<?xml version="1.0" encoding="UTF-8"?><rss version="2.0"
	xmlns:content="http://purl.org/rss/1.0/modules/content/"
	xmlns:wfw="http://wellformedweb.org/CommentAPI/"
	xmlns:dc="http://purl.org/dc/elements/1.1/"
	xmlns:atom="http://www.w3.org/2005/Atom"
	xmlns:sy="http://purl.org/rss/1.0/modules/syndication/"
	xmlns:slash="http://purl.org/rss/1.0/modules/slash/"
	>

<channel>
	<title>cibo &#8211; Energia Plus</title>
	<atom:link href="https://energia-plus.it/tag/cibo/feed/" rel="self" type="application/rss+xml" />
	<link>https://energia-plus.it</link>
	<description>L&#039;informazione incontra la tecnologia</description>
	<lastBuildDate>Tue, 31 Dec 2024 09:25:09 +0000</lastBuildDate>
	<language>it-IT</language>
	<sy:updatePeriod>hourly</sy:updatePeriod>
	<sy:updateFrequency>1</sy:updateFrequency>
	<generator>https://wordpress.org/?v=4.9.4</generator>

<image>
	<url>https://energia-plus.it/wp-content/uploads/sites/5/2021/04/cropped-FAVICON-QUINE-32x32.png</url>
	<title>cibo &#8211; Energia Plus</title>
	<link>https://energia-plus.it</link>
	<width>32</width>
	<height>32</height>
</image> 
	<item>
		<title>Orticoltura per le missioni spaziali, la NASA si affida a Osram</title>
		<link>https://energia-plus.it/orticoltura-per-le-missioni-spaziali-la-nasa-si-affida-a-osram_88268/</link>
		<pubDate>Fri, 06 Jul 2018 09:32:27 +0000</pubDate>
		<dc:creator><![CDATA[bellintani]]></dc:creator>
				<category><![CDATA[Notizie]]></category>
		<category><![CDATA[alimentare]]></category>
		<category><![CDATA[cibo]]></category>
		<category><![CDATA[illuminazione]]></category>
		<category><![CDATA[Led]]></category>
		<category><![CDATA[Nasa]]></category>
		<category><![CDATA[orticoltura]]></category>
		<category><![CDATA[Osram]]></category>
		<category><![CDATA[Phytofy]]></category>
		<category><![CDATA[piante]]></category>
		<category><![CDATA[ricerca]]></category>
		<category><![CDATA[spazio]]></category>

		<guid isPermaLink="false">http://energia-plus.it/?p=88268</guid>
		<description><![CDATA[<p>Osram ha intrapreso una collaborazione con la NASA fornendo una versione personalizzata di Phytofy RL, il sistema proprietario connesso, per l’illuminazione in ambito orticoltura. L’intelligente software, associato a una configurazione unica di apparecchi connessi e dedicati specificamente alla crescita delle piante, integrerà la tecnologia dell’illuminazione utilizzata dalla NASA. La ricerca riguarda la produzione e crescita [&#8230;]</p>
<p>The post <a rel="nofollow" href="https://energia-plus.it/orticoltura-per-le-missioni-spaziali-la-nasa-si-affida-a-osram_88268/">Orticoltura per le missioni spaziali, la NASA si affida a Osram</a> appeared first on <a rel="nofollow" href="https://energia-plus.it">Energia Plus</a>.</p>
]]></description>
				<content:encoded><![CDATA[<p><a href="https://www.osram.it/index-2.jsp" rel="nofollow"><strong>Osram</strong></a> ha intrapreso una collaborazione con la <a href="https://www.nasa.gov/" rel="nofollow"><strong>NASA</strong></a> fornendo una versione personalizzata di <strong>Phytofy RL</strong>, il sistema proprietario connesso, per l’<strong>illuminazione in ambito orticoltura</strong>. L’intelligente software, associato a una configurazione unica di apparecchi connessi e dedicati specificamente alla crescita delle piante, integrerà la tecnologia dell’illuminazione utilizzata dalla NASA. La ricerca riguarda la <strong>produzione e crescita di colture di insalata e ortaggi destinata all’alimentazione degli equipaggi durante i viaggi nello spazio</strong>. Il software, l’hardware e i LED di Phytofy sono stati interamente sviluppati da Osram. L’azienda offre un’ampia gamma di LED per orticoltura in grado di emettere le lunghezze d’onda necessarie alla crescita ottimale di una grande varietà di fiori e piante, con la possibilità di adattare la luce alle esigenze delle diverse colture.</p>
<p>“Osram sta sviluppando tecnologie dell’illuminazione intelligenti e innovative, in grado di migliorare la produzione degli alimenti in molti ambienti diversi, persino nello spazio”, afferma Steve Graves, Program Manager strategico per l’agricoltura urbana e digitale, Osram Innovation, America. “Negli ultimi decenni gli scienziati della NASA hanno sviluppato un gran numero di invenzioni utilissime nonché straordinarie. Per noi è un onore contribuire alla realizzazione di altre innovazioni attraverso le nostre tecnologie. Siamo entusiasti delle opzioni che Phytofy RL offrirà a una grande varietà di applicazioni orticole e i nostri team sono felici di continuare a imparare e perfezionare la configurazione prima di commercializzare questa soluzione esclusiva entro l’anno prossimo.”</p>
<p>Osram è stata presentata alla NASA dalla società <strong>Hort Americas</strong>, che lavora a stretto contatto con i principali produttori per fornire ai proprietari di serre, agli operatori impegnati nell’agricoltura verticale e ai ricercatori statunitensi, i prodotti più all’avanguardia e convenienti in grado di aiutarli a raggiungere i loro obiettivi di produzione e qualità. I membri del team di ricerca sulla produzione alimentare della NASA hanno sottoposto a Hort Americas l’elenco delle funzioni che si aspettavano da un apparecchio di illuminazione, quindi l’azienda ha utilizzato la sua rete per aiutare la NASA a fare squadra con Osram e a informarsi sulla tecnologia Phytofy RL, che rappresenta un caso unico non disponibile altrimenti sul mercato.</p>
<p>Le caratteristiche esclusive di Phytofy comprendono: <strong>Un canale UV</strong>, che offre ai ricercatori la possibilità di somministrare una quantità limitata di luce nell’ambito degli ultra-violetti, al fine di studiare le reazioni e i cambiamenti delle piante; <strong>più LED ognuno in grado di generare le specifiche lunghezze d’onda necessarie alle piante</strong>, il che significa un PPF (Photosynthetic Photon Flux) più elevato. Il PPF misura l’emissione della luce calcolando il numero di fotoni al secondo. È un parametro importante, che permette ai ricercatori di individuare le “ricette di illuminazione” più efficienti e più efficaci. <strong>Una mappa dell’irradianza</strong> che i ricercatori possono ottenere utilizzando direttamente il software Osram, senza doverla quindi misurare preliminarmente per poi intervenire nelle impostazioni della luce.</p>
<p>Il sistema Osram di illuminazione intelligente per l’orticoltura è stato testato grazie a una serie di collaborazioni con università e laboratori di ricerca di tutto il mondo, che usano le tecnologie e ne condividono i risultati. Alla NASA e ai suoi ricercatori, il sistema Phytofy RL permetterà di <strong>regolare facilmente le condizioni di illuminazione per ottimizzare la crescita delle piante nelle diverse situazioni, riproducendo le configurazioni nella serra Advanced Plant Habitat della Stazione spaziale internazionale, e soddisfacendo le complesse esigenze della produzione di cibo nello spazio</strong>. Di recente, all’interno di una camera di crescita del Kennedy Space Center, in Florida, è stata ultimata l’installazione del sistema Phytofy RL, e già si progetta di installarlo in altri ambienti identici all’interno del centro.</p>
<p>Attraverso una radiazione con luce di diverse lunghezze d’onda, è possibile controllare e accelerare il ciclo di crescita delle piante, ottenendo quindi maggior produttività e potendo raccoglierne i risultati più spesso o quando necessario. Le speciali ricette di illuminazione non solo ottimizzano il raccolto e il tempo di crescita, ma sono anche in grado di aumentare la quantità di vitamine e nutrienti nella pianta, e persino di intensificare gusti e sapori. I LED, infine, generano un’illuminazione bioattiva “su misura” particolarmente efficiente.</p>
<p>Osram svolge una funzione di guida anche nello sviluppo dell’illuminazione per orto/floricoltura attraverso la fornitura di un’ampia gamma di prodotti, dai LED dedicati alla crescita alle soluzioni complete per le colture verticali, dalle serre idroponiche ai piccoli impianti da giardino. L’azienda opera a stretto contatto con i professionisti dell’industria e della ricerca per offrire prodotti e sistemi capaci di ottimizzare lo sviluppo delle colture, attraverso forniture affidabili all’industria alimentare al dettaglio, ai mercati florovivaistici, agli stabilimenti di trasformazione degli alimenti e alle industrie farmaceutiche.</p>
<p>The post <a rel="nofollow" href="https://energia-plus.it/orticoltura-per-le-missioni-spaziali-la-nasa-si-affida-a-osram_88268/">Orticoltura per le missioni spaziali, la NASA si affida a Osram</a> appeared first on <a rel="nofollow" href="https://energia-plus.it">Energia Plus</a>.</p>
]]></content:encoded>
		<enclosure url="https://energia-plus.it/wp-content/uploads/sites/5/2018/07/NASA-3-150x150.jpg" length="150" type="image/jpeg" />	</item>
		<item>
		<title>Il dopo Expo per il Cnr</title>
		<link>https://energia-plus.it/il-dopo-expo-per-il-cnr_78282/</link>
		<pubDate>Mon, 30 Nov 2015 13:08:26 +0000</pubDate>
		<dc:creator><![CDATA[debaranz]]></dc:creator>
				<category><![CDATA[Notizie]]></category>
		<category><![CDATA[acqua]]></category>
		<category><![CDATA[agricoltura]]></category>
		<category><![CDATA[agroalimentare]]></category>
		<category><![CDATA[bilancio]]></category>
		<category><![CDATA[cibo]]></category>
		<category><![CDATA[Cnr]]></category>
		<category><![CDATA[efficienza]]></category>
		<category><![CDATA[energia]]></category>
		<category><![CDATA[Expo 2015]]></category>
		<category><![CDATA[migrazioni]]></category>
		<category><![CDATA[sostenibilità]]></category>
		<category><![CDATA[stabilita-politica]]></category>
		<category><![CDATA[suolo]]></category>

