Il gruppo è formato da aziende operanti nel settore dell’aviazione e dell’energia, quali Boeing e Honeywell Uop e da enti di ambito accademico. Il progetto si avvale inoltre del supporto e della consulenza delle più importanti organizzazioni ambientaliste, Wwf e Nrdc. Il settore dell’aviazione civile diventa così il primo, nel settore dei trasporti, ad attuare volontariamente progetti verificabili di sostenibilità nell’ambito dei carburanti.
L’atto costitutivo del gruppo prevede di favorire l’utilizzo nell’aviazione civile di carburante prodotto da fonti di energia rinnovabile, che possano contribuire a ridurre le emissioni di gas serra e nel contempo diminuire l’impatto sulle compagnie aeree della variabilità dei costi del petrolio e la dipendenza dai carburanti fossili. Oltre a Sas hanno aderito al progetto Air France, Air New Zealand, All Nippon Airways, Cargolux, Gulf Air, Japan Airlines, Klm e Virgin Atlantic Airways. Il consumo complessivo di carburante di questi vettori ammonta a circa il 13% del consumo totale.
Tutti i partecipanti all’iniziativa hanno sottoscritto un impegno per la sostenibilità secondo cui qualsiasi biocarburante utilizzato deve avere una resa uguale o maggiore a quella del carburante a base di cherosene, ma con un ciclo di vita del carbonio minore. I carburanti devono inoltre provenire solo da fonti rinnovabili che abbiano un impatto minimo sulla biosfera, cioè carburanti la cui produzione richieda una minima quantità di energia, acqua e terra e che non incida sulle risorse alimentari o d’acqua. Le attività di produzione e di gestione degli impianti deve infine avere un ritorno socieconomico per le comunità locali.