La Commissione europea chiede all’Italia di ottemperare alla sentenza emessa dalla Corte di giustizia europea nel settore dello smaltimento dei rifiuti. Nel 2007 la Corte ha accertato che non erano stati adottati i piani di gestione dei rifiuti previsti dalla direttiva quadro sui rifiuti e dalla direttiva sui rifiuti pericolosi, oppure che i piani esistenti non avevano attuato correttamente le direttive in alcune regioni e province italiane. Successivamente erano stati approvati i piani per il Friuli Venezia Giulia, la Puglia, Bolzano e Rimini. Tuttavia, il piano programmatico esistente nel Lazio non è ancora conforme alla legislazione dell’Ue.
Pertanto, la Commissione ha deciso di inviare una lettera di costituzione in mora, ai sensi dell’articolo 260 del trattato sul funzionamento dell’Unione europea. Qualora le autorità italiane non intraprendessero le azioni necessarie, la Commissione potrà decidere di adire di nuovo la Corte nei confronti dell’Italia per chiedere che sia condannata a sanzioni pecuniarie.
La direttiva quadro sui rifiuti (2006/12/CE) è il documento principale dell’UE che riguarda la normativa sui rifiuti e che codifica i principi basilari sulla gestione dei rifiuti, come ad esempio il principio “chi inquina paga” o quello della “gerarchia dei rifiuti”. I piani di gestione dei rifiuti costituiscono un requisito fondamentale della direttiva, in quanto rappresentano uno strumento essenziale per garantire che venga istituita una solida rete di gestione dei rifiuti sul territorio degli Stati membri.
I piani di gestione dei rifiuti riguardano vari aspetti, come il tipo, la quantità e l’origine dei rifiuti da recuperare e smaltire, i luoghi e gli impianti adatti allo smaltimento e le misure atte a promuovere la razionalizzazione della raccolta, della selezione e del trattamento dei rifiuti. I requisiti specifici concernenti i piani di gestione per i rifiuti pericolosi sono inoltre stabiliti nella direttiva sui rifiuti pericolosi (91/689/CEE).
A tre anni dalla sentenza di condanna emessa dalla Corte nei confronti dell’Italia per non aver stabilito i piani di gestione dei rifiuti in numerose zone, non è stato ancora predisposto un piano in attuazione della direttiva quadro sui rifiuti per la regione Lazio (nell’Italia centrale). L’Italia si era impegnata ad adottare un nuovo piano di gestione generale dei rifiuti entro la fine del 2009, ma si sono verificati notevoli ritardi e le procedure di adozione per il piano non sono state ancora completate.
Poiché l’Italia non ha ottemperato alla sentenza della Corte di giustizia, la Commissione ha deciso di inviare all’Italia una seconda lettera di messa in mora.