		<guid isPermaLink="false">http://ambiente-plus.it/?p=77632</guid>
		<description><![CDATA[<p>Oltre 50 eventi, 800 speakers, 5.000 partecipanti, 200 collaborazioni principali, 40 istituzioni nazionali ed internazionali, 160 ricercatori e 7 dipartimenti del Cnr coinvolti, oltre 3.000 segnalazioni presso gli organi di informazione. Il Dipartimento di scienze bio-agroalimentari del Consiglio nazionale delle ricerche (Disba-Cnr) tira le somme dell’attività svolta in occasione di Expo e lancia nuove sfide [&#8230;]</p>
<p>The post <a rel="nofollow" href="https://energia-plus.it/il-dopo-expo-per-il-cnr_78282/">Il dopo Expo per il Cnr</a> appeared first on <a rel="nofollow" href="https://energia-plus.it">Energia Plus</a>.</p>
]]></description>
				<content:encoded><![CDATA[<p>Oltre 50 eventi, 800 speakers, 5.000 partecipanti, 200 collaborazioni principali, 40 istituzioni nazionali ed internazionali, 160 ricercatori e 7 dipartimenti del <a href="http://www.cnr.it/sitocnr/home.html" target="_blank" rel="nofollow">Cnr</a> coinvolti, oltre 3.000 segnalazioni presso gli organi di informazione. Il Dipartimento di scienze bio-agroalimentari del Consiglio nazionale delle ricerche (Disba-Cnr) tira le somme dell’attività svolta in occasione di Expo e lancia nuove sfide per il futuro ispirate al concetto di ‘sostenibilità’ in occasione della Conferenza annuale di dipartimento che si è tenuta recentemente a Milano, presso l’Area della ricerca del Cnr (Via Corti, 12). La due giorni è stato un momento di riflessione promosso in collaborazione con Regione Lombardia e Unioncamere Lombardia, per un confronto sull’esposizione universale e sulla ricerca nel settore bio-agroalimentare.</p>
<p>“L’Expo ha dato l’opportunità di riflettere e confrontarsi sui diversi tentativi di trovare soluzioni alle contraddizioni del nostro mondo: la scarsità di cibo, acqua, suolo ed energia, la malnutrizione di larghe fette della popolazione, lo spreco di risorse”, ha spiegato Francesco Loreto direttore del Disba-Cnr. “Il Cnr, quale consulente scientifico di Padiglione Italia, ha contribuito alla realizzazione di molte iniziative all’interno e fuori Expo; tra le collaborazioni di maggiore rilevanza quella del Progetto Spazi Espositivi con Regione Lombardia e Unioncamere Lombardia. Inoltre, il programma interdipartimentale ‘Cnr x Expo’ coordinato dal Disba ha messo a sistema le competenze scientifiche e tecnologiche del nostro Ente su problemi e sfide del settore bio-agroalimentare”.</p>
<p>Le sfide della ricerca scientifica hanno continuamente bisogno di nuove idee. Proprio per questo il Dipartimento ha bandito due borse, pari a 20.000 euro ciascuna, premiando ricercatori che hanno messo a punto linee di indagine di eccellenza nel settore agroalimentare. Dopo la valutazione delle 35 domande pervenute, le borse sono state assegnate a: Beatrice Belfiori, 39 anni, nata a Perugia, già in servizio presso l’Istituto di bioscienze e biorisorse del Cnr, per la proposta “The disclosure of reproductive system in valuable truffle species: role of the pheromone-driven signals and environmental factors” nell’ambito dell’area ‘Sustainable intensification in agricultural and forestry productions’; il secondo vincitore è Srikanta Dani Kaidala Ganesha, di 32 anni, nato a Bangalore e borsista PhD presso l’Istituto per lo studio degli ecosistemi del Cnr di Sesto Fiorentino per la proposta “Stored monoterpenes in floral petals &#8211; Significance in abiotic stress tolerance, ageing and longevity in scented roses: Implications for preservation of flowers and production of floral scents” nell’ambito dell’area ‘Multifunctional use of agricultural, husbandry, forestry and wood productions’.</p>
<p>Ai riconoscimenti Cnr seguono quelli dei ‘Lombardy Dialogues’, eventi che nell’ambito di Expo hanno raccontato come le innovazioni scientifiche lombarde proteggano i prodotti tradizionali e le risorse ambientali, con l’obiettivo di favorire un dialogo tra la ricerca effettuata nella regione e quella internazionale. Tre i vincitori il romano Filippo Biscarini, classe 1976, Principal investigator presso il PTP Science Park di Lodi, Rosa Pilolli di Bari, 31 anni, e Massimo Ferrara, 32 anni, di Barletta, entrambi ricercatori dell’Istituto scienze delle produzioni alimentari del Cnr del capoluogo pugliese.</p>
<p>Durante la due giorni si è parlato anche di programmi che il Disba-Cnr intende promuovere in sintonia con gli obiettivi posti in essere durante Expo. Tra questi, il progetto Aqua, uno dei temi forti dell’esposizione intorno alla quale ruotano interessi economici e politici legati alle migrazioni e alla stabilità politica di alcune aree del Pianeta. “La mancanza d’acqua sta emergendo come un immenso problema globale”, ha spiegato Mauro Centritto, direttore dell’Istituto per la valorizzazione del legno e delle specie arboree del Cnr. “La siccità colpisce il 41% della superficie del pianeta e, a causa dei cambiamenti globali, entro il 2025 un terzo della popolazione nei Paesi in via di sviluppo dovrà affrontare una grave crisi per la scarsità acqua. Il bacino mediterraneo sarà con molta probabilità la regione maggiormente colpita dall’aumento della siccità. In questo quadro, il progetto Aqua promuove soluzioni e tecnologie innovative in grado di aumentare la produttività e l’efficienza dell’uso di questa risorsa nel comparto agricolo e di mitigare gli impatti crescenti della siccità”.</p>
<p>Se si stringe l’obiettivo sul nostro Paese, la sostenibilità si lega anche al tema della ‘food safety’, che va dalla certificazione della qualità dei prodotti made in Italy alla tutela del benessere del consumatore, sempre più a rischio di frodi con il mercato globale. Andrea Scaloni, direttore dell’Istituto per il sistema produzione animale in ambiente mediterraneo e responsabile del progetto Cnr per il Mezzogiorno ‘Conoscenze integrate per sostenibilità ed innovazione del made in Italy agroalimentare’, ha evidenziato come le azioni realizzate circa la diagnostica avanzata per assicurare sicurezza, qualità e tracciabilità di alcuni prodotti agroalimentari del Centro-Sud e circa l’uso sostenibile delle risorse genetiche alla base di tali produzioni abbiano anticipato alcune tematiche poi emerse in Expo 2015. Stesso discorso vale per la difesa di tali produzioni dall’azione di agenti esogeni biotici e/o abiotici, o per l’introduzione di nuovi prodotti/processi nell’industria agroalimentare per aumentare il contenuto salutistico di prodotti del Mezzogiorno d’Italia. Il progetto, che si chiuderà a breve, ha realizzato un elevato numero di prodotti scientifici innovativi, i cui dettagli sono stati illustrati in conferenze, incontri con stakeholders e attraverso i mezzi di comunicazione”.</p>
<p>All’evento hanno partecipato i vertici del Cnr, della Regione Lombardia, del Parco tecnologico padano e di altre organizzazioni pubbliche e private, tra cui imprenditori e dirigenti di aziende importanti e innovative del Paese. Fabio Fiorani, head Jülich Plant Phenotyping Centre &#8211; Jppc, ha tenuto una keynote lecture su ‘Opportunities and challenges for the development of a European plant phenotyping research infrastructure’. Tra i relatori anche Giancarlo Caratti di Lanzacco, Deputy Commissioner General European Commission Pavilion Expo.</p>
<p>The post <a rel="nofollow" href="https://energia-plus.it/il-dopo-expo-per-il-cnr_78282/">Il dopo Expo per il Cnr</a> appeared first on <a rel="nofollow" href="https://energia-plus.it">Energia Plus</a>.</p>
]]></content:encoded>
		<enclosure url="https://energia-plus.it/wp-content/uploads/sites/5/2016/08/cnrexpost-150x150.jpg" length="150" type="image/jpeg" />	</item>
		<item>
		<title>Cambiamenti climatici e alimentazione</title>
		<link>https://energia-plus.it/cambiamenti-climatici-e-alimentazione_78402/</link>
		<pubDate>Thu, 22 Oct 2015 09:52:54 +0000</pubDate>
		<dc:creator><![CDATA[debaranz]]></dc:creator>
				<category><![CDATA[Notizie]]></category>
		<category><![CDATA[agricoltura]]></category>
		<category><![CDATA[agroecologia]]></category>
		<category><![CDATA[allevamento]]></category>
		<category><![CDATA[anidride carbonica]]></category>
		<category><![CDATA[cambiamenti climatici]]></category>
		<category><![CDATA[cibo]]></category>
		<category><![CDATA[Expo 2015]]></category>
		<category><![CDATA[fame]]></category>
		<category><![CDATA[fertilizzanti]]></category>
		<category><![CDATA[impatto]]></category>
		<category><![CDATA[lavoro]]></category>
		<category><![CDATA[metano]]></category>
		<category><![CDATA[pesca]]></category>
		<category><![CDATA[protossido-di-azoto]]></category>
		<category><![CDATA[report]]></category>
		<category><![CDATA[sicurezza alimentare]]></category>
		<category><![CDATA[spreco]]></category>
		<category><![CDATA[Wwf]]></category>

