolmente ridotte in termini quantitativi rispetto al passato, soprattutto per quanto riguarda l’aspetto dei microinquinanti organici e inorganici.

A fine 2005 erano operativi sul territorio nazionale 52 impianti, con una capacità di trattamento complessiva pari a circa 17.000 t/giorno. La maggior parte degli impianti censiti (34 su 52) ha una capacità di trattamento non superiore alle 300 t/giorno, mentre la capacità media su base annua risulta pari a circa 105.000 tonnellate.

Nel 2004 sono stati trattati circa 4,2 milioni di tonnellate di rifiuti costituiti principalmente da rifiuti urbani residui (65%), da flussi (21%) da essi derivati (frazione secca, CDR) tramite trattamenti di tipo meccanico-biologico e, in misura minore, da rifiuti speciali (14%); il quantitativo complessivo di rifiuti di origine urbana è stato pari a circa 3,64 milioni di tonnellate, corrispondente all’11,7% della produzione totale.

L’apparecchiatura di combustione di più larga diffusione è costituita dai combustori a griglia che rappresentano circa l’80% in termini di linee installate e circa l’83% in termini di capacità di trattamento; il combustore a letto fluido copre invece circa il 15% sia in termini di linee installate sia di capacità, mentre il forno a tamburo rotante svolge un ruolo marginale.

Il recupero energetico viene effettuato nella quasi totalità degli impianti (49 su 52) e prevede in tutti i casi la produzione di energia elettrica. In soli otto impianti, tutti situati nel Nord Italia, è prevista la produzione combinata di energia elettrica e termica su base stagionale. Dall’esame dei dati degli ultimi anni si rileva un incremento significativo per la produzione di energia elettrica, mentre la produzione di energia termica rimane pressoché costante.

Per quanto riguarda il trattamento dei fumi finalizzato alla rimozione delle polveri e dei gas acidi si rileva che il sistema maggiormente impiegato è quello di tipo “a secco” (iniezione di reagente in polvere costituito da calce o bicarbonato di sodio), che copre circa il 50% della capacità totale di trattamento. Sono in aumento i trattamenti di tipo “multistadio” (costituiti dalla combinazione in serie di più tecniche di trattamento), presenti soprattutto negli impianti di recente costruzione.

In tema di controllo degli ossidi azoto, si rileva che la riduzione selettiva non catalitica in camera di combustione è di gran lunga il sistema più utilizzato; il sistema catalitico (SCR) è presente in nove impianti, quasi tutti di recente costruzione.

Il controllo dei microinquinanti organici e inorganici viene effettuato tramite assorbimento su carboni attivi, di norma iniettati assieme al reagente alcalino. Inoltre quattro impianti effettuano il monitoraggio in continuo del mercurio e quattro impianti effettuano il campionamento in continuo delle diossine.

In termini di emissioni in atmosfera tutti gli impianti rispettano i valori limite previsti dalla normativa pro-tempore vigente (DM 503/97 al momento dell’indagine), salvo rare eccezioni assoggettate alle disposizioni emanate dell’Autorità Locale competente.

Dal trattamento termico dei rifiuti sono stati prodotti nell’anno 2004 circa 800.000 tonnellate di scorie e circa 200.000 tonnellate di residui dal trattamento dei fumi, questi ultimi quasi tutti smaltiti in discarica. Per quanto concerne le scorie, invece, si registra una tendenza allo sviluppo del recupero, anche se la maggior parte di esse (circa l’80%) è ancora smaltita in discarica.

È tempo di parlare di tempo: quali le conseguenze dei cambiementi climatici?
15/11/2006 Un nuovo rapporto sull’impatto, la vulnerabilità e adattamento in Africa, realizzato dal Segretariato delle Nazioni Unite per la convenzione quadro sui cambiamenti climatici (Unfccc) e basato sui dati provenienti da organi tra cui il Programma per l’ambiente (Unep) e l’Organizzazione meteorologica mondiale (Wmo), indica che la vulnerabilità del continente nei confronti dei cambiamenti climatici si è acutizzata più del prevedibile: inondazioni, innalzamento del livello del mare, estinzione di specie animali e habitat, scarsità dei raccolti di cereali, perdita di aree verdi naturali.

