Edizione N° 9 del 9 novembre 2005

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Edizione N° 9 del 9 novembre 2005


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La strada per Kyoto passa dal riciclo dei rifiuti
09-11-2005 Dati emersi dal Rapporto nei singoli settori

Carta
Il 2004 per il settore del recupero carta potrebbe essere definito come “l’anno del sorpasso”.
È stato infatti l’anno in cui, come da previsioni, la raccolta di macero nazionale ha superato il consumo di macero da parte delle cartiere di 100mila tonnellate. Il comparto presenta sostanziali differenze nell’andamento dei tassi di raccolta, utilizzo e recupero: il tasso di raccolta presenta una progressione di 8 punti percentuali a partire dal 2000 (dal 41,2% al 49,2%), il tasso di recupero cresce del 2,4% (dal 45,9% al 48,3%), mentre l’utilizzo è sostanzialmente stazionario (55,8% nel 2000-56,6% nel 2004). La raccolta differenziata cresce soprattutto al Sud.

Vetro
L’Italia si conferma il terzo paese produttore di imballaggi in vetro in Europa Occidentale (dopo Germania e Francia) raggiungendo le 3.582.777 tonnellate. Tuttavia le raccolte non riescono a intercettare quantitativi di rifiuti equivalenti a quelli registrati nel nord Europa. Dal censimento emergono dati discordanti con quelli registrati da COREVE, che segnalano una riduzione dei flussi da raccolta differenziata che cresce a ritmo più lento nel sud del Paese dove rappresenta solo il 15% del totale.

Gomma
L’Italia mantiene anche nel 2004 il triste primato come Paese che in Europa recupera la minor percentuale di pneumatici fuori uso. La quota di recupero di materia del nostro Paese sul totale dei pneumatici usati, circa 410.588 tonnellate quest’anno, è inferiore alla media europea (il nostro 6% contro il 25% circa in U.E.), mentre quella destinata alla discarica ancora troppo elevata rispetto alla media europea (47,5% in Italia contro il 25% circa in U.E.), nonostante il calo dal 51% registrato lo scorso anno. In linea con la media europea, invece, sono la quota destinata alla ricostruzione (12,94%) e quella al recupero energetico (27,20%). Tra le altre destinazioni dei pneumatici usati: materie prime secondarie 6,03%, export 2%, stoccaggi censiti (4,33%).

Autodemolizione
Nel 2004 sono stati demoliti 1.473.416 veicoli (-8,4% rispetto al 2000) per un totale di più di un un milione di tonnellate di materie recuperate. Anche nei primi mesi del 2005, sino a maggio, la tendenza si è confermata. Mediamente circa il 25% (in peso) dei veicoli demoliti viene smaltito in discarica, mentre quasi il 75% viene reimpiegato (circa il 5%) e recuperato. Quasi del tutto assenti i processi recupero energetico legati al comparto (se si eccettua il recupero dei pneumatici). Le difficoltà di smaltimento spingono ad esportare i rifiuti oltre confine, in Germania.

Plastica
Nel 2004 in Italia su oltre 5 milioni di tonnellate di materiali termoplastici immessi al consumo, risultano avviati a riciclo meno del 7% del totale. Il riciclo della plastica consente di risparmiare 25 milioni di tonnellate di petrolio. La raccolta differenziata e il tasso di riciclo crescono al 12,1%, ma esperienze estere dimostrano che sono perseguibili obiettivi superiori su base nazionale (Francia 44%, Svizzera 70%, Belgio 60%, Germania 80%) e in particolare forti margini di miglioramento al Sud.

Acciaio
La raccolta di imballaggi in acciaio nel 2004 ha raggiunto quota 345.000 tonnellate, con un aumento di 9.000 tonnellate rispetto al 2003, confermando il suo trend positivo.
Centrato l’obiettivo di avvio al riciclo posto dal Consorzio Nazionale Acciaio che ha toccato le 321mila tonnellate. Il Paese che guida la classifica europea della raccolta degli imballaggi in acciaio è il Belgio (94%), mentre l’Italia si attesta sul 57,9% dell’immesso a consumo.

Alluminio
Si conferma anche nel 2004 il primato dell’Italia nella speciale classifica del riciclo dell’alluminio. L’industria italiana detiene ormai da anni una posizione di rilievo nel panorama mondiale per quantità di materiale riciclato. Il nostro Paese è infatti terzo al Mondo assieme alla Germania, dopo Stati Uniti e Giappone.
Nell’ultimo decennio la produzione italiana di alluminio riciclato è cresciuta del 65%, toccando nel 2004 le 619 mila tonnellate; questa quantità rappresenta il 76% dell’alluminio prodotto in Italia.

Inerti
In Italia nel 2004 sono stati prodotti circa 40 milioni di tonnellate di rifiuti inerti. Il settore vive una situazione di profonda arretratezza: vengono infatti riciclate solo 3,7 milioni di tonnellate, pari a circa il 10% del totale prodotto. Quasi il 100% di questa tipologia di rifiuti appartiene alla categoria dei rifiuti dalle attività di costruzione e demolizione.

RAEE
Il consumo di apparecchiature elettriche ed elettroniche (AEE), dal 2003 al 2004, è in forte ascesa, come attestano i dati Findomestic: elettrodomestici bruni +40% circa; piccoli elettrodomestici +15%; telefonia +10%; elettrodomestici bianchi e office equipment +5%. L’analisi svolta dall’Apat a partire dai dati MUD relativi alle operazioni di recupero dei RAEE di provenienza urbana di 138 impianti rileva che tali impianti trattano un totale di 89.739 tonnellate di RAEE, dei quali il 58,7% è costituito da rifiuti pericolosi, il restante 41,3% da rifiuti non pericolosi.