		<guid isPermaLink="false">http://ambiente-plus.it/?p=77322</guid>
		<description><![CDATA[<p>L’immagine di un “serpente che si morde la coda” rappresenterebbe al meglio quel circolo vizioso che collega i cambiamenti climatici con il cibo mettendo a rischio la sicurezza alimentare globale: da un lato la prima causa del cambiamento climatico è il sistema alimentare, visto che l’agricoltura globale contribuisce con il 35% delle emissioni di anidride [&#8230;]</p>
<p>The post <a rel="nofollow" href="https://energia-plus.it/cambiamenti-climatici-e-alimentazione_78402/">Cambiamenti climatici e alimentazione</a> appeared first on <a rel="nofollow" href="https://energia-plus.it">Energia Plus</a>.</p>
]]></description>
				<content:encoded><![CDATA[<p>L’immagine di un “serpente che si morde la coda” rappresenterebbe al meglio quel circolo vizioso che collega i cambiamenti climatici con il cibo mettendo a rischio la sicurezza alimentare globale: da un lato la prima causa del cambiamento climatico è il sistema alimentare, visto che l’agricoltura globale contribuisce con il 35% delle emissioni di anidride carbonica, metano e protossido di azoto in cui la zootecnia, da sola, contribuisce per il 18% a tutte le emissioni di gas serra. Ma l’agricoltura stessa (e quindi la produzione di cibo) è proprio il settore più esposto ai rischi dei cambiamenti climatici indotti dai gas serra. Secondo l’International Food Policy Research Institute (Ifpri) per il solo effetto del cambiamento climatico sulle produzioni, il numero globale di persone che soffre la fame potrebbe aumentare del 20% entro il 2050, con incrementi particolarmente gravi (65%) in Africa Subsahariana. La lotta contro la fame tornerà indietro di decenni a causa dei cambiamenti climatici se non si interviene urgentemente. Rispetto a un mondo senza cambiamenti climatici, nel 2050 potrebbero esserci 25 milioni in più di bambini malnutriti di età inferiore ai 5 anni, ovvero l’equivalente di tutti i bambini di quell’età di Stati Uniti e Canada (come indica Oxfam). Il Quinto e ultimo Rapporto dell’Ipcc mostra che l’impatto del cambiamento su queste problematiche legate alla sicurezza alimentare, alla nutrizione, ai mezzi di sussistenza sarà peggiore di quanto precedentemente stimato e le conseguenze saranno avvertite molto prima, cioè già nei prossimi 20-30 anni.</p>
<p>Agricoltura dunque come vittima del cambiamento climatico e allo stesso tempo causa scatenante: è la sintesi del nuovo Report <a href="http://www.wwf.it" target="_blank" rel="nofollow">Wwf</a> “Il clima nel piatto” diffuso alla vigilia della Giornata Mondiale dell’Alimentazione celebrata in tutto il mondo il 16 ottobre. E proprio cibo e clima sono stati al centro del “Wwf Day” in Expo 2015: il 18 ottobre si è parlato di buone pratiche e consigli per ridurre l’impatto globale sulla biodiversità dovuto alla produzione e al consumo di cibo proveniente dalla terra e dal mare. La giornata è stata dedicata all’associazione in qualità di Civil Society Participant di Expo Milano 2015.</p>
<p>“La fame che ancora oggi persiste nel mondo non è dovuta al fatto che non si produce abbastanza cibo, ma alla mancanza di accesso al cibo. Produrre cibo per tutti è una condizione necessaria, ma non sufficiente per la sicurezza alimentare in un mondo che oggi ha già oltre 7,3 miliardi di abitanti e che nel 2050 ne avrà, secondo le ultime proiezioni Onu, 9,7 miliardi”, ha dichiarato Gianfranco Bologna, direttore scientifico del Wwf Italia. “L’impatto del cambiamento climatico sulla produzione alimentare e gli effetti di pratiche agricole dannose per il clima sono già una realtà: l’obiettivo è quello di creare sistemi alimentari fortemente integrati con la vitalità dei sistemi naturali e della biodiversità (il nostro capitale naturale costituito da suolo, acqua, foreste e specie ecc.), che producano con il minor danno per l’ambiente e il clima”.</p>
<p>Nel Report si evidenziano le responsabilità dei consumi legati al cibo: il consumo di carne pro capite, infatti, è in continuo aumento, dal 1995 è incrementato globalmente del 15% come ricorda il Worldwatch Institute. È la Cina il Paese leader nel consumo di carne a livello mondiale (nel 2012 ha raggiunto un consumo annuale di 71 milioni di tonnellate, più del doppio di quello degli Stati Uniti). Anche la dieta europea è notevolmente cambiata nel corso degli ultimi 50 anni e molti di questi cambiamenti sono andati nella direzione di una maggiore assunzione di carne. Secondo la Fao, in Italia il consumo di carne è aumentato di oltre il 190% dal 1961 (31 kg pro capite l’anno) al 2011, con 90 kg pro capite l’anno. Numeri che fanno riflettere dato che oggi, nonostante si produca nel mondo un quantitativo di cibo più che sufficiente per tutti, soffrono ancora la fame ben 795 milioni di persone, quasi una su nove di cui oltre la metà in Asia.</p>
<p>Globale, nazionale, individuale: il Wwf propone delle soluzioni, come per esempio passare dai sistemi di produzione alimentare dominanti al livello planetario, ad alto consumo di risorse naturali (come, ad esempio, il terreno fertile), all’agroecologia (con minimo utilizzo di fertilizzanti e pesticidi e input &#8211; come il letame e i concimi organici &#8211; prodotti localmente) e alla pesca sostenibile. Le politiche devono incentivare anche fiscalmente queste pratiche e la contabilità ambientale deve entrare formalmente nelle politiche economiche e nella prassi delle imprese. Sono necessarie anche azioni di protezione e rigenerazione del suolo e degli equilibri idrici. Queste pratiche aumentano nel lungo termine sia la produttività sia la creazione di posti di lavoro limitando al contempo le emissioni di gas serra. Ridurre infine l’utilizzo dei sistemi forestali in modo che questi possano fornire ‘servizi’ naturali indispensabili (sequestro di carbonio dal suolo, acqua e aria pulita, controllo naturale degli infestanti, impollinazione, etc).</p>
<p>Anche il modello di gestione della pesca deve cambiare: l’85% degli stock ittici mondiali è pienamente sfruttato o sovrasfruttato o esaurito. 160 milioni di tonnellate di pescato, di cui il 44% da acquacoltura, sono volumi non più sostenibili. Occorre incoraggiare i pescatori, i fornitori, i compratori e i venditori a impegnarsi per la certificazione sostenibile del pescato e la tracciabilità della filiera. Per l’Italia il Wwf ha elencato 7 soluzioni nazionali a partire dalla promozione dell’agricoltura biologica ‘amica del clima’ con un obiettivo al 2020 di almeno il 20% della Superficie Agricola Utilizzata (Sau). Promozione di aziende agricole multifunzionali, zootecnia estensiva, riduzione dei consumi di carne e latticini nelle diete con campagne di comunicazione, etichettatura con indicatore di impatto ambientale.</p>
<p>Il Wwf ha stilato anche un “Decalogo per un’alimentazione salvaclima” che parte dall’acquisto di prodotti locali alla riduzione degli sprechi.</p>
<p>“È necessario un approccio alimentare più sostenibile, capace di ridurre significativamente gli impatti sui sistemi naturali e la biodiversità e di integrare in modo equilibrato le diverse componenti dell’alimentazione, come nel caso della dieta mediterranea, in modo da rispondere anche ad esigenze di benessere fisico e di salute”, ha dichiarato Eva Alessi, responsabile sostenibilità del Wwf Italia. “È necessario agire per una drastica riduzione dei consumi di prodotti animali, scegliendo una dieta ‘amica del clima’ che viene indicata nel nostro Rapporto”.</p>
<p>I cambiamenti climatici rischiano di divenire un fattore moltiplicatore della fame e dell’insicurezza alimentare a livello globale agendo su tutte e 4 le dimensioni caratteristiche del sistema alimentare: la disponibilità, l’accessibilità, l’utilizzo del cibo e la stabilità. Una combinazione di fattori inciderà sempre di più sulla produzione globale di cibo: la crescente frequenza e intensità dei fenomeni meteorologici estremi, la crescente scarsità idrica, il peggioramento delle condizioni igienico-sanitarie di base e la riduzione delle rese e delle produzioni in regioni vulnerabili. Oltre agli impatti sulle produzioni agricole, analogo destino subirà l’approvvigionamento di cibo dagli oceani. Il pescato di alcune aree marine dei tropici calerà del 40%, potendo giungere persino ad un 60%, con gravi ripercussioni sulla sussistenza delle popolazioni che basano la propria alimentazione sulle fonti proteiche provenienti dagli oceani come ricorda la Fao. In mare, per esempio, ci sono molti esempi di come i cambiamenti climatici possano accelerare dinamiche già in atto: ad esempio la pesca dell’acciuga peruviana, una delle specie più pescate al mondo. Dagli anni ‘50 in Perù questa specie sostiene una fiorente industria legata alla produzione di farina di pesce. Le catture annuali, cresciute in maniera esponenziale per 20 anni, sono poi crollate per l’effetto combinato del sovrasfruttamento e del cambiamento delle caratteristiche delle acque, dovuto al fenomeno climatico. Questo ha avuto pesanti ripercussioni sull’economia del Perù. Nell’ultimo rapporto dell’Ipcc, nel secondo volume sugli impatti, adattamento e vulnerabilità, viene dedicato un intero capitolo (il settimo) agli effetti sulle produzioni alimentari e si afferma che si può ritenere con “elevata confidenza” che le conseguenze dei cambiamenti climatici sulle colture e sulla produzione alimentare sono già evidenti in diverse regioni del mondo. I cambiamenti climatici, indica il rapporto, causeranno cali delle rese medie globali dei raccolti agricoli del 2% a fronte di una domanda di cibo che invece crescerà del 14% ogni decennio. L’agricoltura e la produzione di cibo ai tropici risentiranno fortemente anche di modesti livelli di innalzamento della temperatura e questa riduzione della produttività cadrà ancora una volta in quelle regioni già afflitte dal problema della fame.</p>
<p>Il surriscaldamento globale favorisce anche la diffusione di patogeni trasmessi da acqua o alimenti: le infezioni da Salmonella aumentano del 5-10% per ogni grado di aumento della temperatura. Le emissioni connesse alle attività agricole, pari a circa il 35% del totale, sono dovute principalmente alle emissioni di metano (CH4) e protossido di azoto (N2O) dai suoli agricoli (in particolare per le coltivazioni di riso) e dalle emissioni di CH4 dagli allevamenti.</p>
<p>Sul versante della stabilità, il cambiamenti climatici potrebbero far lievitare il prezzo di mais, frumento e riso del 120-180% come ricorda anche Oxfam. Ad avvalorare la tesi, negli ultimi anni ci sono stati tre picchi dei prezzi degli alimenti a livello globale: nel 2008, nel 2010 e nel 2012. Tutti e tre sono strettamente associati con shock sul versante dell’offerta, derivanti in parte dalle condizioni climatiche estreme. Si ritiene che milioni di persone migreranno da zone sempre più aride a zone più fertili, come indicato anche nel rapporto Wwf “Migranti e cambiamenti climatici”.</p>
<p>Nonostante milioni di persone soffrano la fame, ogni anno 1,3 miliardi di tonnellate di cibo viene prodotto ma non mangiato. Enorme anche lo spreco d’acqua utilizzata nella produzione di cibo, pari al flusso del fiume Volga; l’utilizzo di terreno equivale a 1,4 miliardi di ettari, quasi il 30% della superficie agricola mondiale, ed è responsabile della produzione di 3,3 miliardi di tonnellate di gas serra come ricorda la Fao. Oltre all’impatto ambientale, lo spreco ha conseguenze economiche dirette quantificabili in 750 miliardi di dollari l’anno. Gli sprechi, secondo la Fao, avvengono per il 54% “a monte”, in fase di produzione, raccolto e immagazzinaggio, per il 46% avvengono invece “a valle”, nelle fasi di trasformazione, distribuzione e consumo. Combattere gli sprechi alimentari consentirebbe sia di distribuire meglio le risorse sia di arginare i cambiamenti climatici, ponendo un freno alle emissioni di gas serra.</p>
<p>Imputati principali per le emissioni di gas serra dalla produzione alimentare sono la deforestazione tropicale che cerca spazio per le coltivazioni, il metano prodotto dagli allevamenti di bovini e le risaie e il protossido di azoto prodotto in terreni eccessivamente fertilizzati. Con l’incremento della domanda alimentare dovuto alla crescita della popolazione (previsti oltre 2 miliardi di abitanti in più entro il 2050), lo sviluppo dei Paesi di nuova industrializzazione (in primis Cina, India) e l’espansione delle coltivazioni per ottenerne biocarburanti, è prevista un’ulteriore pressione sui sistemi naturali. Se escludiamo Groenlandia e Antartide, attualmente coltiviamo il 38% delle terre emerse (60 volte quella occupata da strade ed edifici). L’agricoltura ha già distrutto o trasformato radicalmente il 70% dei pascoli, il 50% delle savane, il 45% delle foreste decidue temperate e il 25% delle foreste tropicali. Dall’ultima era glaciale, nessun altro fattore sembra aver avuto un impatto tanto distruttivo sugli ecosistemi. La produzione di cibo influisce sulla CO2 atmosferica sia indirettamente per via dell’uso di combustibili fossili per le attività agricole, il trasporto o la refrigerazione degli alimenti, sia tramite la deforestazione spesso indotta dalle espansioni delle coltivazioni. Pesante il contributo della zootecnia, soprattutto bovina: alla produzione di carne e derivati è imputato quasi un quinto delle emissioni globali di gas serra. Basti pensare che una singola mucca può produrre, a causa della popolazione microbica presente nel rumine, dai 100 ai 500 litri di metano al giorno. Il metano è oltre 20 volte più potente dell’anidride carbonica come determinante dell’effetto serra. Produzione di mangimi e nuovi pascoli hanno impatti gravissimi sulla deforestazione (in America Latina il 70% della foresta amazzonica è stata trasformata in pascoli).</p>
<p>The post <a rel="nofollow" href="https://energia-plus.it/cambiamenti-climatici-e-alimentazione_78402/">Cambiamenti climatici e alimentazione</a> appeared first on <a rel="nofollow" href="https://energia-plus.it">Energia Plus</a>.</p>
]]></content:encoded>
		<enclosure url="https://energia-plus.it/wp-content/uploads/sites/5/2016/08/climanelpiatto-150x150.jpg" length="150" type="image/jpeg" />	</item>
		<item>
		<title>Ciad: disastro ambientale e cooperazione</title>
		<link>https://energia-plus.it/ciad-disastro-ambientale-e-cooperazione_78426/</link>
		<pubDate>Thu, 15 Oct 2015 11:26:02 +0000</pubDate>
		<dc:creator><![CDATA[debaranz]]></dc:creator>
				<category><![CDATA[Notizie]]></category>
		<category><![CDATA[acqua]]></category>
		<category><![CDATA[Africa]]></category>
		<category><![CDATA[agricoltura]]></category>
		<category><![CDATA[cibo]]></category>
		<category><![CDATA[Cnr]]></category>
		<category><![CDATA[conflitti]]></category>
		<category><![CDATA[cooperazione internazionale]]></category>
		<category><![CDATA[desertificazione]]></category>
		<category><![CDATA[energia]]></category>
		<category><![CDATA[lago-ciad]]></category>
		<category><![CDATA[land-grabbing]]></category>
		<category><![CDATA[migrazioni]]></category>
		<category><![CDATA[prosciugamento]]></category>