La necessità di adattamento presente e futuro di parte dell’Africa deve includere potenziamenti nella capacità di monitoraggio di clima e tempo e migliori collegamenti tra ricerca e politica. Altre esigenze includono le considerazioni sui principali cambiamenti climatici all’interno dello sviluppo e piani e programmi di settore, educazione e progressiva consapevolezza per governi, istituzioni e individui attraverso mezzi sempre più efficienti, come previsioni del tempo migliori e sistemi di allarme veloci.

Uno degli impatti più devastanti cui si assisterà in Africa orientale riguarda il cambiamento di frequenza e intensità delle precipitazioni con conseguenze sulla disponibilità di acqua e sulla produzione agricola. Un quadro che lascia presagire ulteriore penuria di cibo e possibili conflitti. Inoltre, le temperature più elevate possono significare il diffondersi di malattie come la malaria.

Non bisogna inoltre trascurare l’eventualità del verificarsi di fenomeni meteorologici estremi o l’innalzamento del livello del mare che, ancora una volta, andrebbe a colpire le attività economiche della regione come l’agricoltura, il turismo, l’industria e la pesca. “Le economie africane sono le più colpite. Più del 70% della nostra popolazione vive nelle campagne” ha commentato Awori, vicepresidente del Kenya, dinanzi ai 6.000 delegati presenti alla conferenza che per la prima volta si è svolta in un Paese dell’Africa subsahariana.

I partecipanti all’incontro sono stati chiamati a trovare i sistemi (programmi specifici e finanziamenti ad hoc) migliori con cui aiutare i Paesi meno avanzati del pianeta a fronteggiare i futuri cambiamenti climatici. Mentre sul fronte della riduzione dell’emissione di gas serra, si discuterà un nuovo piano per la riduzione dei gas che sostituisca il Protocollo di Kyoto in scadenza nel 2012 e si cercherà di fare nuove pressioni nei confronti dei Paesi che non lo hanno ancora ratificato e che risultano anche essere i principali emettitori di gas serra del pianeta: dagli Stati Uniti all’Australia, passando per i Paesi emergenti come Cina, India e Brasile.

Durante il XX secolo la temperatura del continente africano è aumentata di 0,7 °C, con temperature record che hanno raggiunto i massimi picchi nel 1995 e 1998; mentre le piogge diventano più rare, la siccità si diffonde. Se si considera l’Africa come luogo di origine e parte essenziale della storia dell’uomo, osservarla significa ponderare il presente e immaginarsi il futuro.

I contenitori Tetra Pak della Centrale Latte di Roma sono riciclabili
15/11/2006 Anche nel Comune di Roma i cartoni per bevande possono essere raccolti e riciclati con carta e cartone: una volta lavati e schiacciati vengono raccolti nel cassonetto bianco per la carta e successivamente avviati al riciclo. La realizzazione della campagna di comunicazione che veicola questo messaggio è stata possibile grazie alla collaborazione fra Tetra Pak Italiana, Ama, l’Azienda Municipale Ambiente della Capitale, e Centrale del Latte di Roma, che hanno siglato una partnership dedicata a questo progetto.

“Dopo aver lavorato per estendere la raccolta differenziata dei cartoni per bevande in tutta Italia, la diffusione di tale messaggio nel comune di Roma ha un significato speciale per Tetra Pak – afferma Michele Mastrobuono, direttore ambiente e Relazioni Esterne di Tetra Pak Italiana – Dopo aver raggiunto la Capitale, stiamo lavorando per diffondere ancor più la cultura del recupero e del riciclo dei cartoni per bevande. L’anno scorso il 44,9% dei cartoni per alimenti immessi al consumo è stato recuperato e riciclato e l’obiettivo per il 2006 è di raggiungere quota 47,5%. Questa campagna e il pacchetto di iniziative per il riciclo dei cartoni del latte – afferma Giovanni Hermanin, presidente di Ama – per la città di Roma sono estremamente importanti. Attraverso un marchio storico, legato agli usi e alle tradizioni dei romani, infatti, iniziamo a veicolare un messaggio chiaro: che tutti i cartoni per bevande, se correttamente conferiti nei contenitori della raccolta differenziata, possono essere riciclati e recuperati. L’uso ormai massivo dei contenitori Tetra Pak ci induce a sperare che nel prossimo futuro si possano stabilire collaborazioni permanenti e che anche altre aziende dell’alimentare dimostrino la stessa sensibilità e rispetto per l’ambiente”.

