Il 25% del totale degli oli lubrificanti immessi in consumo. È questo il valore dell’industria della rigenerazione nei primi sei mesi dell’anno. Su circa 225mila tonnellate di oli lubrificanti, oltre un quarto deriva infatti dalle aziende che trasformano un rifiuto pericoloso come l’olio usato in un lubrificante ecosostenibile e di qualità.
Aziende come Viscolube, presente a Pieve Fissiraga (in provincia di Lodi) e a Ceccano (in provincia di Frosinone), la più importante società in Europa nella rigenerazione degli oli usati.
Oltre all’aspetto economico vi è anche un indubbio vantaggio ambientale: l’olio lubrificante usato è un rifiuto altamente pericoloso. 4 kg di olio usato versati in acqua sono sufficienti a inquinare una superficie grande come un campo di calcio; l’olio crea infatti una sottilissima pellicola che ne impedisce l’ossigenazione fino a provocare la morte della flora e della fauna sottostanti.
‘Il nostro Paese detiene peraltro il primato per la rigenerazione dell’olio usato, ha affermato Lazzarinetti, amministratore delegato Viscolube; l’83% contro il 56% della Germania e il 46% della Francia. Ed è importante proseguire su questa strada, favorendo il più possibile la cultura del riciclo anche dell’olio usato, per esempio promuovendo gli acquisti verdi della Pubblica Amministrazione’.
‘Viscolube, ha concluso l’amministrazione delegato, ha tutte le carte in regola per giocare questa partita: dai nostri due impianti in provincia di Lodi e Frosinone escono basi lubrificanti con prestazioni comparabili a quelle di prima raffinazione. Lo dimostra il nostro Revivoil, il primo olio lubrificante ‘verde’ per autotrazione, formulato interamente con basi lubrificanti riciclate’.
Viscolube: www.viscolube.it