		<guid isPermaLink="false">http://ambiente-plus.it/?p=77262</guid>
		<description><![CDATA[<p>Il Lago Ciad nella regione del Sahel &#8211; tra le frontiere del Ciad, Camerun, Nigeria e Niger &#8211; rischia di diventare un ricordo sulle carte geografiche se non si interviene ad arginare il suo progressivo prosciugamento. Questa riserva d’acqua dolce, la quarta per grandezza in Africa, garantisce la sopravvivenza di oltre trenta milioni di persone [&#8230;]</p>
<p>The post <a rel="nofollow" href="https://energia-plus.it/ciad-disastro-ambientale-e-cooperazione_78426/">Ciad: disastro ambientale e cooperazione</a> appeared first on <a rel="nofollow" href="https://energia-plus.it">Energia Plus</a>.</p>
]]></description>
				<content:encoded><![CDATA[<p>Il Lago Ciad nella regione del Sahel &#8211; tra le frontiere del Ciad, Camerun, Nigeria e Niger &#8211; rischia di diventare un ricordo sulle carte geografiche se non si interviene ad arginare il suo progressivo prosciugamento. Questa riserva d’acqua dolce, la quarta per grandezza in Africa, garantisce la sopravvivenza di oltre trenta milioni di persone e il suo inaridimento &#8211; in circa cinquant’anni si è ridotto a meno di un decimo dell’estensione che aveva negli anni Sessanta &#8211; rischia di provocare una crisi ambientale, ecologica e umana di enormi dimensioni, con conseguenze anche sulle ondate migratorie già in atto, dirette verso l’Europa e soprattutto verso l’Italia. Il bacino idrico africano è il perno intorno al quale ruota un delicato equilibrio economico e geopolitico di una vasta area che si affaccia sulle sue rive e beneficia delle sue risorse. “Fermare l’agonia del lago Ciad avvalendosi delle più avanzate conoscenze scientifiche e tecnologiche è cruciale per garantire un futuro di pace a un’area particolarmente delicata del mondo. Occorre intervenire sui fattori di fragilità di questo delicato e complesso ecosistema. La crescente desertificazione, la perdita costante e progressiva di acqua e cibo rendono inospitale l’intera area favorendo il radicalizzarsi dei conflitti e dei fondamentalismi concause delle attuali grandi ondate migratorie”, spiega Luigi Nicolais, Presidente del Consiglio nazionale delle ricerche (<a href="http://www.cnr.it/sitocnr/home.html" target="_blank" rel="nofollow">Cnr</a>) che insieme a Confederazione italiana agricoltori, Fao, Società geografica italiana e Accademia nazionale delle scienze detta dei XL, ha organizzato il convegno <a href="https://www.expo.cnr.it/it/node/8" target="_blank" rel="nofollow">“Il lago Ciad: un serbatoio di cibo e acqua tra disastro ambientale e cooperazione internazionale. Quale contributo possibile dal ‘sistema Italia’?”</a> tenutosi ieri, presso Expo. Il Meeting internazionale, si è articolato in due panel di interventi e una tavola rotonda.</p>
<p>Vi hanno preso parte tra gli altri: Romano Prodi, presidente della Fondazione per la collaborazione tra i popoli, Diana Bracco, Commissario generale di sezione per il padiglione Italia all’Expo, Luigi Nicolais, presidente del Cnr, Wassalké Boukari, Ministro dell’Idraulica e della bonifica della repubblica del Niger, Jacques Lemoalle, ricercatore emerito dell’Institut de recherche pour le développement &#8211; Ird, Dino Scanavino, presidente della Confederazione italiana degli agricoltori, Michel Dimbele Kombe, Direttore dell’Osservatorio del bacino del lago Ciad, Paolo Sannella, presidente Centro relazioni con l’Africa della Società geografica italiana, Giampaolo Cantini, Direttore generale per la cooperazione allo sviluppo del Ministero degli esteri, Lucio Caracciolo, direttore di ‘Limes’. L’evento, con tavola rotonda moderata da Giorgio Pacifici, giornalista scientifico del TG2-RAI, è stata l’occasione per fare il punto sulle cause dell’inaridimento e sui possibili interventi per salvare il lago. “In tal senso, vogliamo analizzare le potenzialità della cooperazione internazionale per risolvere criticità e sottolineare il ruolo centrale dell’Italia in questi processi di collaborazione”, ha affermato Giuseppe Palmisano, direttore dell’Istituto di studi giuridici internazionali del Cnr e coordinatore dell’evento. Tra le soluzioni prospettate c’è l’ipotesi di deviare le acque di alcuni affluenti del fiume Congo. “È questa però un’operazione complessa e rischiosa che va fatta con criterio: le terre coltivabili emerse come risultato del progressivo asciugamento del lago sono molto fertili e ben utilizzate per l’agricoltura, quindi sommergerle potrebbe rappresentare un ulteriore problema”, continua. “Sull’aspetto della sua rivitalizzazione a fini agricoli c’è grande disponibilità a collaborare, anche se ce n’è meno rispetto all’ipotesi di usarlo anche per la produzione di energia. In ogni caso la Commissione per il bacino del lago Ciad sta svolgendo un importante ruolo di mediazione e coordinamento tra Niger, Ciad, Nigeria e Camerun, Paesi confinanti e interessati ad evitare che l’ulteriore impoverimento delle popolazioni che vivono in quelle zone faciliti la penetrazione di gruppi estremisti e terroristici, come per esempio Boko Haram”, prosegue Palmisano. “Il ruolo dell’Europa e dei Paesi europei è cruciale, non solo per lo sviluppo dell’Africa e per limitare i massicci flussi di migranti economici, ma anche per ridimensionare i rischi di un progressivo ‘land grabbing’, un pericoloso accaparramento di terre realizzato con capitali stranieri, che può avere pesanti conseguenze per le popolazioni locali e le economie di intere regioni”.</p>
<p>The post <a rel="nofollow" href="https://energia-plus.it/ciad-disastro-ambientale-e-cooperazione_78426/">Ciad: disastro ambientale e cooperazione</a> appeared first on <a rel="nofollow" href="https://energia-plus.it">Energia Plus</a>.</p>
]]></content:encoded>
		<enclosure url="https://energia-plus.it/wp-content/uploads/sites/5/2016/08/ciad-150x150.jpg" length="150" type="image/jpeg" />	</item>
		<item>
		<title>Contro lo spreco alimentare</title>
		<link>https://energia-plus.it/contro-lo-spreco-alimentare_78436/</link>
		<pubDate>Mon, 12 Oct 2015 09:58:06 +0000</pubDate>
		<dc:creator><![CDATA[debaranz]]></dc:creator>
				<category><![CDATA[Notizie]]></category>
		<category><![CDATA[acqua]]></category>
		<category><![CDATA[cambiamenti climatici]]></category>
		<category><![CDATA[cibo]]></category>
		<category><![CDATA[CO2]]></category>
		<category><![CDATA[COP21]]></category>
		<category><![CDATA[energia]]></category>
		<category><![CDATA[Expo 2015]]></category>
		<category><![CDATA[filiera]]></category>
		<category><![CDATA[materie prime]]></category>
		<category><![CDATA[risorse]]></category>
		<category><![CDATA[risparmio]]></category>
		<category><![CDATA[sensibilizzazione]]></category>
		<category><![CDATA[spreco-alimentare]]></category>

