Si è tenuto a Milano l’evento Smart Energy Award organizzato da Omron. Con il motto “Ripensare l’energia – analizzare, ottimizzare, risparmiare”, la manifestazione, giunta quest’anno alla sua quinta edizione, si propone di premiare le aziende che hanno implementato politiche energeticamente virtuose anche grazie all’adozione di prodotti Omron.
Marco Viganò, responsabile del progetto Smart Energy Award, ha introdotto la giornata spiegando che: “il Sistema di Gestione dell’Energia rappresenta una politica energetica mediante la quale si identificano degli obiettivi ed il piano d’azione da seguire”, una politica che deve prevedere l’analisi degli usi energetici, la scelta degli indicatori di prestazione energetici, l’individuazione di una Baseline Energetica e la definizione degli Obiettivi energetici.
“Perché l’azione sia efficace serve un approccio sistematico volto al miglioramento continuo, che passi attraverso quattro fasi: pianificazione, implementazione, controllo e azione correttiva”, continua Viganò. Fondamentale il monitoraggio con la misura dei parametri chiave, la visualizzazione e l’analisi dei dati e infine l’ottimizzazione del sistema.
Paolo Cavallanti ha illustrato il caso dell’impianto Omron di Ayabe, una struttura che risponde ai dettami di industry 4.0 grazie all’adozione di sensoristica diffusa che permette di costruire soluzioni modulari, decentralizzate, con capacità real-time e orientate al servizio. L’approccio Industry 4.0 è intimamente collegato anche al tema della gestione dell’efficienza energetica, sia a livello di impianto sia a livello di macchina.
Michele Santovito di Assoege, l’associazione degli energy manager, ha parlato delle conseguenze dell’entrata in vigore delle normative sulla Diagnosi Energetica Obbligatoria prevista per le aziende grandi e quelle energivore.
Andrea Crestani dell’ANBI (l’associazione che riunisce i consorzi di bonifica) ha riportato l’esperienza dei consorzi per la gestione e la tutela del territorio e delle acque irrigue, con particolare riferimento al tema dell’uso dell’energia per la sicurezza del territorio. I consorzi di bonifica sono grandi utilizzatori di energia elettrica sia per le attività volte a garantire la sicurezza idraulica del territorio sia per quelle relative alla gestione delle acque irrigue per la produzione agricola. Uno degli esempi di attività che richiede l’uso intenso di energia sono le idrovore utilizzate in quei bacini che, per caratteristiche geografiche, non favoriscono il deflusso naturale delle acque. Poi ci sono le operazioni di sollevamento acqua per gli impianti di irrigazione. Idrovore e impianti di sollevamento consumano congiuntamente in media 590 mila MWh all’anno, pari a un valore di oltre 106 milioni di euro. Ma i consorzi sono anche produttori di energia idroelettrica (313 mila MWh all’anno).
Nel suo intervento “ Efficienza Energetica: opportunità e vincoli per l’industria”, Filomena D’Arcangelo di ANIE ha parlato del ruolo delle tecnologie (elettronica ed elettrotecnica) per “consumare meno, consumare meglio”, tracciando anche il quadro normativo previsto dalle diverse direttive comunitarie. Grazie all’ecodesign è possibile ottenere un risparmio potenziale di 90 miliardi di euro entro il 2020. Alla base delle politiche di efficientamento risiede una corretta conoscenza dei consumi effettivi, possibile solo grazie alla misura accurata e diffusa.
Ha partecipato alla giornata anche Renovis, una ESCo – Energy Service Company certificata UNI CEI 11352 che progetta, installa e gestisce impianti per l’efficientamento energetico in ambito industriale. Renovis offre la formula dell’“energy performance contract”, che azzera il costo dell’intervento sull’impianto a fronte di una partecipazione al beneficio economico dell’intervento. Nella presentazione sono stati riportati diversi casi in cui sono state eseguite operazioni di recupero e sfruttamento di energia dispersa nei processi industriali.