A oggi sono più di 10 milioni i cittadini italiani che possono fare la raccolta differenziata dei cartoni per bevande, a cui vanno ad aggiungersi gli oltre 2 milioni e mezzo di romani. Sul di tetrapack, nella sezione “protezione integrale” è disponibile l’elenco completo dei Comuni dove la raccolta è già attiva. Tutti i materiali informativi della campagna e i quaderni e sacchetti distribuiti alle scuole in visita alla Centrale del Latte di Roma saranno stampati su Cartalatte e Cartafrutta, le uniche carte nate dal riciclo dei cartoni per bevande Tetra Pak.

Legambiente e Provincia di Milano premiano gli ecoinvestigatori
15/11/2006 Per la seconda edizione del premio “Ambiente e Legalità in provincia di Milano 2006” saranno quattro le categorie coinvolte: corpi di polizia, enti locali, associazioni, cittadinanza attiva.

L’iniziativa, promossa da Legambiente e dagli Assessorati alla Sicurezza e all’Ambiente della Provincia di Milano, è aperta a tutte le denunce e indagini nell’intera provincia di Milano segnalate nel periodo compreso dal 1o luglio 2005 al 30 settembre 2006.

I casi sotto la lente d’ingrandimento della giuria saranno vari: dalle operazioni più significative di forze dell’ordine e polizia locale alle denunce di situazioni di illegalità da parte di cittadini particolarmente attenti, dalle azioni esemplari in difesa dell’ambiente alle iniziative di diffusione della cultura della legalità.

Quaranta le segnalazioni dello scorso anno, dieci i premiati dopo un’attenta selezione delle candidature più meritevoli di chi, per mestiere, per vocazione o per semplice altruismo ha dato un contributo rilevante nel combattere le illegalità ambientali su tutto il territorio della provincia di Milano.

“In Lombardia nel 2005 ci sono stati 100 illeciti ambientali in più rispetto all’anno precedente, in particolare nel settore dei rifiuti i reati accertati sono passati da 129 a 207 segnando un incremento del 60%. Questi dati in costante aumento ci inducono a non abbassare la guardia: ma anzi a potenziare il lavoro delle polizie locali e valorizzare il fondamentale ruolo dei cittadini nella denuncia di ogni tipo di abuso contro l’ambiente”. Così Sergio Cannavò, coordinatore dei Centri di Azione Giuridica di Legambiente.

Oare: accesso on line alla ricerca sull’ambiente
15/11/2006 Attraverso l’accesso on line alla ricerca sull’ambiente (Oare – On line access to research in the environment), più di 200 prestigiosi editori, società e associazioni potranno offrire una delle più grandi collezioni al mondo di giornali specialistici a più di 1.200 istituzioni ambientali pubbliche e no profit in più di 100 Stati tra Africa, Asia, area del Pacifico, America Latina e Carabi e Europa dell’est. Tutte le istituzioni coinvolte in Oare riceveranno risorse con un valore di sottoscrizione annuale di centinaia di migliaia di dollari.

Sono oltre 1.000 i titoli specializzati in settori come biotecnologia, botanica, cambiamenti climatici, ecologia, energia; in materia ambientale: chimica ed economia ambientale, ingegneria e pianificazione, legislazione e politica, tossicologia e inquinamento; geografia, geologia, idrologia, meteorologia, oceanografia, urbanistica e zoologia. Questi materiali sono resi disponibili attraverso un portale presentato in inglese, spagnolo e francese.

Oare fornisce anche un importante database di ricerca sommari e indici e strumenti intellettuali grazie ai quali la comunità scientifica e professionale è solita cercare informazioni tra le migliaia di pubblicazioni e altre risorse derivanti dal lavoro degli studiosi.