		<guid isPermaLink="false">http://ambiente-plus.it/?p=77209</guid>
		<description><![CDATA[<p>“Entro i primi mesi del 2016 possiamo arrivare all’approvazione del disegno di legge sullo spreco alimentare in Parlamento. Capisco che altre questioni hanno avuto la precedenza, ma ora dobbiamo andare spediti”. Lo ha dichiarato il ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti, durante il suo intervento al convegno: ‘Spreco alimentare. Dalle parole ai fatti’, organizzato da Banco [&#8230;]</p>
<p>The post <a rel="nofollow" href="https://energia-plus.it/contro-lo-spreco-alimentare_78436/">Contro lo spreco alimentare</a> appeared first on <a rel="nofollow" href="https://energia-plus.it">Energia Plus</a>.</p>
]]></description>
				<content:encoded><![CDATA[<p>“Entro i primi mesi del 2016 possiamo arrivare all’approvazione del disegno di legge sullo spreco alimentare in Parlamento. Capisco che altre questioni hanno avuto la precedenza, ma ora dobbiamo andare spediti”. Lo ha dichiarato il <a href="http://www.minambiente.it" target="_blank" rel="nofollow">ministro dell’Ambiente</a>, Gian Luca Galletti, durante il suo intervento al convegno: ‘Spreco alimentare. Dalle parole ai fatti’, organizzato da <a href="http://www.bancoalimentare.it/it" target="_blank" rel="nofollow">Banco Alimentare</a> e <a href="http://www.polimi.it" target="_blank" rel="nofollow">Politecnico di Milano</a> ad Expo.</p>
<p>“Lo spreco rappresenta”, spiega Galletti, “un costo insostenibile per l’ambiente, oltre che una contraddizione morale ed economica non più accettabile. Il messaggio di grande forza lanciato da Expo su questo tema avrà un reale impatto positivo solo se, partendo dalla base solida della Carta di Milano, sapremo arrivare in tempi brevi a una nuova normativa, nazionale e a livello europeo, che riduca drasticamente lo spreco di risorse alimentari nella filiera e renda più semplice il recupero dell’invenduto. Allo stesso tempo”, ha detto Galletti, “bisogna investire sulla sensibilizzazione alle buone pratiche quotidiane e sull’educazione dei giovani”.</p>
<p>“C’è uno strettissimo collegamento”, spiega Galletti, “fra l’ambiente e lo spreco di cibo, lo dico anche in vista dell’appuntamento della COP21 a Parigi sul contrasto ai cambiamenti climatici. Se fossimo in grado di ridurre lo spreco alimentare”, ha proseguito, “ridurremmo immediatamente anche le emissioni di CO2, visto che produciamo 13 milioni di tonnellate di CO2 per produrre cibo che non consumiamo. E ridurremmo ad esempio”, ha concluso il ministro, “anche lo spreco di suolo che serve al contrasto del dissesto idrogeologico. Riusciremmo a risparmiare energia, a risparmiare materie prime importantissime come l’acqua”.</p>
<p>The post <a rel="nofollow" href="https://energia-plus.it/contro-lo-spreco-alimentare_78436/">Contro lo spreco alimentare</a> appeared first on <a rel="nofollow" href="https://energia-plus.it">Energia Plus</a>.</p>
]]></content:encoded>
		<enclosure url="https://energia-plus.it/wp-content/uploads/sites/5/2016/08/sprecoalim-150x150.jpg" length="150" type="image/jpeg" />	</item>
		<item>
		<title>Fame d&#8217;acqua</title>
		<link>https://energia-plus.it/fame-dacqua_78500/</link>
		<pubDate>Tue, 22 Sep 2015 08:48:39 +0000</pubDate>
		<dc:creator><![CDATA[debaranz]]></dc:creator>
				<category><![CDATA[Notizie]]></category>
		<category><![CDATA[acqua]]></category>
		<category><![CDATA[agricoltura]]></category>
		<category><![CDATA[cambiamenti climatici]]></category>
		<category><![CDATA[cibo]]></category>
		<category><![CDATA[Cnr]]></category>
		<category><![CDATA[ecosistema]]></category>
		<category><![CDATA[jrc]]></category>
		<category><![CDATA[produzione energetica]]></category>
		<category><![CDATA[sostenibilità]]></category>

		<guid isPermaLink="false">http://ambiente-plus.it/?p=77034</guid>
		<description><![CDATA[<p>Il settore dell&#8217;agricoltura rappresenta il principale utilizzatore di acqua a livello globale (circa il 70% del totale). Con una stima di crescita della popolazione mondiale fino a 9-10 miliardi di persone entro il 2050 la domanda di cibo è prevista in aumento del 60%. Inoltre, le stime sul futuro del consumo globale di acqua, che [&#8230;]</p>
<p>The post <a rel="nofollow" href="https://energia-plus.it/fame-dacqua_78500/">Fame d&#8217;acqua</a> appeared first on <a rel="nofollow" href="https://energia-plus.it">Energia Plus</a>.</p>
]]></description>
				<content:encoded><![CDATA[<p>Il settore dell&#8217;agricoltura rappresenta il principale utilizzatore di acqua a livello globale (circa il 70% del totale). Con una stima di crescita della popolazione mondiale fino a 9-10 miliardi di persone entro il 2050 la domanda di cibo è prevista in aumento del 60%. Inoltre, le stime sul futuro del consumo globale di acqua, che prevedono un incremento del 55% dovuto alla produzione industriale, energetica ed al consumo umano, indicano che la risorsa idrica è destinata a diventare sempre più un fattore chiave per la sicurezza alimentare e sociale.</p>
<p>Tale scenario impone una gestione congiunta delle possibili soluzioni interconnesse per il sistema ‘acqua-cibo-energia-ecosistemi&#8217;, cioè un approccio Nexus. Questa nuova visione è stata al centro di un workshop internazionale che si è tenuto a Milano il 18 e 19 settembre, organizzato da <a href="http://www.cnr.it/sitocnr/home.html" target="_blank" rel="nofollow">Consiglio nazionale delle ricerche</a> e <a href="https://ec.europa.eu/jrc/" target="_blank" rel="nofollow">Centro comune di ricerca</a> (Jrc) della Commissione europea in collaborazione con Fao e Unesco-International Hydrological Program. L&#8217;evento ha inteso mettere in rete le conoscenze della ricerca nel settore e lo sviluppo di buone pratiche per un uso sostenibile dell&#8217;acqua in agricoltura e nella produzione di energia, con la partecipazione di studiosi ed esperti internazionali del mondo scientifico, industriale, politico e della società civile. Le quattro istituzioni coinvolte sono state rappresentate per il Cnr da Francesco Loreto, per il Jrc da Giovanni Bidoglio, per la Fao da Jippe Hoogeveen e per l&#8217;Unesco da Philippe Pypaert.</p>
<p>La gestione integrata dei bisogni di acqua non è un concetto nuovo, ma la pratica spesso privilegia i bisogni di un settore economico a scapito degli altri. Affrontare le sfide in maniera sostenibile richiede soluzioni che vadano oltre il puro soddisfare, in maniera del tutto disgiunta, i bisogni di chi produce cibo, chi produce energia e chi si preoccupa della sostenibilità degli ecosistemi acquatici. Come superare queste divisioni settoriali e giungere a una visone condivisa e comune nell&#8217;uso di una risorsa più preziosa e più limitata, come l&#8217;acqua, è stato lo scopo di questo workshop internazionale.</p>
<p>Molti sono stati gli argomenti affrontati, dall&#8217;influenza dei cambiamenti climatici all&#8217;aumento della popolazione, dall&#8217;urbanizzazione allo sfruttamento del suolo, fino a un&#8217;adeguata considerazione del ruolo degli ecosistemi come elementi intrinseci al capitale naturale. Nella prima giornata sono state presi in esame la sfida della gestione decentralizzata e la negoziazione nella distribuzione dell&#8217;acqua, la necessità di investimenti nelle risorse umane e infrastrutture sociali e l&#8217;identificazione di quelle pratiche e tecnologie in grado di assicurare un uso efficiente della risorsa acqua nella produzione agricola ed energetica ed assicurare al contempo sostenibilità ambientale. Queste sessioni sono state seguite da una quarta sessione che ha coinvolto i partecipanti in simulazioni di applicazioni dell&#8217;approccio Nexus al mondo reale.</p>
<p>Le tavole rotonde del secondo giorno al Padiglione EU-Expo, moderate da Giorgio Pacifici, giornalista scientifico del Tg2 Rai, si sono concluse con le raccomandazioni per un uso sostenibile della risorsa acqua destinate a tutti gli attori del Nexus, cittadini, operatori, istituzioni, decisori politici.</p>
<p>The post <a rel="nofollow" href="https://energia-plus.it/fame-dacqua_78500/">Fame d&#8217;acqua</a> appeared first on <a rel="nofollow" href="https://energia-plus.it">Energia Plus</a>.</p>
]]></content:encoded>
		<enclosure url="https://energia-plus.it/wp-content/uploads/sites/5/2016/08/idrico-150x150.jpg" length="150" type="image/jpeg" />	</item>
		<item>
		<title>L’industria chimica sta uscendo dalla crisi</title>
		<link>https://energia-plus.it/lindustria-chimica-sta-uscendo-dalla-crisi_78718/</link>
		<pubDate>Mon, 22 Jun 2015 15:35:37 +0000</pubDate>
		<dc:creator><![CDATA[debaranz]]></dc:creator>
				<category><![CDATA[Notizie]]></category>
		<category><![CDATA[agricoltura]]></category>
		<category><![CDATA[alimentazione]]></category>
		<category><![CDATA[allevamento]]></category>
		<category><![CDATA[chimica]]></category>
		<category><![CDATA[cibo]]></category>
		<category><![CDATA[consumo]]></category>
		<category><![CDATA[crisi]]></category>
		<category><![CDATA[delocalizzazione]]></category>
		<category><![CDATA[Expo]]></category>
		<category><![CDATA[Federchimica]]></category>
		<category><![CDATA[impatto ambientale]]></category>
		<category><![CDATA[imprese]]></category>
		<category><![CDATA[plastiche]]></category>
		<category><![CDATA[pmi]]></category>

