Edizione N° 17 del 12 luglio 2006

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Edizione N° 17 del 12 luglio 2006


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Due giornate sull’ambiente e la deseritifcazione: per non inaridire
12-07-2006 Se si tiene conto del fatto che più del 40 % della superficie delle terre emerse del pianeta è occupata da terreni aridi e che la proiezione degli studi elaborati dagli esperti prevede l’espansione delle aree desertiche, è comprensibile che in entrambe le ricorrenze il dibattito si sia focalizzato sul tema della desertificazione. Non si può dimenticare che questo tipo di ecosistema rappresenta casa per un terzo della popolazione mondiale costituita dai membri più vulnerabili della società.

Quest’anno c’è una duplice ragione per celebrare la Giornata Mondiale per la Lotta alla Desertificazione, dal momento che il 2006 è l’Anno Internazionale dei Deserti e della Desertificazione e il suo messaggio si riflette nell’argomento: “La bellezza dei deserti – La sfida alla desertificazione”. Si cerca di sottolineare il fatto che la desertificazione è motivo di interesse e preoccupazione a livello globale e di acuire la visibilità e l’importanza dell’emergenza delle terre aride nell’agenda internazionale dell’ambiente.

Aridità, ma non solo come minaccia: l’attenzione è stata rivolta ai deserti, magnifici e imponenti ecosistemi che sono stati culla di antiche civiltà, fragile bellezza ed eredità unica. Il 2006 segna il decimo anniversario della ratifica della Convenzione delle Nazioni Unite contro la Desertificazione, l’unica riconosciuta in ambito internazionale, strumento secondo legge vincolante che tratta il problema della degradazione del terreno nelle terre aride e che gode di un’associazione di 191 gruppi su scala universale.

Essa gioca un ruolo fondamentale all’interno dell’azione globale per estirpare la povertà, realizzare sviluppo sostenibile e raggiungere gli Obiettivi del Millennio per lo Sviluppo (Millennium Development Goals o Mdg). Occasioni per ricordare a ognuno che la desertificazione può essere affrontata attraverso partecipazione e cooperazione a tutti i livelli, le due giornate hanno avuto carattere propulsore: autorizzare le persone a diventare agenti attivi dello sviluppo sostenibile ed equo, promuovere la consapevolezza che le comunità sono fondamentali per cambiare atteggiamento nei confronti dei problemi dell’ambiente, sostenere collaborazioni che assicureranno a tutte le nazioni e i popoli un futuro più sicuro e prospero. Capi di Stato, Primi Ministri, Ministri dell’Ambiente e organizzazioni nella società civile sono annualmente invitati a organizzare eventi per dare visibilità e rilievo a questa Giornata speciale, per diffondere conoscenza e per indirizzare l’azione verso questa importante sfida.

Rigenerare impianti industriali dismessi: il progetto Regentif
12-07-2006 In molti casi i vecchi impianti industriali sono abbandonati a causa della loro obsolescenza tecno-ecologica e degli alti costi di riqualificazione.

Con l’obiettivo di definire una metodologia innovativa per rigenerare edifici e aree industriali dismessi, un gruppo internazionale di esperti ha lavorato nell’ambito del progetto europeo Regentif al fine di sviluppare, validare e condividere un percorso metodologico innovativo verso la rigenerazione urbana.

Regentif è un progetto iniziato nel 2003 con il supporto della Commissione europea attraverso il Quinto Programma Quadro per l’innovazione e la piccola media impresa. Partner del progetto sono Fundación Labein e Neotek Nervion (Spagna), Città della Scienza e Milano Metropoli Agenzia di Sviluppo (Italia), Cracow University of Technology e Rzeszów Regional Development Agency (Polonia), Dura Vermeer Groep (Paesi Bassi).

Il risultato della collaborazione triennale tra i partner è la pubblicazione in lingua inglese “Regentif book. Network for enhancing innovation in regenerating old industrial facilities”, che spiega un inedito approccio alla rigenerazione urbana, le sue componenti essenziali e le possibili iniziative di miglioramento. È presentato per la prima volta anche il “Knowledge Based System” (KBS), un innovativo software che permette di attivare interazioni tra tutti i soggetti coinvolti nella riqualificazione di un sito industriale, visualizzare le diverse prospettive di intervento sull’area (anticipatoria, multidisciplinare ecc.) e supportare così più efficacemente gli operatori di settore.

Grazie a questo innovativo approccio la rigenerazione urbana viene affrontata in maniera multidisciplinare, partecipativa e flessibile, oltre che integrata. Il fine ultimo del progetto è agevolare la trasformazione di un sito industriale, aumentando la sua capacità attrattiva verso le piccole medie imprese del terziario, società dinamiche che producono conoscenza e innovazione.

La metodologia Regentif è stata sperimentata in tre aree industriali dimesse di Spagna (Lemoiz), Italia (MaGe di Sesto San Giovanni) e Polonia (Stalowa Wola). Per ogni progetto pilota un’analisi dei punti di forza e di debolezza dell’area è stata effettuata al fine di definire le più efficaci strategie di intervento per il futuro dell’area.