Le tre applicazioni finaliste per il premio sono state presentate da Irisacqua (acquedotto di Cormons), Acea (riqualificazione energetica della Sede Centrale di Roma di Acea) e CBC (revamping totale – automazione, bus di campo e motorizzazioni – dello stabilimento CBC specializzato nel processo di impasto a secco per bi-cottura rapida e porcellanato).
Primo posto per CBC che ha presentato il progetto di revamping totale (automazione, bus di campo e motorizzazioni) di due impianti del suo stabilimento specializzato nel processo di impasto a secco per bi-cottura rapida e porcellanato.
I due impianti erano recenti (2003) ma senza inverter. La potenza totale dei due impianti è di 600 kW.
L’intervento eseguito da Rem Automazioni ha previsto l’installazione degli inverter sui motori più grandi delle macchine e su qualche linea di trasporto. L’impianto è ora molto più flessibile, c’è meno stress elettrico e meccanico e un notevole risparmio. I prodotti di automazione sono stati inseriti in quadri climatizzati.
L’energy saving stimato per l’impianto 1 (intervento già concluso) è di 745 mila kW/h / anno (circa 90 mila eur/anno). Il costo dell’investimento è stato di 27 mila euro con un periodo di payback di tre mesi.
I lavori sull’impianto 2 (in atto) prevedono esborsi per 37 mila euro e vantaggi per circa 100 mila euro. Complessivamente il risparmio sarà di circa 190 mila euro.
Secondo posto per Irisacqua, che gestisce il servizio idrico integrato dalla falda all’utilizzo, fino alla depurazione. L’acquedotto di Cormons (GO) serve il comune di Cormons e quello di Medea. Si approvvigiona da tre pozzi a circa 30 metri. L’acqua prelevata viene raccolta e filtrata e poi convogliata verso la rete per un uso quasi esclusivamente civile e abitativo. La rete è monitorata quotidianamente per evitare le perdite. L’aggiornamento dell’acquedotto ha previsto una nuova stazione di pompaggio dell’acqua. Prima i tre pozzi erano gestiti in maniera semiautomatica (l’apertura delle mandate delle due pompe attive era fatta a mano, mentre dei sensori di livello determinavano la marchia delle pompe). L’impianto elettrico era obsoleto, con guasti frequenti, mancanza di telecontrollo, tubature danneggiate dai colpi d’ariete legati all’avviamento improvviso dei motori ed elevato consumo elettrico. Il nuovo impianto prevede un PLC serie CJ che gestisce gli I/O di impianto e le pompe tramite tre inverter. Un pannello HMI serie NS consente di gestire l’impianto in locale, mentre un sistema di controllo consente di gestire il tutto dalla centrale operativa. I vantaggi includono: meno problemi alle tubature, diagnosi su inverter e altri dispositivi di impianto tramite il PLC per prevedere e limitare guasti, telecontrollo, gestione automatica delle pompe attive e di riserva, gestione automatica del riempimento della vasca di accumulo nelle ore notturne.
Il calcolo del risparmio energetico consentito dall’intervento: 289.080 kW l’anno pari a oltre 43 mila euro, con un periodo di payback dell’investimento di circa 4 mesi.
Terzo posto per Acea, la società che gestisce l’acquedotto romano, che ha presentato il progetto di revamping degli impianti termici, delle stazioni di pompaggio, del frigo, delle luci, della climatizzazione, delle cabine eletriche, degli impianti di distribuzione e della fontana di Piazzale Ostiense a Roma.
Nei vari corpi delle ale ove si è intervenuto tutte le attività di controllo gestione degli impianti era manuale, dalla semplice accensione delle luci all’accensione dei fan-coil alle centrali termiche e spillamenti.
Spesso le utenze restavano accese. Oggi il controllo avviene da terminali locali o da remoto grazie a tre postazioni PC con Cx Supervisor.
Ogni PLC con HMI è deputato a controllare le utenze (luci, clima, pompaggio ecc.) di una determinata zona. Qualsiasi PC in rete può gestire le utenze.
L’investimento complessivo in apparecchiature è stato di circa 180 mila euro e il risparmio stimato è di circa 42 mila euro l’anno, con un tempo di rientro dell’investimento previsto di circa 4 anni.