Ecomondo 2005, l’ambiente in prima fila
09-11-2005 Ecomondo ha chiuso i battenti della 9a edizione a Rimini Fiera, confermandosi punto di riferimento fondamentale per tutti gli attori attivi nel settore dell’ambiente.

Alta in questa edizione 2005 la performance d’internazionalità della manifestazione. In collaborazione con l’Istituto per il Commercio Estero sono state organizzate missioni di operatori provenienti da Bulgaria, India, Polonia, Romania, Russia e Ungheria con la programmazione di una solida serie di business meeting.

Hanno visitato Ecomondo anche il ministro indiano (New Delhi) per l’ambiente Ashok Kumar Walia e quello maltese George Pullicino. Nella giornata inaugurale è stato di altissimo profilo scientifico l’incontro con gli scienziati Wolfgang Sachs e Wolfgang Palz. A guidare una esposizione collettiva proveniente dall’importante regione tedesca del Baden Würtemberg, ha visitato Ecomondo il Ministerpräsident.

Importanti le iniziative della Commissione Europea: la terza edizione del Programma Cee Al Invest dedicato all’ambiente e la giornata dedicata ai trasferimenti tecnologici, coordinata Enea e Cnr.
L’ultima giornata di Ecomondo ha anche visto la visita del Segretario generale dell’Opec, il kuwaitiano Adnan Shihab-el Din e del ministro per lo sviluppo angolano, Diakumpuna Sita Josè.

L’area espositiva di Ecomondo, organizzata su dieci padiglioni, ha visto la partecipazione di 900 imprese suddivise in macrosettori: ‘Raccolta e trasporto rifiuti, mezzi e attrezzature’; ‘Gestione integrata e riciclaggio dei rifiuti, Servizi per l’ambiente’; ‘Ciclo dell’acqua’; ‘Bonifiche dei siti contaminati’; ‘Qualità dell’aria’; ‘Trattamento, tecnologie, smaltimento rifiuti’; ‘Energia da fonti rinnovabili’; ‘Istituzioni, associazioni, formazione, consulenza, responsabilità sociale d’impresa’; ‘Rischi e Sicurezza’.

Imponente e autorevole il calendario dei seminari organizzato dal comitato scientifico coordinato da Luciano Morselli. In totale, nelle quattro giornate, si sono svolti 93 eventi con 1.090 relatori. I temi hanno spaziato su tutto il fronte delle emergenze ambientali, immaginando soluzioni, presentando studi ed esperienze, confrontando i risultati dei progetti attivati. Un grande dialogo a livello internazionale.

Fra le mostre, ottimo successo di “Ecofatto”, promossa da Rimini Fiera e Ge.Fi. che ha presentato quasi duecento oggetti di uso quotidiano provenienti da materia riciclata e che si presentano con un valore in più: essere progettati e realizzati nel rispetto dell’ambiente e delle sue risorse naturali.

Ecomondo ha trasmesso ancora una volta un accentuato profilo educativo: oltre 3000 fra alunni e studenti hanno visitato la manifestazione, 1300 bambini hanno partecipato ai laboratori sul riciclaggio delle materie prime. Successo per il grande spazio didattico del Conai “Riciclando s’impara”, per le iniziative di Hera col ‘Decalogo dei diritti naturali di bimbi e bimbe’ e per il progetto Kids&Energy dove per la prima volta anche bambini di 3-5 anni sono stati coinvolti nell’impegno al risparmio energetico.

Da segnalare infine l’importante iniziativa “Ambiente è sviluppo” presentata ad Ecomondo dal Ministero dell’Ambiente e Conai: il Premio sarà attribuito nel 2006 a realizzazioni-iniziative concrete già realizzate delle quali sia possibile stimare i risultati.

In contemporanea a Ecomondo, il debutto di RI3 RIgenera RIcarica RIusa, il nuovo progetto espositivo organizzato da Rimini Fiera e dedicato al mercato della rigenerazione e ricarica dei supporti di stampa (cartucce a getto d’inchiostro e toner), quello del recupero del materiale elettrico ed elettronico in surplus, come computer e telefoni cellulari. All’esposizione, che ha riscosso un lusinghiero afflusso di addetti, si sono affiancati momenti di incontro e proprio oggi s’è svolta anche la presentazione ufficiale di AssoRitTech, la nuova associazione nazionale degli operatori del settore.

La prossima edizione di Ecomondo si svolgerà a Rimini Fiera dall’8 all’11 novembre 2006.

Daniele Fortini eletto presidente di Iswa Italia
09-11-2005 Daniele Fortini, presidente di Federambiente, è il nuovo presidente di Iswa Italia, la sezione italiana dell’International Solid Waste Association che riunisce circa 1.100 tra organizzazioni di gestori del ciclo dell’igiene urbana e soci individuali di oltre 70 Paesi di tutto il mondo. Iswa Italia è stata fondata da Andis (Associazione nazionale degli ingegneri sanitari), Atia (Associazione dei tecnici ambientali), Federambiente e Fise Assoambiente.

Fortini, che succede a Carlo Noto La Diega, è stato eletto oggi per acclamazione dal Consiglio direttivo dell’associazione. Vicepresidente è stato confermato Ottavio Cioppa (Andis), così come confermato è il direttore, David Newman. Gli altri componenti del Consiglio direttivo sono Piero Sirini (Andis), Guido Di Capua (Atia), Giuseppe Rubrichi (Atia), Michele Caiazzo (Federambiente), Carlo Noto La Diega (Fise), Giulio Mancini (FISE).

Premiate le imprese che si dedicano allo sviluppo sostenibile
09-11-2005 Questo importante riconoscimento, promosso da Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio, Ministero delle Attività Produttive, Unioncamere e Camera di Commercio di Roma, andrà alle organizzazioni che abbiano introdotto significative innovazioni di processo, sistema, tecnologia e prodotto, o abbiano avviato partnership internazionali, in un’ottica di rispetto ambientale e responsabilità sociale.

