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Oli alimentari: parte il servizio di raccolta HeraERT

Sono state oltre 400 le tonnellate di oli alimentari raccolte da Hera nel 2012 sull’intero territorio servito, circa 0,17 kg per abitante, un dato in crescita costante negli ultimi anni (tra il 2010 e il 2012 si è avuto un incremento del 30%), ma l’obiettivo è aumentare ancora e arrivare ad almeno mille tonnellate annue entro il 2014.

A partire da inizio settembre, nei comuni principali gestiti da Hera saranno collocati, gradualmente, in strada e presso luoghi ad elevata frequentazione, centri commerciali e supermercati di quartiere, appositi ed eleganti contenitori per la raccolta degli oli alimentari (adoperati in cucina, gli oli da frittura o utilizzati per conservare gli alimenti nei vasetti).

Il primo comune a partire è Rimini. Nelle prossime settimane, i contenitori arriveranno anche a Cesenatico, Cervia, Ravenna, Modena, Sassuolo e Formigine.

Complessivamente, saranno 160 le colonnine stradali posizionate nei prossimi 10-12 mesi sull’intero territorio della multiutility. In questo modo si calcola che saranno serviti circa 400 mila cittadini.

L’olio potrà essere conferito nei contenitori all’interno di normali bottiglie o flaconi in plastica, chiusi con il loro tappo. Non sarà quindi necessario versare direttamente l’olio nelle colonnine o nei contenitori, superando il rischio di imbrattare/sporcare l’ambiente circostante. Un servizio, insomma, più pulito.

Questi contenitori saranno dotati di rilevatore di riempimento per svuotarli all’occorrenza, oltre la normale frequenza, ed eventualmente, in ragione degli accordi con i centri commerciali, di sistemi intelligenti di riconoscimento utente. Un processo di recupero energetico degli oli raccolti sviluppato con l’Università di Bologna

La fase di valorizzazione e recupero degli oli vegetali raccolti consisterà prevalentemente nella conversione energetica (elettrica e termica) del materiale, previo trattamento in un impianto sperimentale di raffinazione.

Perché è importante raccogliere gli oli esausti?

In base ai dati delle stime di fonte ministeriale e del Conoe (Consorzio Obbligatorio Nazionale di raccolta e trattamento oli e grassi vegetali e animali esausti), sono 280 mila le tonnellate di olio vegetale usato, circa 5 kg procapite (di cui la metà prodotta dai privati cittadini e l’altra metà prodotta dalla ristorazione e dall’industria), che ogni anno restituiamo all’ambiente, specialmente sotto forma di residuo di fritture e inevitabilmente ricco di sostanze inquinanti. Ciò a fronte di un miliardo e 400mila kg di olio vegetale (direttamente come olio alimentare o perché presente in altri alimenti) immesso al consumo, per una cifra media procapite di circa 25 kg su base annuale.

L’olio vegetale, se versato nelle fognature, può provocare danni al sistema di depurazione e alle reti fognarie, causando un importante aggravio al sentito problema dell’inquinamento ambientale. Anche un solo litro, nell’acqua o nel suolo, può contaminare seriamente la falda e le acque superficiali, formando una pellicola che ostacola l’ossigenazione dell’acqua.