“La Conferenza Onu ha evidenziato la chiara assenza di una leadership politica: il documento finale risulta carente di azioni concrete, ma non è giusto parlare di un completo fallimento”, dichiara Alexander Likhotal, presidente di Green Cross International. “Il risultato più importante di Rio è la presa di coscienza che i cittadini, le associazioni, gli operatori dell’economia hanno già intrapreso la strada del cambiamento. Lo dimostra il Vertice dei Popoli per la giustizia ambientale e sociale, che si è svolto a Rio parallelamente a quello ufficiale. Ma la politica continua a rimanere indietro”.
Secondo Green Cross, per realizzare il sogno di un futuro sostenibile è necessario che le sfide ambientali, ereditate dal millennio precedente, trovino presto una risposta anche sul fronte politico. “Negli ultimi anni”, dichiara Elio Pacilio, presidente di Green Cross Italia – la ricerca scientifica ha permesso di raggiungere risultati inimmaginabili per limitare l’impatto ambientale, migliorare la qualità della vita e preservare la biodiversità. Allo stesso modo, molte aziende hanno fatto passi importanti nell’introduzione e nell’applicazione di buone pratiche di responsabilità sociale, trovando uno spazio nell’essere alleate dell’ambiente. Ora c’è bisogno di un maggior coordinamento e di un impegno politico per mettere in pratica la conversione ecologica”.
Il testo di 53 pagine adottato a Rio, intitolato “Il futuro che vogliamo”, ribadisce la necessità di un’economia verde, cioè di un modello di sviluppo meno distruttivo per il pianeta. Ma se tutti i Paesi dovranno compiere scelte precise ed efficaci per limitare il loro impatto, questi sforzi non saranno sufficienti se non supportati da una forte volontà politica. Per Green Cross occorre un salto di qualità: “Il mondo ha bisogno di risposte rapide”, conclude Pacilio, “e di leader capaci di visioni globali e scelte coraggiose”.
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