Il Premio Impresa Ambiente, a cadenza annuale, è suddiviso in quattro categorie: migliore gestione, miglior prodotto, miglior processo/tecnologia, migliore cooperazione internazionale. Potranno concorrere all’assegnazione le imprese pubbliche e private italiane, gli enti pubblici e le ONG – Organizzazioni non Governative.

Il premio nasce dal desiderio dei quattro soggetti promotori di favorire una rinnovata cultura che riconosca l’esigenza di una costante relazione tra attività economiche e ambiente naturale e attesta un’attenzione crescente da parte delle imprese e amministrazioni italiane rispetto alle tematiche ambientali e dello sviluppo sostenibile.

Significativo di un’attenzione crescente verso l’ambiente da parte del sistema economico è anche il dato delle Aziende che hanno ottenuto attestati di certificazione: oggi sono 381 le imprese italiane certificate EMAS, a fronte delle 42 che potevano vantare questo riconoscimento nel 2000 e 6.097 quelle che hanno ottenuto la certificazione UNI14001, fino a cinque anni fa posseduta solo da 717 imprese. Salito anche il numero delle aziende e dei prodotti che vantano il bollino Ecolabel: 81 aziende (nel 2000 erano solo 7) e ben 1.490 prodotti a fronte dei 63 del 2000.

Le candidature dovranno pervenire alla Segreteria Organizzativa entro le ore 12.00 del 30 novembre 2005 e saranno valutate da un’apposita Giuria, composta da sette autorevoli esperti del settore ed esponenti del sistema produttivo e della ricerca.

Le imprese e organizzazioni vincitrici parteciperanno di diritto alla prossima edizione dell’European Business Awards for the Environment, nato sotto l’egida della Commissione Europea (DG Ambiente) nel 1987, per riconoscere e promuovere le organizzazioni che abbiano contribuito allo
sviluppo sostenibile.

Gli italiani e i cambiamenti climatici: sotto accusa l’inquinamento
09-11-2005 La maggioranza degli italiani chiede alle istituzioni e alle imprese di fare di più e si dichiara disponibile a modificare il proprio stile di vita per ridurre l’inquinamento, considerato dal 94,1% responsabile dei cambiamenti del clima. Tuttavia, quasi il 79% non conosce ancora il Protocollo di Kyoto, se non per sentito dire.

I ghiacciai si sciolgono, il livello degli oceani si alza, gli uragani e le inondazioni sono sempre più frequenti e devastanti. Le cause? Gli italiani non hanno dubbi: secondo un sondaggio Doxa, commissionato dall’ente di certificazione internazionale DNV (Det Norske Veritas), il 94,1% ritiene che vi sia un collegamento diretto tra l’inquinamento provocato dalle attività umane e i cambiamenti climatici.

Una percentuale altrettanto elevata, l’89,8%, dichiara di essere disponibile a modificare il proprio stile di vita riducendo i consumi inquinanti (ad esempio, l’uso dell’auto, dell’energia elettrica e degli imballaggi ecc.) per limitare i danni all’ambiente. In particolare, un significativo 34,8% afferma di essere disposto a fare molto per combattere le varie forme di inquinamento, palesando una volontà di impegnarsi che sembra andare oltre una generica adesione alla causa della salvaguardia dell’ambiente. Tale percentuale sale al 42,7% nella fascia d’età 35-54, mentre scende al 23,8% in quella 15-24. Secondo la maggioranza degli italiani, inoltre, istituzioni e imprese dovrebbero fare di più. Il 66,8% pensa che non si impegnino a sufficienza nella lotta all’inquinamento.

I risultati del sondaggio Doxa/DNV sottolineano le preoccupazioni degli italiani per le trasformazioni del clima. A questa consolidata sensibilità ambientale non corrisponde, tuttavia, una diffusa conoscenza del principale strumento messo a punto dalla comunità internazionale per far fronte all’emergenza dei cambiamenti climatici, vale a dire il Protocollo di Kyoto, che si propone di ridurre le emissioni dei cosiddetti gas a effetto serra, responsabili del riscaldamento del pianeta e, quindi, dell’alterazione del clima.

Il Protocollo è stato al centro di un vivace dibattito scientifico e politico a livello internazionale ed è entrato in vigore il 16 febbraio 2005, ma il 42% degli italiani non ne ha mai sentito parlare. Il 37,2% lo conosce solo per sentito dire, mentre il 19,3% dichiara di conoscerlo abbastanza bene e il 2% molto bene. La conoscenza del Protocollo appare particolarmente poco diffusa tra i più giovani (15-24 anni): il 50,5% non ne ha mai sentito parlare e solo il 14,3% lo conosce abbastanza bene. Sembra, quindi, emergere una minore sensibilità ambientale in questa fascia d’età, confermata anche dal dato sopra riportato sulla disponibilità a mutare gli stili di vita. Tra coloro che sono al corrente dell’esistenza del Protocollo, il 71,7% dimostra di non ignorare anche il sistema innovativo introdotto per raggiungere gli obiettivi di riduzione delle emissioni e che consiste nell’attribuire un valore economico all’impegno di Stati e aziende in tal senso, con vantaggi per chi ottiene gli obiettivi prefissati e costi per chi è inadempiente.

“Anche se complessivamente il Protocollo di Kyoto non è ancora molto noto – commenta Zeno Beltrami, Climate Change Service Manager DNV – va registrato con soddisfazione il fatto che si fa strada la conoscenza del sistema di ‘monetizzazione’ dell’impegno ambientale che ne è alla base. Il Protocollo vincola il nostro Paese a ridurre le emissioni di gas serra nella misura del 6,5% rispetto al 1990. L’Italia è partita con un certo ritardo, ma ora il meccanismo si è messo in moto e le aziende si stanno attivando: è importante che a tutti i livelli, sia nell’opinione pubblica sia nel mondo delle imprese, si diffonda la consapevolezza della sfida che siamo chiamati ad affrontare”.