		<guid isPermaLink="false">http://ambiente-plus.it/?p=76513</guid>
		<description><![CDATA[<p>“Le imprese chimiche in Italia stanno uscendo dalla crisi grazie a specializzazione, innovazione, internazionalizzazione e rafforzamento delle attività più avanzate e di qualità”. Questi i fattori chiave coi quali, secondo Cesare Puccioni, Presidente di Federchimica (Federazione nazionale dell’industria chimica) nella relazione all’Assemblea annuale, “il settore ha resistito alla crisi meglio di altri. Rispetto al 2007, [&#8230;]</p>
<p>The post <a rel="nofollow" href="https://energia-plus.it/lindustria-chimica-sta-uscendo-dalla-crisi_78718/">L’industria chimica sta uscendo dalla crisi</a> appeared first on <a rel="nofollow" href="https://energia-plus.it">Energia Plus</a>.</p>
]]></description>
				<content:encoded><![CDATA[<p>“Le imprese chimiche in Italia stanno uscendo dalla crisi grazie a specializzazione, innovazione, internazionalizzazione e rafforzamento delle attività più avanzate e di qualità”.</p>
<p>Questi i fattori chiave coi quali, secondo Cesare Puccioni, Presidente di <a href="http://www.federchimica.it" target="_blank" rel="nofollow">Federchimica</a> (Federazione nazionale dell’industria chimica) nella relazione all’Assemblea annuale, “il settore ha resistito alla crisi meglio di altri. Rispetto al 2007, ad esempio, la diminuzione del valore aggiunto nella chimica (- 6,5%) è stata ben più contenuta rispetto alla media manifatturiera (- 13,6%), soprattutto grazie all’innalzamento del contenuto tecnologico dei prodotti.</p>
<p>“Tecnologia e innovazione”, ha dichiarato Puccioni, “sono gli stessi valori su cui puntare anche per vincere la sfida contro la fame nel mondo, garantendo cibo abbondante, sicuro e di qualità per tutti.</p>
<p>Il ruolo dell’industria &#8211; e della chimica in particolare &#8211; sarà sempre più decisivo nel contribuire ad una dieta più equilibrata e ad un migliore impatto sull’ambiente. Federchimica, con il suo sostegno all’Esposizione Universale a fianco di Confindustria e con Federalimentare, vuole offrire un’opportunità per riflettere sull&#8217;alimentazione sostenibile in modo meno emotivo e più consapevole sul contributo di un settore che, con norme severe e controlli accurati, garantisce prodotti totalmente sicuri ad agricoltura, allevamento e alimenti. Sul cibo, come su ogni altro prodotto, non dobbiamo essere condizionati dai luoghi comuni: per sfamare il mondo servono più scienza e meno ideologia”.</p>
<p>Il settore nel suo complesso sta uscendo dalla crisi e prevede di chiudere il 2015 con un dato positivo, +1,5%. La domanda interna di chimica mostra segnali di risveglio, non ancora estesi a tutti i settori clienti (bene l’auto, in crescita plastiche e largo consumo, ancora deboli soprattutto metalli, mobili e costruzioni).</p>
<p>Alcuni segnali positivi fanno ben sperare per il futuro.</p>
<p>I medi e grandi Gruppi chimici con oltre 100 milioni di euro di fatturato sono ormai un numero ragguardevole; tutti sono realtà di alto livello a livello europeo e anche mondiale nella propria nicchia di mercato.</p>
<p>“Molte delle nostre imprese hanno colto le opportunità del mercato globale aumentando la quota prodotta all’estero dal 34 al 42% dal 2007 ad oggi. Ciò non ha significato delocalizzazione, anzi, ha rafforzato la presenza in Italia: basti pensare che il 73% delle imprese che producono anche all’estero nel 2014 era già tornato su livelli pre-crisi, anche per le produzioni italiane”.</p>
<p>Altro fattore positivo: le imprese chimiche italiane a capitale estero valgono il 38% della produzione chimica in Italia; ciò dimostra che in Italia si possono fare produzioni chimiche a livelli di eccellenza. Con 700 imprese chimiche (in gran parte piccole e medie) che svolgono attività di ricerca, in Europa siamo secondi solo alla Germania. Secondo l’Istat, l’83% del fatturato complessivo della chimica italiana è realizzato da imprese innovative, con una media superiore a quella europea. Infine, la produttività, calcolata come valore aggiunto per addetto, nelle PMI chimiche è del 50% superiore alla media dell’industria manifatturiera in Italia”.</p>
<p>“Questi dati”, ha proseguito Puccioni, “ci dicono che le nostre PMI e tutte le nostre imprese sono realtà produttive di grande qualità, che stanno lottando per uscire dalla crisi e per crescere. La chimica è innovativa, tecnologicamente avanzata, in continua evoluzione ed è capace di attrarre in Italia produzioni di grande peso specifico, anche per tutti i settori a valle. I nostri impianti, però, rischiano di chiudere schiacciati dal peso del costo dell’energia, dei ritardi nelle autorizzazioni, dell’incertezza nell’applicazione delle normative. Difendiamoli prima che sia troppo tardi, cioè prima che le localizzazioni in altri Paesi siano state già decise.</p>
<p>“È tempo che si compiano scelte politiche lungimiranti”, ha concluso Puccioni. “Liberiamo finalmente l’industria chimica dai vincoli soffocanti e molte volte inutili del Sistema Paese che ostacolano il settore invece di considerarlo strategico per tutto il manifatturiero in Italia, dimostrando di non pensare all’industria di oggi e men che meno a quella di domani”.</p>
<p>All’Assemblea di Federchimica hanno partecipato anche: Antonio Tajani, Vice Presidente del Parlamento Europeo e David Sassoli, Vice Presidente del Parlamento Europeo.</p>
<p>Ha concluso i lavori il Presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi.</p>
<p>The post <a rel="nofollow" href="https://energia-plus.it/lindustria-chimica-sta-uscendo-dalla-crisi_78718/">L’industria chimica sta uscendo dalla crisi</a> appeared first on <a rel="nofollow" href="https://energia-plus.it">Energia Plus</a>.</p>
]]></content:encoded>
		<enclosure url="https://energia-plus.it/wp-content/uploads/sites/5/2016/08/puccioni-150x150.jpg" length="150" type="image/jpeg" />	</item>
		<item>
		<title>Enea: la ricerca per dissetare l’agroindustria</title>
		<link>https://energia-plus.it/enea-la-ricerca-per-dissetare-lagroindustria_78752/</link>
		<pubDate>Mon, 08 Jun 2015 08:38:28 +0000</pubDate>
		<dc:creator><![CDATA[debaranz]]></dc:creator>
				<category><![CDATA[Notizie]]></category>
		<category><![CDATA[acqua]]></category>
		<category><![CDATA[acque reflue]]></category>
		<category><![CDATA[agricoltura]]></category>
		<category><![CDATA[antibatterici]]></category>
		<category><![CDATA[antiossidanti]]></category>
		<category><![CDATA[batteri]]></category>
		<category><![CDATA[cambiamenti climatici]]></category>
		<category><![CDATA[cibo]]></category>
		<category><![CDATA[ciclo di vita]]></category>
		<category><![CDATA[consumo]]></category>
		<category><![CDATA[Enea]]></category>
		<category><![CDATA[energia elettrica]]></category>
		<category><![CDATA[Expo 2015]]></category>
		<category><![CDATA[industria-olearia]]></category>
		<category><![CDATA[membrana]]></category>
		<category><![CDATA[microbial-fuel-celles]]></category>
		<category><![CDATA[nutrienti]]></category>
		<category><![CDATA[polifenoli]]></category>
		<category><![CDATA[sostanze inquinanti]]></category>
		<category><![CDATA[Syngas]]></category>
		<category><![CDATA[turismo]]></category>

