L’aggiornamento del report Osservatorio sistemi di accumulo di ANIE Federazione aderente a Confindustria presenta il trend delle installazioni di energy storage in Italia registrati dal sistema Gaudì di Terna.
Al 31 dicembre 2023 risultano installati 518.950 sistemi di accumulo, per una potenza complessiva di 3.367 MW e una capacità massima di 6.645 MWh.
Nel 2023 si registra una crescita a velocità variabile: più sostenuta nel primo semestre dell’anno, con un picco del +301% nei primi tre mesi su base tendenziale; in rallentamento nel secondo semestre con un modesto +2% negli ultimi tre mesi dell’anno nel confronto con il medesimo periodo del 2022.
La tecnologia più diffusa continua ad essere quella a base di Litio (99% del totale).
La quasi totalità (92%) dei sistemi di accumulo è di taglia inferiore ai 20 kWh con una netta prevalenza dei sistemi di capacità compresa tra 10 e 15 kWh (38%) e di quelli con capacità compresa tra 5 kWh e 10 kWh (35%). Il 99% dei sistemi di accumulo ha taglia di potenza inferiore ai 20 kW di cui la maggior parte ha una taglia inferiore ai 10 kW (91%).
La principale configurazione utilizzata per i sistemi di accumulo è quella “lato produzione in corrente continua”, che ricopre l’86% del totale, mentre quella “lato produzione in corrente alternata” e quella “lato post produzione” ricoprono rispettivamente il 5% ed il 9%.
Il 99,9% dei sistemi di accumulo risulta abbinato ad un impianto fotovoltaico, di cui il 99,3% di taglia residenziale.
La durata media dei sistemi di accumulo elettrochimici di capacità superiore a 1 MWh è di 1 ora.
La Lombardia è la regione con il maggior numero di sistemi installati (97.155 sistemi di accumulo per una potenza di 617 MW e una capacità di 1.210 MWh), seguita dal Veneto (68.605 sistemi di accumulo per 446 MW e 978 MWh) e dall’Emilia-Romagna (51.322 sistemi di accumulo per 327 MW e 620 MWh).
Le installazioni si attestano a 287.707 unità per una potenza di 2.022 MW e una capacità di 3.836 MWh.
Analizzando la tipologia di configurazione, si conferma lo spostamento delle nuove installazioni verso quelle “lato produzione in corrente continua” rispetto ai periodi precedenti. Nel 2023 questa configurazione ricopre il 94% delle installazioni, mentre le configurazioni “lato produzione in corrente alternata” e “lato post produzione” contribuiscono ciascuna con un 3%.
Tutte le Regioni hanno consolidato un segno positivo rispetto al 2022 relativamente al numero di installazioni, alla potenza e alla capacità installate. In particolare, il numero delle installazioni è cresciuto di oltre il 50% in tutte le Regioni ad esclusione della Valle d’Aosta che ha registrato performance inferiori rispetto alla media nazionale.
Una curiosità: nel 2023 è entrato in esercizio il primo sistema di accumulo accoppiato ad un impianto rinnovabile marino.
Si segnala l’incremento degli impianti fotovoltaici di potenza superiore a 1 MW che si stanno dotando di sistemi di accumulo: nel 2023 si registrano 17 installazioni (750% rispetto al 2022).
In aumento nel 2023 rispetto al 2022 le installazioni di sistemi di accumulo di capacità superiore a 1 MWh (+75%). Si tratta di 11 installazioni, di cui 2 unità hanno ciascuna una capacità di 67 MWh con una durata di 2,5 ore.
L’andamento risulta altalenante. Infatti, dopo la crescita nel Q1_2023 ed il rallentamento nel Q2_2023, si registra un’ulteriore flessione nel Q3_2023 (-18% del numero di installazioni, -30% della potenza e -26% della capacità). In leggera ripresa il Q4_2023 con +9% del numero di installazioni, +22% di potenza e +30% di capacità.
Nel 2023 frena il mercato dei sistemi di accumulo. Analizzando i diversi cluster, quello residenziale è il comparto che ha maggiormente contribuito al rallentamento del settore, a causa delle vicissitudini patite dal superbonus, ma soprattutto dalla cessione del credito con il blocco delle installazioni rientranti nelle detrazioni con aliquota al 50%. Se da un lato nel 2024 dovrebbe chiudersi la coda del superbonus, dall’altro si auspica di vedere i primi risultati tangibili dalle comunità energetiche smart, che per garantirsi un elevato coefficiente di condivisione dell’energia e massimizzare i benefici, si doteranno di sistemi di accumulo oltre che di tecnologie per la lettura istantanea dei dati di misura e delle piattaforme che gestiscono in tempo reale tali dati.
La notizia, che potrebbe sembrare positiva, riguarda l’entrata in esercizio dell’accumulo utility scale stand alone (cd. centralizzato) o abbinato ad impianti di generazione termoelettrica (cd. distribuito). In realtà, in base alle informazioni disponibili, dei 1.224 MW aggiudicati tramite le aste del capacity market solo 50 MW risulterebbero entrati in esercizio alla data dell’1 gennaio 2024; mentre dei 230 MW aggiudicati tramite lo strumento di Fast Reserve sono entrati in esercizio all’1 gennaio 2024 solo 104 MW . Attualmente, non si dispone delle informazioni sufficienti per formulare ipotesi riguardanti lo stato di avanzamento dei lavori con riferimento all’entrata in esercizio dei sistemi di accumulo non ancora operativi, né è possibile identificare le ragioni dei ritardi, oltre alla proroga concessa a causa della pandemia da coronavirus. Si auspica che in futuro l’Autorità per l’Energia provveda a monitorare questa situazione, poiché si tratta di strumenti – quelli delle aste – adottati proprio per garantire l’adeguatezza e la flessibilità del sistema elettrico nazionale.