2030, il futuro è nella plastica

Pubblicato il 12 novembre 2007

È la plastica a garantirci un futuro più sereno, non solo dal punto di vista tecnologico, ma anche della salute, dell’energia e dell’ambiente. Parola di Ray Hammond, futurologo di fama mondiale, che oggi al Politecnico di Milano ha presentato la sua visione degli anni a venire, proprio in relazione al ruolo della plastica.

Grazie alle materie plastiche nei prossimi venti anni potremo conservare meglio gli alimenti, grazie a speciali sensori che ci informeranno di eventuali alterazioni del cibo; con la plastica potremo trasferire acqua nei luoghi dove essa scarseggia, e anche rendere più produttiva la coltivazione di sementi.

Disporremo di auto realizzate in plastica, leggerissima ma molto resistente, che ci consentiranno un notevole risparmio energetico, di abitazioni in grado di resistere a cambiamenti climatici improvvisi e devastanti (pensiamo ai cicloni).

E ancora, plastica per la diagnostica, per operazioni chirurgiche e protesi sempre più sofisticate (persino muscoli artificiali!). Per arrivare alla qualità della vita di tutti i giorni, che già oggi non sarebbe pensabile senza la plastica, e che in futuro migliorerà tanti altri aspetti del nostro benessere, dal mondo delle telecomunicazioni (non più cellulari e videochiamate ma ologrammi!) alla nostra vita sportiva.

Insomma un materiale davvero irrinunciabile, una risorsa preziosa, che bisogna valorizzare anche imparando a gestirla.

La giornata è stata aperta con l’intervento del professor Giulio Ballio, Rettore del Politecnico di Milano, che ha dichiarato:”L’invenzione della plastica ha modificato sostanzialmente gli oggetti che usiamo dai quali siamo circondati nel nostro vivere quotidiano. Credo che molti cambiamenti ancora devono avvenire e che questi saranno dovuti all’impatto della chimica che riuscirà a offrirci materiali sempre più leggeri, sempre più resistenti, sempre più biodegradabili. Come tutte le grandi invenzioni, essi costituiranno un bene essenziale dell’umanità se ne faremo un uso intelligente, colto e rispettoso dell’ambiente.”

Per consolidare il rapporto tra Industria e Università, favorire l’orientamento dei percorsi formativi a tematiche di interesse industriale e attrarre giovani talenti nelle imprese chimiche, al termine della conferenza PlasticsEurope Italia ha assegnato tre borse di studio dell’importo di 2.500 euro ciascuna a tre allievi del Politecnico di Milano che si sono particolarmente distinti con studi attinenti i materiali polimerici.