Appuntamento a Lione per i protagonisti dell’ambiente
12-07-2006 Dal 28 novembre al 1° dicembre, sono attesi 2.400 espositori provenienti da 30 Paesi e 65 000 visitatori internazionali. Pollutec 2006 riunirà quindi su una superficie espositiva di 100.000 m2 un’offerta mondiale di prodotti, di tecnologie e di servizi riguardanti svariate tematiche ambientali: Acqua/Rifiuti/Riciclaggio, Aria, Energie, Analisi-Misura-Controllo, Rischi, Siti e Suoli, Inquinamento Acustico, Sviluppo Sostenibile, Salute & Ambiente, Pulizia, Ingegneria.

I due settori faro di Pollutec saranno sempre l’Acqua e i Rifiuti che, con il riciclaggio in netta progressione, occupano più del 70% della superficie espositiva. In seguito allo sviluppo di questi settori, si è avvertita la necessità di creare alcuni settori secondari: innanzittutto, per il settore Acqua, due anni fa (Condotte e Tubazioni – Pompe e Rubinetterie – Trattamento dell’Acqua), e quest’anno per il settore Rifiuti (Raccolta – Trattamento – Riciclaggio).

In evidenza quest’anno, tre tematiche di attualità: Energie Rinnovabili (eolica, solare, biocarburanti, geotermia) – Riunite nel villaggio Enr animato dal Cler (Comitato di Collegamento Energie Rinnovabili) con il supporto di Ademe, occuperanno uno spazio privilegiato nell’ambito del settore Energie. Proponendo soluzioni e prodotti, informazioni e consigli, questo villaggio accoglierà aree dedicate alla consulenza e numerosi dibattiti su temi di attualità o iniziative particolarmente singolari (come quella della regione di Göteborg in Svezia).

Al tema Salute & Ambiente sarà dedicato un settore che raggrupperà i servizi e gli strumenti per la prevenzione, il rilevamento e la gestione dei rischi sanitari nonché un forum animato dall’Ineris (Istituto dell’Ambiente Industriale e dei Rischi). In programma: grandi dibattiti in cui interverranno esperti e industriali su tematiche attuali: qualità dell’aria atmosferica, Reach, pesticidi, nanotecnologie, rischi sul luogo di lavoro.

In programma più di 250 conferenze e dibattiti. Con oltre una quindicina di conferenze, Pollutec 2006 offrirà ai visitatori molteplici opportunità di scambio nelle sue numerose aree a ingresso libero: sette forum o villaggi tematici (Salute & Ambiente, Energie Rinnovabili, Sviluppo Sostenibile, Siti e Suoli, Riciclaggio, Ingegneria, Analisi-Misura-Controllo), o tavole rotonde ed esposizioni si susseguiranno durante i quattro giorni di manifestazione; due forum espositori, dedicati alla presentazione di innovazioni tecnologiche; un’Area Incontri Ricerche Industria, animata da Ademe e i suoi partner della stampa, che accoglierà alcune presentazioni di lavori di ricerca di laboratori e dibattiti tra ricercatori e industriali;
e una piattaforma Tv, in cui si alterneranno interventi di personalità, grandi dibattiti, presentazioni di mercati, premiazioni

Pollutec inoltre si prepara ad accogliere più di 7.000 visitatori internazionali, tra cui numerose personalità, accompagnate da importanti delegazioni di industriali e da protagonisti del settore.
In programma, inoltre, numerose convention d’affari internazionali finalizzate a facilitare i trasferimenti di tecnologie tra gli industriali dell’America Latina e l’Africa e i loro omologhi europei, delle presentazioni di nuove opportunità di mercato in differenti Paesi (Polonia, Messico, Cina, Marocco, Algeria).

Salone internazionale per il recupero e il riciclo dei metalli
12-07-2006 Già il nome della manifestazione fornisce un’idea delle tematiche di cui si occupa, ossia il recupero e il riciclo dei materiali metallici. Un progetto dedicato a tecnologie, soluzioni, prodotti, attrezzature, macchine e impianti per la raccolta, la selezione, le lavorazioni, il riciclo e il riutilizzo, appunto, dei rottami metallici, ferrosi e non ferrosi.

Il salone si propone quindi come punto di riferimento per l’industria collegata al recupero e riciclo dei metalli. Un palcoscenico capace di garantire un’informazione specializzata su prodotti, soluzioni di impianti e tecnologie destinate a questo comparto. Il pubblico cui è indirizzata questa iniziativa include autodemolitori, raccoglitori e recuperatori di metallo, utilizzatori di rottami per successive lavorazioni a caldo, smaltitori di rifiuti, commercianti di metalli riciclati, oltre a enti, associazioni e istituzioni che agiscono nell’ambito del riciclo.

Massima visibilità viene garantita agli espositori, tra cui svolgono un ruolo importante quelli provenienti dai settori della raccolta, trasporto, movimentazione e logistica; riduzione dimensionale e frantumazione; cernita, selezione e separazione rottami; stoccaggio rottami; sistemi di imballaggio; metrologia, strumentazioni di misura e controllo, laboratori; controllo e sicurezza ambientale; antinfortunistica e, per finire, commercianti e traders.