Questo progetto aiuta a contribuire allo sviluppo di comunità professionali e accademiche esperte e di un pubblico informato; incoraggia la creatività e la produttività scientifica; facilita lo sviluppo di politiche nazionali basate sul progresso scientifico; aiuta i Paesi che non ne sono in grado a costruire propri programmi per un’educazione migliore nell’ambito delle scienze ambientali, ne educa i leader, li aiuta a condurre proprie ricerche, a pubblicare le proprie scoperte scientifiche e a diffondere informazioni nella politica e nella società.

Appuntamento internazionale delle eco-attività: Pollutec a Lione
15/11/2006 Oltre 65:000 visitatori operatori del settore – industriali, consulenti, responsabili di collettività locali ecc – erano attesi a questo grande appuntamento mondiale dell’ambiente. Su una superficie espositiva di 100.000 m2, Pollutec, Salone internazionale delle attrezzature, delle tecnologie e dei servizi ambientali ha, presentato loro un’offerta completa di attrezzature, di processi e di servizi in tutti i settori ambientali: Acqua, Rifiuti/Riciclaggio, Aria, Analisi-Misura-Controllo, Energie Pulite, Prevenzione e Gestione dei Rischi, Siti e Suoli, Rumore, Sviluppo Sostenibile, Salute & Ambiente, Pulizia, Ingegneria.

Pollutec propone non solo un panorama molto completo di soluzioni utili per regolamentare le proprie attrezzature (trattamento degli effluenti tossici, valorizzazione di rifiuti speciali, conoscenza dei rischi legati alle loro attività) ma anche tutti gli strumenti necessari al loro processo: compressori, pompe ecc. 16 Paesi avevano annunciato la propria presenza con un padiglione nazionale collettivo o una partecipazione ufficiale: l’Austria, il Belgio (Vallonia), il Brasile, Paese ospite d’onore del salone, il Canada, la Cina, la Germania (Bade Wurtemberg, Baviera e Renania del Nord Westfalia), il Giappone (mediante il Nedo), il Lussemburgo, i Paesi Bassi, la Polonia, il Regno Unito (e il Galles), la Repubblica Ceca, la Spagna, gli Stati Uniti, la Svezia e la Svizzera (regione di Léman). Ma la progressione internazionale si è avvertita maggiormente sul numero degli espositori diretti. Complessivamente oltre 750 espositori internazionali, di cui numerosi alla loro prima presenza al salone, sono attesi a Pollutec.

Conergy: nuovo operatore per il mercato italiano dell’energia
15/11/2006 La liberalizzazione del mercato dell’energia elettrica e la successiva introduzione del “Conto Energia” nel luglio 2005 hanno reso possibile lo sviluppo di un nuovo e dinamico settore dell’economia italiana: quello delle fonti energetiche alternative che ha suscitato particolare interesse anche presso operatori stranieri.

Conergy, protagonista di primo piano a livello internazionale nel settore dell’energia rinnovabile, ha colto l’opportunità ed è entrata nel mercato italiano dell’energia da fonti rinnovabili.

Con un giro di affari atteso per il 2006 di più di 800 milioni di euro e più di 1.300 dipendenti nel mondo, Conergy si rivolge a tutti gli operatori del settore: installatori, system integrator, progettisti, grossisti elettrici, utenti finali e grandi investitori che vedono nel settore delle energie rinnovabili una valida alternativa alle tradizionali forme di investimento.

Partnership per lo sviluppo di etanolo da biomasse cellulosiche
16/11/2006 Dal 2003, DuPont e Doe (dipartimento dell’energia statunitense) co-finanziano un programma di ricerca quadriennale volto allo sviluppo di una tecnologia che converta la paglia della pannocchia in etanolo.

Il progetto Icbr (Integrated Corn-Based BioRefinery) è in linea con la strategia di DuPont che punta allo sviluppo di innovazioni in grado di convertire i “raccolti di energia”, come diversi tipi di erba e i sottoprodotti agricoli, come la paglia e il gambo della pannocchia, in biocarburanti e altri materiali derivati da risorse rinnovabili.

Fra i partner che collaborano al programma di ricerca vi sono DuPont e la sua affiliata Pioneer Hi-Bred International, Diversa Corporation, National Renewable Energy Laboratory, Michigan State University e Deere&Company.