		<guid isPermaLink="false">http://ambiente-plus.it/?p=76428</guid>
		<description><![CDATA[<p>Un rubinetto sempre aperto. Immaginate così il consumo di acqua in agricoltura. Un uso smodatamente intensivo confermato dai dati Fao: il 70% di tutta l’acqua disponibile sul pianeta serve a colture e allevamenti, con punte del 95% nei Paesi in via di sviluppo. E l’Italia non è da meno con 11 miliardi di metri cubi [&#8230;]</p>
<p>The post <a rel="nofollow" href="https://energia-plus.it/enea-la-ricerca-per-dissetare-lagroindustria_78752/">Enea: la ricerca per dissetare l’agroindustria</a> appeared first on <a rel="nofollow" href="https://energia-plus.it">Energia Plus</a>.</p>
]]></description>
				<content:encoded><![CDATA[<p>Un rubinetto sempre aperto. Immaginate così il consumo di acqua in agricoltura. Un uso smodatamente intensivo confermato dai dati Fao: il 70% di tutta l’acqua disponibile sul pianeta serve a colture e allevamenti, con punte del 95% nei Paesi in via di sviluppo. E l’Italia non è da meno con 11 miliardi di metri cubi per irrigare 2,4 milioni di ettari di terreno agricolo (dati Istat). Per cambiare rotta e ridurre l’impatto ambientale senza abbassare lo standard qualitativo del prodotto, la ricerca può offrire soluzioni: ecco una panoramica delle tecnologie <a href="http://www.enea.it/it" target="_blank" rel="nofollow">Enea</a> per un’attenta gestione della risorsa idrica, sia in agricoltura sia nell’industria alimentare.</p>
<p>Un tema scottante quello dell’uso e dell’abuso di acqua, che pone al centro molte criticità, dalle reti idriche inefficienti, ai crescenti contenziosi fra usi civili e utilizzo industriale, tra cui la produzione di energia elettrica. La sfida oggi è come fronteggiare l’aumento della domanda globale di cibo, minimizzando l’uso dell’acqua fino al riciclo totale. Tutto questo in linea con la visione europea di “fit for use” (già indicato nella direttiva quadro sulle acque 2000/60 CE), ossia usare acque con una qualità non superiore a quella minima richiesta per l’uso che ne viene fatto.</p>
<p>L’Italia conta 250 milioni di piante di ulivo. Per l’industria olearia il problema principale è lo smaltimento delle acque reflue. Enea ha messo a punto due brevetti che permettono di abbattere il potere inquinante delle acque di scarico degli impianti oleari, dovuto alla presenza dei polifenoli. Il primo è in grado di produrre syngas, una miscela gassosa contenente CO2, idrogeno e metano. Il secondo brevetto, basato su tecnologie di membrana separative, estrae le sostanze inquinanti delle acque di vegetazione, i polifenoli appunto, per reimpiegarle nelle industrie alimentari e cosmetiche come antiossidanti e antibatterici. Ciò che rimane è un’acqua demineralizzata, non più inquinante, che rientra in circolo. Dal trattamento delle acque di vegetazione dei frantoi, l’applicazione della tecnologia delle membrane separative Enea trova impiego anche nell’industria lattiera, per realizzare prodotti dalle proprietà salutistiche, valorizzando e trasformando in materia prima ad alto valore aggiunto quello che sarebbe uno scarto dal grande carico inquinante. Enea sta mettendo a punto anche soluzioni tecnologiche in grado di recuperare alcuni nutrienti presenti nelle acque e particolarmente inquinanti se rilasciati nell’ambiente, come i composti dell’azoto e del fosforo, per trasformarli in fertilizzanti per l’agricoltura.</p>
<p>Ma la tecnologia va oltre. Un esempio è la valorizzazione energetica degli scarichi industriali. I Microbial Fuel Celles sono sistemi che, grazie all’energia elettrica prodotta dai batteri, consentono di alimentare piccoli apparati elettrici, ma che in futuro potrebbero essere utilizzati per ridurre i consumi energetici degli impianti di depurazione delle acque.</p>
<p>E poi le colture idroponiche, dove la terra non serve e il consumo di acqua è ottimizzato, come dimostra laVertical Farm di Enea a Expo 2015. Dietro il ciclo di vita di un prodotto, dalla culla alla tomba, c’è una storia da valutare e raccontare. Enea offre servizi per quantificare e presentare gli impatti e i benefici del ciclo di vita di un prodotto, dall’estrazione delle materie prime e delle risorse naturali al suo fine vita, consumo di acqua compreso.</p>
<p>La ricerca ha messo a punto un nuovo servizio per l’agricoltura, la pesca, il turismo e l’energia: sono i Climate Service, che forniscono a questi settori dell’economia informazioni e strumenti per ridurre gli effetti dei cambiamenti climatici, minimizzando i consumi d’acqua.</p>
<p>The post <a rel="nofollow" href="https://energia-plus.it/enea-la-ricerca-per-dissetare-lagroindustria_78752/">Enea: la ricerca per dissetare l’agroindustria</a> appeared first on <a rel="nofollow" href="https://energia-plus.it">Energia Plus</a>.</p>
]]></content:encoded>
		<enclosure url="https://energia-plus.it/wp-content/uploads/sites/5/2016/08/IMGP5359-150x150.jpg" length="150" type="image/jpeg" />	</item>
		<item>
		<title>Cibo prodotto: ogni anno un terzo è sprecato</title>
		<link>https://energia-plus.it/cibo-prodotto-ogni-anno-un-terzo-e-sprecato_78762/</link>
		<pubDate>Thu, 04 Jun 2015 09:52:42 +0000</pubDate>
		<dc:creator><![CDATA[debaranz]]></dc:creator>
				<category><![CDATA[Notizie]]></category>
		<category><![CDATA[acqua]]></category>
		<category><![CDATA[agricoltura]]></category>
		<category><![CDATA[Barilla]]></category>
		<category><![CDATA[barilla-center-for-food-and-nutrition]]></category>
		<category><![CDATA[cibo]]></category>
		<category><![CDATA[compostaggio]]></category>
		<category><![CDATA[consumo]]></category>
		<category><![CDATA[distribuzione]]></category>
		<category><![CDATA[educazione alimentare]]></category>
		<category><![CDATA[emissioni CO2]]></category>
		<category><![CDATA[energia]]></category>
		<category><![CDATA[Expo 2015]]></category>
		<category><![CDATA[fame]]></category>
		<category><![CDATA[filiera]]></category>
		<category><![CDATA[impatto ambientale]]></category>
		<category><![CDATA[lavorazione]]></category>
		<category><![CDATA[malnutrizione]]></category>
		<category><![CDATA[Protocollo di Milano]]></category>
		<category><![CDATA[raccoltà]]></category>
		<category><![CDATA[rifiuti]]></category>
		<category><![CDATA[spreco]]></category>
		<category><![CDATA[vendita]]></category>

		<guid isPermaLink="false">http://ambiente-plus.it/?p=76406</guid>
		<description><![CDATA[<p>Ogni anno vengono sprecate e perse circa 1,3 miliardi di tonnellate di cibo, un terzo della produzione mondiale e l’equivalente di quasi 1 trilione di dollari in valore. Un quarto del cibo sprecato basterebbe per nutrire i 795 milioni di persone che soffrono la fame. Un paradosso eloquente e drammatico, che richiede un impegno concreto [&#8230;]</p>
<p>The post <a rel="nofollow" href="https://energia-plus.it/cibo-prodotto-ogni-anno-un-terzo-e-sprecato_78762/">Cibo prodotto: ogni anno un terzo è sprecato</a> appeared first on <a rel="nofollow" href="https://energia-plus.it">Energia Plus</a>.</p>
]]></description>
				<content:encoded><![CDATA[<p>Ogni anno vengono sprecate e perse circa 1,3 miliardi di tonnellate di cibo, un terzo della produzione mondiale e l’equivalente di quasi 1 trilione di dollari in valore. Un quarto del cibo sprecato basterebbe per nutrire i 795 milioni di persone che soffrono la fame.</p>
<p>Un paradosso eloquente e drammatico, che richiede un impegno concreto e urgente da parte di tutti. In occasione della Giornata dell’Ambiente, che quest’anno avrà la sua celebrazione ufficiale a Expo Milano 2015, la Fondazione <a href="http://www.barillacfn.com" target="_blank" rel="nofollow">Barilla Center for Food and Nutrition</a> (Bcfn) rilancia l’obiettivo del <a href="http://www.protocollodimilano.it" target="_blank" rel="nofollow">Protocollo di Milan</a>o: ridurre lo spreco di cibo del 50% entro il 2020. Come? Intervenendo sull’intera filiera, dagli agricoltori ai consumatori: con attività di prevenzione, per evitare gli sprechi fin dall’inizio del processo produttivo, e poi imparando a riutilizzare gli avanzi di cibo per l’alimentazione umana e per quella animale, ed infine per la produzione di energia e compostaggio.</p>
<p>Spreco di cibo non è soltanto quello che si verifica nella parte finale della catena alimentare, durante la distribuzione, vendita e consumo (food waste, secondo la definizione della Fao), ma è anche la perdita che avviene nella fase di produzione agricola, dopo la raccolta e con la trasformazione degli alimenti (food losses). Sprechi e perdite sono profondamente influenzati dalle condizioni locali specifiche dei diversi Paesi. Lo spreco di cibo da parte dei consumatori è in media tra i 95 e i 115 kg pro capite all’anno in Europa e nel Nord America mentre i consumatori di Africa sub-sahariana, sud e sud-est asiatico, ne buttano via circa 6-11 kg all’anno. Nei Paesi in via di sviluppo il 40% delle perdite avviene dopo la raccolta o durante la lavorazione, mentre nei Paesi industrializzati più del 40% delle perdite si verifica nelle fasi di vendita al dettaglio e consumo finale. Complessivamente, tuttavia, i Paesi industrializzati e quelli in via di sviluppo tendono a dissipare all’incirca la stessa quantità di cibo, rispettivamente 670 e 630 milioni di tonnellate.</p>
<p>Gli sprechi alimentari hanno un impatto negativo sull’ambiente, sull’economia, sulla sicurezza alimentare e sulla nutrizione”, afferma Ludovica Principato, Dottoranda in Management presso l’Università la Sapienza di Roma e ricercatrice della Fondazione Bcfn. “Il carbon footprint globale del cibo perso e sprecato a livello globale è di circa 3,3 miliardi di tonnellate di CO2 ed equivale al 6-10% circa delle emissioni di gas serra antropogeniche, cioè prodotte dall’uomo. Se gli sprechi alimentari fossero rappresentati da un Paese, questo sarebbe il terzo principale produttore di anidride carbonica, dopo Stati Uniti e Cina. Lo spreco inoltre comporta una riduzione della disponibilità globale e locale di cibo ed ha un impatto negativo sull’accesso al cibo da parte delle persone a causa ad esempio dell’aumento dei prezzi, con ripercussioni soprattutto sulla parte più vulnerabile della popolazione come le donne e i bambini”.</p>
<p>Il cambiamento climatico sia in termini di riscaldamento globale sia di scarsità delle precipitazioni in alcune regioni del Pianeta”, commenta Riccardo Valentini, professore ordinario all’Università della Tuscia e membro dell’Advisory Board Bcfn, “contribuirà ad aumentare i prezzi globali dei beni alimentari in una forbice dal 3% all’84% entro il 2050, con serie minacce per la produzione di cibo e la sicurezza. Attualmente sono oltre 800 milioni le persone che soffrono gravemente di malnutrizione nel mondo e circa 36 milioni muoiono per mancanza di cibo. Affrontare con successo il problema dell’accesso al cibo è quindi la grande sfida degli anni a venire”.</p>
<p>In Italia si spreca il 35% dei prodotti freschi (latticini, carne, pesce), il 19% del pane e 16% di frutta e verdura. Lo spreco di cibo nel nostro Paese determina una perdita di 1.226 milioni di m3 l’anno di acqua, pari al 2,5% dell’intera portata annua del fiume Po, e produce l’immissione nell’ambiente di 24,5 milioni di tonnellate CO2 l’anno, di cui 14,3 milioni per gli sprechi domestici. L’assorbimento della sola CO2 prodotta dallo spreco domestico in Italia richiede una superficie boschiva maggiore di quella presente in Lombardia.</p>
<p>Il Bcfn propone alcune specifiche e concrete raccomandazioni per ridurre le dimensioni e l’impatto dello spreco di cibo, tra cui: ridurre per recuperare meno &#8211; investire prima nella riduzione delle perdite e degli sprechi alimentari e poi sul loro recupero; (ri)utilizzare &#8211; avviare iniziative di recupero degli sprechi non ancora eliminati, attraverso la distribuzione a persone svantaggiate, l’impiego come mangime o, come ultima alternativa, per produrre bioenergia; una priorità politica &#8211; governare la riduzione dello spreco a livello istituzionale, anche assicurando che l’adozione di standard non introduca perdite e sprechi ingiustificati lungo la filiera agroalimentare; cooperare per risparmiare &#8211; sviluppare accordi di filiera tra agricoltori, produttori e distributori per una programmazione più corretta dell’offerta alimentare; informare per educare &#8211; rendere il consumatore consapevole dello spreco e insegnargli come rendere più sostenibili l’acquisto, la conservazione, la preparazione e lo smaltimento finale del cibo.</p>
<p>Le diverse soluzioni possibili indicano innanzitutto una necessità: intervenire lungo tutta la filiera alimentare, dagli agricoltori alle aziende di trasformazione e distribuzione fino al consumatore finale. Perché la soluzione al paradosso dello spreco di cibo è una responsabilità condivisa.</p>
<p>Un messaggio che il Bcfn ha ribadito con forza anche in vista del summit che si tiene oggi 4 giugno a Milano con i Ministri dell’Agricoltura provenienti da diversi Paesi di tutto il mondo: una tappa importante della road map della Carta di Milano, che ha già superato le 100.000 firme ed alla quale tutti sono invitati ad aderire.</p>
<p>The post <a rel="nofollow" href="https://energia-plus.it/cibo-prodotto-ogni-anno-un-terzo-e-sprecato_78762/">Cibo prodotto: ogni anno un terzo è sprecato</a> appeared first on <a rel="nofollow" href="https://energia-plus.it">Energia Plus</a>.</p>
]]></content:encoded>
		<enclosure url="https://energia-plus.it/wp-content/uploads/sites/5/2016/08/barilla-spreco-150x150.jpg" length="150" type="image/jpeg" />	</item>
		<item>
		<title>‘Nexus’ per affrontare le sfide del pianeta su cibo, acqua ed energia</title>
		<link>https://energia-plus.it/nexus-per-affrontare-le-sfide-del-pianeta-su-cibo-acqua-ed-energia_78778/</link>
		<pubDate>Tue, 26 May 2015 13:59:12 +0000</pubDate>
		<dc:creator><![CDATA[antonellarampichini]]></dc:creator>
				<category><![CDATA[Notizie]]></category>
		<category><![CDATA[acque reflue]]></category>
		<category><![CDATA[cibo]]></category>
		<category><![CDATA[domanda energetica]]></category>
		<category><![CDATA[Expo 2015]]></category>
		<category><![CDATA[fotovoltaico]]></category>
		<category><![CDATA[nexus]]></category>
		<category><![CDATA[scarsita-idrica]]></category>
		<category><![CDATA[settore-agroalimentare]]></category>
		<category><![CDATA[solare termodinamico]]></category>
		<category><![CDATA[sostenibilità ambientale]]></category>