La prima edizione di Metalriciclo godrà del patrocinio delle associazioni dei metalli ferrosi e non ferrosi in Italia e all’estero: Aim (Associazione italiana di metallurgia), Assiral (Associazione italiana raffinatori alluminio), Assofermet (Associazione nazionale dei commercianti in ferro e acciai, metalli non ferrosi, rottami ferrosi, ferramenta e affini), Assomet (Associazione nazionale industrie metalli non ferrosi), Bir (Bureau of international recycling), Cial (Consorzio imballaggi alluminio), Eaa (European Aluminium Association), Eurometrec (European metal trade and recycling federation), Federacciai (Federazione imprese siderurgiche italiane). Sostegno all’evento è stato accordato anche da Ada (Associazione nazionale demolitori autoveicoli), Aira (Associazione italiana recuperatori auto), Cobat (Consorzio obbligatorio batterie esauste) e Crf – Centro Ricerche Fiat.

Sotral premiata con l’European Business Award for the Environment 2006
12-07-2006 Sotral, vincitrice per la categoria Miglior Gestione, è un’azienda di logistica distributiva che offre servizi di trasporto di derrate alimentari a supporto delle aziende di ristorazione. L’azienda, attraverso investimenti di ricerca e sviluppo e comunicazione ambientale, si è dotata di un modello gestionale improntato sul life cycle thinking e sulla gestione sostenibile dei propri processi. Le numerose certificazioni volontarie sono divenute strumenti per gestire il miglioramento continuo dei propri processi attraverso l’inserimento di indicatori ambientali (per esempio i chilometri percorsi per pasto trasportato) e l’ottimizzazione dei propri processi (come l’acquisto di mezzi a metano o la riduzione degli impatti legati alla gestione dei rifiuti). La continua crescita del fatturato aziendale è la conferma che la strategia di sviluppo adottata da Sotral è non solo sostenibile dai punti di vista sociale e ambientale, ma anche economicamente vincente.

Sotral è arrivata al premio europeo dopo aver vinto Il Premio Impresa Ambiente Italiano – promosso dal Ministero dell’Ambiente, Ministero delle Attività produttive, Unioncamere e Camera di Commercio di Roma e organizzato da AeT – Ambiente e Territorio, Azienda speciale della Camera di Commercio di Roma. Premiata in Italia a gennaio, Sotral è entrata di diritto alla selezione europea, dove ha dovuto contendersi il premio con 139 candidature giunte da 23 Paesi europei.
Il premio è stato ritirato dal direttore generale di Sotral, Maurizio Mariani.

Assemblea Assobiotec: biotecnologie vero motore dell’innovazione in Italia
12-07-2006 Si è svolta a Roma l’Assemblea annuale di Assobiotec, l’Associazione nazionale per lo sviluppo delle biotecnologie (oltre 70 associati tra imprese e parchi scientifici e tecnologici), che fa parte di Federchimica. Nel corso dell’Assemblea Roberto Gradnik è stato rieletto a larghissima maggioranza presidente dell’Associazione per il biennio 2006-2008.

L’evento quest’anno ha avuto luogo nell’ambito di BioInItaly, la prima convention delle imprese biotecnologiche italiane – che ha visto la partecipazione di numerosi ospiti italiani e internazionali – dedicata all’analisi degli scenari futuri, delle prospettive del comparto e delle sue principali applicazioni.

Secondo il Rapporto “Biotecnologie in Italia 2006. Analisi strategica e finanziaria” – realizzato da Assobiotec insieme a Blossom Associati, al Dipartimento di Ricerche aziendali R. Argenziano dell’Università di Pavia e al CrESIT dell’Università dell’Insubria di Varese – negli ultimi anni il settore ha registrato tassi di crescita davvero significativi: oggi sono 163 le società biotech italiane, di cui 73 costituite a partire dal 2000, tra cui spicca una forte predominanza di aziende dedicate alla cura della salute (69% sul totale) e una prevalenza di piccole imprese (80% sul totale). I dipendenti sono 8.300 (+25% nell’ultimo triennio) di cui oltre la metà impegnati in attività di R&S. Il fatturato ammonta a circa 3 miliardi di euro.

“Oggi la realtà biotech italiana non può pertanto essere ignorata, né sottovalutata – ha sottolineato Gradnik – ma anzi è un potenziale da far ulteriormente esplodere con specifici interventi di sostegno. Questo è il nostro messaggio al Governo, che ci auguriamo mostri con i fatti di avere consapevolezza di quanto le biotecnologie possono contribuire allo sviluppo dell’innovazione e dell’economia nel nostro Paese”.

Nel concreto, il Presidente di Assobiotec, esprimendo apprezzamento per le “Linee guida per lo sviluppo delle biotecnologie in Italia” elaborate dal Comitato Nazionale Biosicurezza e Biotecnologie istituito presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, ha illustrato un insieme di misure specifiche finalizzate alla promozione del comparto e, in particolare, delle piccole-medie imprese, cuore pulsante del biotech in Italia.

