Iride Acque si è ispirata a una tecnologia usata in passato per depurare l’aria: l’ha modificata e applicata al trattamento dei reflui industriali. Ha trasformato così un processo estremamente costoso in un obiettivo alla portata di tutte le aziende interessate a operare in modo etico e sostenibile. Ora depurare le acque reflue è possibile senza costi esorbitanti.
“Un tempo, quando la sensibilità per il rispetto dell’ambiente era ancora poco diffusa, le industrie scaricavano i reflui industriali in fognatura, pagando una deroga. Oggi un comportamento dannoso di questo genere, fortunatamente, è sempre meno possibile. E sono tante le realtà interessate a operare in modo ecologico e sostenibile. Di imprenditori virtuosi ne esistono molti – sottolinea Monica Casadei, CEO e co-founder di Iride Acque –. Ma quello della depurazione delle acque industriali è sempre stato un percorso difficile, perché mancavano tecnologie realmente efficaci. Grazie alla nostra esperienza nel settore, ci siamo concentrati sui punti deboli delle tecnologie che conoscevamo già, riuscendo a proporre una soluzione nuova, altamente efficiente, a prezzi accessibili. Ci rivolgiamo a tutti i Ceo che vogliono trattare i reflui non solo perché lo impone la legge ma anche perché sono convinti che sia importante e giusto farlo”.
Il business di Iride Acque si inserisce perfettamente nei processi tipici dell’Economia Circolare. Il cuore della sua tecnologia brevettata, infatti, è un catalizzatore che viene prodotto a partire da materiali di scarto ricavati dalle pile esauste, comunemente usate nella vita quotidiana. Partendo da materiali che altrimenti finirebbero in discarica si produce un oggetto altamente tecnologico in grado di depurare i reflui industriali: questa è economia circolare al quadrato.
Il principale punto di forza di Iride Acque è proprio il suo processo brevettato di depurazione dei reflui industriali, efficace anche con le acque di scarto più difficili da trattare.
“Abbiamo sviluppato un processo che ci permette di costruire impianti che occupano poco spazio, riducendo così i costi. In un periodo di tempo compreso tra i 18 e i 24 mesi le aziende che di solito si affidano a terzi per smaltire i reflui e scelgono di passare a Iride Acque hanno già ammortizzato le spese. Mentre per coloro che usano altri impianti in situ, stimiamo un risparmio medio in termini di costi per acquisire l’asset (Capex) e spese operative (Opex) compreso tra il 50 e il 70%” ha spiegato Casadei.
Iride Acque offre sia impianti “standard” di diverse dimensioni e tipologie, in grado di incontrare le diverse esigenze delle aziende e di interfacciarsi con impianti già esistenti, sia impianti tailor made costruiti su misura. Tutti i sistemi di trattamento dei reflui sono completamente automatizzati e per il loro acquisto è possibile ottenere le agevolazioni previste nel Piano di Transizione 4.0.
Iride Acque opera nel settore del trattamento delle acque industriali, un mercato che vale circa 90 miliardi di dollari a livello mondiale, 7 miliardi a livello europeo e 1,3 miliardi nel nostro Paese (dati stimati sulla base delle informazioni condivise dal Centro studi di UBS, 2019). Stiamo parlando di un comparto che ha un tasso di crescita superiore al 10% annuo: assieme al settore della dissalazione, il trattamento dei reflui industriali è uno di quelli a maggiore crescita nel più ampio mercato dell’acqua (che vale globalmente 620 miliardi di dollari).
È questo uno dei motivi per cui le aziende che operano nel trattamento delle acque sono particolarmente attraenti per gli Impact Investors, gli investitori interessati a investire in imprese, organizzazioni e fondi che operano con l’obiettivo di generare un impatto sociale e ambientale positivo, misurabile ma allo stesso tempo compatibile con il rendimento economico.
Nel momento in cui scriviamo, l’indice S&P Global Water (riferito alle 50 maggiori aziende che a livello mondiale si occupano di acqua) segna un +1,20% e la sua tendenza è in crescita costante da ben 10 anni.
Iride Acque è attenta al tema dell’acqua come Bene Comune da prima che il nostro Paese fosse colpito dai recenti episodi di grave siccità diffusa. Oggi sono tante le realtà industriali che si affidano a questa PMI Innovativa per dare nuova vita all’acqua, riemettendola nel sistema. Tra queste citiamo Mutti, Iren e la Tintoria Emiliana collegata al gruppo Moncler. “Con loro stiamo sviluppando progetti innovativi che contribuiranno concretamente alla tutela del patrimonio idrico” ha specificato Casadei.
Iride Acque userà i fondi raccolti nella campagna attiva su Opstart per crescere, sia internamente, investendo nel potenziamento della struttura commerciale, dei canali di vendita e dell’attività di marketing, sia mediante acquisizioni che consentiranno alla Società di aumentare velocemente il fatturato e ampliare la gamma dei sevizi offerti.
La PMI sta creando una rete di Water Manager in grado di aiutare i propri clienti nella gestione della risorsa acqua a 360°. In questa direzione va l’acquisto della maggioranza della BiEmme Engineering, conclusosi qualche giorno fa. L’acquisizione permetterà a Iride Acque di aumentare la propria capacità produttiva attraverso un’organizzata officina di proprietà, ma anche di ampliare l’offerta, entrando nel mercato dei trattamenti dell’acqua potabile per le industrie.
Nel prossimo futuro, inoltre, Iride Acque ha intenzione di aprire la sua attività in nuovi mercati, non solo in Europa ma anche in Cina, India e USA, puntando a una crescita importante sia in termini di fatturato sia di utile.