Non è lontano il momento nel quale anche l’auto elettrica potrà contribuire a stabilizzare la rete elettrica. E’ una delle possibilità previste dal nuovo paradigma energetico nato a seguito dell’apertura del nuovo Mercato dei Servizi di Dispacciamento, che ha sancito la possibilità per i piccoli produttori e/o consumatori di energia di fornire energia alla rete. Per farlo è necessario che le colonnine di ricarica possano partecipare alle Uvam, Unità Virtuali di Aggregazione Miste, per rendere disponibile alla rete l’energia contenuta nella batteria dell’auto. E’ il Vehicle to Grid – V2G –¬, terminologia che rappresenta il contributo delle vetture elettriche all’equilibrio e ai servizi di rete, ed è un’evoluzione del Vehicle to Home – V2H, caso in cui l’auto alimenta un’abitazione o un sistema stand-alone.
Un documento del RSE (Ricerca Sistema Elettrico) riporta che “per ogni milione di auto elettriche connesse in modalità Vehicle to grid (V2G), ciascuna con possibilità di immagazzinare, oppure di immettere in rete, energia pari alla metà della propria capacità (stimabile in 10 kWh per auto), si avrebbe una riserva di energia disponibile pari a 10 GWh, distribuita sulla rete”. A questo si aggiunge che le auto elettriche sono ferme per oltre 20 ore al giorno. E’ chiaro quindi che si tratta di un’infrastruttura importante da valorizzare, con benefici per il sistema elettrico, e per chi investe nello sviluppo di punti di ricarica, che può ottenere un’interessante forma di remunerazione.
Ego Energy, già attiva nel Mercato dei Servizi di Dispacciamento, sta lavorando a questo progetto in collaborazione con DriWe, PMI innovativa attiva su mercato della mobilità elettrica che ha già partecipato in qualità di capofila, al bando Vehicle to Home, co-finanziato dalla Regione Veneto attraverso un’iniziativa Por-Fesr (Programma Operativo Regionale, cofinanziato dal Fondo Europeo di Sviluppo Regionale), per la realizzazione di un prototipo di “Smart Grid Urbana” nella quale l’auto elettrica si trasforma da semplice utilizzatore di energia in un elemento attivo della rete, in grado di cedere la sua energia per alimentare un edificio residenziale.
“In questa ottica l’auto elettrica diventa un accumulo di energia, che a seconda delle esigenze può essere utilizzata per alimentare l’autovettura quando è in movimento, fornire energia per uso residenziale, oppure contribuire all’equilibrio della rete elettrica. E’ uno scenario completamente nuovo, destinato a modificare completamente la visione dell’auto. In Nord Europa si sta già realizzando la possibilità di utilizzare l’auto per immagazzinare l’energia prodotta da fonte rinnovabile per restituirla agli edifici e alla rete”, afferma Luca Secco, fondatore e CEO di DriWe.
“Siamo attivi sul nuovo mercato dell’energia da oltre due anni nel corso dei quali ci siamo posizionati tra i primi operatori della demand-response in Italia. L’esperienza maturata in questo periodo nella modulazione di siti di produzione e consumo di energia, aggregati su base territoriale, è fondamentale per mettere a punto i corretti meccanismi di interazione con Terna, alle cui richieste è necessario rispondere entro 15 minuti dalla chiamata. Uno dei temi fondamentali da affrontare è che, per dare una risposta affidabile alla rete, non è sufficiente un punto di ricarica, ma è necessario prevedere gruppi di colonnine aggregate insieme, per essere certi che, nel momento della chiamata, ci sia un numero sufficiente di batterie collegate alla rete disponibili a fornire il servizio”, afferma Pietro Bosso, Pietro Bosso, manager divisione digital energy di Ego Energy.