È quanto emerge dal Panel congiunturale presentato a luglio da Federchimica. Il recupero è più marcato rispetto a quello conseguito nell’industria in generale in quanto la chimica ha beneficiato della ricostituzione delle scorte di materie prime da parte dei clienti e di una buona ripresa dell’export (+29% nel periodo gennaio-maggio).
“L’export ha già recuperato i livelli del 2007 e ritengo che nei prossimi mesi continuerà a sostenere la produzione chimica – ha detto Giorgio Squinzi -. I cosiddetti mercati emergenti – Turchia, Polonia, Cina, Egitto – sono ormai un riferimento importante per le nostre esportazioni, e oggi rappresentano una massa critica rilevante per l’Italia. Voglio anche aggiungere come fattore positivo la ripresa di importanti partner commerciali tradizionali, prima fra tutti la Germania. Tuttavia – prosegue Squinzi – restano elementi critici che non dobbiamo sottovalutare soprattutto in prospettiva”.
Esaurito il sostegno del ciclo scorte, la domanda interna di chimica potrebbe rivelarsi debole soprattutto in alcuni settori clienti (largo consumo, auto, costruzioni). Molte imprese manifatturiere italiane sono in forte sofferenza, lo si vede tra l’altro dall’allungamento nei tempi di pagamento della clientela e i casi di insolvenza. I costi delle materie prime della filiera chimica hanno già raggiunto i picchi del 2008, mentre i prezzi di vendita sono condizionati da una domanda per molti versi ancora incerta.
La ripresa, attesa nella seconda parte del 2010 e nel 2011, si compirà in modo disomogeneo tra settori e imprese soprattutto in relazione al grado di connessione – diretto o attraverso i propri clienti – ai mercati internazionali più dinamici. In definitiva conterà sempre più l’inserimento delle singole imprese chimiche in filiera “vincenti” dato uno scenario globale di competizione intensa e costi elevati delle materie prime.
“Complessivamente – ha concluso il presidente di Federchimica – prevediamo che la produzione chimica in Italia chiuda il 2010 con un incremento pari al 6% circa. I livelli produttivi rimarranno però decisamente inferiori a quelli pre-crisi e non potranno essere ripristinati nemmeno nel 2011″.
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