L’Aula ha approvato la nuova legislazione per permettere agli Stati membri di limitare o vietare la coltivazione di colture contenenti organismi geneticamente modificati (OGM) sul loro territorio, anche se consentito a livello europeo. La legislazione, informalmente concordata dal Parlamento e dal Consiglio nel mese di dicembre, era stata originariamente presentata nel 2010, ma era rimasta in sospeso per quattro anni a causa di un disaccordo tra Stati membri a favore e contrari. L’accordo negoziato con i ministri europei è stato approvato con 480 voti favorevoli, 159 voti contrari e 58 astensioni.
Le nuove norme dovrebbero consentire agli Stati membri di vietare o limitare la coltivazione di OGM per ragioni di politica ambientale, diverse da quelle espresse nella valutazione dei rischi legati alla salute e all’ambiente effettuata dall’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa).
Gli Stati membri potranno inoltre vietare le colture OGM per altri motivi, quali gli obiettivi di pianificazione urbana e rurale, l’impatto socio-economico, per evitare la presenza involontaria di OGM in altri prodotti, e gli obiettivi della politica agricola. I divieti potrebbero inoltre includere anche i gruppi di OGM designati in base alla varietà o alla caratteristica.
Prima che uno Stato membro possa adottare tali misure, la normativa prevede una procedura che permette all’azienda che coltiva l’OGM oggetto del processo di autorizzazione di esprimere il suo accordo alle restrizioni prevista all’immissione in commercio. Tuttavia, nel caso la società non sia d’accordo, lo Stato membro può imporre il divieto in maniera unilaterale.
Il mais MON810 è attualmente l’unica coltura GM autorizzata e coltivata nell’UE. La patata ‘Amflora’ GM è stata vietata dal Tribunale dell’Unione europea nel 2013, dopo un iniziale via libera della Commissione europea.
L’accordo siglato prevede che gli Stati membri dovrebbero inoltre garantire che le colture OGM non contaminino altri prodotti e una particolare attenzione deve essere rivolta alla prevenzione della contaminazione transfrontaliera con i paesi vicini.