Tra le richieste dell’Associazione spiccano:
· l’istituzione dello status di “Giovane Impresa Innovativa” – GII, mutuato dall’ordinamento francese, che permetterebbe di introdurre misure di incentivazione fiscale e contributiva a favore delle PMI costituite da meno di 18 anni, con al massimo 250 dipendenti, fatturato inferiore ai 50 milioni di euro, costi di ricerca e sviluppo superiori al 30% del totale e oltre il 60% dei dipendenti occupati
nella R&S;
· la costituzione di un fondo di garanzia pubblico-privato per l’investimento nei settori ad alta tecnologia;
· la creazione di un’Agenzia per la promozione dell’innovazione;
· l’impegno del Governo nel garantire stabilità ed efficienza del finanziamento pubblico;
· la tutela dell’innovazione biotecnologica in campo farmaceutico;
· l’ottimizzazione delle procedure per la sperimentazione clinica in Italia;
· l’incentivazione delle biotecnologie bianche (meglio note come industriali).

In materia di agrobiotecnologie, Roberto Gradnik ha espresso l’auspicio che la legislazione italiana possa essere al più presto riallineata a quella europea.

“L’Europa ha già deciso che il futuro della nostra agricoltura è la coesistenza: ora basta scappatoie. Le Regioni che volessero emanare una normativa tecnica in materia potranno farlo, ma dovranno essere rispettose dei diritti individuali di ciascun imprenditore agricolo – così come di ciascun consumatore – di scegliere in piena libertà tecnologie e prodotti. In questo quadro è più che mai necessario, per non perdere ulteriore terreno nei confronti degli altri Paesi, far ripartire al più presto, concretamente, le sperimentazioni di campo di nuovi prodotti”.

Aton e Symbol insieme per conquistare nuovi mercati europei del settore idrocarburi
12-07-2006 La stretta collaborazione tra le due aziende, nata nel 1995, ha portato in questi anni significativi risultati in termini di vendite e di innovazione tecnologica. L’unione dell’esperienza di Aton nelle applicazioni di tentata vendita e gestione della logistica con la leadership di Symbol nella produzione di hardware per la mobility ha reso possibile lo sviluppo di un product-mix ad hoc altamente competitivo, in grado di garantire un reale valore aggiunto anche a tutti coloro che operano nel mercato del GPL e di ampliare la presenza in nuovi mercati europei.

Il percorso di qualificazione della partnership si è concretizzato inoltre in un riconoscimento ufficiale da parte di Symbol: infatti Aton da Business Partner, ovvero da partner commerciale che fornisce soluzioni applicative universali e servizi di integrazione, è diventato Solution Partner, partner autorizzato che integra i prodotti Symbol all’interno delle proprie soluzioni software e offre servizi qualificati di assistenza.

In questo nuovo ruolo di Solution Partner, Aton ha partecipato insieme a Symbol, a fianco dei principali player del mercato GPL, all’AEGPL Congress, la convention europea dedicata al GPL svoltasi ad Istanbul dal 31 maggio al 2 giugno: una scelta strategica che si colloca all’interno del piano di internazionalizzazione che l’azienda sta seguendo ormai da diversi anni.

Bayer decide di cedere la Divisione Diagnostici a Siemens per 4,2 miliardi di euro
12-07-2006 Il Gruppo Bayer progetta di cedere la Divisione Diagnostici di Bayer HealthCare a Siemens AG (Monaco – Germania) per 4,2 miliardi di euro. Questo disinvestimento è stato approvato dal Supervisory Board di Bayer. “Questa decisione è pienamente in linea con la nostra strategia di allineare sistematicamente la nostra business unit HealthCare. Ci stiamo concentrando sui prodotti farmaceutici per uso umano e veterinario e sui prodotti che possono essere promossi direttamente ai pazienti “, ha dichiarato il Presidente del Management Board di Bayer AG, Werner Wenning.

Il business dei sistemi della Divisione Diagnostici, che è particolarmente legato ad hardware, reti telematiche e assistenza globale alle apparecchiature, è soggetto a fattori di successo diversi rispetto alle altre divisioni di Bayer HealthCare. Wenning ha dichiarato che Bayer sta disinvestendo da queste attività nell’ambito della fase di consolidamento nel mercato dei diagnostici. “Siamo convinti che il successo del settore delle apparecchiature di laboratorio abbia prospettive di sviluppo a lungo termine ancora migliori per un’azienda che si specializza nella tecnologia medica,” ha aggiunto. Si prevede che le trattative si concluderanno nella prima parte del 2007 dopo l’approvazione dell’autorità antitrust.

La Divisione Diabetes Care, che si rivolge al consumatore, non è interessata dalle trattative in corso e così pure i mezzi di contrasto (imaging diagnostico) di Schering AG che costituiranno una parte importante della futura Bayer Schering Pharma AG.

“Bayer HealthCare Diagnostics” è cresciuta negli ultimi tre anni con un ritmo notevolmente più rapido rispetto al mercato in termini di guadagni e redditività. Così ora è il momento giusto per uscire da questo segmento di mercato di successo e, quindi, aggiungere valore al Gruppo Bayer. “Siemens è l’azienda ideale per continuare a sviluppare Bayer HealthCare Diagnostics come “core business”, ha commentato Arthur Higgins, Presidente del Board of Management di Bayer HealthCare AG.

