Una casa ereditata dai genitori, una porzione già ristrutturata e nuove esigenze hanno richiesto un adeguamento di spazi e struttura, le modalità dell’intervento dovevano inoltre consentire alla casa di essere luogo di memoria familiare e allo stesso tempo luogo rinnovato. La porzione da rinnovare, speculare a quella adiacente, già occupata da un altro membro della famiglia, era importante rispecchiasse una propria identità, analoga a quella esistente ma diversa. A fianco agli aspetti evocativi ed emozionali dell’abitare era necessario riqualificare l’edificio da un punto di vista energetico e del comfort, attraverso la ricerca di un giusto equilibrio tra interventi sull’involucro e aggiornamento degli impianti.
Il punto di partenza per la riqualificazione energetica è stata la diagnosi energetica, che ha consentito di avere un quadro generale del comportamento dell’edificio oltre a stabilire le priorità di intervento anche in base a un ottimale rapporto costi/benefici.
L’edificio, realizzato in muratura portante poroton da 30 cm di spessore, con orizzontamenti e copertura in laterocemento, è orientato con l’asse principale nord sud ma con la falda più importante ed estesa rivolta a sud. Inoltre era dotato di un impianto di riscaldamento con generatore di calore istantaneo a gas metano, pannelli radianti a pavimento al piano terra e radiatori al piano interrato (riscaldato) e al primo piano. Era inoltre presente anche un impianto di climatizzazione in pompa di calore (trial-split) non proprio recente ma ancora funzionante e comunque utile per le nuove richieste ridotte a seguito degli interventi.
Il primo impianto di un edificio è l’involucro e quindi il primo passo è stato verificare le dispersioni dell’edificio e analizzare il suo comportamento in tutte le stagioni. Si è stabilito quindi lo spessore e la tipologia dell’isolamento a cappotto (14 cm lana di vetro), dell’isolamento della copertura (20 cm xps) e della terrazza, la tipologia dei serramenti in sostituzione di quelli esistenti (in legno a camera singola basso emissivi) e l’eliminazione di tutti i ponti termici lineari relativi alle aperture (erano dotate di cornici in pietra), nonché la riduzione dei ponti termici, ove era possibile, alla base dell’edificio.
Ottenute a seguito del progetto degli interventi di coibentazione le nuove potenze necessarie al soddisfacimento della climatizzazione dell’edificio e vista la necessità di sostituire comunque il generatore di calore, la scelta è stata quella di puntare su un nuovo generatore in pompa di calore aria/acqua abbinato a un nuovo impianto fotovoltaico di 10 kwp, dimensionato anche per soddisfare il più possibile le elevate richieste di energia elettrica dovute alle esigenze di una famiglia numerosa.
La riduzione della temperatura di mandata dovuta alla pompa di calore per un più efficiente rendimento della stessa, non ha comportato modifiche ai terminali in quanto il riscaldamento a pavimento al piano terra sarebbe stato ottimale per questa soluzione, mentre al primo piano ove si trovano 3 delle 5 camere, la riduzione delle dispersioni dell’edificio e dei singoli ambienti dovute alla coibentazione ha permesso di mantenere i terminali esistenti senza doverne aumentare la superficie. E’ stato installato anche un impianto di Ventilazione Meccanica Controllata a flusso semplice con regolazione igrometrica, necessario a seguito degli interventi, ma importante per i benefici legati alla purificazione continua dell’aria interna agli ambienti.
La scelta della pompa di calore è ricaduta su Caldensa di Thermics a seguito di un’attenta analisi delle sue caratteristiche, che si sono rivelate particolarmente adatte a questo tipo di intervento. Qui infatti le esigenze erano di avere un elevatissimo comfort ACS, visto la numerosità della famiglia, e di utilizzare una pompa di calore monovalente, in grado quindi di coprire le dispersioni della casa anche a -10°C esterni. L’innovativo principio di funzionamento adottato per Caldensa di Thermics garantisce un elevatissimo comfort sanitario con COP stagionali imbattibili: l’acqua calda sanitaria viene prodotta per desurriscaldamento, quindi con COP superiori a 4 anche a temperature elevate; inoltre, il compressore speciale scroll ad iniezione di vapore garantisce la monovalenza e dei COP stagionali certificati tra i più elevati della categoria. Si tratta quindi di un sistema di climatizzazione e produzione ACS che abbina il comfort al risparmio, due termini a volte inconciliabili. Al termine degli interventi, l’edificio è passato dalla classe E con 213,42 kWh/mq*anno alla classe A4 con 12,83 kWh/mq*anno, dati che collocano questa riqualificazione alla soglia di un edificio a energia quasi zero.