La tecnologia di bioraffinazione integrata incrementerà significativamente la quantità di etanolo per ettaro ottenibile sia dai grani sia dalla paglia della pianta di mais. L’innovativo processo di fermentazione di DuPont, sviluppato insieme ai partner, consente un’efficace conversione sia degli zuccheri di glucosio C-6 sia degli zuccheri di xilosio C-5, di difficile fermentazione, in etanolo ad alta resa.

Per tali conversioni, la tecnologia di bioraffinazione integrata utilizza dei microrganismi denominati Zymomonas mobilis. In natura, tale microrganismo vive in soluzioni a elevato tenore di zuccheri, come quelle derivate dalla frutta e dalla linfa zuccherina delle piante; pertanto è molto adatto a un’efficiente conversione dello zucchero.

Broin e il Doe hanno finanziato un progetto di ricerca quinquennale per lo sviluppo e il miglioramento del processo di frazionamento con molitura a secco grazie all’aiuto del National Renewable Energy Laboratory (Nrel) e della South Dakota State University. Il progetto prevede la commercializzazione della tecnologia di frazionamento di Broin, o “BFrac”, che insieme al processo di idrolisi dell’amido grezzo di Broin (Bpx), pone le basi della bioraffinazione del futuro. La tecnologia BFrac consente di produrre maggiori quantità di etanolo, ma, più importante ancora, di creare prodotti con superiore valore aggiunto, come le fibre derivate da etanolo cellulosico.

A ottobre a Terni, la bioraffineria è diventata realtà: accordo tra Novamont e Coldiretti
16/11/2006 Un nuovo modello di sviluppo industriale sostenibile in grado di contribuire al rilancio dell’economia italiana, di coniugare la crescente domanda di qualità ambientale con la competitività di impresa e di fornire risposte concrete alle problematiche delle risorse petrolifere: la bioraffineria Novamont, primo esempio nel suo genere, che va a integrare a monte la filiera delle bioplastiche Mater-Bi e Origo-Bi e apre a nuove applicazioni nel campo degli intermedi chimici.

Novamont, azienda operante nel settore delle bioplastiche, ha fino a oggi investito circa 100 milioni di euro per sviluppi di ricerca e per la realizzazione degli impianti di bioplastiche. Si accinge ora a creare una vera e propria bioraffineria realizzando un nuovo insediamento produttivo integrato nel territorio in grado di utilizzare le risorse naturali di origine agricola locali.

La bioraffineria di Terni utilizzerà, oltre all’attuale amido di mais, oli vegetali. Grazie alla collaborazione tra Novamont e Coldiretti, è stata costituita una società paritetica tra Novamont e una cooperativa partecipata da 600 imprenditori agricoli locali, affinché la bioraffineria sia in grado di massimizzare la specializzazione delle colture, utilizzare a pieno gli scarti e accorciare la catena del valore. Ciò permetterà a Novamont di industrializzare le sue tecnologie e di disporre di una nuova generazione di intermedi chimici ampliando la gamma di applicazioni del Mater-Bi.

A regime, a partire da inizio 2008, si prevede che Novamont raggiungerà una capacità produttiva annua di 60.000 tonnellate di bioplastiche completamente biodegradabili, compostabili e con limitato impatto ambientale lungo tutto il ciclo di vita.

In Italia ci sono i terreni, le coltivazioni e le capacità imprenditoriali per un contributo concreto dell’agricoltura alla riduzione dell’inquinamento ambientale: attraverso il sistema della bioraffineria Novamont, destinando 800.000 ettari di terreno a colture di mais e oleaginose a fini energetici, sarebbe possibile, in linea di principio, produrre quantità di bioplastiche nell’ordine di circa 2 milioni di tonnellate, un quarto dell’intero fabbisogno nazionale di plastiche, metà dell’intera quantità di prodotti usa e getta. Un progetto quindi perfettamente compatibile con le colture alimentari e in grado di attivare un’intera filiera economica, nella logica di una competitività ambientale di sistema.