		<guid isPermaLink="false">http://ambiente-plus.it/?p=76364</guid>
		<description><![CDATA[<p>È questo il tema centrale di ‘Nexus, cibo, acqua ed energia’, l’evento organizzato a Expo 2015 da Enea, Direzione Generale per la Cooperazione allo Sviluppo (Dgcs) del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e Wame &#8211; World Access to Modern Energy , con la partecipazione di esperti di FAO, Ifad, Unep, Unido, IEA e [&#8230;]</p>
<p>The post <a rel="nofollow" href="https://energia-plus.it/nexus-per-affrontare-le-sfide-del-pianeta-su-cibo-acqua-ed-energia_78778/">‘Nexus’ per affrontare le sfide del pianeta su cibo, acqua ed energia</a> appeared first on <a rel="nofollow" href="https://energia-plus.it">Energia Plus</a>.</p>
]]></description>
				<content:encoded><![CDATA[<p>È questo il tema centrale di ‘Nexus, cibo, acqua ed energia’, l’evento organizzato a Expo 2015 da <a href="http://www.enea.it" target="_blank" rel="nofollow">Enea</a>, Direzione Generale per la <a href="http://www.cooperazioneallosviluppo.esteri.it/" target="_blank" rel="nofollow">Cooperazione allo Sviluppo (Dgcs) del Ministero degli Affari Esteri </a>e della Cooperazione Internazionale e <a href="http://www.wame2015.org/" target="_blank" rel="nofollow">Wame &#8211; World Access to Modern Energy</a> , con la partecipazione di esperti di <a href="http://www.fao.org" target="_blank" rel="nofollow">FAO</a>, <a href="http://www.ifad.org" target="_blank" rel="nofollow">Ifad</a>, <a href="http://www.unep.org/" target="_blank" rel="nofollow">Unep</a>, <a href="http://www.unido.it/" target="_blank" rel="nofollow">Unido</a>, <a href="http://www.iea.org" target="_blank" rel="nofollow">IEA</a> e del <a href="http://www.minambiente.it" target="_blank" rel="nofollow">Ministero dell’Ambiente</a>.</p>
<p>Oggi più di un miliardo di persone soffre la fame, altrettante sono senza acqua potabile, oltre 2,5 miliardi non hanno accesso all’energia. E la situazione è destinata a peggiorare: secondo stime Ocse e FAO nei prossimi 30 anni la domanda energetica aumenterà dell’80%, quella di acqua del 55% e quella di cibo del 60%. Una pressione enorme, con trend in aumento, tenendo conto che l’agricoltura assorbe già il 70% delle risorse idriche prelevate a livello globale e che il 30% dell’energia consumata nel pianeta è utilizzata nella catena alimentare.</p>
<p>&#8220;L’approccio globale a cibo, acqua, energia per Enea si traduce in progetti innovativi per dare risposte ai problemi aperti &#8211; sottolinea Massimo Iannetta, responsabile Enea di Sviluppo Sostenibile ed Innovazione del sistema Agro-industriale. Da qui la nostra adesione a questo approccio innovativo, capace di integrare progresso e sviluppo equo e sostenibile, un’esigenza evidenziata già in occasione di un primo confronto con gli esperti della cooperazione dedicato ai temi ‘nexus’ e ospitato a marzo dalla Farnesina&#8221;.</p>
<p>Obiettivo dell’iniziativa odierna a Expo 2015 è la presentazione di esempi di best practice e progetti di cooperazione internazionale e di innovazione tecnologica in grado di rispondere con un approccio globale e innovativo alle problematiche che minano la sopravvivenza di miliardi di persone.</p>
<p>A Expo, l’Enea ha portato tecnologie, prodotti e servizi per l’utilizzo ottimale e integrato di acqua, suolo, energia nel settore agricolo e agroalimentare: ne è il simbolo la Vertical Farm, realizzata da Enea nel Future Food District, primo esempio italiano di serra verticale che coniuga, in piccola scala e in ambiente confinato, i temi nexus cibo, acqua ed energia .</p>
<p>La sostenibilità economica ed ambientale è al centro delle attività di trasferimento tecnologico e assistenza tecnica che l’Enea svolge in numerosi programmi di cooperazione internazionale realizzati soprattutto in Africa. Un esempio su tutti, il progetto Freddas, finanziato dalla Dgcs e sviluppato da Green Cross, grazie al quale in Senegal è stato possibile coltivare terreni a rischio di desertificazione con nuovi impianti fotovoltaici e pompe ad alta efficienza.</p>
<p>Inoltre, l’Enea collabora con diverse organizzazioni internazionali e agenzie specializzate delle Nazioni Unite e attua programmi di azione esterna dell’Unione europea nel bacino Mediterraneo. In particolare, l’Agenzia è impegnata in progetti per la gestione sostenibile delle risorse idriche in regioni semi-aride (progetto Water Drop), per il trattamento e riutilizzo delle acque reflue nella regione mediterranea (progetto Swim) e per la realizzazione di un impianto solare termodinamico in Egitto (progetto Mats).</p>
<div class="video-shortcode"><iframe title="YouTube video player" width="620" height="360" src="https://www.youtube.com/embed/vCUqBR_FRmQ" frameborder="0" allowfullscreen></iframe></div>
<p>The post <a rel="nofollow" href="https://energia-plus.it/nexus-per-affrontare-le-sfide-del-pianeta-su-cibo-acqua-ed-energia_78778/">‘Nexus’ per affrontare le sfide del pianeta su cibo, acqua ed energia</a> appeared first on <a rel="nofollow" href="https://energia-plus.it">Energia Plus</a>.</p>
]]></content:encoded>
		<enclosure url="https://energia-plus.it/wp-content/uploads/sites/5/2016/08/Nexus-150x150.jpg" length="150" type="image/jpeg" />	</item>
	</channel>
</rss>

<!--
Performance optimized by W3 Total Cache. Learn more: https://www.boldgrid.com/w3-total-cache/

Object Caching 66/438 objects using xcache
Page Caching using xcache (Page is feed) 

Served from: energia-plus.it @ 2025-01-06 19:41:33 by W3 Total Cache
-->