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Tavola rotonda sul protocollo di Kyoto: cogliere l’opportunità dei Meccanismi FlessibiliERT

L’ormai imminente avvio del periodo di adempimento del Protocollo di Kyoto (2008-2012), mette in primo piano l’importanza del ricorso ai cosiddetti meccanismi flessibili, al fine di colmare il notevole gap che separa ancora l’Italia dal raggiungimento dell’obbiettivo di riduzione delle emissioni di gas a effetto serra (entro il 2012, -6,5% rispetto ai livelli del 1990).

Se ne è discusso nella Tavola Rotonda “Protocollo di Kyoto: cogliere l’opportunità dei Meccanismi Flessibili”, durante la Fiera Internazionale per l’Energia e la Mobilità Sostenibile, il Clima e le Risorse per un Nuovo Sviluppo

Organizzato da DNV – verificatore dei progetti di riduzione delle emissioni – e da Kyoto Club, il Convegno ha analizzato alcuni aspetti relativi ai due meccanismi di progetto previsti dal Protocollo di Kyoto – Clean Development Mechanism (CDM) e Joint Implementation (JI) – finora poco conosciuti e poco utilizzati da parte delle imprese italiane come “volano” per investimenti e iniziative industriali internazionali in settori come energia pulita, efficienza energetica, innovazione tecnologica, riqualificazione industriale. È importante colmare questa lacuna e creare le condizioni per una forte azione di trasferimento delle tecnologie a basse emissioni di carbonio che coinvolga il mondo produttivo italiano.

I partecipanti alla Tavola Rotonda – presieduta da Gianni Silvestrini, Kyoto Club, e moderata da Enrico Pagliarini, Radio 24 Il Sole 24 Ore – hanno illustrato numerosi casi di applicazione del CDM, evidenziandone le “opportunità” e i “vantaggi”. Nel corso dei lavori, sono state approfondite e discusse esperienze concrete nello sviluppo dei progetti, dalla fase istruttoria all’architettura finanziaria dell’operazione.

Il Gestore Servizi Elettrici ha presentato l’attuale contesto italiano degli strumenti finanziari facendo una panoramica dei servizi alle aziende per il supporto e la promozione dello sviluppo di progetti CDM/JI, dei limiti al finanziamento pubblico dei progetti e del ruolo che le istituzioni potrebbero coprire anche per l’internazionalizzazione delle imprese.

Elfride Covarrubias, CDM/JI Hub Technical Responsible DNV Italia, ha puntato invece l’attenzione sulle iniziative volontarie di riduzione e di scambio dei diritti di emissione promosse da un numero crescente di aziende o Stati che operano in settori o in aree geografiche non disciplinati dal Protocollo e dalla Direttiva europea Emissions Trading. A questo proposito, la IETA (International Emissions Trading Organization) sta elaborando delle linee guida internazionali per fornire un punto di riferimento comune per le modalità di sviluppo e attuazione di questi progetti locali su base volontaria.

E per quanto riguarda le attività di monitoraggio, reporting e verifica dei progetti, oltre alle disposizioni del Protocollo e della Direttiva, sono disponibili specifiche linee guida (ISO 14064), messe a punto dall’ISO – International Standard Organization, che ha stabilito anche i requisiti per l’accreditamento degli organismi di verifica (ISO 14065). Linee guida alla cui elaborazione hanno contribuito anche gli esperti DNV.