Per Bayer i ricavi del disinvestimento dopo le tasse saranno di 3,6 miliardi di euro. Sebbene queste trattative siano state condotte indipendentemente dall’acquisizione di Schering e dal suo finanziamento, lo influenzerà in quanto il prestito obbligazionario misto di 1,3 miliardi di euro potrebbe non essere lanciato o avere una consistenza molto inferiore. Inoltre l’aumento di capitale precedentemente annunciato fino a 4 miliardi di euro in relazione all’acquisizione di Schering probabilmente sarà ridotto di 500 milioni di euro. Nel marzo di quest’anno Bayer aveva già emesso un’obbligazione convertibile obbligatoria nella misura di 2,3 miliardi di euro come prima fase. “Questo disinvestimento ha l’effetto di ridurre sostanzialmente il nostro debito contribuendo così a migliorare il nostro profilo di credito,” ha dichiarato Wenning.

notizie
Tempestiva conversione dei sistemi di refrigerazione a base di R-22
01/07/2006 In base al regolamento UE 2037/2000 e alle norme di prossima emanazione sulle sostanze chimiche e lo strato d’ozono, a partire dal 31 dicembre 2009 sarà proibito ricaricare i refrigeratori e i sistemi di climatizzazione con HCFC vergine (principalmente R-22). In Germania, la maggior parte degli oltre un milione di impianti presumibilmente esistenti e funzionanti a R-22 sono utilizzati nella grande distribuzione alimentare. Tuttavia, sebbene tale scadenza appaia ancora lontana, è necessario prendere subito dei provvedimenti per evitare un’eventuale scarsità nell’offerta di prodotti, l’inattività degli impianti di refrigerazione, la perdita di prodotti e, nel peggiore dei casi, sanzioni amministrative. Il Gruppo tedesco Rewe, è stato il primo ad approvare un progetto pilota per la conversione di un impianto di refrigerazione di uno dei suoi supermercati al refrigerante DuPont™ Isceon® MO29, non lesivo dello strato di ozono.

I 5.000 supermercati del Gruppo Rewe presenti in Germania sono dotati di circa 2.000 impianti di refrigerazione che funzionano ancora con R-22. Ciò significa che per rispettare la scadenza del 2010, nei prossimi tre anni, ben 13 supermercati alla settimana dovranno essere convertiti al nuovo refrigerante o, se in fase di ristrutturazione, dovranno essere dotati di nuovi impianti. Per non correre il rischio di rimanere senza il nuovo refrigerante per eccesso di domanda e per evitare eventuali sanzioni amministrative, il Gruppo ha deciso di affrontare la questione con largo anticipo rispetto alla scadenza prevista.

Per il primo progetto pilota è stato scelto un Minimal Markt del Gruppo Rewe a Munster, nel nord della Germania. Decisiva per l’adozione di questa iniziativa è stata la consulenza fornita da Mathias Diebold, product manager di Linde Kältetechnik GmbH, responsabile dei sistemi di refrigerazione presso il punto vendita, e di Joachim Gerstel, market development manager di DuPont per i refrigeranti Isceon.

L’impianto a base di R-22 in uso presso il supermercato, costruito nel 1989, è utilizzato per la refrigerazione di oltre 40 metri di scaffali ed espositori per carne, latte e altri prodotti caseari, e per tre celle frigorifere. La conversione a Isceon MO29 è stata eseguita lo scorso marzo da Ralf Sievert, refrigeration unit engineer di Linde, che è rimasto colpito dalla sua semplicità: “Un procedimento di routine! Non è stata necessaria pressochè alcuna modifica tecnica”. Mentre Harald Van Dillen, store manager a Munster, ha illustrato il principale vantaggio del sistema: “L’attivita’ non ha risentito della conversione. Questo è di grande aiuto per i rivenditori, perché’ i prodotti alimentari non si guastano e le vendite non si fermano, con un notevole risparmio di tempo e di costi”.

Isceon MO29 (R-422D), è uno dei tre prodotti di DuPont che sostituiranno l’R-22, sviluppati specificamente per l’uso in applicazioni a temperature medio-basse e per gli impianti di aria condizionata. Tutti e tre i prodotti offrono un importante vantaggio: sono compatibili con i lubrificanti MO e AB degli impianti esistenti, pertanto non è necessario cambiare il tipo di olio utilizzato per passare al più costoso POE. Ciò comporta un risparmio sui costi dei materiali, sui tempi di realizzazione e sulla manodopera. Il consumo energetico può ridursi in media del 12%, come dimostrato dalle numerose conversioni già effettuate in Inghilterra e negli USA. Nel settore alimentare, dove la refrigerazione rappresenta il 40-60% del consumo di energia, questo sistema può comportare significativi risparmi sui costi.

Certificazione ambientale Uni EN ISO 14001 per la centrale di Priolo Gargallo
05/07/2006 A seguito di un audit durato circa tre giorni, gli ispettori della società di certificazione Certiquality, hanno ritenuto la centrale di Priolo Gargallo conforme ai requisiti per ottenere tale certificazione, constatando il rispetto della normativa vigente, ovvero di tutte le norme ambientali obbligatorie applicabili all’attività industriale condotta dalla Centrale.

Nel rilasciare tale certificazione, gli ispettori hanno evidenziato alcuni elementi particolari relativi alla centrale, tra i quali: l’impegno e il coinvolgimento diretto ed evidente della Direzione Rete Centrali Isole e della Direzione della Centrale di Priolo; l’adeguata conoscenza della normativa di settore applicabile; il coinvolgimento di tutta l’organizzazione e il buono stato di conservazione di tutte le strutture impiantistiche.