Le strategie sui rifiuti: dalla prevenzione al riciclaggio
09-11-2005 Anche Conai (Consorzio Nazionale Imballaggi) si affida a nuove strategie di azione e ha presentato i dati relativi alla campagna di riutilizzo di materiali dedicati all’imballo. Secondo Roberto Magnaghi, responsabile Area Tecnica di Conai, occorre progettare la vita dell’imballaggio “dalla culla alla culla”: rendere un oggetto riutilizzabile significa farlo nascere già in ottica di riutilizzo. Un esempio di questa filosofia è l’iniziativa ”Pensare Futuro” dedicata proprio alla gestione “della vita” di un imballaggio creato e preparato per essere multiuso e completamente riciclabile. Da quando il progetto è partito, Conai ha ridotto drasticamente l’apporto di materiale da imballaggio alle discariche e nello stesso tempo è riuscita a far diminuire pesi e ingombri di contenitori e bottiglie. Grazie a Conai le aziende risparmiano oggi il 37% di materie prime facendo così da volano all’industria del riciclo e della produttività, sostenendo una politica finalmente volta alla prevenzione e non più solo alla gestione dei problemi.

Ringraziando gli ospiti internazionali per il produttivo confronto, Daniele Fortini, presidente di Federambiente, ha chiuso i lavori della conferenza con due annotazioni precise in sinergia con quanto discusso a livello europeo: per operare al meglio in ambito europeo occorre che esista una concatenazione delle responsabilità in un livello generale di consapevolezza del problema e delle soluzioni. L’attesa degli addetti ai lavori è che si possa alimentare un percorso globale di azione, ma che questa gestione globale sia in grado soprattutto di regolamentare per ogni zona giusti processi di azione e di norma.

Proprio di pianificazione, di scala attuativa e di azione sul territorio parleranno le Linee Guida sullo stato attuale dei rifiuti in Italia, in fase di redazione da parte di Federambiente. Pronte per la primavera 2006, le Linee Guida saranno proposte al Ministero dell’Ambiente e alle regioni italiane con lo scopo di divenire indicatori sostanziali di soluzioni e promotrici di iniziative.

Tornano i “gorilla” di Greenpeace e chiedono la protezione delle proprie foreste
09-11-2005 In 14 città italiane i “gorilla” di Greenpeace sono tornati in azione, entrando nelle catene di distribuzione dei prodotti fai-da-te per consigliare ai consumatori quali prodotti in legno scegliere, evitando quelli provenienti dalla distruzione delle foreste e suggerendo al contrario quelli certificati FSC, (Forest Stewardship Council), marchio che garantisce la buona gestione forestale.

A Roma l’iniziativa si è svolta presso il negozio Leroy Merlin di viale Kennedy 86, Roma Ciampino, dove un gigantesco elefante di foresta africano è stato montato di fronte allo striscione che recitava “salviamo le foreste”.

Dopo aver fermato al porto di Livorno una nave carica di legname proveniente da un’impresa coinvolta nel taglio illegale in Africa, e dopo aver denunciato la presenza dello stesso legname nelle segherie italiane, i “gorilla” di Greenpeace si rivolgono ora ai consumatori con iniziative in 14 città – tra cui Roma, Milano, Torino, Napoli, Genova, Firenze e Bologna,.

Greenpeace ha promosso queste iniziative in seguito a una missione svoltasi nelle foreste del Camerun, scoprendo numerosi casi di taglio illegale, destinato anche al mercato italiano. Il Camerun esporta legname per un valore di circa 400 milioni di euro verso diversi Paesi europei e l’Italia è il primo importatore di legname da questo Paese.

Bando di finanziamento Steer 2006 su energie alternative e rinnovabili
09-11-2005 Cinquantuno milioni di euro per promuovere l’uso delle energie alternative e rinnovabili. Sono i fondi stanziati dall’Unione Europea all’interno del programma “EIE 2006, Energia Intelligente per l’Europa”, nell’ambito del precedente programma quadro sull’energia. Durante Ecomm 2005, è stato presentato in particolare il Bando “Steer 2006”, nato per sostenere iniziative locali, regionali e nazionali per l’utilizzo pratico di energie rinnovabili, tecnologie di efficienza energetica, ma anche per progetti volti alla promozione culturale di nuove abitudini di trasporto e di utilizzo delle energie.

La struttura di EIE 2006 comprende quattro progetti di azione: Save, che prevede il miglioramento dell’efficienza energetica e l’uso razionale dell’energia, in particolare nei settori dell’edilizia e dell’industria. Altener che riguarda la promozione dello studio e dello sviluppo di energie nuove e rinnovabili per la produzione centralizzata e decentrata di energia elettrica. Coopener, che sostiene le iniziative relative alla promozione delle energie rinnovabili e dell’efficienza energetica nei paesi in via di sviluppo. Infine Steer, strumento finanziario che intende sostenere, all’interno delle politiche europee di mobilità sostenibile, tutte le iniziative riguardanti gli aspetti energetici dei trasporti, la diversificazione dei carburanti, l’utilizzo e la promozione dei carburanti provenienti da fonti rinnovabili, veicoli a massima resa dei consumi, ma anche l’elaborazione e l’attuazione di misure legislative.

Le priorità dichiarate per il 2006 riguardano l’adozione di misure politiche per l’utilizzo di mezzi di energia efficiente nei trasporti, l’utilizzo di nuovi carburanti e veicoli alternativi e campagne di informazione.

