Sempre più informati e a conoscenza della liberalizzazione del mercato dell’energia, gli italiani hanno le idee chiare in merito alle energie rinnovabili e “chiamano a rapporto” le istituzioni nazionali. Nonostante il Governo stia riducendo gli incentivi alle rinnovabili, nel Bel Paese si confida nelle istituzioni nazionali per realizzare iniziative utili ad affrontare il problema della produzione dell’energia.
La pensa così la maggior parte degli intervistati da Nextplora per Ener20, prima società italiana per numero di impianti fotovoltaici residenziali e attiva nella promozione del modello di Generazione Distribuita con soluzioni che riguardano anche l’efficienza energetica: tra i vari attori che dovrebbero prendersi in carico la situazione vengono segnalate in primis le istituzioni nazionali (69% di preferenze), seguite dalle aziende (59%) e dagli organi locali (53%), mentre le famiglie e i privati sono coloro che meno possono intervenire (47%) con livelli di incentivazione non adeguati.
Percentuali rilevanti soprattutto perché si riferiscono ad una popolazione, quella italiana, ben informata in merito: la percentuale di chi, in Italia, è a conoscenza del fatto che il mercato dell’energia sia stato liberalizzato e che quindi siano disponibili numerose offerte relative alla fornitura di energia è del 92% (solo l’8% non lo sapeva). I più informati sono gli uomini over 25 residenti al Centro-Nord, ma ne è al corrente anche l’89% delle donne e il 79% dei giovanissimi (tra il 18 e il 24 anni).
A livello nazionale, inoltre, quasi 8 persone su 10 hanno avuto la possibilità di prendere in considerazione specifiche offerte relative alla liberalizzazione del mercato dell’energia, costruendosi quindi un’opinione in merito alle attuali opportunità nel settore delle rinnovabili.
Segno che la comunicazione in merito è stata efficace ed ha riscosso successo. Tanto non si può dire, invece, per l’informazione più approfondita sulle decisioni da prendere per la fornitura di energia della propria abitazione: è emblematico il fatto che il passaparola rimanga la fonte principale.
Gli italiani preferiscono infatti consultare il coniuge/compagno (40%), parenti (19%) e amici (32%) per avere consigli sulle scelte da prendere tra le varie offerte oppure preferiscono fare da sé (21%) magari leggendo siti internet dedicati all’argomento (43%).
Ma qual è ad oggi il risultato della liberalizzazione e dell’informazione ricavata dalla ricerche sulle offerte? Il 38% degli intervistati segnala di conoscere persone che hanno deciso di autoprodurre l’energia che consumano, mentre il 21% sa che amici e parenti hanno cambiato fornitore di energia. Tra le conoscenze del 16% degli intervistati vi sono invece persone che avrebbero voluto cambiare ma che non hanno ricevuto offerte vantaggiose o da società affidabili, mentre il 25% non conosce nessuno che abbia attuato iniziative nuove.
Tra le tipologie di energia rinnovabili più conosciute stravince quella fotovoltaica con il 91%, medaglia d’argento per quella eolica (86%) e di bronzo per l’idroelettrica (70%). Seguono la geotermica (57%) e ultima posizione per la marina (comunque conosciuta dal 36%).
Non a caso, infatti, il sole è la fonte di energia che secondo gli italiani verrà più utilizzata tra 20 anni: la pensa così il 67% degli intervistati per i quali il fotovoltaico in futuro non avrà praticamente nessun “rivale” (solo l’8% punterebbe sul nucleare, il 7% sul petrolio, il 5% rispettivamente su acqua, vento e geotermico, il 2% sul mare). Dati che fanno riflettere soprattutto perché si discostano ampliamente dalla direzione intrapresa dal governo.
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