Air Liquide, con sede principale a Milano, è presente in Sicilia dal 1956 con diversi impianti che si concentrano nella produzione di ossigeno, azoto, argon e idrogeno.

DuPont Packaging & Industrial Polymers: nuova famiglia di modificanti ad alte prestazioni
07/07/2006 Sviluppato da DuPont-Mitsui Polychemicals, una joint venture tra DuPont e Mitsui Chemicals, Entira AS offre eccellenti proprietà antistatiche, saldabilità ad alta frequenza ed elevata permeabilità all’umidità. Solitamente, in un compound polimerico è sufficiente meno del 40% di Entira, in termini di peso, per ottenere i vantaggi desiderati. Il lancio di Entira AS sul mercato giapponese è stato annunciato da DuPont-Mitsui Polychemicals.

Rispetto ai tensioattivi comunemente usati come agenti antistatici per le materie plastiche, Entira AS offre proprietà antistatiche permanenti, ridotta essudazione, nonché eccellente lavorabilità e miscibilità con le poliolefine.

Questa innovativa resina modificante viene utilizzata nei materiali per il packaging di prodotti di bellezza e sanitari, dispositivi elettronici, alimenti e bevande, cancelleria e materiali industriali.

Mitsui Chemicals, Inc. con sede a Tokyo, Giappone, è una società chimica diversificata con uffici in Europa, Cina, Sud-Est Asiatico e America. Mitsui Chemicals, produttore chimico in Giappone, è attivo in numerosi segmenti industriali quali: petrolchimico, chimica di base, materiali polimerici funzionali, prodotti chimici funzionali e tecnomateriali.

DuPont Packaging and Industrial Polymers è un produttore di resine e film a elevate prestazioni per varie applicazioni industriali e di packaging di livello mondiale. I suoi prodotti copolimerici etilenici più noti includono le resine DuPont Surlyn per applicazioni industriali e di packaging, resine di coestrusione DuPont Bynel, resine poliammidiche amorfe con proprietà barriera DuPont Selar PA, copolimeri acidi DuPont Nucrel, copolimeri EVA DuPont, Elvax, modificanti DuPont Elvaloy, DuPont Entira e DuPont Fusabond, nonchè elastomeri etilene/acrilico DuPont Vamac.

Il dissemblaggio delle imbarcazioni pone problemi di carattere ambientale, economico e sociale
11/07/2006 Allo stato attuale, molte imbarcazioni operanti in Europa sono riciclate nei Paesi dell’Asia dove sono spesso ignorate le più elementari misure di sicurezza per trattamento dei materiali tossici con elevati rischi per la salute dei lavoratori.

La demolizione d’imbarcazioni rientra a tutti gli effetti nel campo dei rifiuti. In particolare, il trasporto di vecchie imbarcazioni al di fuori dell’Ue è proibito dal diritto comunitario ed equiparato al trasporto di sostanze nocive. Di conseguenza, l’Ue promuove non solo il rispetto delle misure vigenti, ma anche l’adozione di ulteriori provvedimenti e di accordi internazionali.

La ripetuta attenzione degli Stati membri, delle istituzioni comunitarie, delle associazioni industriali e delle Ong costituisce una buona base per arrivare nel breve periodo a un atto legislativo severo e idoneo a combattere le pratiche illegali. Tuttavia, l’Ue si trova ad agire unilateralmente, poiché una proposta simile dell’Organizzazione Marittima Internazionale (Imo) avrà bisogno di un lungo periodo di negoziati prima di essere approvata ed applicata.

Le nuove misure dovrebbero coordinare i compiti di diversi soggetti. Il primo, l’industria marittima, dovrebbe assumersi i costi ambientali secondo il principio “chi inquina paga”. I secondi, i governi nazionali, dovrebbero dare il buon esempio nella demolizione delle proprie imbarcazioni, come le navi da guerra. Infine, L’Ue dovrebbe estendere la propria legislazione in questo settore in accordo con gli Stati membri. Si pensa che il riciclaggio di alcuni materiali potrebbe favorire la creazione di posti di lavoro e lo sviluppo di imprese del riciclaggio ma occorrono degli investimenti nel settore. La copertura finanziaria dovrebbe essere assicurata da diverse fonti, tra le quali anche aiuti e/o sussidi statali e comunitari.

Cambiamenti climatici: la posizione della UE
12/07/2006 Intervenendo a un recente seminario sui cambiamenti climatici presso l’Istituto Finlandese di Relazioni Internazionali di Helsinki, l’euro-commissario all’ambiente, Stavros Dimas, ha espresso preoccupazione per gli effetti devastanti dell’inquinamento tra i quali l’innalzamento delle temperature, lo scioglimento dei ghiacciai e la desertificazione.

Attualmente le emissioni degli Stati membri ammontano al 14% del totale, ma tendono a diminuire. Nonostante il discusso protocollo di Kyoto si estinguerà solo nel 2012, l’UE sta pensando già a un accordo post-Kyoto che riduca le emissioni e limiti l’innalzamento delle temperature a 2 gradi rispetto al periodo preindustriale.