L’iniziativa rientra nel programma “Intelligent Energy for Europe”, un piano per gli anni 2003-2006 che favorisce lo sviluppo sostenibile nel contesto dell’Energia. Il programma mira alla coesione economica e sociale dei Venticinque, e intende rafforzare la trasparenza, la coerenza e la complementarità di tutte le azioni adottate nel settore dell’energia nell’Unione, secondo le linee direttrici tracciate nel Libro Verde sulla Strategia europea di Sicurezza nell’approvvigionamento energetico con l’obiettivo di lottare contro il cambiamento climatico, trovare nuove fonti di approvvigionamento e stimolare la competitività delle imprese dell’UE.

Impegno concreto per sostenere il mercato delle fonti di energia rinnovabile
09-11-2005 Soddisfare il crescente fabbisogno di energia rendendo questa esigenza compatibile con il rispetto dell’ambiente. Una sfida impegnativa per gli operatori del settore energetico che Energia, uno dei principali operatori italiani di energia elettrica e gas, ha voluto lanciare. Per questo motivo ha siglato un accordo con DNV (Det Norske Veritas), ente leader mondiale nel settore della certificazione, per verificare e attestare la produzione e l’acquisto di energia da fonti rinnovabili. L’intesa è stata annunciata in occasione di Ecomondo 2005, la fiera internazionale del recupero di materia ed energia e dello sviluppo sostenibile svoltosi a Rimini (26-29 ottobre).

Lo sfruttamento della forza dell’acqua, del vento e del sole può costituire una valida alternativa rispetto ai tradizionali combustibili fossili, consentendo di ottenere energia elettrica con un basso impatto ambientale e di ridurre le emissioni di CO2 e di altri gas serra, come previsto dagli obiettivi del Protocollo di Kyoto. Con questo accordo tra Energia e DNV, per la prima volta viene definito un disciplinare tecnico che prevede una serie di verifiche da parte di un ente terzo, sia sugli impianti di produzione di energia rinnovabile, sia sulle quote di energia da fonte rinnovabile acquisite da fornitori italiani ed esteri. Un’attestazione che assicura trasparenza e credibilità grazie alle verifiche oggettive eseguite dall’ente certificatore indipendente.

Il protocollo prevede che DNV svolga una serie di verifiche sia sulla documentazione relativa all’acquisto di energia da produttori italiani e esteri, sia “sul campo”, ossia nei siti dell’azienda dove viene prodotta energia da fonti rinnovabili.

Presso i siti di produzione DNV accerterà se si produce effettivamente energia da fonti rinnovabili e come questa è quantificata: andrà a verificare ad esempio i combustibili impiegati, la presenza di determinati tipi di impianti, l’esistenza di strumenti per il calcolo dell’energia totale prodotta e la taratura degli strumenti di misura. Per quanto riguarda la parte di energia acquistata, DNV valuterà tutti i contratti di acquisto di energia stipulati con i produttori italiani ed esteri.

Le aziende sensibili al rispetto dell’ambiente che nel loro acquisto vogliono privilegiare le fonti di energia rinnovabile, attraverso questo processo, possono essere certe della credibilità del fornitore. Energia e DNV intendono mettere a disposizione del pubblico il disciplinare da loro sottoscritto affinché le aziende-consumatori finali siano a conoscenza delle regole di questo processo. In questo modo possono essere consapevoli di aver contribuito ad aumentare la produzione di energia da fonte rinnovabile, dando al mercato un impulso perché via via si muova verso questa direzione.

Rich-Mac 2005 chiude con 13.310 visitatori
09-11-2005 Particolarmente seguiti sono risultati i 24 convegni ai quali hanno partecipato 2.045 operatori, senza contare gli 800 studenti dell’Orientagiovani – promosso da Federchimica e Assolombarda – e le 200 persone presenti al terzo Congresso annuale della Rete Europea delle Regioni Chimiche ECRN (European Chemical Regions Network).

La manifestazione ha suscitato notevole interesse negli organi di informazione: all’Ufficio Stampa, infatti, sono stati registrati 106 giornalisti e operatori della comunicazione.

Articoli sulla mostra sono stati pubblicati da numerosi quotidiani, agenzie e periodici tra cui Sole 24 Ore, Ansa, Adn Kronos, Avvenire, il Giorno, il Giornale, Brescia Oggi, il Giornale di Brescia, l’Eco di Bergamo, Italpress, Famiglia Cristiana, Panorama Economy, la Padania, Lombardia Oggi. Televisioni e radio quali Telelombardia, Telenova, La 7, Odeon TV-Telereporter, Italia 7-Telecity, Radio Radicale hanno mandato in onda servizi sull’evento.

Molto presto Fiera Milano Tech inizierà a programmare l’edizione 2007 e, già nelle prossime settimane, invierà a tutte gli espositori un questionario per raccogliere utili suggerimenti che possano contribuire a realizzare un evento sempre più in grado di soddisfare le esigenze del mercato. Nel frattempo, la fiera continua on line.

Proposta di Regolamento Europeo sulla registrazione delle sostanze chimiche
09-11-2005 Confindustria Lombardia, Confindustria Emilia Romagna e Federchimica hanno organizzato due incontri in contemporanea a Milano e a Bologna per esporre le proprie opinioni ad alcuni europarlamentari italiani, particolarmente attivi nelle varie commissioni di esame. All’incontro di Milano sono intervenuti: gli onorevoli Guido Podestà, Patrizia Toia e Cristiana Muscardini; Maria Pia Redaelli, direttore Funzione Specialistica Alta Formazione Ricerca e Innovazione della Regione Lombardia; Giuseppe Rotondaro, vicedirettore Generale Assessorato Qualità dell’Ambiente della Regione Lombardia; Maurizio Crippa, direttore Confindustria Lombardia; Silvano Terraneo della Direzione Scientifica di Federchimica e Maurizio Colombo della Lamberti SpA.

