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Recupero del degrado di prestazioni di un impianto fotovoltaicoERT

A minare la rendita fotovoltaica oltre al decreto spalma incentivi c’è il Pid, ovvero il degrado di prestazioni dei moduli dovuto all’esposizione a un potenziale esterno.

Non esistono dati oggettivi che diano indicazioni su quanto tempo dopo l’allacciamento in rete degli impianti il fenomeno si verifichi, ma al momento si sa che l’alta temperatura, l’umidità e la salinità delle zone marine unitamente al basso valore di isolamento dei moduli sono fra gli elementi che accelerano l’insorgere del Pid.

Particolarmente critico il caso di un gruppo di impianti da 100 kW, integrati architettonicamente e a meno di 8 km dal mare, progettati e realizzati in Sicilia da Juwi, multinazionale con sede in Italia attiva nel settore delle energie rinnovabili.

Gli impianti dopo solo 6 mesi (da febbraio ad agosto 2013) presentavano una significativa diminuzione del “rapporto di prestazione”, ovvero del rapporto fra il rendimento energetico effettivo e il rendimento teorico dell’impianto, con livelli fra il 65% e il 49%, e quindi importanti implicazioni economiche in quanto al di sotto della soglia dell’80% garantita da contratto per il primo anno.

Il degrado, che su alcuni moduli campione è stato confermato da un report di Tüv Süd, società di punta nel settore delle certificazioni, era dovuto a diversi problemi tra cui il Pid. In questa situazione Juwi ha chiesto ad Omron di affiancarli nell’effettuare alcuni test chiave in campo e di trovare una soluzione rapida e definitiva al problema del Pid nel rispetto dei seguenti vincoli: l’intervento doveva riportare definitivamente il rapporto di prestazione a un livello maggiore o uguale a circa il 79%, soglia al di sotto della quale al secondo anno sarebbero scattate le penali; l’intervento di rigenerazione, di fatto ripagato dalla garanzia offerta dal produttore di moduli, doveva avvenire in tempi brevi, ovvero prima del collaudo finale e quindi del rilascio del certificato di accettazione definitiva da parte del proprietario dell’impianto (Fac).

La soluzione di rigenerazione e prevenzione proposta da Omron è stata messa alla prova nella sezione d’impianto con il degrado più grave, con quasi il 50% di produzione in meno. L’inverter originale è stato sostituito con inverter KP100L che, grazie al circuito Zcc, previene dal Pid, in serie ai quali è stato inserito un dispositivo, anch’esso fornito da Omron, in grado di rigenerare le celle danneggiate. Le prime misurazioni, avvenute dopo 24 ore, avevano già segnalato un miglioramento reputato eccezionale: la curva I-V evidenziava infatti un incremento di circa 50 Watt per modulo; i dati di monitoraggio verificati dopo una settimana hanno confermato un miglioramento nel rapporto di prestazione del 16%, riportandolo al 75%.

“Siamo molto soddisfatti dell’aiuto ricevuto da Omron sia in fase di identificazione del Pid sia in fase di soluzione del problema. La proposta Omron, agendo sia sulla rigenerazione sia sulla prevenzione, ha permesso una soluzione rapida e definitiva al problema del Pid. A distanza di qualche mese possiamo, infatti, confermare che il rapporto di prestazione è rimasto sempre al di sopra del 78% senza ulteriori interventi di rigenerazione. Prevediamo un ulteriore aumento delle prestazioni grazie ad una parziale sostituzione dei moduli”, dichiara Angelo Nicito, Project Manager di Juwi.

“Questi risultati confermano i risultati dei test effettuati dal Tüv Rheinland che, confrontando diverse soluzioni al problema del Pid, ha evidenziato gli ottimi risultati delle tecnologie da noi proposte: in termini di prevenzione, una perdita di potenza massima dello 0,28% sul modulo fotovoltaico in presenza di Inverter Omron e un recupero di prestazioni in campo superiore al 90% in caso di moduli affetti da Pid”, afferma Eleonora Denna, Product Marketing Manager di Omron.

Omron Corporation: http://www.omron.it