Si insiste, in particolare, su un vasto consenso a livello internazionale ed è attiva nel promuovere la partecipazione di Paesi con forti emissioni come Usa, Cina e India. L’UE considera lo scambio dei diritti d’emissioni tra gli Stati membri un valido meccanismo per rispettare gli obiettivi di Kyoto. In effetti, le imprese stanno sviluppando delle strategie per gestire le emissioni di CO2. Nel preparare la seconda fase del commercio d’emissioni, cui parteciperanno anche i nuovi Stati membri, l’UE cercherà di rendere il sistema trasparente e semplice, stabilendo la durata e un sistema di allocazione a livello nazionale.

Nei prossimi mesi la Commissione condurrà una campagna informativa diretta a sensibilizzare la partecipazione dei singoli cittadini alla riduzione d’emissioni. Inoltre, per la fine dell’anno è prevista l’approvazione definitiva della direttiva Reach sui prodotti chimici, che dovrebbe apportare un notevole contributo alla protezione della salute e dell’ambiente.

La trasformazione del PVC in Italia nel 2005 segue l’andamento del mercato europeo
12/07/2006 Il mercato ed il consumo di PVC in Italia nel 2005, in linea con l’andamento del mercato europeo, mostra complessivamente una riduzione di circa 53.000 t rispetto al volume di 978.000 t del 2004. Tale riduzione è in percentuale sostanzialmente costante su tutte le applicazioni rigide e flessibili.

Il settore dell’edilizia e delle costruzioni si conferma al primo posto tra i settori di destinazione del PVC con 330.500 t pari al 35,7% dei consumi totali di PVC in Italia, seguito dal settore dei calandrati rigidi con 173.000 t pari al 18,7%.

Sono questi alcuni dei dati che emergono dalla ricerca “Il consumo del PVC in Italia nel 2005” commissionata dal Centro di Informazione sul PVC e realizzata da Plastic Consult.

Per quanto riguarda il PVC riciclato, industriale e post-consumo, la stessa ricerca evidenzia che nel 2005 la produzione si è mantenuta sul valore di circa 70.000 t.

I principali mercati di sbocco per il PVC rigido riciclato si confermano: tubi lisci e corrugati per cavidotti, pluviali e sostegni per floricoltura; profilati per edilizia per avvolgibili, battiscopa, recinzioni, coprigiunti, angolari per cemento; monofili per spazzole.

Il PVC plastificato riciclato trova sbocchi in particolare nei tubi per giardinaggio, ma anche nell’estrusione di foglia nera per impermeabilizzazioni, nella produzione di paraspruzzi e tappetini per auto, profilati per mobili, calzature e materiale elettrico.

In particolare per quel che riguarda il riciclo del PVC post consumo, tale attività è stata valutata al di sotto delle 7.000 tonnellate (circa il 10% del totale riciclato), frenata dalla difficile reperibilità di fonti di materie prime economicamente e qualitativamente utilizzabili, dovuto anche al forte aumento dell’export verso Paesi extra europei e soprattutto verso la Cina.

Tale valore è molto vicino alle quantità stimate dalla società AJI Europe in uno studio commissionato dall’industria del PVC (Vinyl 2010), che per l’Italia ha previsto nel 2004 una quantità totale riciclata pari a ca 7.000 t proveniente per lo più dai settori tubi, cavi e profili.

Accordo raggiunto tra il Parlamento Europeo e il Consiglio sul riciclaggio di batterie e accumulatori
13/07/2006 Lo smaltimento inappropriato di sostanze tossiche contenute nelle batterie e negli accumulatori può causare danni alla salute e all’ambiente. La nuova normativa sostituirà la vecchia direttiva (91/157/Cee) dimostratasi inefficace.

L’obiettivo è quello di promuovere il riciclaggio di batterie e accumulatori negli Stati membri, stabilendo sia sistemi di raccolta comuni sia precise scadenze. Partendo da un riciclaggio minimo del 25% nei quattro anni successivi all’entrata in vigore della direttiva (2012), i Paesi UE dovranno raggiungere il 45% entro il 2016. In particolare, per le batterie contenenti cadmio e piombo si mira a una raccolta del 50%, per quelle contenenti cadmio del 75% e per quelle contenenti piombo del 65%.

Trattandosi di beni d’uso domestico, il riciclaggio da parte dei cittadini sarà garantito attraverso procedure stabilite a livello nazionale, che obbligheranno i produttori a farsi carico dello smaltimento e delle informazioni relative allo stesso. Nello specifico, i fabbricanti dovranno produrre batterie facili da utilizzare e informare i cittadini sulle caratteristiche e la durata delle pile in modo da facilitare una scelta più consapevole. Per agevolare il compito dei produttori è prevista un’armonizzazione delle procedure e una riduzione delle pratiche burocratiche.

Eolica Expo Mediterranean 2006 alla nuova fiera di Roma
13/07/2006 A nove mesi dal suo svolgimento, Eolica Expo Mediterranean, registra già la conferma della partecipazione di alcune tra le più importanti aziende internazionalicome: Asja Ambiente, Ecotecnia, Enercon, Gamesa, GE Energy, Icq Holding, Mps Banca per l’Impresa, Repower Systems, Studio Rinnovabili, ecc.