La rappresentanza industriale, costituita dalla filiera, che comprende produttori, trasformatori e utilizzatori di sostanze chimiche, pur condividendo gli scopi e i principi alla base del nuovo Regolamento europeo, reputa necessario apportare alla proposta alcune modifiche poiché hanno valutato che il costo previsto dall’applicazione del REACh solo per l’economia italiana sarà di 1,2 miliardi di euro per l’industria chimica e di 5,8 miliardi di euro per i settori di utilizzo. Si tratta quindi di equilibrare l’impatto economico a fronte dei presunti benefici e preservare la competitività delle imprese operanti nel Paese.

In particolare, la Lombardia conta sul proprio territorio il 43% delle imprese chimiche italiane e il 69% degli addetti. Fra le prime dieci imprese chimiche italiane per fatturato la Lombardia ne conta cinque. Il primato va oltre i nostri confini nazionali: la regione, infatti, è anche al primo posto in Europa per numero di imprese e al secondo per numero di addetti. Il settore produce chimica di base e fibre, chimica fine e specialità, prodotti farmaceutici e chimica per il consumo.

Un terzo dei prodotti sono costituiti da semilavorati che sono riassorbiti dal settore stesso e i restanti sono input nei processi produttivi di tutti i settori industriali. Il 10% della produzione è destinata all’esportazione.

Per evitare impatti negativi del Regolamento su un così importante patrimonio di imprese l’industria identifica in particolare tre punti critici sui quali intervenire:

1. la registrazione delle sostanze deve essere effettuata non solo sulla base di quantitativi prodotti/importati, ma sulla valutazione del rischio delle sostanze come risultante della pericolosità intrinseca delle sostanze, del loro uso e della conseguente esposizione.

2. la preparazione del dossier di registrazione deve essere unica per ogni sostanza, prevedendo il diritto alla condivisione obbligatoria di tutti i dati provenienti da test effettuati.

3. il regolamento deve garantire che gli stessi standard di sicurezza e di tutela della salute e dell’ambiente siano applicati a sostanze contenute nei manufatti prodotti fuori dall’U.E. (questo aspetto non è stato ancora definito; ma è evidente lo svantaggio competitivo che si genererà per i produttori di manufatti in U.E. rispetto ai concorrenti che non subiranno i costi e le procedure derivanti dal REACh).

Scarica la proposta di regolamento (pdf – 106 Kb)

Imprese Chimiche: miglioramento continuo nella tutela della sicurezza, della salute e della protezione dell’ambiente
09-11-2005 Sono stati presentati i dati, riferiti al 2004, dell’XI Rapporto Responsible Care, il più importante Programma volontario privato di prevenzione e miglioramento continuo per la Sicurezza e la Salute dei Dipendenti e la Tutela Ambientale. Le 174 imprese aderenti a Responsible Care, che rappresentano quasi il 60% del fatturato dell’industria chimica in Italia, hanno realizzato anche nel 2004 un progressivo miglioramento, confermando il trend sempre positivo che le Imprese hanno potuto registrare sin dal 1989, anno di riferimento per la raccolta dei dati.

“Le performance ottenute nel 2004 sono state possibili – ha commentato Marco Macciò, presidente della Commissione Direttiva Responsible Care di Federchimica – grazie a investimenti ingenti a favore della Sicurezza, della Salute e dell’Ambiente. Se il comparto chimico nel suo complesso ha investito 848,2 milioni di euro, pari all’1,7% del fatturato globale del settore, le imprese aderenti a Responsible Care hanno investito 693,5 milioni di euro, pari al 2,8% del proprio fatturato. Un aumento significativo rispetto al 2003, dovuto anche a operazioni di bonifica che sono state svolte in alcuni importanti stabilimenti”.

“Le emissioni in aria e nelle acque – ha continuato Macciò – sono scese nel 2004 mediamente tra il 2 e il 4%, pur a fronte di un aumento dell’indice delle attività produttive del 2,5% rispetto al 2003. In particolare le imprese di Responsible Care hanno già conseguito con quest’anno la riduzione di emissioni di CO2 equivalente del 10% sul 1990, oltre l’obiettivo teorico del Protocollo di Kyoto, che prevede di ridurre nel 2010 del 6,5% le emissioni di CO2 rispetto al 1990. Anche nella produzione di rifiuti, le imprese chimiche di Responsible Care hanno ridotto l’indice a 29,9 tonnellate per 1 milione di fatturato di euro, mentre per l’insieme dell’industria manifatturiera questo è ancora a 42,6”.

“L’Industria Chimica – ha concluso Macciò – conferma e migliora le eccellenti prestazioni sul fronte della sicurezza dei dipendenti: l’indice di frequenza degli infortuni delle imprese aderenti al programma (calcolato come numero di infortuni per milione di ore lavorate) è stato nel 2004 di 8,9, ponendosi al secondo posto nella graduatoria delle migliori attività manifatturiere”.

“L’Inail apprezza l’impegno dimostrato dalle imprese aderenti al programma Responsible Care come best practice dell’Industria Chimica – sottolinea Franco Papa, direttore centrale Prevenzione dell’Inail – e si rende disponibile a valutare congiuntamente con Federchimica le modalità operative che possano portare, a seguito di una analisi più approfondita, al riconoscimento dei risultati conseguiti”.

In occasione del Convegno, Franco Papa ha presentato il sistema innovativo denominato “SecureTrans”, che permette, via internet, agli operatori del trasporto di merci pericolose di: attivare un manuale formativo; effettuare il calcolo della compatibilità dei prodotti trasportati; segnalare la proprietà dei veicoli, aumentando il livello di prevenzione e di sicurezza, dei trasporti su strada. La presenza al Convegno di Luigi Sestieri, segretario generale di A.N.I.T.A., ha confermato l’adesione al sistema “Secure Trans” del mondo dei trasporti.

