Il settore del biogas agricolo è pronto per l’evoluzione verso la produzione del biometano e il GSE è pronto a gestire tale evoluzione: lo testimoniano la prima qualifica riconosciuta ad un impianto di produzione di biometano, del settore dell’agricoltura, e tutte le attività già poste in essere dal GSE, che porteranno, in breve tempo, all’avvio del portale per la gestione informatizzata delle richieste di qualifica degli impianti a biometano. Questo è quanto emerso dall’incontro tra Francesco Sperandini, Presidente del GSE e Piero Gattoni, Presidente del CIB – Consorzio Italiano Biogas. Nell’incontro, il Presidente Sperandini ha informato che il GSE ha avviato il meccanismo di incentivazione per la produzione di biometano, previsto dal DM 5 dicembre 2013. L’8 agosto 2016, infatti, è stata accolta la prima richiesta di qualifica a progetto di un impianto di produzione di biometano che, una volta entrato in esercizio, immetterà il bio-carburante direttamente nella rete del gas naturale, per il successivo utilizzo nel settore dei trasporti.
Il settore del biogas, sviluppatosi grazie anche ai passati regimi di sostegno, ha dimostrato una grande reattività che si è espressa soprattutto in termini di sviluppo di una nuova concezione dell’uso delle risorse, che potrà valorizzare la grande flessibilità del biogas, fonte rinnovabile in grado di produrre energia elettrica, termica e biocarburante. Il CIB ha sviluppato il concept del Biogasfattobene: un modo virtuoso di operare che consente di integrare l’operatività tradizionale delle aziende agricole con la digestione anaerobica quale mezzo di valorizzazione energetica e ambientale dei sottoprodotti e delle colture di integrazione. Le aziende che operano secondo tale modalità possono intensificare in modo sostenibile le produzioni, ad esempio con un raccolto per il digestore e uno per la stalla o il mercato, nel contempo riducendo la necessità di utilizzo di fertilizzanti chimici e catturando nel suolo la CO2 presente nell’atmosfera, incrementando la fertilità del terreno e creando addirittura una filiera carbon negative.
Almeno 4 miliardi di investimenti e più di 12.000 posti di lavoro stabili sono i risultati finora ottenuti, associati ad un incremento di competitività e ad un’evoluzione tecnologica delle aziende agricole che hanno realizzato impianti a biogas. “Numeri che possono trovare nuovo slancio con la produzione del biometano – dichiara Piero Gattoni, Presidente CIB – un combustibile pulito e rinnovabile ottenuto dalla raffinazione del biogas, utilizzabile previa immissione nella rete del gas naturale, anche per i trasporti. L’Italia è il quinto mercato al mondo per i veicoli alimentati a gas metano e presenta un’industria leader nel mondo per le tecnologie della mobilità a metano. Il biometano utilizzato nei trasporti contribuirà al raggiungimento degli obblighi di utilizzo di biocarburanti avanzati e a ridurre l’onere delle bollette elettriche mediante la conversione progressiva degli impianti dedicati alla sola produzione di energia elettrica da biogas a una situazione di coesistenza coordinata tra produzione di energia elettrica programmabile e produzione di biometano, facendo ripartire gli investimenti e incrementando l’occupazione in una filiera delle rinnovabili in cui l’Italia è leader nel mondo”.
Questo risultato conferma quanto sia stata fondamentale e quanto lo sarà ancor di più in futuro, la posizione proattiva e collaborativa del GSE nei confronti delle associazioni del settore come il CIB, che ha portato a rilevanti risultati in termini di slancio progettuale e di ottimizzazione delle risorse destinate a supportare il settore delle rinnovabili, con un ridottissimo livello di contenzioso.