Alla manifestazione, organizzata in collaborazione con Ewea – European Wind Energy Association -, Anev – Associazione Nazionale Energia dal Vento – e Aper – Associazione Produttori Energia da Fonti Rinnovabili – esporranno sia i produttori di turbine e di servizi connessi alla realizzazione degli impianti, sia i “developer” e i numerosi fornitori dell’industria manifatturiera eolica. Inoltre, alle tre giornate dedicate alle conferenze parteciperanno i principali esperti per approfondire i temi legati alla tecnologia, alla scienza, all’industria, alle problematiche ambientali e alle politiche connesse allo sviluppo del settore nei Paesi del Mediterraneo.

Ulteriore motivo di interesse è dato dagli eventi che si terranno in contemporanea:
– CO2 Expo (28-30 settembre): 2° salone sul clima e il mercato delle emissioni di gas serra;
– Hydrogen Show (28 settembre 1 ottobre): 5° salone su idrogeno e celle a combustibile;
– Eco Motori Expo (28 settembre 1 ottobre): 2° salone dei veicoli a basso impatto ambientale;
– Casa Energia Expo (28 settembre 1 ottobre): 1° salone della casa che produce e risparmia energia;
– Energy Market.Biz (28 settembre 1 ottobre): 1° salone della efficienza energetica e della energia libera per tutti.

Assofibre, Smi-Ati e Associazione Tessile Salute a confronto
13/07/2006 Il mercato mondiale è in forte crescita (+56% negli ultimi dieci anni) e la Cina, dal 1998, è il maggior produttore (con il 42% nel 2005). In Europa le fibre soffrono sia della crisi della produzione tessile (-5.1% nel 2005), sia delle crescenti importazioni e hanno visto calare la produzione del 5%.

In Italia dal 2000 la produzione è diminuita di oltre il 30% mentre i primi dati del 2006 indicano una residuale sofferenza sebbene il trend sia in leggero miglioramento.

Paolo Piana, presidente di Assofibre ha sottolineato che “la situazione è ancora peggiore sul fronte dei costi, a causa delle materie prime aumentate del 33% dal 2004 e per l’energia, che nelle fibre incide per il 20% del valore aggiunto, e che in Italia costa fino al 30% in più”.

“Per quanto riguarda la ricerca – Piana ha aggiunto – siamo consapevoli che l’innovazione nella filiera tessile non può che venire dal nostro mondo e ne sentiamo la responsabilità. Le fibre infatti rappresentano un anello indispensabile per mantenere la leadership del nostro Paese nella filiera del tessile/abbigliamento. Vi è poi un ampio spazio di sviluppo nelle applicazioni tecniche al di fuori della filiera tessile dove le imprese italiane possono ancora esprimere al meglio la propria capacità innovativa. Nonostante la crisi di mercato – ha concluso – l’industria italiana delle fibre ha mantenuto una capacità tecnologica di alto livello, ha un patrimonio aziendale fatto di manager, cultura e conoscenza tecnica sempre all’avanguardia e ha dimostrato di saper reagire con operazioni di consolidamento ed espansione all’estero”.

A margine dell’Assemblea si è svolto l’incontro: “Come difendere insieme consumatore e industria tessile”, tema diventato di grande attualità per via del rischio legato a una importazione di prodotti di origine extracomunitaria senza gli stessi controlli e prescrizioni cui devono sottostare le produzioni europee.

Le proposte di Assofibre sono nelle seguenti direzioni:
· realizzare una forte alleanza del mondo della produzione con il mondo della Sanità e con i consumatori al fine di impedire la circolazione sul territorio nazionale di articoli tessili che possano rilasciare sostanze che pongano rischi alla salute dei consumatori e nel contempo perseguire l’obiettivo di valorizzare il prodotto di qualità;
· operare affinché i prodotti siano immessi nel mercato con una comunicazione completa, trasparente e verificabile;
· promuovere l’adozione di capitolati di acquisto nella grande distribuzione nei quali si impongano per i prodotti importati tutte quelle restrizioni cui sono giustamente sottoposte le produzioni e i prodotti europei.

Su questi temi sono intervenuti Paolo Zegna, presidente di Federazione SMI-ATI (Federazione Imprese Tessili e Moda Italiane) che ha commentato: ”SMI-ATI ha messo al centro della sua strategia, a sostegno del settore e del Made in Italy, il consumatore, ovunque compri e ovunque consumi.

La ‘sovranità’ del consumatore deve essere perseguita dandogli la possibilità di fare scelte informate e razionali, da qui il nostro obiettivo di arrivare a livello europeo all’apposizione dell’etichettatura di origine obbligatoria per i prodotti tessili-abbigliamento importati, come peraltro già avviene in Giappone e negli USA”.

Franco Piunti ha proposto l’Associazione Tessile e Salute, di cui è presidente, quale Tavolo permanente di confronto e dialogo con il mondo Istituzionale, composto da rappresentati del mondo del lavoro, imprenditori, grande e piccola distribuzione e le associazioni dei consumatori esperti del settore tessile e della sanità al fine di creare, tra l’altro, una eventuale futura etichetta volontaria a tutela dell’utilizzatore finale.