“Una conferma eloquente sulla continuità del miglioramento – ha commentato Giorgio Squinzi, presidente di Federchimica – è data dal numero degli infortuni sul lavoro, con un calo del 6,3% rispetto all’anno prima; con queste performance la chimica si mantiene ai vertici della classifica tra i settori manifatturieri virtuosi per i livelli di sicurezza garantiti ai propri collaboratori”.

”Inoltre – ha proseguito Squinzi – il programma non si limita a perseguire la sostenibilità nel solo processo produttivo, ma si concentra anche in un grande sforzo innovativo legato al prodotto. In questo modo si esprimono fattori di sostenibilità nei prodotti stessi per affermare nuovi standard di mercato”.

Un premio per divulgare l’importanza del cloro e della plastica nella vita quotidiana
09-11-2005 Venerdì 4 novembre presso il Galata Museo del Mare di Genova ha avuto luogo la cerimonia di premiazione del Premio Federchimica Giovani cloro e plastica durante la quale sono state premiate cinque scuole elementari e medie che si sono distinte per avere realizzato dei lavori capaci di mettere in evidenza, in chiave divulgativa e divertente, il contributo che il cloro e la plastica danno alla qualità della vita.

Il Premio Federchimica è un concorso annuale con finalità didattiche, rivolto alle scuole elementari e secondarie di primo grado, nato per stimolare una maggiore consapevolezza sull’utilità del cloro e della plastica e sull’importanza delle loro molteplici applicazioni. Insegnanti e allievi sono chiamati a esprimere creativamente le particolarità del cloro e della plastica e le loro dinamiche di utilizzo.
All’incontro di Genova, svoltosi nell’ambito del Festival della Scienza, hanno preso parte i vincitori, circa 100, provenienti da diverse parti d’Italia.

L’edizione 2005 del Premio, è stata vinta: per il cloro dalla scuola Silvestro Lega di Rosignano Marittimo e dalla scuola “Parini-Merello” di Genova; per la plastica dall’Istituto “L. Einaudi” di Milano, dalla scuola “Novaro” di Rosignano Marittimo e dalla scuola “S.G. Bosco” di Trentola Ducente in provincia di Caserta.

DuPont riporta i risultati del terzo trimestre 2005
09-11-2005 Il terzo trimestre 2005 di Du Pont ha incluso voci significative ammontanti a $ 0,42 per azione di tasse associate al rimpatrio a norma della legge americana per la creazione di nuovi lavori (American Job Creation Act) e spese sostenute per i danni causati dagli uragani. I risultati del terzo trimestre hanno subito una perdita di $ 0,09 per azione. Escludendo le voci significative, il valore per azione del terzo trimestre è cresciuto di $ 0,33 per azione, con un aumento del 32% se confrontato all’anno scorso.

Le vendite di segmento sono aumentate del 5% a $ 6,2 miliardi, riflettendo aumenti in tutti i segmenti operativi, escludendo vendite dell’anno prima di business alienati. I prezzi locali sono aumentati del 4%, compensando ampiamente i più alti costi per l’energia e le materie prime. Lo sviluppo continuato dei volumi in Asia, in America Latina ed Europa Orientale, ha aiutato a compensare i minori volumi negli Stati Uniti e nell’Europa Occidentale.

Le interruzioni nella produzione dovute agli uragani Katrina e Rita hanno ridotto le vendite del terzo trimestre di circa $ 100 milioni ed il reddito di gestione pretasse di circa $ 50 milioni, o circa $ 0,03 per azione. La vendita di beni di asset non vitali ha generato un guadagno di $ 0,03 per azione. Separatamente, l’azienda ha annunciato azioni per aumentare il valore all’azionista, compreso un programma di riacquisto di azioni per $ 5 miliardi e iniziative per accelerare le relative strategie di crescita e produttività.

Il tasso base di imposta del quarto trimestre 2005 è previsto sia circa del 26%, lo stesso tasso per tutto l’anno 2005. Mentre il tasso di imposta base per tutto il 2004 è stato circa del 25%, il tasso nel quarto trimestre 2004 era soltanto del 20%.

Prendendo in considerazione questi fattori e riconoscendo le continue iniziative di valutazione dell’azienda per contrastare i crescenti costi dell’energia e delle materie prime, la società prevede che i risultati per il quarto trimestre saranno in un intervallo di $ 0,20 – $ 0,25 per azione. Il programma di riacquisto di azioni annunciato non avrà effetto sugli utili per azione del quarto trimestre 2005.

Siglato accordo tra Victrex e Fluorten
09-11-2005 Victrex ha scelto Fluorten come partner europeo esclusivo per sviluppare il progetto “lining” in VictrexPeek, il suo prodotto di punta, sviluppato dal 1978 e prodotto commercialmente dal 1987.

VictrexPeek è la denominazione commerciale di un polimero dalle qualità eccezionali: ormai è ampiamente preferito ad acciaio inox, vetro e moltissimi altri materiali in diversi campi d’applicazione grazie alla sua straordinaria resistenza termica, elettrica, chimica e all’usura, autoestinguenza, resistenza all’idrolisi e alle radiazioni che permettono una grande adattabilità anche in condizioni d’uso estreme.

Il polimero è impiegato nel settore alimentare, medicale, industriale, elettronico, automobilistico, aerospaziale garantendo prestazioni elevate e costi molto contenuti. Victrex punta molto su questo prodotto e ha compiuto una selezione estremamente accurata delle aziende sue partner nella trasformazione di VictrexPeek in tutto il mondo. Fluorten è stata scelta per il mercato europeo grazie al suo fortissimo know how nel settore della lavorazione e dello stampaggio di PTFE e Tecnopolimeri, campo in cui opera dal 1966.