L’Italia che ha scelto un’agricoltura rispettosa dell’ambiente e senza Organismi Geneticamente Modificati (Ogm) ha grandi risorse da offrire e potenziando le coltivazioni dedicate alla produzione di biocarburanti (biodiesel e bioetanolo), utilizzando residui agricoli, forestali e dell’allevamento e installando pannelli solari nelle aziende agricole è possibile arrivare a coprire entro il 2010 fino al 13% del fabbisogno energetico nazionale, risparmiare oltre 12 milioni di tonnellate di petrolio equivalenti e ridurre le emissioni di anidride carbonica di origine fossile di 30 milioni di tonnellate”, ha dichiarato Franco Pasquali, segretario generale di Coldiretti. In Italia Novamont ha intrapreso un percorso articolato di iniziative e progetti di bioeconomia da lungo tempo.

Amianto crisotile e inserimento nella lista Pic: decisione rimandata
16/11/2006 La convenzione di Rotterdam sulla procedura di assenso preliminare con conoscenza di causa (Pic) per certe sostanze chimiche e pesticidi pericolosi nel mercato internazionale promuove trasparenza e informazione comunicando i potenziali rischi per la salute umana e l’ambiente.

La cosiddetta lista Pic contiene 39 sostanze pericolose, incluse tutte le altre forme di amianto. Nel corso della conferenza, molti governi hanno espresso preoccupazione riguardo il mancato inserimento al momento dell’amianto crisotile nella lista. L’organizzazione mondiale della sanità ha ricordato ai partecipanti che il crisotile è cancerogeno per l’essere umano e che almeno 90.000 persone muoiono ogni anno di malattie relative all’amianto, come il cancro ai polmoni e il mesotelioma.

Borsa di Studio Bracco per neolaureati in Farmacia e CTF
16/11/2006 Bracco ha bandito anche quest’anno il concorso per una borsa di studio destinata a giovani laureati in Farmacia o in Chimica e Tecnologia Farmaceutiche, in collaborazione con la Conferenza Permanente dei presidi delle Facoltà di Farmacia, FOFI – Federazione degli Ordini dei Farmacisti Italiani, Federfarma – Federazione Farmacisti Italiani, Federchimica e con il patrocinio dell’Associazione Docenti Ricercatori Italiani di Tecnologie e Legislazione.

La borsa di studio prevede uno stage della durata di un anno , con inizio il 31 marzo 2007, da svolgersi presso uno dei laboratori di ricerca in Italia o all’estero del Gruppo Bracco. I candidati devono aver conseguito il titolo di laurea da meno di diciotto mesi in qualsiasi università italiana e con una tesi sperimentale. Il bando di concorso è consultabile sul sito della società e presso tutte le facoltà di Farmacia in Italia.

Le domande di ammissione alla Borsa di Studio dovranno essere inviate entro il 31 dicembre 2006 alla Segreteria organizzativa del concorso presso Bracco SpA – Direzione Centro Ricerche – via Folli 50, 20134 Milano.

ABB fornirà ad Akzo Nobel un sistema di controllo batch per l’impianto svedese di Örnsköldsvik
16/11/2006 Il sistema di controllo batch, fornito da ABB Svezia, offrirà nuove funzioni per la gestione dei batch, secondo lo standard S88, ed integrerà il sistema di controllo esistente. ABB fornirà anche un sistema di controllo di sicurezza totalmente integrato (SIL certified), in sostituzione delle attuali logiche di sicurezza e uno studio di fattibilità per l’ulteriore ampliamento del sistema batch, allo scopo di coprire l’intero processo di produzione, dall’inizio alla fine ed aumentare la produttività globale.

ABB ha stipulato con Akzo Nobel un contratto di manutenzione, della durata di due anni, che consente implementazioni e aggiornamenti del sistema 800xA. Il contratto comprende anche la manutenzione preventiva e servizi di manutenzione relativi alla strumentazione di campo.

Oltre alla funzione di gestione di ricette a elevata complessità e ripetibilità, il sistema 800xA consente di monitorare la qualità, variare i parametri e le sequenze durante il funzionamento o ridefinire l’allocazione delle risorse, garantendo la completa tracciabilità della produzione.

Il nuovo sistema di controllo batch entrerà in funzione all’inizio del 2007.

Akzo Nobel Functional Chemicals, Örnsköldsvik, produce derivati dalla cellulosa ed addensanti impiegati nei rivestimenti protettivi e nell’industria edile.