L’accordo è l’ultimo passo di una collaborazione di lunga data e rientra nel programma Lining di Victrex dedicato al rivestimento di pompe e valvole destinate a impianti di vario genere in cui vi è un contatto diretto con liquidi aggressivi. Questo è un nuovo campo di applicazione di VictrexPeek per cui la casa madre conta molto sull’esperienza e le conoscenze accumulate da Fluorten che aveva già impiegato questo polimero per la copertura di alcune valvole nel settore dell’industria alimentare e che già opera nel settore dei rivestimenti con altri materiali quali PFA, PVDF, FEP, PP ecc.

Firma di un nuovo contratto tra Air Liquide e Innovene
09-11-2005 La produzione di carburanti puliti, ossia quelli nei quali il tasso di zolfo è ridotto in misura considerevole, è regolata da norme sempre più rigide in Europa e negli Stati Uniti. Il processo di riduzione dello zolfo dai carburanti richiede grandi quantitativi di idrogeno. Il gruppo Air Liquide ha venduto nel 2004 circa 4 miliardi di metri cubi di idrogeno, per un fatturato di circa 500 milioni di euro, la maggior parte dei quali è oggi destinata alla desolforazione degli idrocarburi nelle raffinerie. Lo sviluppo di questa attività dovrebbe rappresentare per il Gruppo un fatturato di circa un miliardo di euro nel 2008.

In questo contesto, Air Liquide annuncia la firma di un nuovo contratto a lungo termine con Innovene basato sulla fornitura di circa 20 mila metri cubi all’ora di idrogeno destinato alla sua raffineria di Lavéra, nella zona della foce del Rodano (Francia). Per soddisfare questa richiesta, Air Liquide installerà sulla piattaforma di Lavéra una nuova stazione di produzione d’idrogeno che alimenterà anche la sua rete di distribuzione di idrogeno di circa 40 km nel bacino industriale dello Stagno di Berre. L’impianto, di ultima generazione, sarà progettato e installato da Air Liquide ed entrerà in funzione alla fine del 2006. Air Liquide investirà in questo progetto circa 40 milioni di euro.

Innovene è stata creata nel 2005, dopo la decisione di BP di raggruppare le sue attività negli idrocarburi e nei prodotti derivati in un’entità separata. Innovene, ormai filiale di BP al 100%, si colloca tra le prima cinque società petrolchimiche indipendenti del mondo. Il suo fatturato 2004 è stato pari a 17,9 miliardi di dollari.

Collaborazione Siad e CRN per la ricerca nel campo della medicina subacquea
09-11-2005 Siad (Società Italiana Acetilene e Derivati), produttore e distributore di gas industriali, speciali, medicinali e dei servizi a essi correlati, da tempo è impegnata sul fronte della ricerca sulle attività subacquee e di recente ha intrapreso una collaborazione con l’Istituto di Fisiologia Clinica del Consiglio Nazionale delle Ricerche – CNR di Pisa per la realizzazione di un ambizioso progetto di ricerca nel campo della medicina subacquea.

Il fenomeno nascente delle attività subacquee comporta una serie di potenziali implicazioni mediche e sociali, non ancora sufficientemente investigate nella letteratura specifica, che si limita a studi di fenomeni fisiopatologici su pochi professionisti subacquei e atleti agonisti di alto livello. Per riempire questa lacuna di informazione, riferita a un grande campione variegato di possibili praticanti della subacquea, c’è la necessità di mettere a punto metodiche specifiche per la raccolta di grandi moli di dati quantitativi su un numero di soggetti statisticamente rappresentativo, attraverso anche esperienze direttamente seguite in ambiente marino subacqueo.

Il progetto dell’IFC-CNR tratta due importanti aspetti. Il primo è di tipo tecnologico per lo sviluppo di strumentazione biomedica sottomarina innovativa, dei protocolli medici e quindi della creazione di una grande base di dati per la pratica e la ricerca nella fisiologia clinica del settore. Il secondo riguarda invece la possibilità di studiare in maniera non convenzionale aspetti e reazioni del sistema cardio-vascolare-respiratorio in condizioni limite. Una metodica quest’ultima che potrebbe risultare efficace per lo studio di fenomeni patologici, come ad esempio quelli legati allo scompenso cardio-circolatorio su atleti che riproducono queste situazioni in maniera reversibile alle alte profondità in apnea.

Un’idea suggestiva a cui si sta lavorando è quella dello sfruttamento delle tecnologie in sviluppo per le attività sopra descritte per allargare lo studio ad indagini di biologia molecolare, per investigare il fenomeno descritto nel “semplice” ed efficace modello umano dell’apnea. Questa prospettiva contribuisce a un filone emergente di ricerche strategiche dell’IFC, conseguente all’impetuoso sviluppo conosciuto dalla biologia negli ultimi decenni, dalla scoperta del DNA al riempimento delle gigantesche basi di dati del Progetto Genoma, associato alle moderne realizzazioni dell’information & communication technology che hanno aperto la strada allo studio, sino a poco tempo fa impensabile, dei sistemi biologici complessi.

Tra le attività di ricerca sulla medicina subacquea, dal 1° al 4 dicembre 2005 si terrà a Pisa un convegno internazionale dal titolo “Human Behaviour and Limits in Underwater Environment”che tratterà le problematiche legate alla medicina subacquea e lo studio di potenziali risvolti per la pratica clinica. Siad, sarà tra gli sponsor della manifestazione. Mentre verrà attivato nel corrente mese di novembre il primo master a livello europeo in Medicina Subacquea e Iperbarica, riservato a 20 medici, della durata di due anni.